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27/12/24
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
CASA DELLA MUSICA – NAPOLI
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ESOTERIC + ABYSMAL GRIEF + FUOCO FATUO + ASSUMPTION - Circolo Colony, Brescia - 31/01/15
05/02/2015 (2606 letture)
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FUNERAL MOON Appena venuto a conoscenza di questa data, a stento riuscivo a crederci: certo, gli Esoteric non sono sulla mia lista quotidiana degli ascolti, sono una band da dosare piano piano, gradualmente, nei momenti di solitudine e catarsi interiore. La voglia, o meglio la curiosità di testarli in sede live per verificare che l’empatia provata "privatamente" fosse constatabile di persona era forte, troppo, per cui via: si parte. Ora, d'inverno si abbraccia il volante, un'oretta di auto e via al Colony (dove a breve inizierò a far parte del mobilio se continua così) per quasi cinque ore di doom: in precedenza pensavo quasi di immolarmi a fine serata ma, a dispetto di tutto, sorpresa e soddisfazione a tout court. Sia gli Assumption che i Fuoco Fatuo non erano mai entrati in contatto con i padiglioni auricolari del sottoscritto e vi racconterò a breve di un'ottima impressione per entrambi; degli Abysmal Grief invece che dire? Fantasticamente surrealisti, goticheggianti, e se devo dirla tutta, i veri vincitori della serata sono loro con un buon distacco. Andiamo con ordine, ad ogni modo.
ASSUMPTION Il silenzio, qualche anima persa in transumanza sotto il palco e il fumo di scena; pochi secondi e la chitarra prende vita, coadiuvata da un growl infernale, mentre la sala si copre di nero. Gli spettatori incominciano ad accorrere sotto il palco e in pochi minuti i presenti assisteranno in doveroso silenzio ad una prestazione di ottima fattura. Non servono molti orpelli e barocchismi agli Assumption per delineare la vastità della loro proposta musicale: un death doom di stampo scandinavo che nei pochi minuti di esibizione riesce a catturare l'interesse di molti. Hanno un tocco moderno alla Vallenfyre, quando la doppia casa scuote le meningi, combinati con le atmosfere maligne dei The Ruins of Beverast: una sorta di antiquariato contemporaneo, verrebbe quasi da affermare. Accompagnati da un sintetizzatore, per aumentare l'effetto psichedelico, le canzoni funzionano, diventando la prova del nove per la riuscita del concerto: la validità riscontrata in studio ha la sua conferma in sede live, e spinge a consigliare questa giovane band a tutti coloro che vivono di sfumature chiaroscure quotidianamente. Anche il pubblico apprezza con applausi, merce rara negli ultimi tempi in sede live: un motivo ci sarà, dunque? Da sottolineare in chiusura che quella di questa sera è stata la prima apparizione live di sempre del gruppo siciliano: direi che i nostri sono promossi con ottimi voti. Bravi!
FUOCO FATUO Basta qualche minuto ai lombardi per mettere a posto gli strumenti, prepararsi ed accogliere l'audience che si è radunato sotto il palco dopo la pausa paglia e/o birra dopo il primo concerto. Fumo di scena (che ci accompagnerà lungo tutto la serata) e le corde vibrano: torniamo nel regno degli abissi attraverso un funeral doom lento, sulfureo e soffocante. Il cantato in growl di Milo è pathos autentico; l'effetto catacomba, passaggio dopo passaggio attraverso riff e melodie tanto raffinate quanto coinvolgenti, è ammaliante e trattiene quasi rapiti dai demoni usciti dal palco. Tanto è il coinvolgimento in alcuni istanti che la mente vaga, avendo ogni canzone una durata ben al sopra della media: è capitato di perdere l'attenzione rifugiandomi negli androni del subconscio e credo che sia bello così, giusto e doveroso, con una band che tende a distaccarti dalla pura realtà per convogliare lamenti e male di vivere dove non splende la luce. Tre persone, tre strumenti e una platea che piano piano si è fatta sempre più numerosa ad applaudire alla fine di ogni traccia sono gli elementi chiave per un concerto intenso e in perfetta sintonia con la serata proposta. Pochi orpelli e tanta voglia di dimostrare le capacità: suonare doom in Italia non è facile, ma piccole realtà come questa forniscono ottimi spunti di riflessione. Certo i Fuoco Fatuo non offrono una musica rivoluzionaria dal punto di vista stilistico, ma sincera e ben delineata; i presupposti per una maturazione ci sono avendo un solo full length alle spalle (esclusi i diversi EP), per cui occhio alla penna e se siete amanti del genere dategli una possibilità. Bravi!
