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14/03/25
STORMLORD + MADVICE + MAULED + IN AEVUM AGERE + DOWNBURST
HYPE LIVE CLUB - CASTEL VOLTURNO (CE)
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BLAZE BAYLEY - Traffic Live Club, Roma (RM), 08/02/2025
14/02/2025 (785 letture)
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OLD BAYLEY A Roma piove e fa freddino: sarebbe classica serata da trascorrere sul divano davanti a Netflix (che brutta fine che abbiamo fatto), ma c'è decisamente qualcosa di meglio da fare; quale tappa di un interessante mini-tour in Italia, arriva a Roma Blaze Bayley, immarcescibile cantante heavy metal noto soprattutto per esser stato, negli anni 90, la voce degli Iron Maiden al posto di un totem come Bruce Dickinson. Come noto, all'epoca i due dischi registrati col nostro al microfono, The X Factor e Virtual XI, non furono accolti esattamente bene: Dickinson era troppo amato dai fan e, oggettivamente, aveva ed ha una voce difficilissima con la quale rivaleggiare per chiunque; in più, il cantante di Birmingham non fu aiutato dai pezzi palesemente scritti per adattarsi proprio all'ugola del precedente singer e molto meno alla sua; infine, gli anni 90 furono in generale un periodo difficile per l'heavy metal classico. Insomma, il cocktail perfetto per NON far funzionare una formula che, infatti, non portò i risultati sperati. A distanza di trent'anni, tuttavia, i due dischi -soprattutto il primo- sono stati oggetto di ampia rivalutazione e Blaze ha scelto di celebrarli con una scaletta interamente incentrata su di essi. Accompagnato dal buon amico Lorenzo, oltre che da un altro manipolo di coraggiosi, ci dirigiamo verso il Traffic, piccolo ma accogliente locale della periferia romana; qui prendiamo parte al meet & greet gratuito col simpatico cantante, molto disponibile e sorridente ancorché, per conservare la propria voce, non spiccichi parola con nessuno.
BLAZE BAYLEY Dopo aver incassato foto ed autografo dal cantante ci andiamo a rifocillare in attesa del concerto; a causa di ciò ci perdiamo l'esibizione del gruppo spalla, gli Absolva, ma si tratta di una perdita “minore”, giacché i medesimi musicisti accompagnano anche il buon Blaze da ormai una decina d'anni. La collaborazione insomma è rodata e la cosa non mancherà di vedersi sul palco, dove l'intera band offrirà una prestazione solida ed affiatata. Con un pizzico di ritardo rispetto all'orario programmato, il singer di Birmingham e le sue clamorose basette bianche da Zio Paperone salgono sul palco accompagnati dalle note di Lord of the Flies, uno dei due singoli di The X Factor: i suoni sono potenti e puliti, i chitarristi Chris e Luke Appleton macinano riff e la sezione ritmica formata dal bassista Karl Schramm e dal batterista Martin McNee sembra intenzionata a non far rimpiangere Steve Harris e Nicko McBain. Con molta felicità, ma anche con un pizzico di disappunto (“ma dai, già ora?”), la seconda canzone del concerto è Sign of the Cross, in assoluto la mia preferita degli Iron Maiden dell'era Blaze: il gruppo ci risparmia il tetro coro gregoriano presente su disco e ci immette subito nel vivo del brano, che notoriamente ha una parte più cupa e melodica, poi esplode in un tripudio di puro heavy metal, con tanto di ritornello da cantare a squarciagola; la parte più sostenuta viene suonata dai musicisti a velocità forsennata, il che -sono onesto- per un attimo mi fa preoccupare per l'ugola del cantante. Fortunatamente la mia preoccupazione è superflua, giacché Scrooge... ehm, Blaze tiene alla grandissima! Va detto che anche i musicisti, soprattutto i due chitarristi, offrono una performance di invidiabile pulizia e precisione; stiamo parlando pur sempre di linee melodiche scritte dagli Iron Maiden, mica pizza e fichi! Judgement of Heaven mi piace un po' meno, ma la voce dai toni bassi e caldi del singer la rende comunque più che gradevole da ascoltare dal vivo. Il pubblico, inoltre, accompagna con cori letteralmente