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27/12/24
EDOARDO BENNATO
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA ENNIO MORRICONE, SALA SANTA CECILIA - ROMA
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DIETRO LA MASCHERA - L'autobiografia di Paul Stanley
11/01/2015 (4379 letture)
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Il volume che non ti aspetti. Invece, sopraggiunge una sorpresa incredibile. Diciamocelo chiaramente, io per primo mi sarei aspettato la classica autobiografia di una rockstar avanti con gli anni, che ha conquistato ogni tipo di alloro discografico, che può guardare tutti dal piedistallo dei suoi enormi successi interplanetari, con conti bancari degni del Pil di un piccolo Stato centroafricano e con la prosopopea del “ho fatto questo, quello e anche tutte quelle cose là che voi umani vi sognate su Plutone: sono praticamente invincibile”. Invece Paul Stanley sbaraglia alla base le aspettative del lettore e ci frega tutti quanti, me per primo che sono kissomane da sempre e conosco tantissime cose dello “stellato” in veste pubblica. Ma del privato, del ragazzo divenuto uomo, ben poco si sapeva, si poteva solo immaginare, azzardare. Un libro genuinamente coraggioso, semplicemente eroico nel suo mettersi totalmente a nudo davanti ai propri fan, come rarissime volte accade nel music-biz e come mai era avvenuto con i Kiss. Una presa di coscienza spontanea, un flusso ininterrotto di racconti ed esperienze vissute amaramente sulla propria pelle, rivelando minuziosamente tutte le paranoie, i problemi (e sembrerà assurdo ma Stanley ne aveva davvero tantissimi), le fisime, le paure e le angosce vere che hanno tormentato la sua vita di bambino, giovane ragazzo e poi uomo di successo. Anche solo fino a pochi anni fa, quando ormai i Kiss erano divenuti leggenda. Tutte le pagine inchiostrate, qui presenti, sono state scritte da lui stesso con l’aiuto di Tim Mohr, semplice collaboratore nella stesura, ma ottimo scrittore-giornalista del New York Times e di autobiografie, tra le quali quella di Duff McKagan dei Guns. Paul Stanley racconta parecchio dei Kiss, tra episodi nuovissimi e altri già conosciuti, ma non incentra Dietro La Maschera solo e solamente sul suo gruppo, anzi, la band è il mezzo per potersi descrivere a fondo, pescare dentro di sé e esternare senza alcuna censura o remora. E credetemi, non mancano le sorprese spiazzanti, soprattutto sul suo cosiddetto “fratello” Gene Simmons. Per penetrare a fondo la materia di cui è incarnata questa autobiografia, c’è una frase che ritengo perfettamente significativa nella separazione tra l’uomo e lo Starchild, il personaggio che ha salvato davvero la sua vita. Si riferisce ad un momento in cui ormai Paul era un dio del Rock affermato e idolatrato, sempre in giro per tour, e recita testualmente così:
“ E adesso? A quel tempo, stare a casa era un vero purgatorio. Nei brevi periodi in cui i Kiss non erano on the road, me ne stavo seduto sul divano nel mio appartamento di New York e pensavo: nessuno crederebbe mai che me ne sto qui a casa da solo, senza nessuno e senza un cazzo di posto dove andare”.
Ma partiamo dall’inizio.
