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27/12/24
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
CASA DELLA MUSICA – NAPOLI
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FREAK ANTONI - Non c'è gusto, in Italia, ad essere intelligenti
02/04/2014 (4887 letture)
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I BEATLES A BOLOGNA Per capire chi fu Freak Antoni, è necessario inquadrarne la figura all'interno della sua Bologna, in un momento storico nel quale, a dispetto delle tensioni sociali che attraversavano il paese, le ragazze potevano circolare tranquille anche a tarda sera all'ombra delle due torri, almeno fino all’uccisione di Francesco Lorusso. Diplomatosi all'inizio degli anni '70, quando in Italia si formava quella (contro)cultura della quale abbiamo ripetutamente parlato (ad esempio in questa intervista) ed alla quale fu inizialmente vicino, frequenta poi l'università e si laurea al DAMS nel 1978. Il tema della sua tesi (relatore Gianni Celati), peraltro apprezzatissima, è sui Beatles, ed il titolo è Il Viaggio dei Cuori Solitari: temi fantastici sulle canzoni dei Beatles. Questa, successivamente, diventa anche un libro. In questo humus, sia dal punto di vista nazionale che locale, frequenta e diventa amico di esponenti della cultura quali Andrea Pazienza, Pier Vittorio Tondelli, Francesca Alinovi, Filippo Scozzari e molti altri. Il fatto che una discreta parte di questi sia venuta a mancare prima di lui, è forse altrettanto descrittivo di un'epoca, o forse solo di come e quanto un certo tipo di creatività sia incredibilmente distruttiva. Questa, però, nonostante sia partita come tale, non vuole essere una più o meno stringata biografia di Freak come tante se ne possono trovare in rete e non, quanto piuttosto un tentativo di ricordare l'uomo/artista parlando di lui, di come ha affrontato la vita e di cosa e perché ci ha lasciato in eredità.
QUESTA E' AVANGUARDIA, PUBBLICO DI MERDA! La nascita degli Skiantos nel 1977, in un'Italia che non sapeva interpretare il cambiamento (quando mai lo è stata?), col prog e la controcultura che sembravano morire all'improvviso, senza rendersi bene conto del perché -in realtà il primo entrerà in coma, ma si riprenderà- il punk, che scimmiottava realtà lontane, introduceva anche un diverso modo di (non) affrontare le cose e fu un'autentica deflagrazione. Derubricare la loro proposta a rock demenziale e basta, del quale non furono effettivamente gli inventori italiani, ma che portarono su un piano molto più alto e miscelarono con sonorità diverse, con ciò risultando padri in parte scomodi di Elio e le Storie Tese; la loro musica, i loro testi e le loro performance contenevano elementi molto più importanti di come certa critica e certo pubblico ha valutato, talvolta in cattiva fede. La prima era sgraziata, non connotata da elementi tecnici di rilievo assoluto -grande differenza con Elio- ma rispondente sia alle necessità che alle contingenze del momento storico in cui venne composta e lontanissima sia dal progressive che fino al '76 imperava, sia dal cantautorato di qualsiasi foggia. I testi, invece, al di là del gusto punk per la provocazione in sé, vennero spesso liquidati come stupidi e/o come necessità di mascherare le lacune musicali della band (poi cresciuta negli anni), ma in realtà celavano citazioni abbastanza dotte, che si rifacevano a quelle dadaiste e futuriste, unite ad una voglia di divertirsi e divertire che non venne praticamente mai intesa. Il famosissimo pseudo-concerto del 1979 al PalaDozza è ormai da tempo storia della provocazione in musica. Gli Skiantos salirono sul palco e cominciarono a cucinarsi degli spaghetti, senza alcuna intenzione di suonare, in un lunare happening-performance