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21/12/24
GORY BLISTER + AYDRA
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SAXON + OVERTURES - Live Club, Trezzo sull’Adda (MI) - 14/12/2016
19/12/2016 (2444 letture)
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Lo ammetto, anche stavolta temevo il peggio. Le premesse per il concerto dei mitici Saxon non erano state delle più incoraggianti: la data che avrebbe dovuto tenersi l’anno scorso con i Motörhead -e di cui mi ero già procurato il biglietto- era stata cancellata per i tristissimi avvenimenti noti a tutti, e quindi mi ero ripromesso che appena la band di Biff Byford avrebbe rischedulato le date nel nostro Paese mi ci sarei fiondato di corsa. Saputo che si sarebbero ripresentati con le Girlschool come da piani originali ero comunque soddisfatto, ma ecco che all’ultimo le “ragazze” annunciano di dover saltare i concerti in terra italica... cavolo, e adesso? Inoltre, notizia dell’ultimo minuto, nemmeno il bassista Nibbs Carter sarà della partita per problemi famigliari: ma che è, una macumba? Ma niente e nessuno riuscirà a farmi perdere questo gruppo di vecchietti che so essere in forma, nonostante non abbia mai avuto il piacere di vederli dal vivo, per cui nonostante la nebbia mi presento alla cassa del Live Club di Trezzo ed espleto la pratica accredito esibendo il tesserino di Metallized, entrando per l’ennesima volta nell’accogliente locale milanese. La coda nel frattempo è in aumento, ottimo segno per questa serata che, per quanto detto finora, non era cominciata sotto i migliori auspici...
OVERTURES Ad aprire l’evento un gruppo nostrano: una volta saputo del forfait delle Girlschool nelle due date italiane, il mercoledì precedente sono stati contattati gli Overtures, band heavy power di Gorizia, i quali si sono organizzati in fretta e furia per trovarsi pronti alle trasferte di Bologna e Milano. I ragazzi salgono sul palco accompagnati da Nicoletta Rosellini dei Kalidia e Alessia Melany Scolletti ai cori, e partono subito con Repentance, al termine della quale il cantante Michele Guaitoli per sdrammatizzare esordisce con un “Noi siamo le Girlschool” che strappa una risata ai presenti. Con molta umiltà il singer mette in chiaro le cose, spiegando che la colpa non è né delle ragazze né tantomeno degli organizzatori, si dice consapevole del divario esistente e perciò i friulani non vogliono nemmeno per un attimo paragonarsi a chi sostituiscono, consci della differenza di esperienza e soprattutto storia alle spalle, ma ovviamente riconoscenti per l’insperata opportunità data alla band. Questo discorso gli fa guadagnare l’approvazione di tutto il locale e 100 punti stima in più dal sottoscritto, tanto più che gli Overtures si confermano una forza anche in sede live oltre che su disco: la tecnica di Marco Falanga alla sei corde è a dir poco ottima e la sezione ritmica affidata al bassista Luka Klanjscek e al drummer Andrea Cum è esplosiva: a proposito di quest’ultimo, la sua batteria a gabbia è davvero di grande impatto visivo. I Nostri promuovono il loro ultimo lavoro Artifacts ripescando qualcosa anche dal passato, la voce di Michele è adattissima all’heavy power proposto dal gruppo anche se dalla mia postazione tende a essere sovrastata dagli strumenti quando il cantato è basso, ma l’unica vera pecca del set dei goriziani sono le luci stile abat-jour e la macchina del fumo che sembra voler replicare all’interno della venue la nebbia che c’è fuori. A fine show i ragazzi vengono giustamente tributati da un meritatissimo applauso e la festa si conclude con una foto ricordo fatta dal palco col gruppo al completo e la platea sullo sfondo; complimenti davvero, e adesso arriva il piatto forte della serata!
SETLIST OVERTURES 1. Repentance 2. The Maze 3. Artifacts 4. Savior 5. GO(L)D 6. Unshared Worlds 7. Fly, Angel!