INFANZIA Stanley Eisen, il suo vero nome che tra l’altro ha sempre odiato e giurato di cambiare, nasce in una famiglia ebrea molto formale e anaffettiva, con l’orecchio destro quasi totalmente sordo e un moncherino al posto del padiglione auricolare, un complesso che segnerà la sua vita per sempre, in maniera gravissima. Con i bambini della sua età che lo prendevano in giro, chiamandolo “Stan, il mostro con un orecchio solo”, o gli adulti che lo fissavano senza ritegno facendolo sentire sulla graticola, matura la sua totale asocialità. I genitori si disinteressavano di lui, lo trattavano con superficialità, rendendolo un disadattato, problematizzato a morte e per di più con una malformazione evidente, insomma una famiglia anormale con una caterva di problemi di relazione e per di più con una figlia con complicazioni mentali che diverrà una tossica, rinchiusa in varie cliniche. Un mix esplosivo che indurrà il nostro a chiudersi in se stesso, ad un passo dalla pazzia, puntando tutto sulla musica per non diventare un fallito o un mendicante, creandosi una piccola corazza sistematicamente fatta a pezzi dalla durezza insensibile della madre e dal padre. Tanto che, a poco più di quattordici anni, deciderà di entrare in analisi da uno strizzacervelli che gli darà supporto. Da lì crescerà ulteriormente l’amore per le arti con mesi passati a rimirare negozi di dischi e strumenti, la volontà di dedicarsi alla chitarra, la strada della musica, non senza impedimenti e fallimenti, e ancora, la scoperta del sesso e dei primi gruppi in cui suonare e dell’erba da fumare.
KISS La paura di non riuscirsi a scrollare il peso di essere diverso viene parzialmente attenuata con la creazione della sua band e con l’invenzione del suo personaggio stellato, che doveva essere desiderabile, spumeggiante, presuntuoso e attraente, ma in verità il ragazzo si sentiva, senza il cerone, come Il Mago di Oz: un omino impacciato che manovra dietro le quinte un personaggio più grande di lui. Lo Starchild gli ha salvato la vita, l’incontro con Simmons ormai lo conoscono anche le pietre, l’umiltà e la conoscenza dei propri limiti lo portò a volere un chitarrista solista, ma i racconti su Peter Criss e Ace Frehley rendono chiaro quali fossero gli equilibri sin da subito, in studio e in tournee. Peter Criss incapace di suonare le stesse parti uguali di una song per due volte consecutive, Ace professionale e scintilla vera della band, ma indolente, volubile, con poca voglia di applicarsi e già vittima di varie dipendenze. Il “Pollaio” riempito di donne di ogni tipo ogni sera, la band come chance importante ma senza nessuna amicizia tra i membri, la droga a fiumi offerta dai fans, una tentazione pericolosa che metteva in pericolo tutto e tutti. I racconti sulla Reunion sono a dir poco stellari, con particolari tanto pazzeschi quanto sconosciuti, con Peter ed Ace, soprattutto il primo, incapaci di spiaccicare una nota senza il tutor Tommy Thayer a re-insegnare loro ogni singolo pezzo, le follie paranoiche dei due per gli alloggiamenti in hotel, le inquietudini nel backstage e sul palco, il costume sempre pronto dell’attuale chitarrista Thayer nel caso Ace non arrivasse in tempo per i concerti. Particolari gustosissimi e veraci, che leggerete tutto d’un fiato.
GENE SIMMONS Il fratello mai avuto, ma lo stesso Stanley afferma: “ Dipende da come si comporta un fratello con te…”. Paul è durissimo nei confronti di Gene, disorientando tutti, e rivelando particolari metabolizzati dalla storia come sacrosante verità ma che si scoprono falsi d’autore come una moneta da 13 euro. Gene non è un genio del marketing, tutte le decisioni sono state prese di comune accordo tra i due, Gene non ha mai affrontato i suoi demoni come ha fatto Paul, vivendo in una casa con ogni memorabilia dei Kiss, come un ragazzino. E ancora, Gene ha usato più volte il logo Kiss per affari suoi personali senza chiedere il permesso e senza avvisare nessuno, Gene ha cercato di affossare la band negli eighties per le sue stupidaggini cinematografiche, sparendo dalla circolazione, non presentandosi in sala d’incisione, proponendo delle cagate immani di canzoni, talvolta scritte manco da lui, e pretendendo il ruolo di coproduttore di alcuni album per farsi bello davanti alla stampa e beccarsi la sua quota di soldi senza aver fatto nulla. Ricordiamo tutti capolavori immarcescibili del rock come And on the 8th Day, Murder in High Heels o Boomerang, vere piastre di letame messe su disco, dei veri abomini che il Demon ha preteso di includere per riempire il proprio ego smisurato e il portafogli. Senza Paul Stanley i Kiss sarebbero stati cancellati dall’arrivo degli anni ‘80, solo lui ha saputo mantenere in piedi la baracca con sacrifici e fatica. Gene Simmons non è stato nemmeno invitato al matrimonio di Paul, quello con la seconda moglie Erin, con Stanley che vuota il sacco senza alcuno scrupolo nei confronti di suo ”fratello”, e la narrazione di altri episodi realmente poco etici e raccapriccianti. Detto questo, il loro rapporto, nell’ultimo decennio, è divenuto davvero saldo e paritetico. Insomma Stanley fa outing e lo fa usando la ruspa, spazzando via ogni luogo comune o leggenda di comodo. Leggere per credere.
