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17/01/25
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L‘ARCHIVIO DELLA ‘ZINE - # 13 - Scorpions, Oliva, Bon Jovi, Megadeth, Grinder e...
09/03/2014 (3283 letture)
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Come ormai di consueto, L'archivio della 'Zine torna per presentare in maniera più ampia e ordinata il lavoro compiuto in sordina negli ultimi mesi dai nostri redattori allo scopo di accrescere lo spettro delle recensioni presenti nel nostro Data Base. In particolare, in questa sede ci occupiamo di album cosiddetti minori, che poi tanto minori magari non sono, non fosse per lo scarso seguito raccolto al momento dell’uscita o per l’oblio che li ha nascosti per anni agli occhi dei più. Rispetto alle passate edizioni, stavolta vogliamo sottolineare lo straordinario lavoro compiuto che ci ha permesso di pubblicare moltissime recensioni, le quali oltre alla consueta programmazione, riguardano anche alcuni album recuperati tra quelli usciti nel corso del 2012 e del 2013 e infine alcuni necessari rifacimenti di recensioni già presenti nel nostro archivio che non ritenevamo più all’altezza degli standard attuali di Metallized. Ci auguriamo naturalmente che tanto lavoro possa essere da voi gradito e che in qualche modo il presente articolo possa stuzzicare la vostra attenzione, portandovi ad approfondire almeno qualcuno degli album presentati.
UNO SGUARDO SUL PASSATO La prima sezione è inevitabilmente quella classica dell’appuntamento con L'Archivio della 'Zine: gli album ripescati dal passato. Piccole e grandi storie che vanno a comporre un frammento magari dimenticato dai più ma non per questo meno importante della storia complessiva del genere che amiamo. A loro va la nostra attenzione e dedizione, anche in caso di album tutt'altro che imperdibili, perché non di sola gloria è costruita la grandezza e, spesso, le soddisfazioni maggiori ci arrivano proprio da album meno conosciuti, ma assolutamente non meno grandi.
Baron Rojo - ¡No Va Más! I Baron Rojo sono una band iberica formatasi nel lontano 1980, tuttora in attività e con una corposa discografia a coronamento di una carriera del tutto rispettabile [] La proposta artistica del quartetto si mantiene in bilico tra l’hard rock e l’heavy metal più convenzionale esaltato, in particolare, nel secondo full length Volumen Brutal del 1982 [] ¡No Va Más! è il sesto album del gruppo originario di Madrid che segue cronologicamente il discreto Tierra de Nadie (1987). Il lavoro, pur non apportando sostanziali elementi innovativi, ci presenta il combo in perfetta forma e, nel complesso, una confortevole qualità del songwriting.
Zoetrope - Amnesty Il disco non era altro che una sventagliata di thrash/speed metal diretto, essenziale, non privo di un certo groove, che puntava direttamente alla pancia della gente, veicolando messaggi del genere prima segnalato. In alcuni passaggi però, l'attitudine crudamente stradaiola del gruppo, li portava a sfuriate molto vicine all'hc-punk più sulfureo, del quale infatti condividevano parte del circuito dei club, collaborando con tanti gruppi di quel settore, tanto che in breve tempo si ritagliarono una fama da live-band da vedere assolutamente soprattutto nel giro hc.
3D Strike - Lost Angel I 3d Strike offrono nel loro disco d'esordio Lost Angel del buon rap-metal, basato principalmente su un riffing pesante, un drumbeat altrettanto martellante e delle linee vocali principalmente “rappeggianti". Una particolarità di questo gruppo sta nei testi, che volgono non tanto ad idolatrare la vita di strada quanto più a raccontarne le ingiustizie e le difficoltà da un punto di vista molto interessante.
