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27/12/24
EDOARDO BENNATO
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA ENNIO MORRICONE, SALA SANTA CECILIA - ROMA
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I DIECI COMANDAMENTI - # 6 - Gli archetipi del redattore
25/02/2016 (2890 letture)
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Se, come abbiamo visto precedentemente in questa stessa serie, il mondo della musica metal è sommerso dagli archetipi più disparati, allora è quantomeno naturale che alcuni di questi esseri nati da una costola di Belzebù, tanto affascinanti quanto complessi, possano sviluppare una propria personalità, specialmente quando si trovano da soli di fronte alla tastiera di un computer con l’intenzione di redarre un’opinione su un disco o su un’esibizione live. Ancora una volta, mettetevi comodi e fate partire il secondo movimento della Suite per Orchestra n° 3 di J.S. Bach, che Metallized vi sta per accompagnare fra i meandri dell’esistenza multimediale del sacro metallo, cercando di semplificarla il più possibile e di riassumerla nelle dieci macro-categorie più diffuse sui portali di musica metal italiani. E ricordatevi che il sentirsi offesi da quanto scritto in alcune di queste righe, è una reazione con un altissimo tasso di specificità, tanto da essere sufficiente per diagnosticare l’appartenenza alla categoria stessa. Come sempre, cercate di non fare troppo rumore, mentre vi inoltrate in questo mondo e, se proprio non riuscite a rimanere silenziosi, almeno fate in modo che i vostri suoni si accomunino di buon grado con ugole disperate, amplificatori fumanti ed il tramestio scalpitante di centinaia di anfibi che corrono in cerchio.
1) IL CAUTO (Redattorius Cautus) Partiamo dallo scrittore metal più presente in natura, soprattutto quando si tratta di affrontare le prime elaborazioni per una webzine, qualunque essa sia. La folta giungla del commento libero ha funzionato da binario diretto per l’instillazione del timore reverenziale e dell’insicurezza nell’animo del redattore medio, causando una naturale deviazione dello scrittore nei comodi meandri della cautela. La principale preoccupazione del Redattorius Cautus al momento della consegna dello scritto, è rivolta alla possibile, pantagruelica caccia all’uomo indetta dal Metallarus Yotobii (clicca qui per ulteriori dettagli) in un inseguimento di byte in byte, costellato da insulti, sfregi virtuali, intimidazioni che comprendono l’estorsione, l’omicidio, sino ad arrivare -nei casi più gravi- alla minaccia di un’esibizione live dei Bring Me the Horizon sotto casa. Come è facilmente intuibile, l’elaborato del Redattorius Cautus sarà acerbo, lineare, semplice e bilanciato come una dichiarazione d’intenti da parte della Svizzera in tempo di guerra. Non leggerete mai, in uno scritto di tale redattore, azzardi di qualsivoglia tipologia e/o entità che si tratti di semplici inquadramenti di genere o pacati riferimenti alla carriera passata della band stessa. Per il Redattorius Cautus, i Megadeth hanno sempre suonato un genere riconoscibilissimo dai suoi appassionati, il cosiddetto "Stile Megadeth", così come gli Slayer hanno sempre mantenuto la loro efferatezza "alla Slayer", in un caleidoscopio ammasso di riferimenti che trasudano lo stesso coraggio dell’uomo che viene interpellato dalla compagna sull’eleganza di un determinato tipo di pantalone appena acquistato.
"Com’è l’ultimo disco dei Maiden? Oh, credo che rappresenti proprio quello che stavi cercando. Hai fatto sicuramente un buon acquisto, non che tu ne abbia mai sbagliati in vita tua, visto il tuo buongusto. E quell’infinita sezione di pianoforte di Empire of the Clouds ha proprio quel savoir-faire che ti snellisce i fianchi alla perfezione!"
Ora, come potrete immaginare, la vita del Redattorius Cautus è molto difficile: il terrore continuo, l’aberrante accumulo di paranoie ed una discreta incapacità di tirare fuori le palle al momento giusto, lo rendono una delle prede più ambite da parte del commentatore da internet. Infatti, pur trovando una tana sicura nell’elegante stile "politichese" dove si enunciano un sacco di belle parole, senza mai esprimere un concetto definitivo, il Redattorius Cautus si scontrerà molto presto con le numerose nemesi evolutive che il world-wide-web ci ha regalato negli ultimi anni. Nonostante le incessanti critiche che verranno mosse, tra cui quelle di un certo Dante Alighieri che ha dovuto sub-affittare ben tre gironi a causa del sovraffollamento del Limbo a causa della presenza di troppi scrittori ignavi, il Redattorius Cautus risponderà sempre con la coda tra le gambe, mettendosi prono di fronte ad ogni critica come se fosse stata mossa da Ronnie James in persona. La valutazione finale, ovvero il numeretto simbolico che ha l’effetto di attirare la folla come una ragazza ad un concerto dei Cynic, si attesterà sempre tra il 70 ed il 75, voto che non può offendere né la band, né i lettori. Certo, le critiche pioveranno sempre, ma saranno facilmente aggirabili grazie ad una valutazione sorniona ed inattaccabile. Purtroppo, il Redattorius Cautus è destinato ad avere vita breve, eliminato dall’eccessivo accumulo di emozioni successivo alla pubblicazione di ogni scritto, cosa che lo conduce rapidamente ad un esaurimento nervoso ed all’abbandono immediato del ruolo non appena deve occuparsi di un artista famoso; la sua presenza rimane comunque accertata in quasi tutte le webzine grazie ad un elevatissimo ricambio generazionale di individui inconsapevoli che saranno felici di occuparsi di recensioni di gruppi sconosciuti, di cui nessun parla e su cui nessuno può dare un giudizio.