VINNIE VINCENT Le notizie su di lui erano già trapelate in altre pubblicazioni, circa la sua inadeguatezza al gruppo, l’essere infido e poco leale, ma l’episodio in cui Paul rischia di prenderlo a pugni sul palco davanti alla folla è davvero degno di nota.
ERIC CARR Si conosce e si sa molto di lui e del suo umile carattere sempre disponibile con tutti, ma Paul svela le fisse che martirizzavano il piccolo, ma potentissimo drummer (perdere i capelli e non essere il batterista fondatore della band), racconta delle loro lunghe pause comunicative, interi tour senza parlarsi, della tristezza di Eric nel sentirsi uno stipendiato, della sua paura di esser sostituito da Eric Singer, quando stava ancora bene e non aveva ancora contratto il tumore che lo porterà alla morte; il pianto amaro, a dirotto, dello stesso Stanley al funerale del povero Carr. Quando da uomo vero e non con atteggiamenti da star del rock, si accorge di avere sbagliato molto con lui.
IL FANTASMA DELL’OPERA L’inizio della redenzione, la vera soluzione ai suoi problemi di inferiorità per la deformità: lo spettacolo teatrale consentirà al nostro di trovare la strada per superare definitivamente l’isolazionismo creato dalla malformazione. Esponendosi in prima persona e parlando ai ragazzini vittime di traumi facciali.
LE DONNE Anche questo intreccio fatto di femmine e gonnelle da rincorrere è un argomento che dimostra il sapersi mettere in gioco da parte dell’uomo, l’uomo vero. Nonostante le migliaia di groupies portate a letto con ogni sorta di cosa fatta come Figlio Delle Stelle, Paul sentiva la necessità di una donna al suo fianco, di una compagna di vita, di un perfezionamento affettivo. Fallimenti atroci, prese in giro pazzesche, umiliazioni accettate come fossero parte fisiologica della vita, patrimoni scippati da una moglie approfittatrice, poi quando non se l’attendeva più ecco arrivare Erin, l’altra metà del cielo, il completamento atteso da secoli. Oggi Paul, tra l’altro provetto cuoco, sfoggia 4 figli e sua moglie come gli effettivi tesori della sua vita, ha il telefono intasato di foto che ritraggono i piatti che cucina per la sua famiglia, si porta moglie e figli in tour, clamorosa la foto con lui truccato di tutto punto nel backstage pronto a scatenare l’armageddon, in compagnia dei suoi figli con la dicitura, “eccomi in ufficio con i miei piccoli”. Paul è un uomo finalmente realizzato, un uomo vero, non solo una rockstar con soldi a palate e vezzi che sono importanti fino a che non capisci che appaiono inutili e superflui. Qualcuno dirà, facile parlare così quando puoi comprarti mezza Manhattan da un giorno all’altro e hai la fila di gnocche sul pianerottolo. Tutto vero, ma l’essenza è quella con cui ci si confronta in ogni minuto della nostra esistenza.
