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21/12/24
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METALLIZED CHARTS 2018 - Redazione A "Alternative"
19/02/2019 (2398 letture)
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Chiudiamo le nostre classifiche dedicate alla Redazione A analizzando i migliori dischi alternative del 2018: l'inserimento dei dischi sottostanti in questa categoria è, forse, un po' “forzato” in certi casi, ma abbiamo comunque ritenuto che vi fossero fondati motivi per procedere in tal senso. Del resto, l'importante è parlarne, no?
A cura di Andrea Barricelli “Barry”
ALICE IN CHAINS – Rainier Fog Impossibile inaugurare la trattazione dei migliori dischi alternative senza citare l'ennesimo grande album degli Alice in Chains: la straordinaria band di Seattle, anima nera del grunge anni 90, ci ha regalato un'altra perla degna di essere ascoltata e riascoltata senza sosta. Layne Staley purtroppo non tornerà mai più, ma che almeno Jerry Cantrell ci venga conservato in questo stato ancora molto tempo.
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A PERFECT CIRCLE – Eat the Elephant Album che ha radicalmente diviso critica e fan, ma che giudichiamo più che degno di comparire in questa classifica: il ritorno discografico della band di Maynard James Keenan e Billy Howerdel è di quelli pesantissimi e, sebbene i nostri abbiano complessivamente ammorbidito il loro sound, il loro terzo disco di inediti è un gioiello che non può non far parte dei migliori album dell'ormai passato 2018.
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MYLES KENNEDY - Year of the Tiger Dopo essersi guadagnato un posto, in compagnia di Slash, nei migliori dischi hard rock, il buon Myles Kennedy bissa anche nella categoria alternative con il suo particolarmente toccante album solista, Year of the Tiger: un disco prima di tutto coraggioso, solido, ben strutturato, con una scaletta congegnata in modo funzionale ad un ascolto che si rivela piacevole e affatto noioso, pur a fronte di un album interamente acustico, seppur dotato di arrangiamenti sofisticati e stratificati. Bravo Myles.
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GODSMACK – When Legends Rise Pur non essendosi mai distinti per innovazione, i Godsmack hanno un posto speciale nel cuore di molti metallari amanti di sonorità moderne e non troppo pesanti: con il loro settimo album in studio Sully Erna e soci hanno fatto centro un'altra volta, regalandoci un lavoro magari non destinato a passare alla storia, ma ugualmente valido e piacevole da ascoltare. E, come si dice in questi casi, scusate se è poco.
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THERAPY? – Cleave Eccelente ritorno per una delle migliori band alternative anni 90: i Therapy?, provenienti dall'Irlanda del Nord, sono un po' spariti dalla scena che conta negli ultimi anni, anche a causa di alcuni lavori interlocutori, ma la nostra speranza è che questo interessantissimo Cleave contribuisca a riportarli dove meritano.
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BLACK STONE CHERRY – Family Tree Con il sesto, bellissimo album in studio dei Black Stone Cherry inauguriamo un mini-ciclo di album che, in tutta onestà, ci hanno creato non pochi grattacapi: accanto ad innegabili influenze alternative rock e metal, infatti, troviamo anche un'importante componente hard rock, che non avrebbe certamente reso un errore un loro inserimento nelle charts dedicate al suddetto genere musicale. Alla fine, tuttavia, ci siamo persuasi a buttarli nell'attuale calderone, anche per evitare di disperdere il loro nome in mezzo a tanti altri validissimi lavori hard rock. Questo album, per inciso, è imperdibile per chiunque ami la buona musica, hard rock o alternative che dir si voglia.
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HALESTORM – Vicious Anche la band capitanata dalla conturbante Lzzy Hale ha ingenerato in noi diversi dubbi: il loro ultimo, ottimo album, infatti, presenta una marcata componente hard rock e rock 'n' roll, ancor più accentuata rispetto ai precedenti album in studio. Come dicevamo poc'anzi, però, meglio lasciare le pur comprensibili discussioni sul genere altrove e godersi il quarto album di questi ragazzacci, sempre più convincenti con la loro musica.
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SHINEDOWN – Attention Attention Il suddetto mini-ciclo viene chiuso da Attention Attention degli Shinedown: la critica lo ha definito il vero seguito del clamoroso Sound of Madness, risalente al 2008 e considerato il miglior lavoro pubblicato finora dal gruppo. Attention Attention, tuttavia, può contendergli tranquillamente lo scettro; canzoni eccellenti, influenze che spaziano dall'hard rock all'elettronica e produzione cristallina. Bentornati!
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MUDHONEY – Digital Garbage E' sempre un piacere accogliere un nuovo disco di questi vecchi alfieri del grunge e del rock alternativo americano: pur non avendo mai raggiunto i livelli dei grandi del genere, hanno sempre saputo mantenere un elevato livello qualitativo ed anche nel 2018, con Digital Garbage, hanno dimostrato di essersi meritati ogni briciola del successo e del seguito maturati in questi tre decenni di onorata carriera.
