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07/02/25
REVERBER + SOUTHERN DRINKSTRUCION + HELLIGATORS + PHANTOM MENACE
DEFRAG, VIA DELLE ISOLE CURZOLANE 75 - ROMA
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MAGNUM - O2 Forum Kentish Town, London, 21/01/2025
30/01/2025 (300 letture)
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Circa un anno fa, la notizia che nessun fan dei Magnum avrebbe mai voluto ricevere: dopo una breve lotta contro la malattia, diagnosticatagli pochi mesi prima, il chitarrista Tony Clarkin si spegne. Bob Catley lì per lì non riesce a pensare all'imminente tour a supporto di Here Comes The Rain, appena uscito, e decide pertanto di mettere in pausa la band e conseguentemente cancellare tutte le date previste. Flash forward a quasi un anno dopo: a settembre 2024 i Magnum comunicano di aver organizzato un mini tour di 5 date inglesi intitolato A Passage in Time. A Tribute to Tony Clarkin Tour 2025, per dare un ultimo saluto a Tony e alla sua musica. L'idea è allettante, ma il dubbio aleggia forte: varrà la pena vedere dal vivo il gruppo senza il suo creatore e compositore principale? Noi di Metallized siamo andati a scoprirlo per voi, complici un po' di ferie residue, volando a Londra il 21 gennaio per assistere alla prima data del suddetto mini tour.
Il concerto, inizialmente previsto alla Islington Assembly Hall, nota sala per concerti nell'omonimo quartiere di Islington dove si esibiscono regolarmente gruppi come gli IQ, viene invece spostato all'O2 Forum Kentish Town, situato nella parte nord occidentale di Londra, sopra Camden Town. Il locale è un ex cinema art déco degli anni '30 riadattato a sala per concerti, con una capacità di 2300 persone. Nonostante il pungente freddo londinese ci presentiamo al locale con netto anticipo, in modo da assicurarci dei posti decenti, consci che il luogo sarebbe stato piuttosto gremito. Dopo circa un'ora di attesa -e un'esercitazione di sicurezza condotta dagli addetti del locale mentre eravamo in fila, per la quale ci viene detto di non preoccuparci- le porte aprono alle 19:15. Una volta entrati nella venue, restaurata di recente e decisamente accogliente, optiamo per i posti seduti nella galleria superiore, e attendiamo che inizi lo spettacolo. Dopo un salto al botteghino del merchandise -strapieno di gente- cerchiamo inoltre di mettere qualcosa sotto i denti. Diversamente da quanto indicato sul sito, purtroppo nel locale non vendono cibo e quindi ci accontentiamo di due miseri pacchetti di patatine in busta. Lo so lo so, vi sto tenendo sulle spine...
Dopo circa 50 minuti di attesa, finalmente le luci si spengono e sul palco -piuttosto spoglio a dire il vero- appare una figura mascherata con in testa un elmetto riflettente che rimbalza le luci dei riflettori, mentre gli altoparlanti diffondono una voce cupa che pronuncia delle parole incomprensibili. Finalmente entrano i Magnum, introdotti dal fare gigionesco di Bob Catley, e iniziano col botto: le note immediatamente riconoscibili di How Far Jerusalem infiammano subito il pubblico, che canta a gran voce, aiutando Catley, che ha ancora bisogno di scaldarsi. Subito a ruota il gruppo propone la title-track di Lost on the Road to Eternity, il cui intro e il trascinante riff danno modo di apprezzare le scintillanti tastiere di Rick Benton. Il brano originale vedeva la partecipazione di Tobias Sammet, ma il folletto tedesco purtroppo non è presente, per cui Bob fa del suo meglio per sdoppiarsi durante le strofe. La scaletta della serata è comprensibilmente un greatest hits della lunga carriera dei Magnum, che hanno davvero l'imbarazzo della scelta. Segue infatti la doppietta di Wild Swan, ballad tratta da Wings Of Heaven e When We Were Younger purtroppo unico estratto dallo splendido Princess Alice And The Broken Arrow. Prima di questo pezzo Catley spende qualche parola di presentazione sul sostituto del compianto Tony. La scelta è ricaduta su Brendon Riley, roadie della band da molti anni e tecnico personale delle chitarre di Tony, una scelta apprezzabile per dare un'impronta "familiare" a questo mini tour. Dopo un momento di commozione e diversi applausi per il nuovo arrivato, lo spettacolo prosegue con The Tall Ships, sicuramente il momento più raccolto della serata, in cui il gruppo si esibisce seduto e Riley imbraccia la chitarra 12 corde. La successiva The Flood, tratta da Sleepwalking viene a onor del vero accolta tiepidamente dalla folla ma gli animi vengono riaccesi rapidamente da Les Morts Dansant, punta di diamante delle esibizioni dal vivo dei Magnum. Per l'occasione il pubblico accende le torce dei cellulari o gli accendini durante il brano, come chiesto dal gruppo tramite i social, in un sentito omaggio a Tony. In questa occasione c'è anche modo di notare l'instancabile bassista Dennis Ward, che supporta egregiamente Catley con i cori durante tutto lo show. Il primo set di 45 minuti è chiuso -tra gli applausi del pubblico- dall'epica Don't Wake The Lion, traccia conclusiva di Wings Of Heaven, trainata dal batterista Lee Morris.