2) IL PROVOCATORE (Redattorius Incautus) Sappiamo tutti che la natura si basa su meccanismi di autoregolazione che intervengono e mutano qualsiasi elemento prevalga in questo universo. Nel magico mondo dei redattori, la presenza del Redattorius Cautus è condizione necessaria e sufficiente affinché si possano individuare scrittori dal carattere diametralmente opposto. Il Redattorius Incautus si contraddistingue da tutti i restanti recensori per la sua innata voglia di inserire frasi provocatorie nel proprio scritto, che siano riferite alla band in questione, a gruppi che non c’entrano assolutamente nulla o a commenti caustici ricevuti in precedenza, su altri scritti. Al contrario del succitato, l’Incautus possiede un incredibile sangue freddo ed un livello di provocazione che supera quello di un uomo nudo durante la fiaccolata ecclesiastica del giovedì sera. Mentre scrive, sul suo viso è possibile notare un sorrisetto sarcastico, con la tipica espressione del bastardo che è perfettamente consapevole di star costruendo le basi di un putiferio che, al confronto, la questione del Medio-Oriente la si risolve con una mano legata dietro la schiena. Una volta pubblicata la recensione, il Redattorius Incautus si sdraia sulla sua amaca posta di fronte al computer e, con una tazza di tè fumante in mano, si appresta a leggere i numerosi commenti che fioccano come imprecisioni batteristiche ad un concerto dei Metallica. Mentre i commentatori rosicano sulla propria tastiera, mordicchiando la scrivania e rovinandosi le unghie dell’anulare sul tasto del Caps Lock, il Redattorius Incautus se la ride, godendosi qualsiasi insulto che viene indirizzato al suo intelletto, alla sua famiglia e/o al suo cane. Le valutazioni sono le più imprevedibili dell’intero panorama editoriale, ancor più di quelle del Bipolare, dato che spaziano su tutti e cento i punti a disposizione, con la stessa identica probabilità per ognuno di quei numerini di saltare fuori al fondo dello scritto. Sprezzante del pericolo, il Redattorius Incautus è come l’uomo sposato da trent’anni che non ha paura di far conoscere le proprie opinioni alla moglie pur di andarsene da un negozio di vestiti.
"Com’è l’ultimo disco dei Maiden? Fa cagare. E quella suite finale mi fa ancora più rabbrividire della tua cellulite. Ps: odio tua madre e Bruce Dickinson"
Ora, se riuscite anche solo lontanamente immaginare a quanto una donna sposata da decenni possa essere pericolosa, rendetevi conto che il Redattorius Incautus si pone come bersaglio vivente per centinaia di commentatori con le mestruazioni, attirandosi insulti tanto per farsi una risata e per affermare il proprio coraggio nel branco della redazione. Malgrado le provocazioni seminate nei suoi scritti, il Redattorius Incautus è comunque uno degli scrittori più imparziali e privi di timore reverenziale, proprio grazie a questa sua caratteristica innata di dire sempre ciò che pensa, grazie anche ad una smodata documentazione sul disco -o sulla band- da trattare. Ricordatevelo, non troverete mai un Redattorius Incautus impreparato, quindi rispondere alle sue provocazioni può servire solamente a due cose: farvi sfottere a livello personale e causare una grande risata, confermando quanto precedentemente esternato nella provocazione. Fate attenzione.