Un’opera corredata da belle foto a colori patinate e curiose istantanee d’epoca in bianco e nero, e ancora le stranezze da rockstar, la collezione di chitarre storiche poi vendute e oggi quotate quasi 2 milioni di dollari, gli acquisti folli (70 mila dollari per una lampada liberty), la pittura come forma di autocura per uscire dal tunnel, gli amici al di fuori dalla musica, l’incontro magmatico con i Guns N’Roses e uno Slash trattato a male parole al telefono, la delusione del fiasco del tour di Creatures… e la depressione che lo sorprendeva ad addormentarsi mentre apponeva il trucco sul viso, le parole dure su Mark St.John e il disgusto per Music From The Elder, album che io continuerò per sempre ad adorare. Insomma, in questo coacervo stampato troverete gustosissime chicche ed episodi davvero clamorosi, ma soprattutto sarete in grado di tracciare l’identikit concreto su chi sia veramente Paul Stanley. Un libro meraviglioso che ci svela un uomo, con tutte le sue debolezze, paure, sgomenti e terrori, ancor prima di essere Paul dei Kiss. Personalmente lo adoravo prima, da musicista, artista poliedrico e performer insuperabile che ha nutrito la mia fame musicale per svariate decadi, da oggi Paul Stanley rappresenta un eterno ragazzo e un interlocutore profondo e brillante con cui mi intratterrei per ore a discorrere di tante tematiche, magari senza far nemmeno un accenno ai Kiss! Buy or die!
“Dicembre ‘77, facemmo tre serate sold out al Madison Square Garden, dopo lo spettacolo gli altri tre membri si riunirono con le famiglie e gli amici, io mi ritrovai solo come un cane, seduto in un localino a mangiarmi una zuppa… una vera tristezza!”.
“Inizio ‘78, nel bel mezzo del picco della nostra popolarità, quando il palco mi forniva l’unico momento di tregua dal mio senso di vuoto e dalla mia vita privata totalmente inesistente, smettemmo di fare tour: Ace e Peter erano ormai tossicodipendenti cronici ed alcolizzati, non ci rivolgevamo più la parola l’un l’altro e non ci sopportavamo più. Non avremmo suonato assieme per più di un anno: la mia domanda bruciava come il fuoco…E adesso che faccio?”
::: ::: ::: RIFERIMENTI ::: ::: ::: Genere: Musicale Editore: Tsunami Edizioni Autore: Paul Stanley con Tim Mohr Uscita: 3 Dicembre 2014 Pagine: 416 Prezzo: 21,50 €
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Quando voglio sentire le filastrocche mi ascolto i blind guardian...i kiss sono rock'n'roll da ascoltare sotto il sole |
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Ragazzi beati voi che vi piacciono le filatrocche, io quando voglio ascoltare musica leggera mi ascolto gli iron maiden... Sono fatto cosi |
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Sono 36 anni che seguo i Kiss tra alti e bassi ho letto la biografia di Gene e tutte le pubblicazioni ufficiali e no....ma questa di Paul mi ha lasciato senza parole un grande artista ma soprattutto un grande uomo |
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musichette, non per la semplicità, che può essere un dono, ma spesso mi danno l'idea di sigle da spot, che più ruffiane non si può per attirare l'ascoltatore. E comunque sono tutti pregi e solo mie opinioni personali. |
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Ma infatti non c'è ne sono, lo dimostra il tatoo degli Hanoi Rocks sul braccio di Fenriz È tutto rock N roll! |
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Anch'io galilee adoro il Black norvegese, ma la differenza fra loro e i kiss e' semplicemente l'attitudine spesso falsa da cattivoni o da semidei. Tra un Paul che guzza dopo lo show e un emperor magus caligula che limona con la sbarbina che gli chiede l'autografo dopo lo show prima dei dimmu borgir vedo ben poche differenze |
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Musichette i love it loud, sure known something, heavens on fire, making love, strutter, two sides of the coin, rock n roll all nite, dirty living, firehouse...sarà ma per me questa è vera musica |
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Quoto Hj, il black metal norvegese, che adoro, è fatto di band che girano su 4 accordi e hanno una forte immagine, e quindi? E per dirla tutta le band migliori sono quelle che tecnicamente fanno più cacare, vedi darkthrone. Non ci sono dei Paul stanley o dei Ace F dappertutto. |