SAXON Mentre dalle casse risuona a tutto volume l’inno It’s a Long Way to the Top (If You Wanna Rock ’n’ Roll) cantata da un Live Club ormai strapieno, scorgiamo nell’ombra l’inconfondibile sagoma di Biff Byford il quale, avvolto in un cappotto in antico stile militare, si appresta ad entrare in azione: ed ecco che immediatamente i Saxon fanno il loro ingresso sullo stage facendo deflagrare in tutta la sua potenza il granitico riff di Battering Ram, cui segue un’esplosiva Heavy Metal Thunder... ed è già ora di fare casino! La band è in forma strepitosa, questo è chiaro fin da subito, mi ritrovo di fronte Doug Scarratt che ci guarda compiaciuto mentre le dita scivolano sul manico della sua Les Paul, ed è solo l’inizio: presto i fan -esagitati e fuori di testa- si lanciano in un crowdsurfing continuo impegnando lo staff della security mentre Biff, sentendo i cori da stadio che acclamano la band ad ogni pausa e constatando l’incredibile entusiasmo del pubblico sentenzia che “sembra di essere tornati ai vecchi tempi”, ed ha perfettamente ragione; non solo per la risposta della platea, ma anche per la prestazione del gruppo stesso che pare ringiovanito, con un Paul Quinn che si spinge sul bordo del palco e passeggia tra le spie mentre suona la sua chitarra. Al basso, come già detto, troviamo il turnista Gus Macricostas che per fortuna non fa sentire troppo la mancanza di Carter, essendosi amalgamato alla perfezione con la band, oltre ad essere ovviamente un musicista coi controfiocchi; ma logicamente la sezione ritmica è parimenti sorretta da un altro asso, Nigel Glockler, che pesta sulla batteria come un ragazzino e la cosa fa allargare il cuore, specie se si pensa al suo ricovero di due anni fa. Arrivano quindi brani del calibro di Solid Ball of Rock, Never Surrender e Stand Up and Be Counted, e il concerto sembra -anzi è- una vera e propria festa, Biff ci chiede quale pezzo vogliamo tra tre opzioni e il voto è unanime: e allora che Power and the Glory sia! Altri classici si alternano fino alla nuova Queen of Hearts, al termine della quale Byford ricorda che la prima volta dei Saxon a Milano fu nel lontano 1981 in una serata nevosa, quindi chiede un applauso per gli Overtures e parte And the Bands Played On seguita da Dallas 1 PM tra il fomento generale, ulteriormente accresciuto dal tributo all’amico Lemmy (acclamato in coro dalla platea) con l’incendiaria cover di Ace of Spades, mentre il cantante raccoglie bandiere e striscioni, finendo per indossare una felpa e un cappellino natalizio lanciati sul palco tra le risate generali. Il singer britannico si dice felice di vedere generazioni diverse allo show di stasera: “vedo molti giovani” e parte un urlo, "persone di mezz’età” -altro urlo- “e gente più vecchia” e, dopo le grida di rito, aggiunge “questi sono i più numerosi ah ah!” e di nuovo tutti giù a ridere. Il buon Biff, da frontman navigato quale è, interagisce continuamente con la platea, ci ringrazia in italiano e infine ci riprende con un iPhone così da poter poi postare il video sui social del gruppo; la prima parte di concerto termina con Wheels of Steel, ma subito gli astanti richiamano il quintetto sul palco per il bis, e i Nostri non si fanno certo pregare suonando Let Me Feel Your Power e 747 (Strangers in the Night), al termine delle quali si ritirano nuovamente. Quindi i Saxon si ripresentano per l’ultimo bis, Biff indica l’ora tarda ma la gente ne vuole ancora, ci spiega che la band è in giro da otto settimane, quella di stasera è la quarantaduesima data e dice che questo è uno degli show migliori del tour, e a giudicare dall’affetto dimostrato dal Live Club le sue non sembrano frasi di circostanza: e allora ecco il gran finale affidato all’epica Crusader, il manifesto heavy metal Denim and Leather e una Princess of the Night cantata da tutti i presenti, al termine della quale gli inglesi abbracciati a centro palco raccolgono la meritata ovazione sulle note della loro Kingdom of the Cross, per quello che si è rivelato essere uno dei concerti dell’anno. Purtroppo abbiamo dovuto rinunciare a un brano come Motorcycle Man, ma non ci si può proprio lamentare della scaletta, e comunque sarà per la prossima volta, ok Biff?
