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10/01/25
DIAFRAMMA
DRUSO, VIA ANTONIO LOCATELLI 17 - RANICA (BG)
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HARDCORE SUPERSTAR + JUNKIE DILDOZ + HANGARVAIN + QUINTACOLONNA + LOST & FOUND - Circolo acsi a.s.d. Supernova, Tuoro sul Trasimeno (PG), 10/9/2016
16/09/2016 (1935 letture)
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In un primo momento, l'unica data confermata di questa seconda venuta era quella al Summerfield Festival di Cassano Magnago e solo in un successivamente è stata aggiunta una data a Tuoro sul Trasimeno, dove, vista la maggiore vicinanza, abbiamo preferito recarci, in modo da evitare grossi spostamenti.
JUNKIE DILDOZ Arrivati sul posto a serata inoltrata, abbiamo avuto modo di vedere solo uno dei quattro opening act, ovvero i Junkie Dildoz, riuscendo ad accaparrarci un onesta seconda fila in una location decisamente opinabile, che avremo modo di esaminare in maniera più approfondita successivamente. Il gruppo fiorentino presenta uno sleaze dalle influenze fortemente horror punk, con chiari richiami a cultori del genere come i Misfits, riuscendo egregiamente a riscaldare l'atmosfera per il vero piatto forte della serata. I brani sono veloci e carichi, pezzi come We Don't Like Star Wars e Fuck You We Rock riescono a far immediatamente presa, anche grazie ad un buon affiatamento da parte dei vari musicisti. Ciliegina sulla torta è Welcome To The Porn Nation che riesce a coinvolgere gran parte degli spettatori, mettendo a segno un buon finale per la band nostrana.
SETLIST JUNKIE DILDOZ 1. I Don't Like Star Wars 2. Loudtown 3. Bastards 4. If I Have Enough Time 5. 'Till The End 6. Fuck You We Rock 7. Welcome To The Porn Nation 8. Sons Of Anarchy
HARDCORE SUPERSTAR Smontaggio dei vari set ed comincia immediatamente l'attesa degli HCSS. Leluci si abbassano e gli svedesi sono pronti per entrare in scena con una delle varie sorprese della serata, ovvero, Hello/Goodbye che ci riporta prepotentemente al 1998, anno del loro esordio discografico con It's Only Rock 'N' Roll. In questo nuovo tour la band ha voluto inserire diversi pezzi da molto tempi esclusi dalle scalette, creando un buon equilibrio tra passato e presente, permettendo al pubblico di ammirare tutte le proprie sfaccettature. Con questa carica iniziale si passa alla ben più moderna Touch The Sky, unico brano dal nuovo -e davvero bello- lavoro in studio. Ancora una volta la band dimostra la propria capacità in sede live, riuscendo ad instaurare un rapporto davvero unico con il pubblico che pende dalle labbra dell'istrionico Jocke. Il corvino frontman non si ferma nemmeno per un secondo, balla, salta e si sporge sul pubblico continuamente, dando, insieme al resto della band, tutta la grinta che ha in corpo. Si torna quindi alle origini con Liberation che ogni volta mostra quanto la band fosse estremamente moderna già agli esordi, con un songwriting solidissimo. La doppietta formata da My Good Reputation e Dreamin' In A Casket porta la macchina degli HCSS ad assalire i propri spettatori, con una carica unica, che viene trasmessa ad ogni presente. La band torna a spolpare il proprio primo album con l'immancabile Someone Special, semi ballad che dà un momento di respiro e crea dell'immancabile atmosfera, e la successiva Punk Rock Song, reinserita in scaletta dopo diverso tempo, la quale continua a porre l'accento sull'amore che la band ha sempre avuto per sonorità molto vicine al punk, al quale si è sentito un leggero ritorno con l'ultimo lavoro. Gli Hardcore Superstar non hanno intenzione di fare prigionieri e continuano spediti con l'immancabile Last Call For Alcohol, momento topico sfruttato per brindare con il pubblico, ed il finale marchio di fabbrica del gruppo svedese, We Don't Celebrate Sundays. Dopo questo brano ci sarebbe dovuta essere la pausa per poi far risalire i musicisti in modo da suonare il bis, ma forse per la location estremamente piccola o per il fatto che rispetto alle altre esibizioni quella di Tuoro presentava due brani in meno nella scaletta, la band decide di rimanere sul palco e continuare con Moonshine. Il brano, sempre molto potente, continuare a tenere il tiro molto alto, con un esibizione complessiva eccellente, senza sbavatura alcuna o qualsivoglia momento debole. La band si scatena, con un Vic Zino più vivo che mai ed un Martin sempre ineccepibile con le proprie linee di basso. Nonostante tutto il momento più alto della serata viene toccato con Dear Old Fame, pezzo culto per i più appassionati e che oramai mancava dalle esibizioni live dal 2003 circa, escluse possibili e sporadiche occasioni. Il brano è fortemente intimo e chi tra il pubblico conosce davvero questo composizione più particolare non si fa sfuggire una singola nota, cantando ogni parola. Dear Old Fame rappresenta il lato meno conosciuto e più inesplorato del combo svedese, come tutto il disco da cui proviene, ovvero Thank You (For Letting Us Be Ourselves) dove si tentarono sperimentazioni differenti con una grande riuscita. Il brano mette in mostra tutte le capacità del gruppo, dalla carica emotiva di Jocke alla bravura di Adde nel sapersi adattare a stili così differenti, risultando sempre riconoscibile. La serata si chiude con un brano che ogni volta rinnova la convinzione di essere stato scritto appositamente per le esibizioni live, Abowe The Law. Il pubblico si scatena per l'ultima volta cantando a squarciagola il ritornello per poi salutare la band che si ritira definitivamente.