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E' proprio il temrine musichette che è sbagliato, perchè è dispregiativo. E Questo è gran rock come quello degli AC/DC degli Aerosmith , dei Rose tatoo etc etc.. Ma chi l'ha stabilito che una canzone semplice , più istintiva e diretta vale meno rispetto a qualcosa di più complicato, ragionato e di difficile comprensione? Nessuno. E' solo un approccio snob alla musica. E poi il rock dev'essere cosi, gran riff, gran chorus energia da vendere, e fanculo tutto il resto. La storia dei gadget l'avrebbe fatta chiunque. Penso che a qualsiasi band sarebbe piaicuto vendere tante stronzatine come i Kiss, ma non ne sono stati capaci. tutto li. |
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Fenomeno da baraccone e' un termine dispregiativo che sminuisce il valore reale della band. Trovo singolare che loro siano apostrofati così per via dei loro costumi e dei loro show mentre invece a gente come immortal, dark funeral, gorgoroth e compagnia siano spesso tributati tutti gli onori quando invece sono un'altra faccia della stessa medaglia. Per non parlare di alice Cooper che in maniera un po' diversa ha giocato la stessa partita |
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che siano un fenomeno da baraccone non c'è dubbio, è quello che vogliono essere ed è quello che la gente vuole ed è quello che gli ha aiutati a fare i soldi a palate. C'hanno saputo fare, hanno unito musichette ad un sano travestimento. Non gli disdegno, come non li amo alla follia, gli prendo per quello che sono: intrattenimento a tutto tondo, andrei a vedere un live, ma non mi sorbirei mai tutta la discografia. |
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Quando si parla dei Kiss, si fanno sempre gli stessi discorsi....per me sono semplicemente l'incarnazione del rock n'roll, del divertimento unito alla musica di qualità. Non si arriva a certi livelli, ma soprattutto non si mantengono così a lungo, se non c'è anche una solida base musicale. Con buona pace di chi li reputa semplicemente un fenomeno da baraccone. |
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Semplice Steelminded, non fanno per te. C'è chi schifa i Pink Floyd, chi i Sex Pistols, chi i Metallica etc etc, tu i Kiss. A me succede lo stesso coi Manowar... |
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scusate, ma la gente comune che ascolta musica rock o metal che sia non è che si mette a fare l'analisi tecnica della struttura e composizione dei brani, o della capacità tecnica dei singoli membri. Il comune ascoltatore, come potrei essere io, si può esaltare ascoltando No More Color dei Coroner, accorgendosi da profano che non si tratti di robina semplice da suonare, o ascoltando TNT degli AC/DC. Se poi il comune ascoltatore intraprende una carriera da musicista professionista mostrando doti tecniche eccelse è ovvio che non rinneghi chi lo ha influenzato e portato su quella strada. |
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evidentemente perchè portnoy fa parte di quelle celebrità che hanno cominciato a suonare proprio perchè folgorati dai kiss, inoltre per un ragazzino il batterista è sempre visto come una specie di alieno quindi va da sè il fatto che ritenga i kiss e criss le sue muse ispiratrici. poi si sa che spesso l'allievo supera il maestro. |
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Secondo me sono di una mediocrità pazzesca, te lo dico con una onestà priva di qualsiasi filtro. L'album che preferisco loro è Monster, cui dò un 67. Gli altri per me (PER ME) sono tutti sotto la sufficienza. Perciò non capisco, e capisco ancora di meno quando un Portnoy (un tipo con un talento e una tecnica incomparabili) mi dice che i Kiss sono tra i loro gruppi preferiti di sempre e Peter Criss il batterista che lo ha più influenzato in carriera... Deve essere una battuta di spitito |
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il fatto è che i Kiss non si sono mai riclati più di tanto rispetto ad altre band. E hanno sempre tenuto uno standard qualitativo altissimo. Basta che vai a vedere la media dei voti in generale in qualsiasi webzine, e i commenti relativi. Beh, i Dream theater sono mille volte più riciclati dei Kiss scusa eh... E' interessante capire come mai, gruppi che hanno fatto la storia, hanno descritto decine di classici coverizzati in ogni dove e influenzato plotoni di musicisti piacciono? Beh forse hai già in mano la risposta... |