ogni riff ed ogni assolo di ogni pezzo, con i musicisti sul palco visibilmente contenti della partecipazione suscitata dalle loro abilità esecutive. Fortunes of War vede salire sugli scudi la sezione ritmica, soprattutto nella seconda parte del pezzo, nobilitata da una delle celebri cavalcate di classica scuola maideniana: tanta roba come si suol dire! Dopo quattro pezzi letteralmente privi di pause, Blaze ringrazia una prima volta il pubblico, che gli tributa applausi convinti: credo del resto che anche i critici più accaniti delle sue doti vocali non possano che provare umana simpatia per lui, sia per la sua indiscutibile passione per l'heavy metal, sia il catalogo di sfighe da schiantare un condominio (cit. Stefano Benni) che l'ha colpito negli anni, come divorzi, lutti, incidenti e gravi problemi di salute. Introducendo il pezzo successivo della scaletta, Virus, il grintoso singer ci ricorda, oggi più che mai, di stare attenti a chi cerca di approfittarsi di noi, di non lasciarsi andare al cinismo ed all'apatia e di diffidare sempre di ciò che si legge online; in particolare, ci tiene a farci sapere che lui non contatta mai alcun fan sui social: un messaggio sacrosanto ed accorato, cui un anonimo eroe romano ribatte però con un sentito: “Ma chi te risponde!!” Virus, peraltro, è una chicca contenuta solamente nella raccolta The Best of the Beast del 1996 ed è oltremodo gradita. Si passa poi ai Virtual XI, album oggettivamente meno valido di The X Factor, che però contiene comunque alcune chicche interessanti. Una di queste è Two Worlds Collide, impreziosita sia da un bel ritornello, sia da suggestive linee di chitarra che i musicisti, ancora una volta, eseguono senza sbavature. Lightning Strikes Twice vede, ancora una volta, il pubblico intonare a squarciagola cori sul riff iniziale: approfittando dell'atmosfera, Blaze carica a dovere i presenti per far loro cantare a dovere il ritornello, confessando anche di una volta in cui, dal vivo, toppò malamente proprio l'esecuzione del ritornello, che pure in studio gli riusciva alla perfezione. Insomma, persino un cantante professionista può soffrire di ansia da prestazione ed incepparsi, forza e coraggio amici! E' poi il momento di uno dei pezzi più amati del quinquennio maideniano 1994-1999, vale a dire The Clansman: il basso di Karl Schramm tesse a dovere la sua trama, mentre i fan scandiscono, come sempre, le note di chitarra, costringendo il cantante a dare il meglio di se stesso per sovrastare le voci dei presenti. Il testo, notoriamente ispirato al film Braveheart, è un inno alla libertà, ben sintetizzato dal ritornello Freedom!, intonato energicamente da tutto il Traffic. Altro giro, altra pausa per ringraziare i presenti, cui Blaze dice che sta vivendo ancora adesso un sogno, nonostante tutto e che il merito è solo ed esclusivamente di chi continua a supportarlo con amore. 2 A.M., il prossimo pezzo in scaletta, è secondo il nostro amico il racconto di quando invece gli sembrava che il suo sogno fosse sul punto di morire, circostanza dalla quale poi ha saputo rialzarsi, segno che non bisogna mai disperare nella vita. E' bello, ripeto, vedere un musicista e prima di tutto un uomo ancora con questa attitudine dopo tanti anni nello showbiz e dopo tanti problemi. Forse proprio perché “sente” molto questo brano, Blaze fornisce una delle interpretazioni più intense della serata. Anche il brano successivo, va detto, strappa applausi: si tratta di Como Estais Amigos, dedicata alle vittime della guerra delle Falkland/Malvinas fra Regno Unito ed Argentina, con il testo che offre un ramoscello d'ulivo agli sconfitti del conflitto, con i quali ci si augura di poter bere il vino della pace. Proprio quando spero che ci sia posto in scaletta anche per The Aftermath, un altro dei miei pezzi preferiti dei due album protagonisti della serata, il nostro ci sorprende in maniera ancor più gradita, omaggiando il compianto Paul Di'Anno con una bella versione di Wrathchild, pezzo