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27/12/24
EDOARDO BENNATO
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA ENNIO MORRICONE, SALA SANTA CECILIA - ROMA
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HELLOWEEN + SABATON + BEAST IN BLACK + MOONLIGHT HAZE - Metal Music Festival, Ippodromo SNAI (MI), 27/08/2022
03/09/2022 (1717 letture)
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Per chi si fosse perso lo storico Pumpkins United World Tour del 2017-2018, che aveva visto esibirsi gli Helloween in formazione a sette comprendente tutt’e tre le voci storiche della band, Kiske, Deris e Hansen, la tappa milanese, unica italiana, ha rappresentato un’occasione a dir poco imperdibile di rivivere le gesta di quelli che, a ragion veduta, vengono definiti tra i padri fondatori del power metal di classe. Dopo i rinvii dovuti alla nota emergenza ed un ultimo album, Helloween, stabile ai primi posti nelle classifiche europee, l’attesa e le aspettative erano alle stelle, vediamo dunque com’è andata la serata.
LA LOCATION L’ippodromo presenta due variabili e una costante. Le prime sono rappresentate dalle condizioni meteo (in caso di rovesci si trasforma in un insopportabile pantano) e la massiva presenza di zanzare. In entrambi i casi Zeus è stato clemente e nulla di ciò si è verificato. La costante è l’indecente costo della birra, 8 euro per una Tuborg meriterebbe appellativi scevri di ogni garbo. Inoltre, salvo pochi ristoratori esterni (ottimo il carretto degli arrosticini), che però non proponevano alternative vegane/vegetariane, pure l’offerta culinaria risulta carente sotto ogni punto di vista, scelta misera e prezzi esorbitanti (10 euro per uno scarno panino). Perlomeno, sul fronte sonoro non vi sono note di biasimo, palco ampio e munito di impianto audio/video dall’ottima resa lungo tutta la durata dell’evento. Problemi anche nel banchetto del merchandising, molto lenti nel gestire ordinativi e fila, soprattutto nella parte immediatamente a sinistra.
MOONLIGHT HAZE Stagione ricca di soddisfazioni per la band capitanata dalla singer Chiara Tricarico, nuovo album, Animus, dal quale saranno tratte metà delle canzoni del set e apparizioni sui più importanti palchi estivi. Per questa validissima realtà nostrana si confermano le favorevoli impressioni già espresse in sede dei report, che troverete sul sito, relativi alla data di luglio al Rugby Sound Festival fino a quella più recente del Metal For Emergency. A voler meglio disaminare l’odierna performance, il quintetto pare ulteriormente progredito, con un’accresciuta presenza scenica, mentre a livello tecnico siamo sempre su valori sublimi, a testimonianza che duro lavoro e determinazione portano ineluttabilmente a risultati positivi. Unico rammarico quello di una scaletta eccessivamente ridotta, circostanza ovviamente non attribuibile alla volontà degli artisti, ma il sol fatto di avere una rappresentanza in un contesto che vedrà esibirsi uno tra i gruppi più influenti della scena power/speed di tutti i tempi, è ampio motivo di orgoglio.
SETLIST MOONLIGHT HAZE 1. The Nothing 2. To the Moon and Back 3. Ad Astra 4. It's Insane 5. The Rabbit of the Moon 6. We'll Be Free
BEAST IN BLACK Un intro epico introduce la band formatasi nel 2015 ad Helsinki laddove immediatamente spiccano le due asce, un’Ibanez paletta reverse verde fluorescente di stampo eighties ed una Jackson King V, modelli storicamente aduso dei virtuosi dello strumento ed infatti la coppia, in fase solistica, non tradirà le aspettative. Si inizia con Blade Runner, opener dell’ultimo Dark Connection, tra le migliori uscite power del 2021 che palesa una band, seppur artisticamente giovane, capace, affiatata e preparata, sulla quale brilla il cantato di Yannis Papadopoulos, eccellente per estensione e che ben dosa l’uso del falsetto, tecnica cara al recentemente scomparso Steve Grimmett, che ne è stato uno dei migliori interpreti di tutti i tempi. Power di classe, roboante, intriso di venature melodiche ma pronto a graffiare all’occorrenza e movenze alla Kiss hanno di certo rappresentato un pregevole biglietto da visita. Nella successiva From Hell With Love si apprezza un fraseggio di chitarra che ricorda Wasted Years degli Iron Maiden. In gran spolvero anche la doppia cassa, che martella incessantemente. L’allestimento viene parzialmente preso in prestito da quel che sarà l’act successivo, sicché il palco ricalca una trincea militare e ciò non guasta rispetto alla proposta furiosa e talune tematiche trattate nei testi. Purtuttavia, a partire dalla quinta No Surrender il combo perde parte dell’appeal in quanto, nel bene o nel male si tratta di soluzioni sonore trite e ritrite, pur eseguite con perizia, passione e grinta. Se poi suoni nella stessa serata che vedrà protagonisti coloro che quasi tutto ciò hanno creato e cesellato con dovizia, il confronto impari è pressoché inevitabile. Certamente un riguardoso antipasto ma, anche in questo caso non si può non rilevare come in terra nostrana non difettino band che non soltanto tengono testa, ma non avrebbero affatto sfigurato al loro posto.