3) IL PREVENUTO (Redattorius Prevenutus) Per uno scrittore di musica metal, l’elemento più difficile da inglobare nei propri elaborati è la totale imparzialità nei confronti di tutte le band trattate. Che si tratti del peggior gruppo mai sentito, così come di artisti dalla fama indiscutibile, una recensione scritta dal Redattorius Prevenutus è la sagra del luogo comune, su cui viene basata l’intera disamina, talvolta a ragione, molte altre volte a torto. Vuoi per convinzioni personali, vuoi per un’intensa repulsione alla band o alla fan-base che vi aleggia intorno, il Redattorius Prevenutus è spesso voglioso di trattare le band più discusse e controverse della storia della musica. Si sprecano quindi intere disamine su Dream Theater, Metallica, Bring Me the Horizon, Opeth, Dragonforce, andando a concentrarsi principalmente sull’elemento che più fa incazzare la fan-base. Che siano i brani modestamente ritoccati in studio come l’epitelio di Renato Balestra, o l’immagine della band che viene utilizzata per far colpo su ragazzine adulanti, capaci di lanciare fiotti di bava di mezzo metro alla vista di un tatuaggio ed una piastra per capelli, o ancora l’assenza del growl in una band che ha fatto del progressive death metal il proprio stampo. O quello schifo di Re-Load. Tutto vortica intorno ad un elemento chiave che viene utilizzato a mo’ di provocazione, forse per stimolare il dibattito, forse per rendere ridicoli determinati commenti, o forse per una naturale stima che il Redattorius Prevenutus ha nei confronti del Redattorius Incautus. La differenziazione di tale categoria, tuttavia, consiste in due grosse frange di Prevenuti: una consapevole e provocatoria, l’altra ingenua e cretina. Il Prevenuto modello è quello che consapevolmente riesce a concentrare l’intera disamina (talvolta di ottima qualità e finemente cesellata in ogni sua parte) su una singola fase provocatoria, nella testa del commentatore da internet troppo stupido per comprendervi la punzecchiatura. Ed ecco che, quindi, partono invettive nei confronti dell’imparzialità del redattore, di quanto egli/ella sia incapace e una vera e propria vergogna per il mondo del giornalismo musicale. Spesso, dietro il suo lavoro si nasconde una preparazione ed un ascolto del materiale in questione di livello assoluto, con una particolare attenzione agli elementi compositivi ed agli arrangiamenti, con la naturale sicurezza di chi è certo di non trovare nulla di tutto ciò. Così facendo, mette la verità di fronte all’isterico fanboy da internet che, ovviamente, reagisce con la gloria di una leonessa in possesso di una borsetta da lanciare, prodigandosi negli insulti più pittoreschi e divertenti che una mente umana poco brillante è in grado di pronunciare. Talvolta, capita che a sentirsi provocati e giudicati siano anche commentatori un po’ più esperti, ed ecco che allora ci troviamo di fronte ad uno dei movimenti più profondi e meravigliosi della natura del metallaro: il voltagabbana. Se non si è d’accordo con un Redattorius Prevenutus, pur di contrastarlo si rinnega completamente il proprio passato, andando a difendere l’indifendibile con frasi fatte e, spesso, molto più prevenute della recensione stessa. Ma di questo parleremo in un articolo a parte. Ah, la seconda frangia del Redattorius Prevenutus è meno caricaturale, dato che possiede un quoziente intellettivo direttamente proporzionale ai bpm di un brano dei Mournful Congregation ed è troppo ignorante per poter anche solo credere di provocare il pubblico con frasi pungenti e d’effetto. Solitamente si nasconde dietro ad una frase del tipo:
"L'ultimo dei Maiden è una schifezza assoluta. Cosa se ne fanno di tre chitarre se suonano sempre la stessa roba? Ascoltatevi i Dragonforce che lì si che c’è innovazione, tecnica e poi Herman Li fa i "piri-piri" con la chitarra a velocità supersonica. Mica cazzi.”
Vi dispensiamo un consiglio: occhio a distinguere bene le due categorie, perché è vero che da un lato ci può essere soltanto uno sponsor inconsapevole della Durex, ma dall’altro si può nascondere anche solo un furbissimo elemento che vuole tirare fuori l’ignoranza ed il "rosicamento" celato in voi commentatori, fino all’ultima goccia.
4) IL FIDUCIOSO (Redattorius Ab Fiducia) Il Redattorius Ab Fiducia non esisterebbe, se tutti i dischi seguissero dei canoni ben prestabiliti, con durate perfettamente nella media e quasi nessuna sperimentazione. L’avvento del progressive e della musica metal più complessa in generale, ha costruito una ristretta nicchia di recensori che, non avendo le competenze o la voglia -o entrambe- di dedicare giornate intere all’ascolto di un album lungo, elaborato e che richiede moltissime riproduzioni per rivelare i lati più nascosti di se stesso, scivolano nella sagra del luogo comune in modo ancor peggiore del prevenuto frangia-stupida, senza manifestare alcun interesse provocatorio all’interno dello scritto. Solitamente, il Fiducioso assegna un voto di metà classifica, dichiarando l’impossibilità di una valutazione più approfondita nei primi giorni dalla pubblicazione di un disco così elaborato. L’idea di prendersi qualche giorno in più per riuscire a scrivere una recensione solida e motivata di un disco che se la merita, non lo tange a prescindere, visto che una pubblicazione anticipata sui tempi delle webzine concorrenti è indice di numerosissime letture. E di altrettanti insulti, ma questo poco importa visto che il Redattorius Ab Fiducia è un fermo sostenitore del "se ne parli, anche male, purché se ne parli". Si tratta anche del redattore di più difficile individuazione al di fuori del campo progressive, in quanto si può facilmente mimetizzare tra i Redattori Cauti per quanto riguarda generi un po’ più stagnanti come thrash, heavy e power. Alla fine, ad un Redattorius Ab Fiducia bastano circa cinque minuti per farsi un’opinione di un disco heavy, solitamente bollato come "canonico sulla linea dei precedenti a cui viene aggiunto un pizzico di modernità che non guasta mai" e, la maggior parte delle volte, nessuno potrà nemmeno dirgli che ha torto perché avrà comunque individuato i punti salienti della recensione, suo malgrado. In questa specializzazione, dovremo essere molto bravi ad individuarlo da alcuni piccoli elementi che lo contraddistinguono dal Redattorius Cautus. Infatti, se il Cauto riesce ad evitare la fatidica domanda della fidanzata di fronte ad un paio di nuovi pantaloni, il Fiducioso si getta a capofitto nel turbinio d’emozioni femminili senza nemmeno valutare il pericolo circostante, come un uomo scapolo di bell’aspetto in una serata di balli latino-americani per zitelle.