dada, fino a quando gli spettatori, passando dall'iniziale stupore ad una rabbia sempre crescente, cominciarono a lanciar loro di tutto. Freak Antoni, per riportare la questione nell'alveo della civile convivenza, li apostrofò con un benevolo: "Questa è avanguardia, pubblico di merda!". Curiosamente, però, la dichiarazione non contribuì in maniera significativa a rasserenare gli animi. Le situazioni di quel genere si fecero presto troppo calde per essere sostenute, e Freak Antoni e gli Skiantos furono costretti ad abbandonare questo tipo di provocazione quando cominciarono a ricevere di tutto on stage: sterco di vacca, ortaggi vari, acqua -pericolosissima per l'ovvia presenza di materiale a rischio corto circuito ed incendio- lattine, monete ed altro. Anche in questo caso, va rilevato come insista una differenza tra certi finti provocatori attuali, spesso con conti in banca zeppi di zeri, che preferiscono farlo scientemente contro i media per ottenerne pubblicità e non contro il pubblico, per ottenere una reazione. Ho scritto prima, a proposito della musica, che questa era lontanissima da un certo cantautoratesimo pomposo e magniloquente (ogni tanto conio neologismi improponibili, lo so), e questo è vero. Però, dal punto di vista testuale, trovo che vi sia un aggancio con un personaggio forse altrettanto lunare, pur venuto fuori in un contesto ed in una società italiana molto diversa da quella di Freak, ossia Enzo Jannacci. La questione andrebbe forse approfondita, ma voglio qui rimanere su Freak.
DUE RISATE COL CAPO Gli anni '70 sono stati, tragicamente, anche quelli dell'eroina che sostituiva altre dipendenze, introducendo una terrificante e mortale nota nera nelle vene di una generazione. Freak non nascose mai la sua debolezza in tal senso, ma interessante può essere una sua dichiarazione in merito, risalente a pochi anni fa:
Ogni epoca ha la sua dipendenza. E anche ogni droga, ha vite diverse. Prendere eroina negli anni 70 e prenderla oggi è completamente diverso, è evidente. Oggi è evasione pura, allora era un tipo di percorso estremo. Non posso dire che non lo rifarei. Ma posso dire che sono molto fortunato a non essere morto, e la sconsiglio. Come sconsiglio qualunque dipendenza, appunto, anche quelle accettabili, dall’alcool a internet alla televisione.
Anche una dichiarazione come questa, nella sua crudezza e nel suo essere comunque chiara circa la totale negatività di certi comportamenti, può essere interessante dal punto di vista sociologico, per analizzare come e quanto la mentalità sia cambiata in tutto nel volgere di pochissimi anni, a cavallo tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80. In quell'humus in perenne cambiamento, figlio di un decennio fondamentale come quello precedente, crebbe e si sviluppò la musica degli Skiantos. Legata all'eredità di Beatles e Rolling Stones e, come detto, concettualmente lontanissima dal cantautorato italiano sdolcinato, che un'esposizione radiofonica e televisiva ultra-intensiva incentrata sui soliti due o tre pezzi da classifica, svuota comunque di ogni significato, banalizzando anche il buono che possono contenere. L'approccio alla musica di Freak Antoni è sempre stato massimalista, privo di mezze misure anche quando, da critico più o meno estemporaneo per una rivista allegata a "La Repubblica", fu querelato -senza seguito- dai Nomadi per le sue valutazioni su di loro, che comprendevano vari paragoni etologici e rasoiate come "I Nomadi sono il miglior gruppo cover dei Nomadi". Ed è interessante notare come alcuni di noi si riferiscano oggi in tal modo anche a band del nostro "giro", come ad esempio gli Slayer. Eppure Freak non è stato solo quello degli Skiantos, ma artista "a tutto tondo", per usare un'espressione