ABYSMAL GRIEF Sapevamo già da tempo che questa sarebbe stata una serata speciale per il gruppo genovese: un live album da registrare per la prossima uscita discografica ufficiale è un evento che porta sicuramente tensione e necessita cura in ogni minimo dettaglio, sia per la propria esibizione che verso pubblico. Bene, possiamo affermare che sarà un album fantastico: in poche parole l'esibizione dei nostri è stata la migliore della serata, il coronamento di una band che zitta zitta negli anni ha affermato la qualità della proposta sonora, ampliando concerto dopo concerto la sua fanbase. Croci di 2 metri, una bara con dentro una bambina (finta... o no?), teschi, candele e incenso ad arricchire il tutto catapultano ognuno dei presenti all'interno di una cripta dove la blasfemia regna sovrana. Pochi gli sguardi di intesa tra i musicisti lungo l’arco dell’esibizione: conoscono le canzoni a menadito, sapendo come riproporle magistralmente senza alcuna sbavatura né calo di tensione, perché stasera è la musica che deve parlare. Labes C. Necrotythus è l'anima visiva della band: l'espressività del volto dietro le tastiere, combinato con un cantato egregiamente eseguito, rende alla perfezione le tematiche trattate e pendono tutti dalle sue labbra tra un applauso e l'altro. Lord Alastair è un demone silenzioso nell'ombra, non alza mai lo sguardo, la sua figura è annichilente e contornato dalla coltre nebulosa del palco si muove come un fantasma: spettacolo. Fog alla batteria effettua un lavoro enorme, con una perizia tecnica da invidiare, mentre Regen Graves snocciola i riff uno dietro l'altro per trasformare canzoni in sontuosi drappeggi gothicheggianti. Ogni singola traccia proposta prende nuova vita e il sentore degli rock psichedelico con sfumature di doom e gothic risulta unico e caratterizzato, con composizioni così coinvolgenti e ammalianti come raramente se ne sentono: onore al merito. Lunghe ed articolate, esse rendono omaggio ad un tempo oramai spesso dimenticato, omaggio da parte di gente nata e cresciuta in un epoca sbagliata che tenta di fare rivivere decadi di vera musica, quando l’ispirazione era la vera arma di distruzione. Una Prestazione con la P maiuscola: applausi a scena aperta ed una voglia irrefrenabile di poter ascoltare su disco la serata appena immortalata il prima possibile, di rivederli dal vivo e, per quelli come il sottoscritto che ancora non avevano un loro album, comprarne uno per deliziarsi nuovamente nel privato. Dopo quasi un'ora Labes si rimette il cilindro, spalle al pubblico ed insieme ai suoi gregari, silenziosamente così come era arrivato, sparisco nelle quinte. Chapeau!
ESOTERIC Tocca agli headliner: breve cambio palco dove tutta l'attrezzatura degli Abysmal Grief viene riposta dietro le quinte e con un breve soundcheck l'intro prende vita. Greg Chandler con chitarra e microfono ad archetto prende possesso del palco: tre chitarre, un basso a sei corde e Joe Fletcher dietro le pelli che con quell’atteggiamento allegro e spensierato rintocca le funeree timbriche della band. Un po' di gente se n'è andata, probabilmente a causa della fine dello show precedente, ma passata la mezzanotte l’essenza del funeral doom prende vita. Ascoltarli su disco è un'esperienza unica: i nostri hanno plasmato album di valore uno dietro l'altro senza mai sbagliare un colpo ed ora sentire quelle sonorità live è una occasione quasi irripetibile. La voce effettata di Greg porta la musica della band ad un livello tanto abissale quanto catartico, difficile in alcuni momenti riuscire a percepire la distanza tra cantato e il puro latrato di sofferenza, ma questo è il mondo degli Esoteric. Lente, mastodontiche note pesanti come macigni si conficcano in testa tramortendoti, passaggio dopo passaggio, mettendo a terra ogni tua dogmatica certezza sulla vita stessa. Mai uno sguardo verso il pubblico, mai un sosta e una parola in più al di fuori dei testi. Gli applausi dei presenti confermano come i britannici siano oggi, ancora una volta, il punto di riferimento per questo sottogenere. Lungo l'arco del concerto la sensazione di distacco, la parete che divide pubblico e artista, non viene mai rotta; il coinvolgimento e l'empatia musicale non prenderanno mai forma definitivamente e rimani li, in catalessi, a sezionare il vuoto che man mano ti ingloba. Loro sono sul palco e non ringraziano, non chiedono nulla se non di essere ascoltati ed assorbiti per quello che sono. Non ci sono parole adatte per descrivere il concerto, bisogna viverlo e rimanere ammaliati dalle caleidoscopiche visioni che rintoccano negli occhi di ognuno, minuto dopo minuto, lungo tutta la durata. Le composizioni sono lunghe, articolate nell’oblio creato, e le tre chitarre offrono una dinamicità psichedelica difficilmente raggiungibile da altre band: i britannici sono unici e padroni del momento. Sofferenza, incomprensione dell'ego umano e tendenze autodistruttive emergono nel subconscio: a tratti l'aria manca e tu soffochi inghiottendo le distanze delle note. Finito il rituale le casse si spengono, i presenti iniziano ad abbandonare il locale e la sensazione di vuoto cosmico prende forma; accendi l'auto, i fanali, e non riesci a parlare. Ti guardi con gli altri e come ad un funerale abbassi la testa in ricordo di quel benessere interiore che ora, lontano da ogni certezza metafisica, si nasconde impaurito ed in cerca d'aiuto. Il funeral doom è liturgia, disgregazione e paradossalmente liberazione. Da ricordare per ricordare, chapeau Esoteric.