The Almighty - Just Add Life Il loro stile, dal grezzo garage rock/punk degli esordi, nel corso degli anni 90 si è spostato verso tinte vagamente grunge, per poi attestarsi su un classico alternative metal melodico, sullo stile dei Therapy? Forse, proprio la ricerca ossessiva da parte del cantante/chitarrista Ricky Warwick e compagni del sound del momento non ha aiutato la band a sviluppare una propria personalità sufficientemente forte
X Japan - Vanishing Vision Lo storico act nipponico sfodera un power-sound veloce e trascinante, che si delinea già nel vortice di emozioni d’apertura (il binomio di intro e title track) e che manifesta l’abilità dei Nostri ad eccitare e coinvolgere tanto con i rapidi attacchi di chitarra/batteria, quanto con le piacevolissime linee vocali di Toshimitsu Deyama, aggressive ed epiche, ma soprattutto rese ancor più affascinanti da quel suono tipicamente orientale che la sua pronuncia possiede.
Ruler - Evil Nightmares Realtà molto accreditata nel circuito underground nostrano, i milanesi Ruler debuttano nel 2012 con Evil Nightmares, un piccolo omaggio alla New Wave of British Heavy Metal. Il riffing affilato e vivace che anima il platter, infatti, non può che riportare alla mente entità come i primi Iron Maiden, quelli scanzonati e con DiAnno al microfono. I pezzi dei Ruler sono lineari ed energici, ricchi di riff e stacchi proprio come quelli del combo inglese.
Grinder - Dawn for the Living Il suono del disco è tesissimo, nervoso, gonfio di adrenalina e animato da riff tronchi, brevi e riottosi; il thrash dell’act europeo non conosce attimi di sosta e si dimena in fiondate irruente, ricche di stop ’n’ go e accelerazioni dirompenti come nel caso di Obsession, Frenzied Hatred o Delirium, ma non è ignorante o statico metricamente: non aspettatevi un martellamento cinico e pedissequo, bensì qualcosa di più elaborato e tendente ad alcune componenti classic heavy, quando non addirittura speed/power
Wolfsbane - Live Fast, Die Fast Il debutto dei Wolfsbane è insomma un lavoro che pur non spiccando in maniera particolare da un punto di vista dell’originalità, mostra un gruppo meritevole di una certa attenzione, non fosse altro che per l’attitudine spudorata e arrogante, per delle individualità particolari come Edwards e Bayley e per una generale capacità di risultare credibile e piacevole pur giocando su composizioni non particolarmente ricercate. Semplicemente un buono e onesto hard ’n’ heavy inglese ben fatto e solidamente eseguito
Pandaemonium - The Last Prayer The Last Prayer, terzo lavoro in studio dell’ensemble lombardo, potrebbe essere un album importantissimo per le sorti della band, che qui manifesta qualità e potenzialità di livello indiscutibile. Le tastiere vanno a creare un’atmosfera molto intensa, degno sfondo di un power metal tipicamente italiano, potente ma anche neoclassico, a tratti sinfonico, con prominenti richiami ai Rhapsody of Fire.
Septic Christ - Guilty as We Were Born Avanti un altro. L'ennesimo disco banale e piuttosto piatto, l'ennesima formazione che cerca di applicare i dogmi del thrash d'annata senza trasmetterne il giusto feeling, come se per riproporre un flavour leggendario bastasse suonare una manciata di riff uncinati a gran velocità e sbattere in prima pagina un artwork dagli sgargianti colori ottanti ani.
CWT - The Hundredweight Come l’unità di misura (da cui prendono il nome, ndR), i CWT hanno avuto una carriera ambigua ed un finale in sordina. Fondatisi originariamente come Fireweed sotto la spinta del batterista di Canterbury Collin White, pubblicarono un unico disco con una label tedesca, finanziato grazie alla gavetta in terra teutonica, che vede come co-produttore l’implacabile Andrew Loog Oldham. Probabilmente i tre musicisti britannici si scambiavano il microfono in sede live, ma per il disco in studio affidarono le parti vocali a Charles Jardine.
Victim - Power Hungry Energia pura è ciò che arriva immediatamente alle nostre orecchie posando la puntina su questo disco dannata. I californiani Victim realizzano una piccola gemma nel periodo doro del metal, quegli Eighties che videro crescere prepotentemente e svilupparsi la nostra musica preferita dando vita a innumerevoli pietre miliari del genere che ne segneranno indelebilmente la storia.