"Com’è l’ultimo disco dei Maiden? Oh, è bello quanto i precedenti. E quell’infinita sezione di pianoforte di Empire of the Clouds che ho sentito una volta sola, crescerà con il tempo. E sono fiducioso che al tuo culo non succeda lo stesso, dopo che ci saremo sposati!"
Come potrete facilmente immaginare, il Redattorius Ab Fiducia non è molto amato dal pubblico, almeno da quello più intelligente ed attento. Infatti, spesso i suoi lavori sono contornati da insulti e da pernacchie, delle quali il Fiducioso poco si cura, visto che il rapporto tra visualizzazioni del sito e pernacchie, sta ormai tre a uno. L’importante è pubblicare prima degli altri. Come un cuoco che, per battere il proprio concorrente, invece di aspettare il consueto rifornimento di vivande fresche prima di cucinare, decide di usare una pila di merda priva di qualsivoglia valore nutritivo. D’altronde, è anche vero che miliardi di mosche non possono essere in errore. Chissà, magari la nostra visione sul Fiducioso cambierà col passare del tempo. Per ora, questa sezione dell’articolo non ci è sembrata tanto malaccio, anche se le potenzialità enormi potrebbero avere la meglio, col passare del tempo. Alla prossima!
5) L’IMPREPARATO (Redattorius Gnurantis) A differenza del Fiducioso, il Redattorius Gnurantis non è proprio in grado di concepire una valutazione pregna di "paraculata", limitandosi a spiegare con frasi brevi e dalla struttura semplice e ripetitiva, come il disco si presenta. L’utilizzo grammaticale è ridotto ai minimi termini, con frasi ripetute un sacco di volte. Oltre alle ripetizioni, che sono ripetute per rafforzare un concetto che non ha necessità di essere rafforzato con una ripetizione perché è già sufficientemente forte. Però ripete, perché è l’unica cosa che è in grado di fare. L’unica. E quando intendo unica, voglio proprio dire unica. Non fatemelo ripetere. Solitamente, il Redattorius Gnurantis viene utilizzato come redattore di heavy metal classico o di hard rock, generi in cui si sono scritte talmente tante recensioni da potersi occupare dell’album semplicemente scrivendo parole a caso tra "heavy", "interessante", "sezione ritmica", "assolo", "buona band" e senza rischiare di essere contraddetto da nessuno, tranne che dal suo vecchio insegnante di italiano e dal logopedista di Jovanotti. L’elemento più divertente dell’Impreparato arriva quando il redattore acquista fiducia nelle proprie scialbe capacità, credendosi il nuovo Alessandro Manzoni del metal e comincia a fare paragoni imbarazzanti, mettendo in mostra il proprio essere Gnurantis: ecco, quindi, che oltre ai devastanti obbrobri grammaticali e sintattici, fioccano paragoni tra Metallica e Pink Floyd, tra Iron Maiden e The Doors e tra Maurizio Costanzo e Rocco Siffredi. Solitamente, non manca la gaffe tipica di chi scrive senza conoscere ciò di cui sta parlando, ma si rifà solamente a quanto sentito dire da eminenti metallari da lui ritenuti molto più esperti.
"Com’è l’ultimo disco dei Maiden? Buona band, interessante sezione ritmica e assolo heavy. La voce di Dickinson è sempre stata migliore di quella di Hetfield, basta fare un paragone tra The Number of the Beast e Orion per capirlo."
Quando poi viene smascherato, il Redattorius Gnurantis si nasconde dietro affermazioni ancora più divertenti, come:
"Sarai tu ad esserti sbagliato. La copia di Master of Puppets di mio cuggino che vive in America ha anche la parte cantata in Orion. Però non posso fartela ascoltare perché non ci parliamo più da anni."