FEBBRAIO Riflettendoci, si è entrati al Colony a Gennaio e si è usciti a Febbraio: oltre quattro ore di musica che cambiano l'umore e ti sbattono a terra inerme. L'acufene danza nel timpani e un solo pensiero si idealizza: che bella serata. Quattro band dalle caratteristiche completamente diverse unite dalla passione verso il doom nelle sue forme più estreme ed anticonvenzionali. Chi più legato a decadi del passato, chi più a una convenzione antitetica in conflitto con la realtà tangibile e chi chirurgicamente seziona l’ego umano per farne cenere. Il pubblico ha reagito abbastanza bene con una partecipazione discreta, la serata come sempre al Colony non ha avuto nessun guasto, ritardo o intoppo tecnico, per cui si parlare di una riuscita al 100%. Si torna a casa in sordina, soddisfatti e con la sensazione di aver incontrato gli abissi negli occhi.
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8
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ahahahah! diamo per buona la diagnosi anche perchè è ed è stata certamente una esperienza unica. |
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7
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forse troppi effetti, delays, reverberi.... agiscono nel cervello gli esoteric, non era acufene, eri ancora in viaggio secondo me. |
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6
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non è mia intenzione criticare il lavoro svolto dal colony, non mi sognerei mai, si sentiva che il suono era stato maniacalmente curato. anzi i miei complimenti per essere riusciti ad ospitare degnamente gli esoteric, non a caso uno fra i miei gruppi preferiti. stavo in prima fila, da un lato, e sono stata altre volte in prima fila da voi, questa è l'unica volta che ho avuto problemi di fischi tanto prolungati nel tempo, ma comunque mi hai fatto capire che la responsabilità è mia, quindi pazienza. |
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5
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no critiche ai suoni no dai, è veramente comico. i suoni erano oltre la perfezione e sono stati curati per SETTIMANE prima del concerto e per 3 ore di soundcheck lo stesso giorno. su dai, c'è un limite a tutto. se poi te stavi in prima fila, davanti a greg, e ti pigliavi tutto iil suono da palco ed in particolare dell'ampli di greg, beh, qui resterebbe solo da postare un'emblematica immagine di Nelson dei simpson. |
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4
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no critiche ai suoni no dai, è veramente comico. i suoni erano oltre la perfezione e sono stati curati per SETTIMANE prima del concerto e per 3 ore di soundcheck lo stesso giorno. su dai, c'è un limite a tutto. se poi te stavi in prima fila, davanti a greg, e ti pigliavi tutto iil suono da palco ed in particolare dell'ampli di greg, beh, qui resterebbe solo da postare un'emblematica immagine di Nelson dei simpson. |
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3
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bella serata, sì, grande emozione vedere gli esoteric. ma, stavolta c'è un ma: suoni veramente, veramente troppo alti durante il loro live. gli abysmal sono andati alla grande, ma le mie orecchie man mano che gli esoteric suonavano faticavano a reggere. e poi portarsi dietro l'acufene per due giorni non è esattamente una grazia, nemmeno se procurato da loro. la cosa non può che essere andata a loro stesso discapito, in particolare mi riferisco a greg, la sua chitarra altissima non solo oscurava le altre due, ma pure la sua stessa voce. non so mi sarebbe piaciuto sentire meglio piccoli dettagli come particolari giri di chitarra, più che un muro sonoro tanto spinto. ad ogni modo lodi e onori al batterista, un titanio alle pelli, apprezzatissimo. e, un'ultima lamentela di cui proprio non riesco a capacitarmi: finito il live mi fiondo a comprare paragone of dissonance al bancone, aspetto un dieci minuti che il gruppo arrivi per le vendite....finite le taglie s m l per le magliette, la persona prima di me compra l'ultimo paragone of dissonance, e io, la seconda a richiederlo, rimango a mani vuote. mi pare una cosa talmente assurda. |
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2
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Mio dio le foto @.@ Complimenti andrea ! |
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Bravissimo Andrea. un report molto calzante e in grado di catturare... e le foto! Davvero geniali |
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