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FLUXUS – Non si sa dove mettersi Chiudiamo la classifica con un insperato e graditissimo ritorno: dopo ben quindici anni di silenzio, i torinesi Fluxus hanno colto tutti di sorpresa con Non si sa dove mettersi, un incredibile comeback che conferma la difficoltà di catalogare il loro stile in modo convincente: hardcore? Noise? Alternative? Heavy? Chiamiamola grande musica e finiamola qui. Bentornati e, per favore, non sparite di nuovo per così tanti anni!
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MENZIONI SPECIALI Qualche menzione in meno del solito per il panorama alternative, ma si tratta comunque di omaggi a nostro avviso doverosi: facciamo i complimenti anche a Breaking Benjamin, Sevendust, Cayne, Low. Bravi ragazzi!
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...per me....alice in chains e mudhoney i migliori.... |
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Su tutti a me sono piaciuti gli Alice in chains, il loro rainer fog l ho consumato, gli Halestorm, che dimostrano il talento vocale di Lzzy a far risaltare ottime canzoni...sufficienti i Godsmack e Myles kennedy (da cui mi aspettavo molto di + onestamente)..io i Therapy? li ho amati negli anni 90 ma quando se ne e' andato il batterista Fyfe x me il giocattolo si e' rotto (stesso discorso lo posso fare x gli Helmet)..gli A perfect circle non saprei come giudicarli,onore x il loro cercare di andare oltre, ma a me piacevano di + ai tempi dei primi 2 album..stavo leggendo del ritorno dei Fluxus di cui ho particolarmente apprezzato pura lana vergine ai tempi ma questo mi manca, sapete dirmi se e' ancora su quello stile?Comunque la scena torinese ha sempre regalato grande musica, non c'e' niente da fare...stanno tornando pure i Negazione con un nuovo album x tributare Marco Mathieu che e' messo male da diverso tempo purtroppo |
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Ho solo il primo dei BSC e se non hanno cambiato genere facevano un hard rock dalle tinte southern niente male. Il cantante era un mix tra Vedder e Robinson. Insomma Hard rock al 100%. Ma capisco comunque Barry che ha racchiuso in questo contenitore tutte le band che non sapeva dove piazzare.... 😁 |
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Non mi permetterei di definire un collega incompetente, ma senza dubbio la trovo una definizione molto discutibile |
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@Barry: non metto in dubbio che tu l'abbia letto, ma converrai che chi l'ha scritto è un incompetente. |
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Gli Alter Bridge potevano essere Alternative Rock / Alternative Metal infatti... minchia Prog non lo é più stato nessuno veramente dopo gli anni 70... |
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10
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Prog metal?? Ahahahahahahah!!! |
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9
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Anche gli Alter Bridge sono stati definiti hard rock o addirittura prog metal (giuro che l'ho letto), quindi non sempre è facile inquadrare il sound di una band |
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8
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Post-grunge? Cioè lo stesso suono degli Alter Bridge? Mah sentirò altro si vede. |
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Sono spesso etichettati come post-grunge, abbiamo ritenuto non fosse uno scandalo metterli qui. |
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6
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Ok io continuo a rompere: Black Stone Cherry alternative??? Uno dei migliori dischi di puro hard rock (che mi ero pure scordato nell'altro articolo) con influenze blues e Southern....alternative???
Ok per AIC e Therapy e Cayne, per il resto passo volentieri la mano. |
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5
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Ci credete che dei Mudhoney conosco solo Piece of cake e Superfuzz?
Oltre che la roba dei Green River.
Non sapevo che avessero fatto album nuovi loro e gli Alice.
Mi incuriosiscono anche gli A perfect circle che li ho persi da anni. |
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Gli alice in chains hanno sfornato l’ennesimo bellissimo album che ormai si possono comprare a busta chiusa, gli halestorm al di là delle discussioni sul genere anche, è veramente impressionante il livello di miglioramento che raggiungono di album in album, sono bravissimi a valorizzare la loro centravanti con canzoni varie che mischiano modernità a tradizione hard rock senza scadere nei plagi o in revival vintage. |
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3
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Beh, gli A Perfect Circle a mio avviso sono stati tra i migliori in assoluto. Myles Kennedy in versione acustica è stata una bella sorpresa. Non sto riuscendo ad entrare dentro gli Halestorm. Lzzy Hale come cantante mi fa impazzire, ha una voce bellissima con delle sfumature da pelle d'oca, ma sono le canzoni che non mi prendono. Carine, in alcuni casi belle, ma... |
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Merito dei redattori che lo hanno inserito in classifica, io sono solo un umile esecutore |
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@Barry: la menzione dei Fluxus merita un applauso, perché "Non si sa dove mettersi" è (inaspettatamente) un buonissimo album, anche se preferisco ricordarli così: VEEEEEELLLDDTT. Grande Andrea! 😉 |
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