SETLIST SAXON 1. Battering Ram 2. Heavy Metal Thunder 3. Sacrifice 4. Solid Ball of Rock 5. Never Surrender 6. Chasing the Bullet 7. Stand Up and Be Counted 8. The Devil’s Footprint 9. Strong Arm of the Law 10. Power and the Glory 11. The Eagle Has Landed 12. 20,000 Ft 13. Queen of Hearts 14. And the Bands Played On 15. Dallas 1 PM 16. Ace of Spades [Motörhead cover] 17. Wheels of Steel ---Encore--- 18. Let Me Feel Your Power 19. 747 (Strangers in the Night) ---Encore 2--- 20. Crusader 21. Denim and Leather 22. Princess of the Night
Quando ti trovi faccia a faccia con delle Leggende della Musica ti senti quasi intimorito, questo è uno di quei gruppi più rappresentativi della NWOBHM -anzi, si può dire che l’ha creata- poi scopri che chi ha fatto la storia del metal ha più umiltà e rispetto verso i fan che non certi boriosi esaltati (pochi per fortuna, ma ne ho conosciuti) che suonano in una cover band: la classe che hanno dimostrato stasera questi signori nasce da decenni di concerti e migliaia di chilometri percorsi in lungo e in largo per il globo spinti dalla passione per la musica; temevo di trovarmi di fronte dei musicisti attempati che suonano svogliatamente giusto per dovere, e invece i Saxon si divertono ancora mettendo cuore, sudore e passione in ogni nota. Massimo rispetto e ammirazione, spero che l’aquila torni presto a volare e atterri ancora qui da noi, perché io sarò lì in prima fila ad applaudirli. Immensi, inossidabili Saxon!
Foto a cura di Pafio.
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Infatti i SAXON hanno suonato x platee di 20 persone come fossero di fronte a 20000 ragazzi. Salutoni!!! MOTORCYCLE... MOTORCYCLE.....MOTORCYCLE MAAAANN!!!!!! |
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11
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Purtroppo li ho visti soltanto 2 volte, una in Italia e l'altra all'estero in Spagna, avrei voluto andarci ma purtroppo non ho potuto, posso solo dire che sono eterni, un esempio encomiabile di professionalità, passione e voglia di regalare emozioni forti al pubblico.Grandissimi Saxon. |
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10
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Questa volta ho passato perché non avevo voglia di fare 300km nella nebbia. L'ultima volta li vidi 4 o 5 anni fa,ora non ricordo bene, a Romagnano Sesia insieme agli Anvil. Fu un concerto da paura, ci misero veramente il cuore, si può proprio dire,come dice il recensore sopra,che più che un concerto e' una festa, un omaggio ai propri fans, se non si andasse a guardare la carta d'identità non si direbbe proprio che viaggino già oltre la sessantina. Insieme ai Priest un altro dei pochi gruppi che dal vivo dopo decenni non mi hanno ancora stancato. Chapeau! |
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9
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Ero alla data di Bologna e per la terza volta ho avuto l'onore di vedere i Saxon. Gli Overtures mi hanno impressionato positivamente, con una sezione ritmica notevole ed un solismo di buon livello, hanno saputo tenere il palco bene per la mezzora concessagli. Poi i Saxon... Leggendari. Ero andato al concerto senza conoscere le canzoni del nuovo album (che a questo punto mi dovrò procurare!). Hanno riproposto in maniera perfetta i grandi classici del passato e la chiusura con Princess Of The Night è stata, a mio avviso, il culmine della serata! Appena tornano sarò presente un'altra volta, i loro spettacoli sono veramente imperdibili! |
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Si può riassumere cosi : un bellissimo best of ... live, di una intera carriera. Il live report è inequivocabile. Un grandissimo concerto e un gruppo ( i saxon) che nonostante non siano più dei ragazzini, scalpitano sulle assi del palco come se il tempo non fosse mai passato (o quasi). Bene cosi. (Imho). |
