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21/12/24
GORY BLISTER + AYDRA
RCCB INIT, VIA DOMENICO CUCCHIARI 28 - ROMA
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METALLIZED CHARTS 2019 - Post, Core, Experimental
10/01/2020 (1720 letture)
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Con il 2019 si è chiusa la seconda decade del nuovo millennio: dieci lunghi anni che per quanto riguarda le varianti più moderne e sperimentali del metal ci hanno regalato grandi soddisfazioni. Andremo oggi a parlare di metalcore/djent e affini, di post rock/metal e non mancherà certo qualche chicca per gli amanti degli esperimenti più azzardati: non spaventevi, quindi, se in questo articolo saranno presi in esame dischi anche molto diversi tra loro. Ancora una volta, ciò che troverete sotto non deve essere considerato come una classifica, ma un semplice elenco delle uscite degne di nota. Buona lettura!
DESTRAGE - THE CHOSEN ONE
Giunti ormai al quinto lavoro in studio, i Destrage si dimostrano una delle più valide realtà al mondo per quanto concerne la scena metalcore/djent ( classificazione che, comunque, nel loro caso risulta piuttosto riduttiva). The Chosen One è un disco d'impatto più immediato rispetto ai precedenti, sia come durata che come struttura delle canzoni: è pieno di potenziali hit che conquistano al primo ascolto, senza però tralasciare la complessità intrinseca a cui la band ci ha sempre abituati.
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NORTHLANE - ALIEN
Alien è forse la sorpresa più inaspettata di questo 2019. I Northlane sono partiti come gruppo metalcore, si sono poi spostati verso il progressive con Mesmer (2017) e si è infine giunti ad Alien. Un miscuglio di metalcore, djent, industrial ed elettronica che non si pone barriere e dà vita ad un disco compatto, personale e coinvolgente. Nulla suona forzato e le pulsanti incursioni elettroniche squarciano l'oscurità di fondo che permea il disco dall'inizio alla fine. Assolutamente da tenere d'occhio, chissà cosa ci riserveranno in futuro.
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JINJER - MACRO
I Jinjer sono forse la band del 2019, se ci riduciamo a parlare di questo genere. Diventati famosi anche in modo un po' fortunato a causa di un live video diventato virale in poco tempo, ci hanno però regalato un album degno di tutto rispetto, a dimostrazione delle loro capacità. Macro vede i Jinjer distaccarsi in parte dalle loro origini metalcore/melodic death in favore di un suono ricco di groove e di incursioni in altri generi tra cui jazz e reggae. C'è ancora qualche dettaglio da limare, ma per ora i quattro ucraini hanno dimostrato che il loro successo è più che meritato.
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IMMINENCE - TURN THE LIGHT ON
Gli Imminence sono il tipico gruppo odiato da circa il 90% degli ascoltatori di metal a causa del loro metalcore leggero, ruffiano e pure un po' banalotto. Bisogna però dare a Cesare quel che è di Cesare, ed è giusto ammettere che con Turn the Light On il quartetto di Malmo, al terzo lavoro in studio, ha tirato fuori un album maturo e ricco di personalità: tanti ritornelli che è impossibile smettere di cantare, alternati a tracce più calme e introspettive, il tutto tenuto insieme dall'elegante violino del frontman Eddie Berg.
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KILLSWITCH ENGAGE - ATONEMENT
Si chiude la carrellata metalcore con uno dei nomi che ha senza dubbio contribuito a far diventare la scena quello che è oggi. Atonement non regge il confronto coi grandi dischi del passato, ma forse è anche inutile fare paragoni: abbiamo tra le mani un sincero album che recupera le radici hardcore e le reinterpreta in chiave heavy. Non sarà un capolavoro, ma è un disco sincero e diretto che si fa ascoltare e riascoltare volentieri. E dopo una carriera come quella dei Killswitch Engage, non è cosa da poco.
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CULT OF LUNA - A DAWN TO FEAR
È ora di iniziare ad addentrarci nel mondo post, e da chi partire se non dai maestri del genere? A Dawn to Fear è un disco atipico per gli standard della band: niente concept album, ma solo una serie di tracce composte in totale libertà. E il risultato è sorprendente: sound più leggero, atmosfere nebulose e sognanti, tanto post rock saltuariamente spezzato da qualche incursione sludge. Ennesima dimostrazione di come i Cult of Luna siano ancora un passo avanti agli altri in questo ambito.
