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27/12/24
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CASA DELLA MUSICA – NAPOLI
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KREATOR + CALIBAN - Rolling Stone, Milano - 03/02/2009
11/02/2009 (3824 letture)
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Premessa
Un treno in apocalittico ritardo e il biglietto dimenticato in albergo, con conseguente corsa disperata per i viali milanesi a recuperarlo.
E giusto per non smentire il fatto che i guai non arrivano mai da soli, la rottura della mia macchina fotografica.
Un inizio serata davvero di pessimo auspicio, ma che soprattutto mi obbliga ad iniziare il mio Live Report (al momento privo di foto) dalla penultima band del bill.
CALIBAN
Sono ormai le 20.00 quando riesco ad arrivare al Rolling Stone di Milano; dopo una doverosa pausa birra, durante la quale, pur non essendo nel centro del locale, noto un'acustica sorprendente, mi avvicino al palco sul quale si sta esibendo la band tedesca.
Riesco ad assistere ad una buona mezz'ora di concerto, durante la quale la band si merita due aggettivi: altalenante e tenace.
Altalenante perché, nonostante i suoni siano eccellenti e non ci sia ragione di affibbiare ad essi colpe, la prestazione della band appare spesso musicalmente fredda e poco incisiva, particolarmente nelle sezioni più groovegianti, dal forte impatto teorico ma incapaci di scuotere il pubblico; le sezioni melodiche meriterebbero invece miglior sorte, soprattutto grazie alla bella voce in clean (anche se dal volume leggermente basso), ma il pubblico in sala è assetato di ben poca melodia, e invoca più volte il main act della serata.
Tenace perché non si scoraggia mai, e il cantante Andreas Dorner incita a più riprese il pubblico italiano, ottenendo da gran parte di esso una risposta non esaltante, mentre una minoranza si spinge a creare un po' di movimento sotto il palco.
Alla fine la band termina la propria esibizione senza segnarmi particolarmente, e mentre mi faccio largo verso le prime file (alla fine raggiungerò la seconda) cresce in me l'idea che fosse lecito aspettarsi di più dall'ultima band prima dei protagonisti, messa quindi in una posizione di rilievo.
KREATOR
Interrompendo i Pink Floyd, la cui Money stava in quel momento iniziando ad essere riprodotta dagli amplificatori del locale (tra i ripetuti “Ma che ca...volo c'entra coi Kreator???”), gli alfieri del thrash teutonico, dopo la breve riproduzione dell'intro acustica, fanno il loro ingresso sulle note dello splendido riff iniziale dell'opener dell'ultimo disco: Hordes Of Chaos (A Necrologue For The Elite) viene accolta dal pubblico con un boato, e sotto al palco parte un pogo devastante; straordinaria la partecipazione dei fan presenti – non sono riuscito a farne una stima, ma il locale era comunque discretamente affollato – soprattutto durante i ritornelli. Finisce la canzone e senza nessuno stacco inizia Warcurse: come avevo predetto nella recensione, è un pezzo fenomenale da suonare live e la risposta dei fan è strepitosa, soprattutto sull'irresistibile parte finale. Terminata questa si riesce finalmente a respirare un attimo, mentre Mille Petrozza saluta il pubblico italiano (che ricambia con grande fervore al grido di Mille! Mille! Mille! e Kreator! Kreator!) e ci presenta – come se ce ne fosse bisogno – la successiva Extreme Aggression.
Parte così un trittico infilato in stretta sequenza che racchiude alcuni dei momenti migliori del concerto: oltre al pezzo già citato, a scuotere maggiormente il pubblico sono in particolar modo Phobia - vero e proprio attacco sonoro inarrestabile – e Voices Of The Dead, che lotta per il titolo di miglior canzone del concerto: la prestazione della band nell'eseguirla è infatti davvero magistrale, e la risposta dei thrashers presenti impressionante; nel refrain le voci di tutti si sommano a quella di Petrozza e l'effetto è da pelle d'oca.
La band si ferma di nuovo e il singer inizia a parlare – i suoi interventi saranno limitati e comunque sempre graditi – confidandoci una cosa: I've heard that there's a lot of people, in Italy, who do like religion (inserite a questo punto urla e improperi vari da parte del pubblico), But I've also heard that there's a lot of people, here in Italy, who do NOT like Religion .
Alla fatidica domanda Do you like religion? il pubblico risponde con un “No!!” compatto, e a questo punto l'esito può essere uno solo:
Maybe that's because... you are... the Enemy Of God!!!