Militia - Strenght and Honor Formatisi nel 1984, scioltisi nel 1986 e risorti dalle proprie ceneri solo nel 2008, gli americani Militia -provenienti da Austin- debuttano con il primo album in studio solo nel 2012, peraltro senza destare grosse sensazioni: Strength and Honor si rivelerà, come vedremo, un lavoro modesto e claudicante, devoto all'epopea d'oro del thrash metal ma di fatto incapace di riproporne gli elementi vincenti e la giusta carica di feeling, trasporto ed attitudine.
QUALCHE RECUPERO DAL RECENTE PASSATO In questa sezione trovano invece posto alcuni album che abbiamo recuperato tra quelli usciti più recentemente e di cui non eravamo riusciti ad occuparci a tempo debito. Capita spesso che un album anche importante non riesca ad essere recensito e i motivi sono i più disparati, non ultima la quantità impressionante di uscite sul mercato, che abbiamo commentato assieme anche nei recenti articoli sul Best Of 2013. D’altra parte, sarebbe un peccato che certi dischi non trovassero una loro collocazione nel nostro Data Base e quindi ecco che seppur lontano dai riflettori della home page, siamo andati a recuperarli per portarli ora alla vostra attenzione.
Total Empty - Planktoon Una sorta di crossover che abbraccia stilemi diversi passando dal thrash dei Metallica alla raffinatezza dei Muse, dall’heavy classico dei Black Sabbath alla ruvidità dei Rage Against The Machine, fino ad arrivare alle inclinazioni noise/sludge dei Fudge Tunnel. Il risultato complessivo, pur risultando comprensibilmente acerbo e necessitando inevitabilmente di una maggiore personalizzazione e concretezza, getta di fondo le basi per una promettente carriera
U.D.O. - Steelhammer Ci sono delle certezze, nella vita come nella musica, quasi impossibili da abbattere. Udo Dirkschneider è una di queste: l’immarcescibile screamer tedesco difficilmente regala dei lavori sotto la sufficienza, finendo invece per stupire e appassionare con una costanza quasi matematica. Senza scomodare l’illustro passato negli Accept, è possibile accorgersi di ciò dando una rapida occhiata alla sua discografia con gli U.D.O.
At the Dawn - From Dawn to Dusk Ribaltando la classica espressione anglofona From Dusk till Dawn, oggetto anche di un celebre film splatter di Robert Rodriguez con George Clooney e Quentin Tarantino in veste di attori, i bolognesi At the Dawn ci regalano il loro album d’esordio, intitolato From Dawn to Dusk, che succede ad un EP pubblicato lo scorso anno; i nostri cinque amici fanno leva su un power dallo stile abbastanza classico, che punta tutto sul connubio fra melodia e potenza sonora
The Fire - Supernova L’ultima fatica in studio arriva dopo un fortunato reunion tour del cantante Olly Riva coi vecchi compagni degli Shandon, ma la voglia di riprendere in mano il monicker del fuoco è tanta, e così nasce Supernova. La differenza con i lavori precedenti è lampante, tanto che molti hanno storto il naso già dopo il primo ascolto, lamentandosi della virata più commerciale del combo lombardo.
Oliva - Raise the Curtain Raise The Curtain è senz’altro un gran bel full length, magari non memorabile, ma senz’altro interessante per la sua ecletticità che ha il pregio di renderlo longevo specie per merito, non poteva essere altrimenti, dell’eccellente qualità del songwriting. Complimenti a questo mastodontico e simpatico strumentista e cantante che, a distanza di tanti anni, è ancora capace di emozionare così intensamente l’ascoltatore.
Will Wallner Vivien Vain - Rising Will con le chitarre spara che è un piacere, Vivien davanti al microfono cerca di prodursi in vocalità magmatiche, c’è chi la paragona ad una Leather Leone più nitida, ma è il contributo della folta schiera di ospiti che impreziosisce questa release. Manca però una componente vitale per il genere, ovvero il saper acchiappare l’attenzione dell’ascoltatore con refrain che si tatuino in testa e non fuggano mai più via dalla memoria; e questo è un difetto mastodontico per chi fa hard nel 21° secolo.
Bon Jovi - What About Now Insomma, What About Now non va; non bastano melodie ruffiane e radiofoniche per fare un disco, quantomeno non quando uno degli elementi essenziali del sound di una band latita drammaticamente e quando troppi brani presentano spunti spompati e stanchi.