che probabilmente lo avrebbe infastidito. Scrittore, cabarettista, DJ, autore musicale (addirittura per gli Stadio) e di fulminanti aforismi -suo, ad esempio "la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo"- e presente in innumerevoli formazioni. Una di queste, Beppe Starnazza e i Vortici, rimane scolpita nella memoria di molti che hanno la mia età. Messa in piedi nel 1980 con lo scopo di reinterpretate standard swing italiani, riarrangiati in chiave punk-rock, il gruppo, comprendente anche Pasquale Minieri, ex Canzoniere del Lazio, fondamentale gruppo folk/prog italiano che collaborò anche con Demetrio Stratos, era resident band a Mr. Fantasy, la storica trasmissione di Carlo Massarini. Per tutti quelli della mia età non residenti a Bologna o che avessero avuto la fortuna di vedere gli Skiantos, fu la prima occasione di osservare in carne ed ossa un personaggio del quale avevamo solo sentito parlare, anche se le apparizioni televisive di Freak sono quasi sempre state fuori contesto e molto meno efficaci di quanto potevano essere. La vena umoristica allucinata e surreale del nostro, anche se scarsamente comprensibile da ragazzini quali eravamo, veniva fuori con chiarezza dallo spacciarsi di Freak come figlio di Pippo Starnazza, cantante/comico/attore degli anni '40, oggi misconosciuto. Del resto, per capire l'atteggiamento di Antoni verso la vita, basta leggere i nomi di alcune altre sue band/iniziative: I Pollock, Gli Avanzi di Balera, I Ruvidi del Liscio (geniale), I Rotolones ed altri. Senza mancare, inoltre, una incursione nel mondo del metal, ovviamente con una band demenziale come Gli Atroci. Poi attore (Paz!, Jack Frusciante è Uscito dal Gruppo), personaggio dei fumetti, soggetto documentaristico e tanto altro. L'ultimo lavoro con gli Skiantos, prima di successive collaborazioni con Enrico Brizzi, Steno, J Ax, Andrea Pazienza, Emanuele Angiuli ed altri e fino all'ultimo live con la Freak Flag Band, è del 2009 e si intitola Dio Ci Deve delle Spiegazioni (Possibilmente Convincenti). Alla fine del suo funerale la figlia ha detto: "Mio padre era un grande che gridava, il suo desiderio di felicità era più grande della droga e dei concerti e delle storie d'amore. Era un grande perché gridava di non accontentarsi, urlava il suo desiderio di felicità. Dio ci deve delle spiegazioni, speriamo che adesso gliele dia". Probabilmente adesso staranno discutendo e, forse, Freak e lui staranno facendosi due risate.
UN PAZZO ALLA CORTE DEL RE Freak Antoni se n'è andato il 12 Febbraio all'età di cinquantanove anni, sconfitto da quel tumore all'intestino contro cui lottava da tempo. Come quasi sempre accade in questi casi, il grande numero di panegirici pronunciati in suo favore dopo il suo decesso non corrisponde ai reali riconoscimenti ottenuti in vita. I suoi testi al vetriolo, intrisi di un'ironia tagliente e d'analisi, al di sotto della demenzialità apparente, erano e restano intrinsecamente inadatti ad un'Italia capace solo di far finta di essere in grado di prendersi in giro. Nella società di "Striscia la Notizia", in cui quello che è permesso è solo il finto sberleffo del buffone al Re, il quale, in tal modo, può dimostrare al popolo la sua magnanima superiorità, chi si permette di essere beffardo, chi gli cala davvero le braghe stando fuori dalla corte, rimane sempre e solo un pazzo, qualcuno senza tutte le rotelle a posto, che non sa quel che dice. Freak, del resto, in quella corte non sarebbe comunque mai entrato, perché per starci bisogna spegnere il cervello, omologarsi, restare entro i canoni tollerati, e questo non era da lui. Anche a costo di non ottenere mai quanto dovuto in termini di notorietà, perché tanto si sa, "Non c’è gusto in Italia a essere intelligenti".