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Una generazione intera ama i Kiss perchè si è avvicinata al rock con loro. La generazione di cui parlo è quella che va dai 40 ai 55 anni per capirci e rappresenta lo zoccolo duro dei fans della band. Basti pensare che tra i loro fans più accaniti ci sono personaggi del calibro di Death Angel, Dimebag Darrel, scott ian, sebastian bach, e un certo chuck schouldiner. |
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No, è un fenomeno interessante per me capire come si faccia ad amare un gruppo così... poi figurati Galilee qui tutti criticano i DT perché riciclati... ma dai non si può dire dei Kiss? |
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musica banale e ripetiva, artista che non sopporto...ok la libertà di espressione è sacrosanta, ma io sinceramente non riesco a capire che senso ha fare commenti denigratori su un gruppo, un cantante, che non piace, non è mai piaciuto, oppure molto semplicemente non si è mai seguito. Basterebbe la semplice indifferenza. |
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I gusti sono gusti e valgono per tutti i gruppi, belli o brutti. Però dare del ripetitivo alla band hard rock che forse ha variato di più la sua proposta, e volerla inserire in canzoni da 4 accordi quando certi dischi hanno delle finezze incredibili a livello di arrangiamenti e assoli.... mah... Sembrano più critiche fatte da chi i Kiss non li ha mai ascoltati. Se per voi dischi come l'omonimo, Destroyer, Creatures, Crazy night, Revenge sono ripetitivi, uguali e suonati con 4 accordi, secondo me dovreste dar loro una seconda chance, forse vi state confondendo band... Per il resto pace e bere... |
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Grande rispetto per chi (come me) ama i Kiss, altrettanto rispetto per chi proprio non li sopporta... riguardo i dischi da ascoltare o riascoltare, datemi retta, MTV UNPLUGGED é FANTASTICO!!! |
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"I kiss li conosco bene e non ho pregiudizi..la loro musica mi annoia, banale e ripetitiva, cosa vuoi che ti dica? @frankiss: ok ma di certo non spenderei mai 20 euro per leggere una biografia di un artista che non sopporto.." Parole durissime, ma come le condivido... come non condividere? |
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@galilee: infatti preferisco i Beatles di gran lunga.. e poi vogliamo mettere la classe dell'accoppiata Jagger/Richards con i Kiss?... I kiss li conosco bene e non ho pregiudizi..la loro musica mi annoia, banale e ripetitiva, cosa vuoi che ti dica? @frankiss: ok ma di certo non spenderei mai 20 euro per leggere una biografia di un artista che non sopporto.. |
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pensandoci bene ricordo di aver fatto tremare anche i sanitari, in particolare il WC, con Carnival of Souls |
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preciso che a suo tempo Creature of the night e Animalize li ho consumati anch'io. Crazy Night l'ho ascoltato, ma quella posa di Stanley in copertina con mutanda "vedo non vedo" mi ha sempre indisposto... po vabbè anni e anni fa non so quante volte ho fatto tremare le casse con Black Diamond versione alive... |
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@Galilee, oltre a quelli da te citati, ci metto dentro anche Animalize e Crazy nights, e tolgo Dynasty che proprio, brrrr.... |
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Boh, a me Hot in the shade non è mai piaciuto, non molto diciamo. Figa hide your heart ma la preferisco cantata da Robin Beck I dischi che ascolto di più dei Kiss, sono L'omonimo su tutti, Destroyer, Creatures of the night, Dynasty e Revenge. |
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attualmente (ho 38 anni e ascolto musica metal da quando ne avevo 14, passando diverse fasi, hard rock, glam, HM tradizionale, power, thrash, death) gli album dei Kiss che ancora ogni tanto ascolto con piacere (e li ho tutti tranne i due più recenti) sono Alive 3 e Hot in The Shade. Però ogni tanto devo sparare a fondo anche Hard Luck Woman e Sure Know Something, è più forte di me... |
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Ma qua non è questione di trovare sorprese, è questione di avere fette di salame su occhi e orecchie , ma soprattutto avere un approccio alla musica non da ascoltatore o persona interessata a scoprire cose sempre nuove ma da intenditore snob da 4 soldi. Con tutti i classici rock che hanno scritto i kiss non so come si possano sparare cavolate del genere. Inoltre le canzoni da 4 accordi e i ritornelli facili sono la base del rock. Mai sentito parlare di Rolling stones? |