Oltre a dimostrare una certa qualità scadente all’interno della redazione in cui lavora, il Redattorius Gnurantis è una vera e propria enterite ricorrente per il Redattorius Supremus, da alcuni anche chiamato Capo Redattore o Boss. Infatti, almeno il novantanove percento degli scritti pubblicati dall’Impreparato causano forti bruciori allo stomaco, dissenteria e gonorrea spontanea a chi deve rappresentare la Redazione di appartenenza. Per ovvi motivi, il Redattorius Gnurantis non sopravvive molto a lungo all’interno delle webzine basate su una certa serietà produttiva, mentre trova fertile terreno di riproduzione nei siti dove l’apparenza conta più della sostanza.
PS: il Redattorius Gnurantis non è da confondersi con il Redattorius Analphabetis, piccola variante che a discapito di una formazione musicale estesissima ed eccelsa, associa l’incapacità pressoché totale di scrivere una recensione di senso compiuto in italiano. Di solito, li possiamo individuare nei generi più grezzi come il punk, l’hardcore ed il crust in cui spicca la fantomatica capacità di creare neologismi eccezionali, associati a tempi verbali mai visti nemmeno ai tempi del fiorentino antiquo sotto sostanze psicogene.
6) IL BIPOLARE (Redattorius Bipolaris) A tutti capita di avere sbalzi di umore, in diversi momenti della propria vita. Succede quando si è sotto stress, quando la vita riserva situazioni difficili, oppure quando si ascolta per più di venti secondi il rullante di St. Anger. Ebbene, il Redattorius Bipolaris dimostra il meglio (o il peggio) della propria instabilità psichica quando si trova a recensire i dischi che gli vengono assegnati. Solitamente ci troviamo di fronte ad una persona che, all’apparenza, pare normale. Apprezza la musica come tante le altre persone, sceglie i dischi con cura e li ascolta con una discreta attenzione, senza saltare mai nessuna traccia, né massacrarla a priori come un Prevenuto. Eppure la sua frangia di voti passa da un 30-45 a un 80-95. L’intera sezione centrale dello sconfinato mondo dei numeretti di valutazione non viene nemmeno presa in considerazione, un po’ come una proposta di songwriting di David Ellefson nei Megadeth. Giocoforza, lo spettro di valutazioni così distaccato e posto agli antipodi suddivide i gruppi valutati dal Redattorius Bipolaris in due categorie: i maestri del genere, fautori di veri e propri capolavori che, nonostante qualsiasi difetto venga loro inculcato dalle barbare valutazioni del commentatore medio, continuano a produrre dischi esagerati e meravigliosi, da ottantacinque in su; e le band che gli hanno storpiato il cane con la macchina, mentre facevano manovra per uscire dallo studio di registrazione. Non esiste una via di mezzo. Ecco dunque che ci troviamo la band della porta accanto, che produce un disco di classicissimo heavy metal ma viene preso in simpatia dal redattore e riceve un bel novanta. Ed ecco che, dall’altra parte, troviamo un disco meraviglioso, sperimentale e ben bilanciato che riceve una recensione che finisce a sputi e mani in faccia, nemmeno fosse una reunion tra Mustaine e i Metallica di fine anni ottanta. A volte, nei casi più gravi, accade anche che il bipolarismo latente del Redattorius Bipolaris si manifesti all’interno della stessa disamina: questo accade quando il lavoro è innegabilmente valido, considerato un vero e proprio capolavoro all’unanimità, eppure il bassista della band ha fatto prendere un infarto al gatto del redattore con uno slap troppo feroce. In questi casi, troveremo una disamina che individua e celebra tutti gli elementi positivi dell’album, senza particolari provocazioni, né fieri insulti. Poi il numeretto della valutazione prende vita a sé, distaccandosi da tutto ciò che le mere parole hanno descritto poco prima, cacciando fuori un voto che c’azzecca come i Dead Kennedys ad una convention repubblicana. Ecco quindi che, il Redattorius Bipolaris risponderà in modo piuttosto pittoresco alla nostra consueta domanda musicale paragonata all’acquisto di un paio di pantaloni della convivente:
"Com’è l’ultimo disco dei Maiden? Suonano bene ed hanno una produzione piuttosto elevata. La passione che Bruce Dickinson ha messo nel giro di pianoforte di Empire of the Clouds fa venire le lacrime agli occhi. Quasi come i tuoi pantaloni del cazzo, maledetta stronza! Voto 40."
Come potrete immaginarvi, raramente il bipolare possiede qualcosa che possa anche solo essere lontanamente simile ad una ragazza, men che meno ad una moglie. Fate attenzione quando gli fate notare le incongruenze tra la valutazione e quanto scritto nella disamina, perché gli ultimi a rimproverare un Redattorius Bipolaris sono stati gli Animals As Leaders e da quel momento hanno dovuto comprare chitarre a otto corde, per ovviare alla scomparsa del bassista originale in chissà quale colata di cemento. Tutto per colpa di un dannato gattino, preso accidentalmente sotto con la macchina fuori da una sala di registrazione. Pensate se fosse stato animalista, oltre che bipolare.