molto punk dei Maiden vecchia maniera. Spoiler: The Aftermath ci sarà in ogni caso, ma pazienza, perché le canzoni rimaste sono comunque molto interessanti: la prima, Man on the Edge, ispirata al film Un Giorno di Ordinaria Follia con Michael Douglas, è una delle più veloci ed assassine della serata e vede il pubblico fare un po' di sano moshpit, per la verità non facilitato dalle dimensioni assai contenute del Traffic. Con la successiva canzone, invece, Blaze ci invita a prendere la nostra vita nelle nostre mani ed a rendere reale il futuro che sogniamo, offrendoci una grintosa esecuzione di Futureal. A concludere la serata (almeno apparentemente) provvede infine The Angel and the Gambler, traccia d'apertura di Virtual XI e, in tutta onestà, non una delle mie preferite; insisto, The Aftermath sarebbe stata più adatta! Ma è nell'encore che arriva la chicca, giacché il gruppo si cimenta nientemeno che in Doctor Doctor, classico immortale degli U.F.O. risalente al 1974, che solitamente gli Iron Maiden piazzano come intro dei propri concerti. Un simpatico sovvertimento delle scalette fra band “madre” e Blaze! Dopo i saluti di rito il pubblico intona a gran voce il coro “One-More-Song!”, subito trasformato in “Non-La-Fa! da uno sgradevole guastafeste (me).
THE AFTERMATH Oh, non me l'ha suonata, almeno lasciatemi dare il titolo al paragrafo conclusivo, visto che ci sta anche bene! Usciamo dal Traffic a mezzanotte, dopo un'ora e mezza abbondante di ottima musica e tanto divertimento. Sono sincero, non sapevo bene cosa aspettarmi dalla serata: gli album omaggiati contengono alcune canzoni di indiscutibile valore, ma li ascolto raramente rispetto ad altri dischi degli Iron Maiden; che volete farci, sono diventato un metallaro banale, o forse lo sono sempre stato. Al tempo stesso, non ero sicuro della forma di Blaze, che dopotutto inizia a non essere più un ragazzino ed ha avuto qualche problema di salute. Ebbene, come avrete notato il concerto è stato ben superiore alle aspettative, grazie ad un team di musicisti davvero bravi e grazie ad un cantante che, pur non essendo all'altezza di mostri sacri che qualcuno all'epoca pretendeva imitasse, ha saputo costruirsi una carriera di tutto rispetto ed una fanbase affezionatissima che lo ama anche per la sua semplicità ed onestà. Forse perché ci sembra più un essere umano come noi? Chi può dirlo. Ciò che conta è che Blaze Bayley, trent'anni dopo The X Factor, è ancora qui per cantare con noi e di questo non possiamo che essere felici.
SETLIST 1. Lord of the Flies 2. Sign of the Cross 3. Judgement of Heaven 4. Fortunes of War 5. Virus 6. When Two Worlds Collide 7. Lightning Strikes Twice 8. The Clansman 9. 2 A.M. 10. Como Estais Amigos 11. Wrathchild 12. Man on the Edge 13. Futureal 14. The Angel and the Gambler 15. Doctor Doctor
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@iommi: Non credo che ri-succedeerà, perlomeno non a Filagosto, perché è già stato annunciato che quest\'anno il festival non si terrà in quel posto in provincia di Bergamo. Qualcuno già paventa che quest\'anno non si terrà per niente. |
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infatti lo ha fatto e lo rifarà |
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io l\'ho visto l\'anno scorso al Metal for Emergency, bel concerto, Blaze ha carisma sul palco, per me potrebbe tranquillamente fare tour con la sua produzione, visto che di pezzi belli ne ha scritti a iosa |
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io lo adoro, il concerto a Rimini è stato favoloso e per me vale due concertoni dei Maiden. Tutti parlano del fatto che non potesse rivaleggiare con dickinson come se questa fosse una verità assodata. Non vi capisco perché per me la voce di blaze era ed è bellissima e quella di dickinson invece spesso mi irrita e spesso mi fa perdere interesse nei pezzi. come qualità di persona poi, non ne parliamo nemmeno |
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