Lo spettacolo riprende dopo una meritata pausa di circa 15 minuti, più che comprensibile considerando che il buon Catley ha ormai raggiunto le 77 primavere, con un’altra sventagliata di classici. Stavolta il tuffo nel passato parte dal lontano ‘82 con Soldier Of The Line, pezzo di punta tratto da Chase The Dragon. Poi arriva, neanche a dirlo Just Like An Arrow, durante la quale Bob lascia che sia il pubblico a sostenere i cori, grazie al formidabile ritornello. Il buon Brendon Riley, dal canto suo, in questo brano e un po’ in generale, cerca di dare un’impronta personale agli assoli senza riprenderli nota per nota. È finalmente il turno di Vigilante, con la melodica Need A Lot Of Love, che il gruppo non suonava dal vivo addirittura dal 2005. Si torna poi al capolavoro On A Storyteller’s Night proprio con la title-track, durante la quale spunta tra le prime file uno striscione recante la scritta “Keep the nite light burning”, e con All England’s Eyes, altro pezzo da 90 nella discografia dei Magnum. Ci avviciniamo alla chiusura del secondo set con Vigilante e Kingdom Of Madness, lontana reminiscenza dell’album di debutto della band. Il pubblico però non ne vuole sapere di andarsene, le luci sono ancora basse e dopo un’altra breve pausa i Magnum tornano sul palco acclamati a gran voce. C’è spazio per ancora due brani, e per l’occasione Brendon Riley imbraccia la Telecaster rossa di Tony Clarkin. Inizia così la toccante The Spirit, introdotta da Catley con i ringraziamenti ai presenti e con una dedica al chitarrista scomparso. Lo spettacolo si conclude con un altro estratto da Vigilante, When The World Comes Down.
Ci siamo, la conclusione è giunta ed è il momento di trarre un bilancio della serata. Cominciamo dai suoni: gli amplificatori per chitarra posizionati sul palco non erano microfonati, per cui molto probabilmente basso e chitarra erano collegati in diretta nel mixer. In ogni caso tutti i volumi erano bilanciati correttamente, e l’acustica del locale si è rivelata decisamente buona. Al netto della mancanza di Tony Clarkin, i membri restanti Magnum hanno sfoderato una prestazione più che buona e la serata (durata circa 2 ore) è stata assolutamente godibile, nonché emozionante in più frangenti. Anche la persona con il compito più arduo di tutte, Brendon Riley, ha fatto del suo meglio per rendere lo spettacolo convincente. Per cui la risposta all’interrogativo posto in apertura è: sì, ne è valsa la pena. Grazie Magnum e grazie Tony per tutta la musica che ci avete lasciato. Per citare Bob Catley: “We’ll see you again, sometime. I don’t’ know where, I don’t know when, but we’ll see you, sometime”.
SETLIST MAGNUM
SET 1 1. How Far Jerusalem 2. Lost on the Road to Eternity 3. Wild Swan 4. When We Were Younger 5. The Tall Ships 6. The Flood (Red Cloud's War) 7. Les morts dansant 8. Don't Wake the Lion (Too Old to Die Young)
SET 2 9. Soldier of the Line 10. Just Like an Arrow 11. Need a Lot of Love 12. On a Storyteller's Night 13. All England's Eyes 14. Vigilante 15. Kingdom of Madness
ENCORE: 16. The Spirit 17. When the World Comes Down
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7
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Grande Bob, giusto il minitour ma sinceramente non sarebbe giosto proseuore in studio senza Tony. |
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6
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@The_Spell: una svista, corretta. |
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5
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Bellissima la scelta di coinvolgere il roadie. Veramente un gesto stupendo. E ora…sotto con Chase the dragon |
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4
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When the world comes down è tratta da Vigilante e non da Chase the dragon. |
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3
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Bel report e grande band...nel 2925 sicuramente i Kiss saranno ancora in attività |
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2
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Grazie della segnalazione, a forza di guardare avanti mi sono fatto prendere la mano |
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1
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L\'anno nel titolo è da correggere, siamo ancora nel 2025. Per i concerti del 2925 c\'è ancora tempo |
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