Exalt Cycle - Revelations La miscela di thrash, groove e nu metal caratterizza il tipico sound degli Exalt Cycle, con molti rimandi in primis a Machine Head e Korn. Si distingue comunque una certa personalità nel susseguirsi di questi pezzi e ciò non può che essere un punto a favore. Ascoltando e riascoltando il disco si noterà però come tutti i pezzi tendano a presentarsi molto simili tra loro, con conseguente livellamento della qualità che non lascia spazio a picchi qualitativi e nemmeno a cali di tensione.
Sevendust - Black Out the Sun Il longevo gruppo originario di Atlanta (è in attività dal 1994) permane indefessamente nell’ambito dell’alternative metal con qualche variante che evidenzia spunti interessanti alternati, però, ad altri non del tutto soddisfacenti. Il sound si presenta per certi versi più arcigno e grooveggiante in contrapposizione con le numerose aperture melodiche, peraltro ben supportate dall’ugola del singer Lajon Witherspoon.
Vorpal Nomad - Hyperborea Il livello tecnico è globalmente alto, su tutti il già citato Felipe Machado che si dimostra un gran singer, aggressivo e melodico e capace di una grande prestazione, adattissimo al genere dei Vorpal Nomad, che riescono a miscelare sapientemente le melodie più zuccherine del power alla potenza del caro vecchio classic metal senza stancare. Un disco estremamente riuscito di una band da tenere in considerazione.
White Wizzard - The Devil's Cut Non mancano quelle caratteristiche basilari per un disco di sano heavy metal classico: canzoni veloci e accattivanti, intrise di un flavour possente e autoritario. Il songwriting è buono, soprattutto dal punto di vista strumentale e viene supportato da una produzione nitida e moderna, l’ideale per sottolineare la prova incoraggiante dei singoli musicisti ed in particolare delle due asce
UN NECESSARIO PASSAGGIO AI BOX Infine, l'ultima sezione di questo corposo articolo. Qua vi segnaliamo alcune recensioni che erano già presenti nel nostro Data Base e che abbiamo ritenuto non essere più adeguate a quelli che sono gli attuali standard di Metallized. Il loro rifacimento vuole quindi essere testimonianza dell'impegno che ci siamo presi con noi stessi e con tutti voi, di offrire per quanto possibile un lavoro di qualità. Non è facile cercare quotidianamente di essere all’altezza delle aspettative che giustamente si creano nei confronti di un sito di informazione musicale come Metallized, ma da parte nostra la volontà di essere un punto di riferimento credibile c’è sempre. Speriamo che anche piccole grandi iniziative come questa siano apprezzate e soprattutto che le nuove recensioni offrano ulteriori motivi di scambio e interesse. Con questa sezione chiudiamo l’appuntamento con l'Archivio della 'Zine per questa volta, rimandandovi alla prossima puntata per un ulteriore viaggio nel nostro Data Base.
Scorpions - Love at First Sting Love at First Sting è uno di quegli album che meritano il tributo che viene loro concesso ed uno di quelli che possono legittimamente meritarsi il titolo di capolavoro. La qualità complessiva dei brani è elevatissima, la prestazione dei musicisti impeccabile ed il pathos tracimerebbe anche dalle insensibili casse del più rude fra i metallari. Se per un malaugurato caso non aveste già provveduto, ascoltate questo masterpiece
Hatesphere - The Sickness Within Questo disco conferma il potenziale distruttivo dei cinque nordici, alle prese con un death/thrash moderno e letale, ricco di groove, ma soprattutto di bordate ritmiche velocissime, devastanti e concepite con una certa lungimiranza, in quanto mai banali o prevedibili nella struttura.
Ancient Dome - Ancient Dome Si può dire che la tracklist è molto omogenea sia dal punto di vista stilistico sia da quello qualitativo, priva di picchi clamorosi e uniforme nel proporre canzoni veementi ma anche ben articolate. Un buon assaggio che funge da preludio per la carriera del combo di Saronno
Megadeth - Rude Awakening Rude Awakening è il primo live pubblicato dai Megadeth nella loro carriera. Il lavoro, risalente al 2002, è disponibile sia in CD che in DVD e contiene brani risalenti al tour americano dell’anno precedente a supporto del discreto album The World Needs A Hero.