Alla title-track del penultimo album, che genera un mosh devastante sotto il palco, segue la nuova Destroy What Destroys You, che al sottoscritto, se si eccettuano il ritornello e il finale, appare un po' sottotono; ma forse solo per la consapevolezza di cosa doveva ancora arrivare: Pleasure To Kill è subito dopo, pronta a stendere chi nutriva dubbi sullo stato di salute della band e chi ancora riusciva a reggersi sulle proprie gambe: la violenza fatta musica, la rabbia e la cattiveria che scaturiscono dagli amplificatori e un crowd-surfing continuo di decine di ragazzi – anche se questo si verifica per tutta la durata del concerto - sono gli ingredienti per colpire anche il più scettico dei presenti.
La seconda metà della setlist è interamente dedicata ai grandi successi del passato; unica eccezione è la splendida Amok Run, a conferma del fatto che si tratta forse del pezzo migliore di tutto Hordes Of Chaos (come evidenziato nella recensione).
Inutile starsi a dilungare su brani che tutti conoscono: su canzoni del calibro di Coma Of Souls, Violent Revolution o Betrayer, quello che conta veramente è la capacità d'interpretazione della band, e il giudizio è ancora una volta ottimo. Mille e Sami Yli-Sirniö - quest'ultimo sempre posato e dal portamento elegante, come al solito - vengono spesso a suonare a ridosso delle transenne, mentre il basso di Giesler, ad altezza caviglie per tutta la durata del concerto – come fa quest'uomo a non distruggersi la schiena? - viene coperto dal movimento a vortice continuo dei suoi capelli. Momento d'onore anche per il grandissimo Ventor, che oltre a sfoderare in tutta la serata un lavoro di altissimo livello, cattura su di sé tutta l'attenzione cantando la magnifica Riot Of Violence, mentre i fan invocano uniti il suo nome (a parte un mio vicino, che continua ostinatamente a urlare il nome di Mille).
Quando il pubblico è ormai giunto al massimo dell'esaltazione e il concerto si avvia alla fine, arrivano le due perle: Flag Of Hate - il momento migliore di tutta la serata – e Tormentor ci riportano ai più grezzi Kreator dei primissimi tempi (Tormentor era già stata pubblicata in un demo del 1984, quando la band si chiamava appunto con quel nome, mentre Flag Of Hate risale all'esordio discografico di Endless Pain), capaci di portare alla partecipazione attiva anche le ultimissime file del locale.
Alle 22.30 il concerto è già finito, ma tutti si allontanano soddisfatti, consapevoli di aver assistito all'enorme prova di classe da parte di una band che dopo 24 anni riesce ancora a risultare cattiva, violenta, aggressiva e inarrestabile come pochissime altre al mondo.
Ancora oggi, come 24 anni fa, it's Time to rise your Flag of Hate!.
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La più strana è stata sentire i Sigur Ros prima degli In flames!!! |
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Ghenes noi calabresi siamo dappertutto, anzi se giri la testa potresti anche vederne uno. Ma devi guardare con attenzione perchè noi ci sappiamo nscondere bene... siamo più invisibili dell'aria e più nocivi dello smog :-x |
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Se vanno a Messina mi faccio ospitare da me. |
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Se vanno a Pizzo mi faccio ospitare dai parenti XD |
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grandi Kreator e poi a quanto pare c'è qualche calabrese eh? |
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Se vengono a suonare a Pizzo giuro che vado a vederli. Sai che figata? Kreator con la coppa di gelato in mano LOL |
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D'accordo , proposta per il prossimo tour dei Kreator: Alicudi, Pietraperzia, Assoro, Aidone, S. Fratello, MESSINA, Pizzo Calabro, Gioia Tauro, S.Arcangelo. Poi basta, troppo a Nord. |
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Si si, ribaltiamo lo stivale... |
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Ma lo sapete che sta cosa della musica soft prima dei concerti metal non è la prima volta che succede? Io l'ho vista più e più volte, soprattutto nei locali di dimensioni medio-piccole (tipo il New Age di Treviso, per intenderci)... e non me la sono mai spiegata!!! Comunque sia questo LR mi fa venir voglia di andare a vedere i Kreator... si sa se e quando tornano in Italia? |
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"Momento d'onore anche per il grandissimo Ventor, che oltre a sfoderare in tutta la serata un lavoro di altissimo livello, cattura su di sé tutta l'attenzione cantando la magnifica Riot Of Violence, mentre i fan invocano uniti il suo nome (a parte un mio vicino, che continua ostinatamente a urlare il nome di Mille)." LOL. |
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Raven, dobbiamo ribaltare lo stivale. |
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Invidia |
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