7) L’INNOVATORE (Redattorius Novis) Se non c’è qualcosa di mai sentito in un disco, allora quell’album non merita di essere ascoltato. Che si tratti di una scoreggia registrata in acustico, o di un assolo di gallina come nella miglior tradizione Peste Noire, almeno qualcosa di innovativo, mai udito e tentato prima, deve esserci in un album per raggiungere la sufficienza in uno scritto del Redattorius Novis. Appare dunque evidente che band come AC/DC, Airbourne e compagnia bella siano quanto di peggio si possa presentare nel panorama musicale, per l’Innovatore. Al contrario, qualsiasi disco che rinnovi il sound della band, è benvenuto. Anche nel caso del Redattorius Novis abbiamo la distinzione in due macro-categorie: l’Innovatore generico e l’Innovatore specifico. Il primo necessita di elementi innovativi e mai sentiti a priori nel mondo della musica, per poter apprezzare un disco; quindi, attualmente, vista la saturazione del mercato e le sue relative sfaccettature, osserva le nuove uscite con la stessa eccitazione di Rocco Siffredi in un circolo di lettura per zitellone irrecuperabili. L’innovatore specifico, invece, è più semplice da soddisfare: infatti, è sufficiente che ci siano innovazioni nel sound della band stessa. Questo lo porta ad essere un po’ meno attendibile della sua controparte generica, essendo facilmente influenzabile da qualsiasi cazzata una band decida di mettere nel nuovo disco: apprezza St. Anger perché il rullante finalmente suona "fresco" e "nuovo" rispetto a quello di Master of Puppets; adora Lulu perché James Hetfield ha cantato una linea che dichiara "I am the table!" e mai nessuno, nella sua vita di musicista, ha mai lontanamente pensato di immedesimarsi in un tavolo. Innovatività all’ennesima potenza. Certo, il suo successo nella frangia di pubblico conservatrice rasenta lo zero, in quanto se il Redattorius Novis viene chiamato a recensire un disco di una band old-school, per quanto compatto e piacevole sia, verrà comunque cazziato a priori e farà sollevare un’ondata di ribelli commentatori, pronti ad insultare lui e tutte le persone che hanno condiviso una molecola d’ossigeno. Al consueto appuntamento con i Maiden e la potenziale ragazza alla scelta di un paio di pantaloni, in questa categoria troveremo due tipi di reazioni. La prima è dell’Innovatore generico:
"Com’è l’ultimo disco dei Maiden? Il pianoforte lo suonavano già Mozart e centinaia di altri artisti, secoli fa. Per di più le chitarre usate hanno sei corde, come quelle di migliaia di altre band e oltretutto Steve Harris ha i capelli castani come me. Dove cazzo sta l’innovazione? È sempre la solita brodaglia! E i tuoi pantaloni hanno spazio per due gambe. Siete così scontate voi donne."
La seconda è dell’Innovatore specifico:
"Com’è l’ultimo disco dei Maiden? Bruce suona il piano! Hanno fatto un pezzo che è lunghissimo, come una suite, mai sentita nella loro discografia. Meraviglioso, il miglior album dai tempi dei Sumeri. Anche i tuoi pantaloni sono belli, cara. Ma domani ne compriamo un paio diverso, perché se no sei troppo scontata."
Come potrete notare, la differenza tra i due è sostanziale, malgrado appartengano alla stessa nomenclatura latina. “Non odnepas emoc erinif al animasid ni odom otairporppa, omaivorp a erevirsc amitlu’l esarf la oirartnoc”. Così si che sembriamo davvero innovativi. 8) IL NOSTALGICO (Redattorius Nostalgicus) Quando una band storica pubblica un album nuovo, almeno uno dei redattori che se ne occupa nel panorama editoriale italiano è un Redattorius Nostalgicus. Non importa la qualità di quanto messo in campo, non importa che esso rappresenti una vera e propria ventata d’aria fresca e che possieda un fascino incredibile per i tempi moderni: gli album scritti in precedenza, soprattutto negli anni ’80-’90 saranno irrimediabilmente migliori e meritevoli di ascolto. Come potrete immaginare, il Redattorius Nostalgicus è principalmente rivolto e/o interessato alle band storiche con una carriera ultra-decennale alle spalle. Di conseguenza, tutte le nuove realtà vengono bollate a priori come scadenti o non all’altezza delle band capostipite di un genere musicale. Il suo depresso grido di battaglia è "Il Metal è morto", urlato a squarciagola ogniqualvolta si trova di fronte ad un brano più recente degli anni novanta, abbracciando con infinito amore la sua discografia originale degli Iron Maiden fino a Seventh Son of a Seventh Son. Le sue disamine sono di due tipi: quelle esaltanti, pregne di dettagli e curate nei minimi particolari per quanto riguarda gli album storici e quelle piatte, apatiche come un thrasher trascinato contro la propria volontà in discoteca il sabato sera, per quanto concerne le nuove uscite. Le sue valutazioni seguono pressoché l’intero spettro a disposizione, soffermandosi tuttavia al di sotto del sessantacinque per le nuove leve e rimanendo stolidamente sopra l’ottanta per le vecchie glorie, anche quando si tratta un passo falso della band. Ecco dunque che troviamo il nostro Nostalgicus che bolla negativamente un Melana Chasmata dei Triptykon, intonando un coro in onore di Tom G. Warrior e del suo "meraviglioso" Cold Lake, un disco per lui almeno da 85. Solitamente, questa tipologia di redattore viene osannata dalla maggior parte degli ascoltatori ultra-quarantenni i quali, allo stesso modo, hanno smesso di evolversi, ristagnando nella loro utopica aura ottantiana, e viene massacrata di insulti dai ragazzini e dagli estimatori della musica più moderna, tecnica e curata. Un altro grido di battaglia del Nostalgicus è il totale rifiuto verso le produzioni precise, cotonate e bilanciate delle ultime pubblicazioni, preferendovi un cacofonico caleidoscopio di gelo alla Nattens Madrigal. Nella sua nuclear-blastofobica natura, il Redattorius Nostalgicus è anche uno dei più pignoli per quanto riguarda la firma con determinate case discografiche le quali, a suo dire, influenzerebbero eccessivamente gli artisti, conducendoli verso l’abominevole cammino della modernità. Potete anche solo immaginarvi quale sia la risposta quando chiediamo anche a lui