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Mah guarda che abbiamo detto la stessa cosa. Io supporto un sacco di roba più o meno nuova e trovo questo periodo pieno di tantissima qualità, da perdersi se uno ha voglia e tempo, non vivo di nostalgia. Sono uno di quelli che sui social non posta mai roba vecchia ma solo video di qualche anno o nuove uscite appena scoperte. Quello che manca è il fattore novità perché ormai si è detto tutto, si stanno solo rimescolando le carte, si sono alzate tutte le asticelle di ogni estremismo, sonoro, concettuale, estetico, la restaurazione o meglio la seconda giovinezza delle vecchie glorie è una causa diretta di questa interruzione del flusso di novità. L’inflazione pressochè infinita di gruppi, il glorificare la tecnica sempre più un fine e non mezzo, la grande abbuffata del web, hanno ridato fiato alle vecchie glorie, a gente over 50 (o 60) che nei decenni precedenti non avrebbero avuto considerazione se non da vecchi nostalgici. Per il discorso motorcycle, in effetti è il mio pezzo preferito e in effetti è una mancanza che lascia perplessi, ma si sa devono fare delle scelte, d’altronde anche i Judas non hanno suonato freewheel burning e i maiden hanno sacrificato 2 minutes to midnight. |
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Per me i Saxon che non fanno Motorcycle Man sono come un vescovo che bestemmia in chiesa. |
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@Tino: scherzavo, ovvio. Poi ti do` ragione che e` il pubblico che decide, la mia e` un`opinione piu` (poco, penso) o meno (tanto) condividibile. Ho la mia opinione sulle band piu` vecchie e me la tengo. Comunque ancor oggi, nonostante non si inventi piu` nulla e che quindi tante band assomiglino a quelle piu` vecchie, io trovo gruppi molto validi da ascoltare. Poi ognuno agisce di testa sua. |
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Mah guarda metal, non è una critica perché il tuo pensiero può essere condivisibile o meno, però penso che chi ha sempre ragione è il pubblico che paga per vedere un artista e non mi risulta ci sia stata gente che si sia lamentata per prestazioni indegne o giù di lì, a parte i motorhead per i problemi del compianto che si è trascinato moribondo sul palco per mesi nonostante il parere contrario di tutti. Io ho letteralmente ignorato le band storiche con le quali sono cresciuto (come questa) per almeno quindici anni, diciamo da metà anni 90 fino a circa 6 7 anni fa. Questo perché la mia carriera di ascoltatore e fan si è nutrita di ogni novità che il genere ha partorito, fino appunto a qualche anno fa quando secondo me si è esaurita la vena creativa. Escono ora moltissime band una meglio dell’altra, ma, tranne rarissimi casi, manca ormai il fattore novità e quindi ho cominciato a riavvicinarmi alle vecchie glorie per vedere cosa avevano ancora da dire. Sono rimsato sorpreso perché le ho ritrovate ancora vitali e agguerrite a scapito della carta d’identità. Beh per me questa è una vittoria della musica dove possono ancora coesistere generazioni di gente ingrigita e giovani ragazzi coperti di piercing e tatuaggi, segno di continuità e segno che comunque internet non ha ancora sterilizzato tutto. |
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....non sono tardate le critiche...ahahah |
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Sono contento per chi ha potuto assistere, io a Bologna non sono andato perché confesso che odio i concerti d’inverno, non li posso soffrire, mi fanno cagare, e la nebbia mi ha dato la scusa per disertare e rimanermene spaparanzato al caldo davanti alla tv. Detto questo sono convinto sia stato spettacolare perché il blasone, la classe e la forma di questi “ragazzi” è veramente una garanzia. Comunque non sono molto d’accordo con il metal shock, in quanto secondo me tutti i gruppi hanno il sacrosanto diritto di esistere al di là della carta d’identità, anche i più anziani. Se c’è la voglia e c’è la risposta del pubblico ben venga il rock ‘n’ roll, e comunque sia chiaro sto parlando di concerti dal vivo non di dischi. D’altronde tutti i vecchi mostri sacri stanno facendo ottime cose dal vivo, i maiden, i sabbath, i purple, gli scorpions, udo e gli accept… |
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Lo so che mi attiro magari critiche, ma per me i Saxon sono una delle pochissime band della vecchia guardia che ha ancora senso di esistere: buonissimi album e grandi live. Immensi!!! |
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