SETLIST BEAST IN BLACK 1. Blade Runner 2. From Hell With Love 3. Beast in Black 4. Hardcore 5. No Surrender 6. One Night in Tokyo 7. Blind and Frozen 8. End of the World
SABATON A degno rimpiazzo degli originariamente designati Hammerfall, si palesano i ferrei Sabaton, vera e propria leggenda in quel di Svezia, ma oramai universalmente assurti a gruppo di punta dell’emisfero metallico, tanto da essere impegnati in un massivo tour che li vedrà impegnati in svariate aree del globo. Unitamente alla band, che indossa pantaloni militari camo di Max Cavalera memoria, arriva anche l’immancabile panzer a sostegno del possente drumset e una generale scenografia che rimanda direttamente a truci scenari bellici. Buona parte del pubblico era qui per loro, non meraviglia pertanto come gran parte del parterre risulti immediatamente reattivo e presente, con un singer che da par suo interagisce senza soluzione di continuità. Fin dalle prime note risultano precisi e potenti come pochi, riuscendo in tal modo a trascinare la platea con disarmante disinvoltura. Gruppo che oramai ha raggiunto seguito e fama a livello planetario, varie volte inseriti nelle classifiche di settore tra le migliori 100 band di tutti i tempi, è indubbia la loro collocazione quali maggior interpreti della generazione post-Helloween, ne consegue il perfetto ed azzeccato inserimento nella bill. Veri e propri capocannonieri del genere, stile e tecnica da vendere (sfavillante il solista, con un uso lancinante di armonici artificiali che ricordano da vicino lo stile del maestro Alex Skolnick) lasciano cionondimeno perplessi talune sortite, tra un brano e l’altro, sulla pandemia ma tant’è, la libera manifestazione del proprio pensiero è un baluardo da preservare ad ogni costo tanto più che a un concerto, a conti fatti, prevale l’interesse per l’aspetto musicale. A metà spettacolo abbiamo una simpatica gag, col cantante Joakim Brodén che imbraccia una bambola gonfiabile “offerta” dagli spalti, con la quale intrattiene una spassosa conversazione! D’effetto anche le proiezioni che accompagnano la progressione del live set. Altro momento esilarante quando, sempre Brodén, brandisce una chitarra ed intona intro e ritornello di Master Of Puppets, tra i ghigni e cori affiatati dell’audience. Subito dopo parte un altro pezzo molto apprezzato della loro importante discografia, Resist And Bite durante la quale, per l’ennesima volta si assiste a un deleterio sventolio di cellulari per aria (per filmati che, sappiamo bene, non verranno mai rivisitati), pratica deleteria finanche fastidiosa e poco riverente nei confronti dei retrostanti. Terminato il pezzo, il simpatico chitarrista Tommy Johansson abbozza un discorso in lingua italiana, dimostrandone una discreta padronanza, sciorinando usuali stereotipi quali “mozzarella” “pizza” “Ferari” “Lamborghini” “Vivaldi” “Rhapsody” “Alessandro Conte” “Eros Ramazzotti” “Max Pezzali”… in un certo senso ha riportato alla mente quanto avvenuto durante il live dei Kiss all’Arena di Verona. La seconda parte della scaletta risulterà “a velocità ridotta” e perciò meno avvincente, non avrebbe guastato intervallare con pezzi di maggior tempra. Chiudono alfine con la sontuosa To Hell and Back a termine della quale sventolano il tricolore sul palco causando diverse reazioni non esattamente entusiastiche, probabile effetto del particolare periodo di disagio sociale. In definitiva, una prova di classe per un gruppo il quale, pur non propriamente originale (tra gli altri, risuonano talora echi degli Angra), fa egregiamente il suo lavoro, portando a casa i meritati risultati.