"Com’è l’ultimo disco dei Maiden? Intendi Powerslave? E comunque, cara, i pantaloni che vuoi comprare fanno schifo, molto meglio quelli cuciti a mano da un cieco durante il nebbioso inverno antecedente alla prima guerra mondiale."
Fortunatamente, il Redattorius Nostalgicus non si potrà innervosire per quanto scritto, in quanto sta ancora seguendo il caro e vecchio metodo delle missive, con cui invia elaborati scritti su pergamena tramite piccione viaggiatore al suo Capo Redattore di riferimento e legge le news con un ritardo di circa quindici anni. Non ditegli che i Maiden hanno inserito una suite con pianoforte, o potrebbe morirne di crepacuore.
9) IL SINTETICO (Redattorius Sinteticus) Recensisce un disco degli Ayreon in cinque righe, nelle quali è inclusa anche una breve biografia di Arjen Anthony Lucassen, compreso il suo nome scritto per intero.
"Com’è l’ultimo disco dei Maiden? Lungo."
10) IL LOGORROICO (Redattorius Dantis) Il Redattorius Dantis è, probabilmente, il tipo di recensore che prende maggiormente sul serio il proprio lavoro, anche se certe volte è necessario fermarlo con una sberla sui denti. Ogni suo elaborato non deve risultare più breve di tre-quattro pagine di word, anche se si sta parlando di un EP da tre tracce ed una decina di minuti di durata. Quando gli viene fatto notare con gentilezza che ha scritto troppo, causando una discreta incidenza di suicidi tra le file dei Redattori adibiti alla pubblicazione degli elaborati, il Redattorius Dantis lancia un’occhiataccia raggelante al fautore della critica, simile a quella dello squalo bianco quando gli rovesciano la birra. Lui non scriverà mai poco. Non scriverà mai male. E non scriverà mai tanto per scrivere. Ogni suo elaborato conterrà miliardi di informazioni, reperite su siti più o meno specializzati, come se fosse una pubblicazione da inserire nel curriculum vitae di un primario in Cardiochirurgia. Informazioni che, per rappresentare un disco al lettore della webzine, servono come una bicicletta ad un pesce. Solitamente, il Dantis introduce lo scritto andando a parlare del grado di curvatura dello spermatozoo del padre del frontman, ricavando la caratteristica sonora dell’ugola dal modo in cui esso si è fatto strada pogando tra i confratelli per raggiungere lo Shangri-La femminile. A questa curiosa descrizione delle peculiarità virili, si somma un paragone con la formazione della band, il background storico-musicale del periodo e del luogo in cui il gruppo è stato fondato, a cui viene associato un determinato valore che andrà poi moltiplicato per il valore dell’integrale del movimento astrale del giorno di fondazione. Questo se il frontman è Capricorno con Ascendente Pesci e Luna in Cancro; altrimenti si devono effettuare alcune variazioni, giusto per capire la personalità del fonico che ha registrato per la prima volta il suono della chitarra solista nella traccia uno del debut-album. Terminata l’introduzione dell’introduzione e compiuti questi semplici calcoli matematici, il Redattorius Dantis ottiene un numero (che purtroppo non è 42) che rappresenterà il numero di righe che dovranno comporre la disamina. Allora ecco che ci si avvierà, finalmente al succo del discorso, passando solamente per un’altra introduzione che descrive minuziosamente l’ascesa della band, il giorno in cui hanno iniziato a suonare il proprio strumento ed il numero di ore che hanno impiegato in sala prove per andare tutti quanti a tempo, prima di tentare una registrazione. In cima ad uno scritto del Redattorius Dantis, solitamente si trova un numerino che indica il tempo stimato di lettura dell’elaborato, che può variare dalle tre alle quattro ere glaciali per quanto riguarda la recensione di un full-length e, cosa ancora più importante, il simbolino di un cilicio che il lettore dovrà obbligatoriamente indossare prima di cominciare la sconfinata lettura, giusto per immedesimarsi nella sofferenza letteraria. Nonostante l’estensione sconfinata dei suoi elaborati, il Redattorius Dantis è capace di consegnare dalle sette alle dieci recensioni al mese, senza contare gli articoli, più lunghi di un rotolo di carta igienica commercializzata sulle nostre televisioni e che spesso ammontano fino a dieci elaborati. Mentre gli scienziati dell’Accademia delle Scienze Bio-metallare di Uppsala cercano una risposta a questo quesito, noi poveri umani continuiamo a chiederci come sia possibile mantenere questo ritmo di pubblicazioni, accontentandoci di leggerne una ogni tanto, quando abbiamo un paio di mesi di ferie a disposizione. Ah, ovviamente il Redattorius Dantis è l’unico tipo di redattore a parlare più della moglie, anche quando l’accompagna a fare shopping.