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marco81 rispetto le tue idee ci mancherebbe..ma prima di esprimere giudizi ti converrebbe leggere il libro...potresti trovare sorprese incredibili....come già la recensione dice.. |
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Per me è come dire Madonna per il pop...sono dei business men, se non avessero avuto quell'immagine con quelle canzoncine da quattro accordi e i ritornelli facili e ossessivi non sarebbero andati molto lontano. Li detesto |
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70 mila dollari per una lampada liberty....sti personaggimi fanno veramente schifo...poi i Kiss, un gruppo assolutamente sopravvalutato che ha venduto più per l'immagine, per il fumo che non per la sostanza, l'arrosto. Vogliamo mettere con gli Ac/Dc, i Deep purple o i Led Zeppelin? Tutt'altro spessore....Per me da evitare come la peste |
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Diciamo che dal vivo è DIO. Ha un carisma come nessun'altro. Ed è sempre in posa perfetta. Il migliore dei Kiss. E poi ha il petto villoso come il mio, quindi stima! |
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parlo a ragion veduta. Possiedo The Elder ed ho provato diverse volte ad ascoltarlo, ma nulla da fare. |
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@ warrior63 |
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grande artista,grande band,grandi album che mi accompagnano da quando ero sedicenne...grazie per l'articolo . anche io adoro The Elder...non siamo poi così in pochi .. |
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@michi... concordo con te, i kiss sono tutto il resto; the elder costituisce una cosa a sè ed è per questo che, secondo me, costituisce il vero "diamante nero" della loro discografia, unico ed irripetibile! @jh... devi rimediare subito anche se magari, alla fine, non lo apprezzerai... |
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Quando ero piccolo i miei amici e compagni di scuola stravedevano per Batman l uomo ragno e i fantastici 4.Io stravedevo per i Kiss ,i miei super eroi. Avevo 14 anni più o meno, ora ne ho 49 . Paul dei 4 erail mio preferito , sono fiero di avere adorato i Kiss , e sono fiero di adorarli ancora. Ho comprato il libro di Gene e comprerò anche questo. Kiss forever. |
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potrà anche piacere "the Elder" ma i kiss sono tutto il resto |
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Uno dei più grandi frontman della storia del rock.Secondo me da lick it up a Hot in the shade i Kiss sono stati lui,da Revenge in poi il contributo di Simmons è cresciuto nuovamente. |
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Ma solo io non ho mai ascoltato the elder? E' una specie di buco nero dei miei ascolti kissiani |
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The Elder! ...quando l'ho scoperto ho letteralmente consumato 2 vinili, poi, fortunatamente è arrivato il cd! Capolavoro! ...ora corro ad acquistare il libro! Grande Frankiss! |
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"Music from the Elder" è forse il loro disco più bello, ma ovviamente ai fans tutti trucco e canzoncine non piace. Fatti loro |
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e il disgusto per Music From The Elder, album che io continuerò per sempre ad adorare. @ "Frankiss" ti stra quoto alla grandissima anche io amo Music From The Elder!!!! |
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lui è un grande ma gli altri non sono da meno, specialmente alla voce. Ho sempre adorato la formula beatlesiana dei 4 cantanti |
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Ho sempre adorato la sua voce al pari dei soli e riff di Ace, secondo me erano questi due gli ingredienti principali che hanno reso grandi i Kiss... |
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Un artista semplicemente straordinario |
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Stupendo Franco. Mi é venuta voglia di comprarlo. Un saluto da Umberto Hans. Fino alla Fine. |
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