SETLIST SABATON 1. Ghost Division 2. Stormtroopers 3. The Red Baron 4. Bismarck 5. The Attack of the Dead Men 6. Soldier of Heaven 7. Steel Commanders 8. Shiroyama 9. Attero Dominatus 10. Carolus Rex 11. Resist and Bite 12. Dreadnought 13. The Last Stand 14. Christmas Truce
---- Encore ----
15. Primo Victoria 16. Swedish Pagans 17. To Hell and Back
HELLOWEEN Grande attesa e aspettative accompagnavano l’esibizione delle Zucche di Amburgo. Sull’importanza del combo tedesco e il suo impatto nella scena metal mondiale si potrebbe scrivere per ore, basterebbe soltanto citare i primi tre lavori in studio. Con questo United tour, che toccherà gran parte del vecchio continente e il resto del mondo, proseguono con la formazione a sette comprendente i tre cantanti che hanno fatto la storia del gruppo. Fatta salva la buon anima di Ingo "Mr. Smile" Schwichtenberg, venuto meno nel 1995, si tratta pertanto di una reunion a tutti gli effetti, coi tratti peculiari anzi descritti. Un grosso telone col logo del gruppo (montato al contrario) copre i lavori preparatori dello stage. Ecco quindi che alle 21:32 parte l’intro, Orbit, e cala il sipario. Manco a dirlo, una gigantesca zucca troneggia sul palco e sorregge la batteria, curiosamente apprestata con quattro gran casse (due a lato, evidentemente di backup). La partenza è decisa ed al fulmicotone, con l’opener dell’ultimo sorprendente Helloween del 2021, Skyfall. Durante il pezzo, via via si alternano tutt’e tre le ugole, Deris, Kiske e Hansen, l’effetto è dirompente quanto emozionante. Accurati e taglienti come rasoi, i maestri sono saliti in cattedra! Ma è la seconda Eagle Fly Free, brano di apertura del masterpiece Keeper of the Seven Keys – Part II, a rappresentare il vero banco di prova, attesa le impegnative parti vocali. Ebbene, ci è letteralmente corso un brivido lungo la schiena e stessa sensazione è occorsa a gran parte degli spettatori, avendo raccolto diverse reazioni post concerto. Nonostante Kiske faccia cantare il primo ritornello al pubblico, riprende poi il pezzo volando davvero in alto e spazzando via in un sol colpo legittimi dubbi e perplessità! Impeccabili dalla prima all’ultima nota, il loro incedere riesce a far rapidamente scomparire il ricordo delle pur validissime band che li han preceduti. Breve excursus, ammirevole un papà a nostro fianco che sostiene la bambina (che sprizza gaudio e sorrisi) sulle spalle, siamo certi che, merito siffatta educazione rock, la pargola verrà su nel migliore dei modi! Lo show va avanti e dopo la terza Mass Pollution, eseguita in toto da Andi Deris, Michael Kiske torna sul palco per la successiva Future World, facente parte della prima produzione. Menzione d’onore per la batteria, fragorosa e costantemente in evidenza, scandisce copiosamente le splendide e caratterizzanti cavalcate in doppia cassa, riprese in seguito da generazioni di artisti. Siamo quasi a metà concerto allorquando viene introdotto Kai Hansen, correttamente apostrofato come “l’uomo che ha dato inizio a tutto”, quale anticipo ad uno dei momenti memorabili dell’esibizione, stiamo parlando di un medley con estratti di Walls of Jerico e del primo omonimo EP. Hansen è tutt’ora vocalmente validissimo nonché capace di raggiungere acuti penetranti vecchia maniera, una prestazione indiscutibilmente onesta ed adeguata, peraltro dopo Ride the Sky si poteva tranquillamente tornare a casa felicemente appagati! Su Heavy Metal (Is the Law) si avverte un leggero affanno ma, diamine, è un essere umano e gli anni passano per tutti. Sarebbe peraltro da stolti pretendere un esecuzione pari agli esordi, ancor meno nel bel mezzo di un tour mondiale. Nel proseguo del set, durante il quale Andi Deris e Michael Kiske si scambiano sovente la parti vocali, abbiamo un altro classico, Dr. Stein, scandita a gran voce dagli astanti, che evidenzia ancora una volta una sezione ritmica di gran pregio che non perde un sol colpo. I filmati a supporto dei brani e la scenografia generale, non eccessivamente pirotecnica, risultano efficaci. Nonostante lo scorrere delle lancette, le Zucche spadroneggiano spavaldamente e son ben lungi le band che possano intaccare il loro trono! Da notare la curiosa ascia del chitarrista (dal look quasi goth) Sascha Gerstner, con un’attaccatura corpo/paletta che ricorda certi modelli stravaganti del compianto Prince. Anche se il sentir comune è che lo spettacolo non finisca mai, si va avanti, viene concesso il primo bis dove grandeggia la storica Keeper of the Seven Keys ed a metà esecuzione viene presentata la band, che man mano si esonera per poi tornare per quello che, purtroppo, sarà l’ultimo bis, regalandoci un altro mega classico, I Want Out che nel finale rallenta, su un ritmo quasi reggae, per permettere ad una folla in visibilio di poter scandire a più riprese il ritornello. Pubblico, giusto rimarcarlo, delle grandi occasioni, variegato e numeroso. In conclusione, ciò che ogni fan ha sempre sognato si è realizzato in un sol colpo, brillanti e coinvolgenti, scaletta stellare e ben calibrata, il concerto è da annoverare senza tentennamenti tra i migliori dell’anno.