Impellitteri - Screaming Symphony Impellitteri, oltre al monicker della band in questione, è il cognome del chitarrista che ha avviato questo progetto nel lontano 1986, seguendo i dettami imposti nel periodo dal virtuoso shredder neo-classico Yngwie J. Malmsteen. L’avvio della band segue una linea molto simile alle proposte dei Rainbow, visto anche l’iniziale coinvolgimento di Graham Bonnet, singer sostituto di Ronnie James Dio alla corte di Ritchie Blackmore nel 1979.
Hatesphere - Ballet of the Brute Dopo quindici anni di carriera e otto album, con una line-up attuale che mantiene il solo Pepe come membro originario, non risulta sbagliato né tantomeno azzardato definire questo album uscito nel 2004 come il punto più alto della loro intera discografia, subito seguito a ruota dal successivo The Sickness Within.
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Io rifarei le recensioni di alcuni album dei deep purple, che mi sembrano un pò troppo stringate. |
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Io rifarei le recensioni di alcuni album dei deep purple, che mi sembrano un pò troppo stringate. |
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Ammazza oh, avete ripescato la nostra demo "Ancient Dome", ma grazie! Ricordo ancora con piacere la recensione di Dario Celoni (mi pare), si firmava tipo "Killing Materia", vedo che ora l'ha riscritta Rino Gissi thanks |
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Grazie Celtic Warrior. Passo i complimenti ai ragazzi della redazione, che in questi mesi hanni davvero fatto un gran lavoro |
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Una bella chicca per appassionati del mitico Lizard . |
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Esatto Spiderman@!In Germania negli anni nel metal ne sono successe di tutti i colori. i Vectom e gli Scanner sono altre due grandissime bands, ma ce ne sono a palate che la gente nemmeno ha sentito nominare di striscio, purtroppo. Con il fatto che alcuni nomi hanno incassato successi abnormi altri che non viaggiavano su quegli stessi canoni sono stati eclissati in maniera indegna andando incontro a fine prematura come i Capricorn oppure ad una vita fatta di pubblicazioni e concerti occasionali come gli Scanner. Ah, ti suggerisco di loro Ball Of The Damned che è veramente bello! |
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@Sambalzalzal,eheh!parlavamo proprio giorni fa dei Capricorn e toh! ora spuntano le corna attraverso i GrInder .Ho ascoltato Dawn For he Living giorni fa ed è puro e magnifico speed trash elevato all'ennesima potenza così come Dead End,ma non solo ho scoperto altro dell'underground teutonico di allora ad es. i Vectom anche loro similari ai Caricorn,2 album boma con buon successo poi il nulla,si può dire che loro hanno seminato e i vari Tankard,Kreator,Sodom e Destruction invece hanno raccolto,inoltre sto approfondendo i scanner anche loro niente male,che dire?!.La Germania ha dato veramente tanto al metal,spesso oggi tendono in molti a dimenticarselo,e già,come non confermare il giudizio di capolavoro agli Scorpions con Love at First Sting. |
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Molta altro materiale da leggere, complimenti alla redazione. Finalmente vedo un disco dei Baron Rojo, non è il mio preferito (Volumen Brutal) ma va bene. Interessante anche la riscrittura di alcune vecchie recensioni come quella già apprezzata di Rising. Un continuo cantiere in evoluzione |
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Mi soffermo in particolare sui lavori di Grinder, Wolfsbane e The Almighty. Assolutamente da avere! Riguardo questi ultimi vorrei aggiungere che quando uscì Just Add Life da parte di Warwick c'era proprio la voglia di fare qualcosa vicina ai Therapy? con cui ancora è legato da vecchia amicizia. Andy Cairns aveva fatto le backing vocals già su altri albums dei The Almighty ed in particolare su Jonestown Mind nel precedente Crank dove lo si può benissimo ascoltare in un passaggio. |
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Ammazza quanto lavoramo aoo |
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