CONCLUSIONI L'esibizione è stata bella e carica come al solito: gli Hardcore Superstar non smentiscono la loro fama di animali da palcoscenico e sembrano migliorare di anno in anno. Abbiamo avuto anche modo di scambiare qualche parola con Adde, sempre gentilissimo, che ci ha rilasciato addirittura informazioni sul prossimo disco che la band ha in cantiere. Il batterista lo ha definito fortemente orientato verso l'arena rock ed i Queen -e siamo molto curiosi di vedere cosa ne uscirà fuori-. Un discorso a parte va fatto sulla location del concerto e sulla serata in generale: ancora nel 2016 c'è chi si ostina ad organizzare concerti pur non essendo in grado di gestire una così ingente mole di lavoro. La location di Tuoro è fortemente inadatta a nomi del genere; potrebbe andare bene per esibizioni locali molto più piccole ma non con band che hanno un seguito rilevante. Ci potranno anche essere le buone intenzioni, ma non è con queste che si organizza un evento. La mala gestione della serata è stato qualcosa di disarmante: la persone presenti, troppa per una location minuscola, hanno iniziato a spingere senza sosta sin dalla prima canzone. Ragazze e ragazzi sono stati costretti ad abbandonare le prime file a causa di chi, senza sosta, si gettava con violenza contro gli altri anche su le varie ballad, per non parlare di chi è tornato a casa con i lividi da transenna per gli stessi motivi (oltretutto spostarsi nelle retrovie significava non vedere più nulla visto il “palcoscenico” allestito praticamente a terra). Si potrebbe asserire che non sia colpa del locale se ci sono soggetti che non sanno comportarsi, ma il problema non è più tale nel momento in cui nessuno dello staff riesce a far sì che tutti i presenti possano godere dello spettacolo. Tra la sicurezza praticamente immobile e l'organizzazione spaesata molte persone si sono ritrovate ad aver pagato un biglietto non potendo comunque godere minimamente dell'esibizione. Se poi si fa notare che il prezzo del biglietto presentava una differenza di circa 10 euro (in più ovviamente) rispetto alla serata successiva le cose diventano ancora più gravi e surreali. In definitiva si è trattata dell'ennesima bella esibizione di una band che si riconferma sempre al top che è stata però fortemente penalizzata da una location ed un'organizzazione scadente.
SETLIST HARDCORE SUPERSTAR 1. Hello/Goodbye 2. Touch The Sky 3. Liberation 4. My Good Reputation 5. Dreamin' In A Casket 6. Someone Special 7. Punk Rock Song 8. Last Call For Alcohol 9. We Don't Celebrate Sundays 10. Moonshine 11. Dear Old Fame 12. Above The Law
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4
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Una giornata stupenda e, continuo a ripetere, location fantastica, il mio più bel concerto del 2016 e quest'anno ne ho visti davvero tanti. E basta lamentarsi della gente che spinge, siete ad un concerto ROCK, pogate e lividi fanno parte del contesto, se non vi sta bene rimanete a casa, FIGHETTE! |
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3
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Grazie mille per la recensione ragazzi, noi ci siamo divertiti moltissimo e gli HCSS sono la solita macchina da guerra e dei veri signori anche fuori dal palco, cosi' come al Pistoia Blues ci hanno trattati da amici e questa e' una cosa rarissima tra gruppi del loro livello, infine grazie mille a tutti i presenti ! |
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2
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Gli Hardcore Superstar, anche se la qualita` degli ultimi album e` andata in calando, sono una delle migliori band sleaze, street, degli ultimi venti anni. We don`t celebrate sunday, un`inno! |
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1
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Completamente d'accordo su tuo giudizio dato alla band che mai si risparmia e regala sempre uno spettacolo al top, ma ancora più d'accordo essendo lì anch'io sull'organizzazione assolutamente scadente e priva di ogni logica. Location inadatta per molteplici motivi, acustica pessima, palco inesistente (ringrazio i miei 173 cm) e sicurezza che tutto era tranne quello, la quale non è riuscita a tenere a bada venti coglioni che hanno fatto da padroni per tutto il tempo con spinte violente e mani troppo lunghe, costringendo chi era andato a vedere uno spettacolo ad indietreggiare, non permettendo quindi alla visione dello spettacolo è che nonostante tutto non si era in sicurezza. Tutto questo avendo pagato 23 euro...cambiate mestiere!! Unica consolazione il bacio di Adde!!! |
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