SETLIST HELLOWEEN 1. Skyfall 2. Eagle Fly Free 3. Mass Pollution 4. Future World 5. Power 6. I'm Alive 7. Walls of Jericho (intro) 8. Metal Invaders / Victim of Fate / Gorgar / Ride the Sky 9. Heavy Metal (Is the Law) 10. Forever and One (Neverland) 11. Guitar Solo (Sascha Gerstner) 12. Best Time 13. Dr. Stein 14. How Many Tears
---- Encore ----
15. Perfect Gentleman 16. Keeper of the Seven Keys
---- Encore 2----
17. I Want Out
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Visto, presi i biglietti un secolo fa per gli helloween. Devo dire che a fine concerto i Sabaton. I hanno fatto una migliore impressione. |
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beh,certo! |
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@angus71: e gli amici degli Ubruxum non andiamo a vederli? |
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gran concerto! l'ultimo metal per quanto mi riguarda. temperatura perfetta ed assenza di zanzare. come già detto, peccato per i prezzi schifosi che hanno messo all'interno.
Helloween incredibili, le nuove canzoni dal vivo spaccano e loro sono sempre presentabilissimi sul palco. |
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Più che “certi modelli stravaganti del compianto Prince” quella chitarra ricorda le vecchie Roland midi, g-707 |
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Beh c'è di peggio del tipo locale che ti fa sequestrare acqua all'ingresso, costo bicchiere acqua 3 euro e all'uscita c'è il tipo che rivende l'acqua che ti hanno sequestrato prima...tutto alla luce del sole e con tutti che lo sanno. |
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W le zucche! presente e confermo lo scandalo prezzi maledetti |
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Presente pure io. Copio/incollo i commenti di d.r.i. e Diego (e quanto scritto nel prologo del report) per quanto riguarda prezzi (almeno ‘na scallata al pane dell’hamburger datecela!), etc. etc. La location comunque - ovviamente senza pioggia e zanzare come in questa serata - rimane piacevolissima. Sono arrivato per i Sabaton che anche a me dopo qualche pezzo hanno cominciato ad annoiare, ma ho visto comunque molto coinvolgimento (almeno dove ero io) per cui deduco che il problema sia mio. Con gli Helloween invece mi sono esaltato da subito e poi a partire da I’m Alive sono uscito definitivamente fuori… di zucca. Gran bel concerto, bravi tutti i cantanti: Kiske ha retto bene (ho notato anch’io quell’affaticamento su Keeper, a fine concerto, però vabbè…sono pezzi tostissimi che comunque ha inciso a vent’anni, ora ne ha 35 di più, ci sta), bravo Deris, vero frontman, e bravo pure Hansen, che nel suo spazio ha tenuto botta alla grande. Weikath si faceva gli affari suoi… in compenso Markus invece sembrava divertirsi come un bimbo! Bellissima serata!!! |
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Per forza è bravo e ha bisogno di visibilità, gli altri possono permettersi il lusso di gigioneggiare, non hanno problemi di status perché loro sono lo status. |
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Weikath ed Hansen che fanno fare il guitar solo a Scialpi mi fa venire in mente un vecchio prof universitario che lascia tenere la lezione al giovane assistente |
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Serata perfetta, dal meteo alla qualità dello spettacolo offerto. Dei prezzi osceni si sapeva, io ho optato per una cena decente nei dintorni, al costo di 4 Tuborg vendute dentro...
Helloween oltre ogni aspettativa, qualche calo di Kiske nel finale, soprattutto sulla molto impegnativa Keeper, ma il resto è stata goduria audiovisiva.
Memorabile la montagna di Autan in ogni formato, requisita all'ingresso |
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Ehm, grazie Mic per la correzione. Quel che è giusto è giusto! |
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Corretto, grazie della segnalazione (Mic ) |
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Ehm... si scrive ehm, non hem |
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Hem, scusate, il nome della prima band è Moonlight Haze, non Moolight Haze. Correggete, grazie! |
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Presente! Con grande fortuna il caldo e le zanzare erano assenti. Organizzazione pietosa a dir poco, non solo per i prezzi ma anche perchè parte dei bar e del merch era chiuso. Per farvi capire che geni: al bar pepsi 5 euro mi pare, lays e doritos 2 o 3 euo. In fondo dietro c'era un banchetto pubblicitario che regalava pepsi, lays e doritos...geniale.
Sono arrivato per i Sabaton, simpatici ma per me molto noiosi. Helloween magistrali! |
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Concerto memorabile. Grandi Sabaton. Leggendari Helloween con un Kai Hansen eroico! |
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