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17/01/25
SRL + LOCULO + VOX INFERI + NECROFILI
CLUB HOUSE FREEDOM, VIA DI BRAVA 132 - ROMA
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MASTODON + RED FANG + RUSSIAN CIRCLES - Live Club, Trezzo sull'Adda (MI), 27/11/2017
02/12/2017 (1572 letture)
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È il pomeriggio del 27 novembre, manca forse un’ora al tramonto e sono arrivata a Trezzo sull’Adda portando con me un bagaglio di aspettative incredibilmente ampio; la mia attesa per questo concerto è stata fomentata prima dall’uscita di Emperor of Sand, che ho apprezzato e a cui ho dedicato molti ascolti, poi con la sorpresa di Cold Dark Place, espressione inconsueta della band che ha trovato forza nella personalità di Brent Hinds. Certo, si tratta di prodotti diversi dai Mastodon dei primi quattro album elementali, rimpianti dai più nostalgici, ma non per questo meno validi. Aspettative quindi che mi hanno spinta a mettermi in coda davanti alle porte del Live relativamente presto, in una delle prime giornate fredde di questo autunno inoltrato.
RUSSIAN CIRCLES e RED FANG I Russian Circles aprono la serata, prendendo posto silenziosamente sul palco alle ore 20. Davanti a noi c’è il magro chitarrista Mike Sullivan, al centro del palco Dave Turncrantz con la sua batteria e, sul lato opposto, Brian Cook, al basso. Il trio statunitense dà vita ad un’esibizione di grande atmosfera, incardinata su elementi essenziali ma mai scarna. La loro proposta strumentale non è mai interrotta, né da parole, né da silenzi, ma allo stesso tempo è ricca di respiri e permette di apprezzare anche in sede live la dinamica della musica; si alternano così momenti più rarefatti ad altri forti e vibranti. I Russian Circles, che con le luci che li illuminano alle loro spalle sembrano quasi tre figure perse nella nebbia, riscuotono un buon successo tra il pubblico del Live.
Sono però i Red Fang a scaldare questa serata di novembre. Non è la prima volta che i musicisti di Portland accompagnano in tour i Mastodon. Gli spettatori, fino a quel momento piuttosto tranquilli, si risvegliano con le prime note della band, cantando insieme a Bryan Giles e Aaron Beam, rivelando la presenza di numerosi sostenitori del gruppo. Anche loro, come i Russian Circles prima e i Mastodon dopo, non si perdono in chiacchiere, preferendo travolgerci con la loro musica. L’esibizione stoner dei Red Fang scorre fluida e solida, lasciandoci soddisfatti e pronti.
MASTODON Giunge quindi velocemente il momento dei Mastodon. E’ curioso come il tempo passato fuori al freddo sembrasse non scorrere mai, mentre invece, una volta iniziato il concerto, sia letteralmente scivolato via. Il cambio palco è veloce e i quattro di Atlanta, uniti ormai da più di quindici anni, vengono accolti con calore, ancor prima di cominciare con The Last Baron. La scelta di questo brano in apertura e quindi la decisione di presentarsi con un momento iniziale più articolato che d’impatto, mi è sembrata piuttosto coraggiosa. Ammetto però di aver sempre desiderato vedere la band alle prese con questa canzone dal vivo, proprio per la sua natura non così scontata; dopo aver ascoltato, non ho dubbi nell’affermare che si sia trattata di una grande introduzione, che ha inoltre affermato il livello e la qualità su cui si baserà il resto della serata. Dalla nostra posizione, davanti al chitarrista Bill Kelliher, notiamo che tutti i membri del gruppo interagiscono e comunicano costantemente con il pubblico mentre suonano; non si lasciano andare a grandi discorsi tra una canzone e l’altra, ma dispensano gesti e sguardi e, nel caso di Bill, sorrisi nascosti sotto i baffi. Troy Sanders sembra inoltre tenere la situazione sotto controllo e quando si accorge che qualcuno nelle prime file forse non si sente benissimo, provvede a passare una bottiglia d’acqua direttamente dal palco. Purtroppo, mentre lo spettacolo procede in modo eccellente tra brani di Emperor of Sand ed estratti degli album più vecchi, mi accorgo sempre di più di come la voce di Brent Hinds arrivi molto lontana alle nostre orecchie; la intuiamo più che sentirla. Allo stesso modo, facciamo fatica ad apprezzare anche la sua chitarra. Ed è davvero un peccato, perché l’esibizione del gruppo è di altissimo valore. Non si può ignorare il talento di Brann Dailor, che dalla batteria sembra voler demolire il locale; la sua struttura ritmica spesso complessa è sostenuta dal basso di Troy Sanders, quasi ipnotico da guardare perché sembra costantemente lasciarsi trasportare da ciò che sta suonando. I due cantano, con le loro voci molto diverse, mantenendosi sempre fedeli ai risultati raggiunti sui dischi; dal punto di vista vocale mi ritengo soddisfatta tanto da chiedermi come si possa ancora sostenere il cliché del cantato come elemento debole della band.
Con Scorpion Breath prende posto sul palco anche l’ospite d’onore di questo tour europeo, ovvero Scott Kelly, cantante dei Neurosis, collaboratore ed amico dei Mastodon fin dai loro esordi. Insieme ci regalano le canzoni che lo hanno visto prendere parte alle registrazioni, una per ogni disco a partire da Leviathan. Si prosegue così con incredibili versioni di Crystal Skull e Crack The Skye; grazie a quest’ultima, che è davvero una stretta allo stomaco per tutti i fans, i Mastodon hanno inferto il colpo di grazia e l’emozione della folla sembra scorrere fino a raggiungere i musicisti sul palco. Si passa poi da Aqua Dementia e Spectrelight fino ad arrivare alla conclusiva Diamond in the Witch House, la quale ripete in modo speculare la scelta per la chiusura di un brano più lungo e cerebrale già effettuata all’inizio. Con il saluto di Brann Dailor, che prende la parola mentre il resto del gruppo lascia il palco, si conclude un concerto perfettamente calibrato e magistralmente eseguito, che ha sfiorato le due ore di durata. Se dovessi proprio trovare un piccolo neo, potrei solo dire che nella prima parte della setlist, ricca di brani tratti da Emperor of Sand e Crack the Skye, ho sentito la mancanza di un estratto da Blood Mountain; ma si tratta più di una considerazione soggettiva, dovuta al fatto che il terzo disco della band è tra i miei preferiti, più che di una reale debolezza. In conclusione, i Mastodon ci lasciano appagati e quasi senza parole e con il desiderio di rivederli dal vivo in Italia al più presto.
SETLIST MASTODON The Last Baron Sultan’s Curse Divinations Ancient Kingdom Ember City Megalodon Andromeda Oblivion Show Yourself Precious Stones Roots Remain Mother Puncher Steambreather Scorpion Breath (con Scott Kelly) Crystal Skull Crack The Skye Aqua Dementia Spectrelight Diamond in the Witch House
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Che palle non ho potuto esserci perchè quella sera ero fuori per lavoro peccato perchè pare che sia stata una gran bella serata. Scaletta quasi integralmente dagli ultimi 2 album con qualche brano datato davvero particolare (Mother Puncher), inoltre concordo sul coraggio di partire con The Last Baron. |
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