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PELICAN - NIGHTTIME STORIES
I Pelican sono un gruppo in attività ormai da quasi vent'anni, praticamente dagli albori del post metal strumentale. È però difficile collocarli nell'olimpo del genere, le loro uscite discografiche sono sempre state di buon livello ma non hanno mai toccato le vette di altre band ( forse Australasia a parte). Questo Nighttime Stories è per certi versi una sorpresa: oscuro e opprimente come ci si aspetterebbe da copertina e titolo, non presenta cali di tensione e resta coinvolgente dall'inizio alla fine.
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RUSSIAN CIRCLES - BLOOD YEAR
Rimaniamo sul post rock/metal strumentale con un altro grande nome della scena. Blood Year è un disco affascinante, ricco di momenti di tensione e richiami a generi estremi quali black e doom, e al contempo dotato di una grazia non indifferente grazie agli inserti acustici. Altro must-have dell'annata appena trascorsa per gli amanti più navigati dei generi post, e consigliato anche a chi non si è mai spinto troppo oltre in questi territori.
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ALCEST - SPIRITUAL INSTINCT
Anticipato dal dirompente singolo Protection, il nuovo lavoro degli Alcest si colloca in perfetto equilibrio tra la furia black metal ( sempre reinterpretata con eleganza in chiave post) e la morbidezza dello shoegaze. Due anime che combattono incessantemente senza mai prevalere l'una sull'altra, dando vita all'ennesimo lavoro convincente e personale firmato Neige.
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BORIS - LφVE & EVφL
E sempre di due anime contrastanti si parla, per quanto riguarda il venticinquesimo album in studio del prolifico trio sperimentale giapponese. Post rock e drone si contrappongono in un platter imperniato concettualmente sul gioco degli opposti, risultando in un'interessante ritratto del passato della band. Un disco facile da assimilare ( cosa affatto scontata, conoscendo i Boris), ma non per questo poco longevo: potrebbe essere un buon punto di partenza per i neofiti per iniziare ad approfondire la discografia della band.
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SUNN O))) - LIFE METAL
Album della svolta, se così si può dire, per i maestri del drone. Il duo Anderson/O' Malley ha infatti sviluppato un suono più astratto, legato a no wave e dark ambient, per certi versi lontano dalle atmosferiche ritualistiche che avevano caratterizzato Black One e Monoliths and Dimensions. Non aspettatevi di certo un lavoro facilmente digeribile, ma anche solo dalla cover ricca di toni luminosi si può avere un'idea del suono caldo e avvolgente che troverete in questo Life Metal.
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ULVER - DRONE ACTIVITY
Ennesimo esperimento in casa Ulver ( e quando mai hanno fatto due volte lo stesso disco...?), ennesimo centro. Drone, ambient, elettronica ed industrial sono le fondamenta di un disco di un'ora abbondante durata suddiviso in quattro tracce mastodontiche: un lavoro come sempre non facile, ma molto appagante qualora si decida di dedicargli sufficiente tempo e attenzione.
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ÖXXÖ XÖÖX - Ϋ
Avete presente Igorrr? Allora potreste avere già avere una mezza idea del contenuto di questo Ϋ. Un caleidoscopio di voci maschili e femminili tra clean, scream e growl, in bilico tra il fascino intrinseco del gothic e le più disparate stranezze avantgarde. Un disco difficile, costituito da nove brani per quasi ottanta minuti, ma irrinunciabile per gli amanti di band storiche come Arcturus e Unexpect.
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MECHINA - TELESTERION
Per gli amanti delle tematiche sci-fi, Telesterion sarà probabilmente tra i must-have del 2019. Prog, death e industrial si fondono nell'ennesimo concept album a tinte futuristiche dei Mechina, un lavoro ambizioso e ben strutturato che scorre liscio come l'olio e senza punti deboli, nonostante durata e genere siano piuttosto impegnativi.