AFORISMI ANTONIANI (Selezione) Sul tumore: "Se non altro, la malattia mi ha fatto smettere con la droga". Sugli Skiantos: "35 anni di grandi insuccessi". "Se uno si impegna può stare male ovunque". “Si dice che una volta toccato il fondo non puoi che risalire. A me capita di cominciare a scavare”. "Ama il prossimo tuo come te stesso! Ma se io mi detesto?" "È importante avere dubbi! Solo gli stupidi non ne hanno, e su questo non ho dubbi!" "Se c'è una cosa che non sopporto è la presunzione di chi crede di essere migliore di me." "Nella vita è importante che gli altri ti vengano incontro, così sai da che parte spostarti" "A volte il fumo è molto meglio dell’arrosto". "Grazie dei fiori, anch’io ti farò un mazzo così." Infine: "Dio c’è, ma ci odia".
Probabilmente staranno discutendo anche di quello. Ridendoci su, si capisce.
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meglio un figlio ladro che un figlio frocio...grande freak antoni |
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Pure questo è vero, effettivamente tutta la bagarre ebbe tutto tranne che toni ironici |
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Io non ho mai parteggiato per nessuno dei due, della diatriba non mi è mai piaciuto nessuno dei due atteggiamenti. Da due personaggi che hanno sempre mostrato autoironia mi sarei aspettato meno acido. Ma ormai quel che è fatto è fatto |
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Bell'articolo per un grande musicista e personaggio, ottimo come sempre Raven@ sulla polemica con Elio ho sempre preso le parti di FA per una serie di motivi, quello primario è stato la genuinità e l'attitudine di Antoni. Sicuramente se gli fosse stata riconosciuta quella posizione si sarebbe risparmiato un sacco di avvelenature. |
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Chissà, forse se gli fosse stato riconosciuto pubblicamente l'imprimatur sul rock demenziale (che ad onor del vero non è nemmeno suo) la diatriba non ci sarebbe stata, ma ormai è andata così. |
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ah rock fm, bei tempi... |
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Ricordo con piacere le mattinate ascoltando Pane Burro e Rock 'n' Roll su Rock Fm ed i suoi interventi (registrati, ma si scoprirà dopo). Un grande personaggio molte volte ricordato solo come una macchietta ma che aveva molto da dare. L'unica cosa che non mi è mai piaciuta è stata la diatriba con Elio, ma probabilmente si stavano solo sulle palle |
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Raven, non è questione di troppo buoni o meno io esprimo quello che i tuoi articoli mi suscitano. Il giorno (ma avverrà?) in cui scriverai male te lo dirò |
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Vomitself, Bologna (ma ovviamente sono fazioso) è stata ed è ancora una città con una vita sotterranea culturale più alta d'Europa. Sempre Viva e attenta nell'enfatizzare le idee delle genti e di quei movimenti sociali. Tutto avviene nella Bologna: dall'occupazione di un intero quartiere, alle case inoccupate e riprese per il diritto all'abitazione, alle lotte per il diritto alla cutura di tutti. Forse qualcosa nel tempo è cambiato. Qualcuno ha scritto che "abbiamo perso la memoria", ma forse sono solo cambiati gli interessi, ma personalmente credo solo di qualcuno amante della finta TV. Ecco Freak era il baluardo intelligentemente burlone ,ma sapientemente colto e attento di una società viva all'ombra delle due Torri e che nel tempo lo amato ascoltarlo già nelle cantine. Una persona DOC, di origine controllata, esempio per noi tutti bolognesi. Un cantante vero come nessuno, e che ha sempre affermato a gran voce come fosse inutile pretendere qualcosa “da un paese che ha la forma di una scarpa”.... Eh si ragazzi, e mio bravo Raven, solo molta nostalgia, solo molta nostalgia. Grazie e scusatemi per il post lungo. |
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Sempre troppo buoni |
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Raven, come ogni tuo articolo rimango senza parole per la sua bellezza. Freak per me è stato fonte di amore e odio! Amore per le grandi canzoni poco comprese e sottovalutate e odio per alcuni atteggiamenti fuori dagli schemi ma, secondo me, pianificati più che spontanei. Resta comunque un grande artista (non musicista che sarebbe riduttivo) che mancherà molto in un panorama musicale dominato da Amici, The Voice of Italy o simili. Bravo Raven, Freak sarebbe fiero di questo omaggio! |