"Com’è l’ultimo disco dei Maiden? Allora, partendo dal fatto che Bruce Dickinson è entrato nella band solamente nel 1981, quando si è esibito al Palazzetto dello Sport di Bologna, probabilmente la sua mentalità classicheggiante influenzata dai grandi artisti di musica classica italiana si è risvegliata con un leggero ritardo ed è arrivata, trentacinque anni dopo, a comporre un pezzo di pianoforte per Empire of the Clouds. E qui ce ne sarebbero di cose da dire, come su quei pantaloni che hai scelto, la cui seta è stata…"
Certe volte, piuttosto che fare il responsabile di pubblicazione di un Redattorius Dantis, si può optare per un lavoro meno faticoso, come il minatore non-stop nelle cave del Sud-America. Quel che è certo, è che nella scala dei lavori peggiori del mondo, dopo l’uomo che revisiona gli elaborati di un Redattorius Dantis c’è soltanto il fonico di Lars Ulrich. Tutto il resto è storia.
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Questo articolo è troppo divertente: ironico ma assolutamente veritiero. Allora mm vediamo.. credo di essere un mix di cautus, nostalgicus perché sono un amante del nu metal storico e per lo stesso motivo anche un po' prevenutus visto che guardo con diffidenza le nuove band nu/alternative. Complimenti all'autore, ha centrato in pieno le principali caratteristiche dei redattori |
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Bellissimo come tutti gli altri comandamenti! Ovviamente aspettiamo con ansia il settimo comandamento e ci prepariamo anche agli "Archetipi del Lettore" che dovranno arrivare per forza: lo sappiamo benissimo che come noi vi cataloghiamo anche voi a vostra volta vedete i più disparati tipi di lettore in ogni recensione/articolo! anzi, sicuramente noi siamo peggio |
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Bravissimo Monky, ottimo articolo! Però povero Lars, gli fischieranno le orecchie ahahah |
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Okay, articolo davvero davvero geniale! |
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L'infarto del micio e la scureggia acustica mi hanno quasi fatto cadere dalla sedia |
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Monky, non ho parole, solo risate! |
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micidiale AHAHAHAHA complimenti Monky |
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Articolo meraviglioso, complimenti Davide, mi hai fatto ammazzare dalle risate ahahahahah ! |
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Ahahahahah, grandissimo Davide, davvero la sporca decina perfetta, per fotografare le bande di smandrappati che si affaticano dietro i metal portali... |
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@Painkiller: certamente, quando si fa dell'ironia si coinvolge tutto e si guarda anche in casa propria Comunque non rilassatevi troppo voi commentatori e frequentatori perché noi ci prendiamo in giro, ma verrà il giorno... |
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AHAHAHAHAHAHAHAHAH!!! HO FINITO I POPCORN CINQUE VOLTE!!! Monky tu hai nettamente sbagliato hobby, dovevi davvero fare il comico a Zelig...saresti già in turnè mondiale...comunque il provocatore e il logorroico battono tutti...vado avanti a ridere...AHAHAHAHAHAHAH |
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Qualche idea dell'appartenenza alle varie categorie dei redattori di metallized ce l'avrei, ma non la dico altrimenti mi bannate!!! ☺ Diciamo che almeno uno per categoria lo avete!!! Bell'articolo Monky. A questo punto potreste fare un sondaggio interno, tipo a quale categoria appartiene Ravem? E pubblicare il risultato. 😃. E perché non un articolo sui vari tipi di frequentatori della webzine? |
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