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RAMMSTEIN - RAMMSTEIN
A concludere l'articolo non potevano esserci che coloro i quali hanno da sempre trasceso i confini di genere: elettronica? Metal? Industrial? Dance? Difficile dirlo, ma quel che conta è che il ritorno dei Rammstein dopo dieci anni di silenzio è un disco poliedrico che mostra i sei tedeschi più in forma che mai. Si passa da hit planetarie dal forte messaggio a canzoni introspettive e agghiaccianti, il tutto sempre nell'inconfondibile stile Rammstein, questa volta molto più vicino all'elettronica vera e propria che al metal.
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Ma un posticino per gli Inter Arma e il loro batterista fulminato? (qui o nello Sludge...) |
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Anch'io ho scritto quest'anno ma intendevo il 2019! Grandi i Jinjer, appena posso ascolterò Destrage e Northlane di cui ho sentito parlare benissimo. Comunque ottimo che facciate queste playlist di fine anno perché assieme ai commenti sono un ottimo spunto x approfondire gli ascolti |
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Fun #10, a me interessano le donne, è diverso il discorso. Comunque, ho ascoltato un pezzo dell'ultimo Ulver e non l'ho trovato male. Vedrò di approfondire. |
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L'anno scorso* volevo dire, d'altronde l'articolo riguarda gli album del 2019 sfrutto questo post per dire anche che gli Ulver con Drone Activity non mi hanno convinto tanto, nonostante ami quasi tutti i loro dischi |
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Quest'anno ho scoperto gli Alcest e mi sono fatto una scorpacciata dei loro lavori, e devo dire che Spiritual Instinct è davvero un ottimo album. Anche i Destrage e i Cult of Luna hanno sfornato un ottimo disco. |
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Per chi fosse interessato, è stata aggiunta in database la recensione di Alien dei Northlane. |
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@Skydancer non bisogna pensarci, se no si fa come Troisi: "Io non leggo mai... sono uno a leggere e loro milioni a scrivere, un milione che scrivono mentre ne leggo uno, ma che m'importa a me?" comunque io li ho conosciuti perché nel forum li aveva segnalati il vecio Nonchalance. Piacciono anche a @Carmine ho visto, che di voci femminili dark se ne intende |
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@No Fun non conosco, purtroppo i primi mesi di quest'anno sono stati un po' complicati e mi son perso parecchie uscite, ma da una veloce ricerca sembrano fare al caso mio. Li recupero appena possibile . Invece, per tutti coloro che hanno apprezzato gli Alcest posso consigliare l'omonimo degli Astronoid, uscito a gennaio. |
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Concordo su Alcest, Sunn O))) e Oxxo Xoox che ho ordinato appena uscito. Vero che quando si parla di loro si fa sempre riferimento a Igorrr che è più conosciuto e dato che collaborano, in questo album però non dovrebbe essere presente. Io avrei messo anche il magnifico album dei GOLD, Why aren't you laughing, rock dark potente con la voce della cantante e gli strumenti che alternano angoscia e leggerezza, spero di vederli dal vivo questa estate. |
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L'album dei Killswitch Engage è uno di quelli che più ho ascoltato quest'anno. Concordo col giudizio, viene voglia di riascoltarlo parecchio anche se non è un capolavoro. Invece non ho ancora ascoltato molti altri gruppi citati (tempo tiranno) |
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Quando ho letto i generi trattati mi sono detto: "e cosa potrò mai aver ascoltato se non comprato quest'anno?" E invece vi ho trovato due dei dischi più belli in assoluto del 2019: Rammstein e Alcest. E adesso che ci penso dovrei aver ascoltato anche i miei amati ULVER. Ecco, 'sta volta loro sono rimasti lì dov'erano. |
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Comunque questa per ora è la sezione che mi intriga di più. I Northlane sono da approfondire. |
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Tra i gruppi citati ho ascoltato di più i Rammstein e i Northlane. Soprattutto i secondi si sono rivelati una piacevole scoperta. |
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Gli ucraini dei fuoriclasse. ottimo ritorno e confermo il meritato successo |
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...cult of luna....alcest....jinjer..... |
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Destrage disco dell'anno per me. Il resto non regge il paragone, anche se un paio di dischetti sopracitati mi avevano incuriosito. Con gli ascolti però il tutto è andato a scemare, anche i Jinjer |
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