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Un Artista controverso e con un'intelligenza acuta da prendere in giro la produzione musicale (oltre che la condizione sociale) dell'epoca, e di oggi, con lui pure Dandy Bestia e gli altri membri del gruppo. Mito, il resto l'hai scritto tu. |
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Grazie Jek, M. Maniac, sono il ghost writer di me stesso |
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complimenti a raven per la trovata da sballo "freak in frac"... ma chi glieli scrive i testi?!? |
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@NuMetalHead ahahahahah XD era un essere umano, come me e te...oddio, no, magari io fossi stato come lui |
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Con "mi piaccion le sbarbine" a "kinotto" fino a Beppe Starnazza e i Vortici ho passato momenti di spasso totale. Mi sembrava strano che Metallized e Raven non dedicassero un tributo a grande Freak, io lo devo solo ringraziare per tutti i momenti belli che ho passato in compagnia della sua musica. P.S. La conclusione dell'articolo "UN PAZZO ALLA CORTE DEL RE" è da incornicare. |
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@vomitself: e noi qui a crederci... (scherzo, era per stuzzicarti un po'... ) |
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Un articolo ben scritto e un personaggio che sicuro non ha avuto quello che davvero si meritava. Come sempre nella terra italica. |
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Conobbi quest'uomo, scambiandoci qualche chiacchiera, ormai tanti anni fa durante i miei anni di università a Bologna. Grande mente. La terra ti sia lieve, Roberto. |
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Freak ERA un buffone, ma nel senso più alto, quello cui ho accennato nell'ultimo paragrafo. Non ho potuto vedere gli Skiantos, ma solo i Gaznevada, nel primo concerto alternativo della mia vita. Anche Francesco di Giacomo verrà ricordato a breve. |
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Ottimo articolo, bravo. Il 2014 è iniziato nel peggiore dei modi: prima la morte di Freak, poi quella di Francesco Di Giacomo. Mi hanno toccato tutte e due in modo massivo: la prima per il fatto di essere bolognese e aver avuto la fortuna di vedere dal vivo gli Skiantos innumerevoli volte. Proprio l'estate scorsa ebbi modo di passare qualche minuto in compagnia di Freak: personaggio strampalato (come tutti i veri artisti), ma simpatico e, come sottolinei nell'articolo, mai troppo amato e considerato (neanche nella sua Bologna, considerato, dai più, nient'altro che un "buffone"). La seconda per essere un fan dei Banco da almeno 20 anni e per aver sempre considerato Francesco (altro artista geniale e sempre lontano dai riflettori) "una delle più belle voci italiane", con buona pace di tutti quegli pseudo-cantanti che immondano quotidianamente l'etere. Grazie per aver diffuso il messaggio di Freak in un sito che, normalmente, si occupa d'altro. Da amante della musica queste perdite mi lasciano una voragine dentro. Ti/vi lascio anch'io un suo "aforisma": sul palco amava ripetere spesso "noi siamo gli Skiantos, la band che vanta innumerevoli tentativi d'imitazione...tutti, peraltro, perfettamente riusciti!". Bologna, dal 12 febbraio, è una città più triste... |
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grande emilia romagna !!! purtroppo un modo di vivere che sta' scomparendo grazie a gruppi come gli skiantos, i cccp, i gaznevada ........, che hanno tenuto alta la bandiera della mia regione.... emilia paranoica!!! |
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Simbolo di quella Bologna alternativa. Ci manchi. Jimi JT |
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Dio ci deve delle spiegazioni: sicuramente gliele ha date ed avrà replicato: "Ecco perché non erano convincenti! Quelle che ho ascoltato 'laggiù' dalle persone preposte a darcele erano molto diverse...". |
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