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CORRECTIONS HOUSE - Scott Kelly - Libera Creatività
21/02/2014 (1557 letture)
Gentile e introverso, disponibile e molto spesso poco incline all'umorismo, Scott Kelly ne ha viste tante nella sua pluriennale carriera; venti minuti non bastano, non basterebbe una settimana per farsi raccontare da lui, molte, moltissime cose riguardo al music business e al mondo. Chi si accontenta gode e qui ho goduto fin troppo perché quello che mi si presenta davanti è un signore che mi stringe la mano e mi dice: "Ciao piacere, Scott". Non anticipo nulla, per sapere come è andata seguite questo "botta e risposta".

Ad Astra: Vorrei partire subito in quarta, chiedendoti di questa nuova creatura. Da quello che so siete quattro solisti che hanno deciso di mettersi insieme, senza regole o scopi precisi, giusto?
Scott: Si è vero, ognuno ha portato le proprie ispirazioni, le proprie idee per creare qualcosa di nuovo. Nessun limite.

Ad Astra: Quello che non ti riesce possibile con i Neurosis lo metti qui dentro.
Scott: Sì, quello copre molto spazio nella mia vita, poi ho anche il progetto solista, dove metto le mie visioni più intime, qui cerco solamente di creare qualcosa di nuovo, diverso dal solito.

Ad Astra: Quindi credi si riesca ancora a creare qualcosa di nuovo?
Scott: Certo, altrimenti non avrei nemmeno iniziato questo progetto, ne sono convinto assolutamente.

Ad Astra:Quale è la differenza tra questo disco e il precedente EP?
Scott: Niente di rilevante, penso che abbiamo prima dovuto settare i parametri musicali tra di noi. Dopo aver registrato quell'EP siamo andati a fare più o meno 25 date negli Stati uniti e, mentre eravamo in tour, abbiamo parlato delle possibili svolte future della band e di cosa sarebbe potuto accadere. Penso sia solamente una nuova parabola della nostra carriera, abbiamo molte ispirazioni su questo gruppo.

Ad Astra: Come siete stati recepiti negli Stati Uniti? Il pubblico ha apprezzato oppure sono rimasti indifferenti?
Scott: Direi abbastanza bene, sembrava che la gente non sapesse cosa aspettarsi all'inizio, forse non capiva, è stato strano oserei dire. Non è stato promosso abbastanza e molti non conoscevano nemmeno la band, credo che alcuni siano rimasti spiazzati dal fatto trovarci lì sopra il palco. Non era un tour con alte aspettative, penso che qui in Europa sia andato tutto meglio.

Ad Astra: Mi sembra di cogliere un po' di disappunto però nelle tue parole, o sbaglio?
Scott: Non direi disappunto, solo che ci sarebbe piaciuto avere più gente, mentre lo facevamo mi è tornata in mente tutta la strada che ho fatto per oltre 25 anni con degli autobus per i vari tour; parlo sia per me che per Mike, dato che siamo quasi nella stessa posizione. Abbiamo dovuto ricrearci, ripartire da zero e mostrarci come qualcosa di nuovo, il che sembra paradossale se ci penso; finchè mi diverto va bene.

Ad Astra: L'inverno scorso sono stato alla tua data solista e mi è sembrato come un modo talmente tanto tuo che è risultato ovvio, palese che tu abbia bisogno di altre forme di espressione.
Scott: Infatti, solo così riesco farmi un'idea anche di quello che sono io, se combino tutto quello che faccio tra il progetto solista, i Neurosis e i Corrections House mi sento in pace con me stesso, ma forse, chissà, un giorno ci sarà spazio anche per qualcos'altro. La mia personalità viaggia in diverse direzioni in base a come mi sveglio di giorno. Credo che si rifletta in tutto quello che faccio (ride, N.d.R.).

Ad Astra: Qui allora, a differenza dei tuoi altri progetti come ti sei dovuto porre? Parlo a livello empatico, con gli altri ragazzi?
Scott: È stato abbastanza facile oserei dire; all'inizio dovevamo essere solamente io, Bruce e Mike in un unico spettacolo, quindi in una serata avremmo proposto tre show differenti che viaggiavano insieme. Dopo abbiamo parlato di fare una canzone insieme, tutti e tre sul palco alla fine dello spettacolo, qualcosa di speciale; abbiamo incontrato Sanford durante una data e parlando gli ho chiesto cosa sarebbe stato in grado di fare. Ha iniziato a raccontarmi di loop, effetti e cose varie; pochi giorni dopo ci mandavamo mail con i vari campioni e le demo di tre canzoni. Molto semplice, perché è proprio così che la band si è formata, è stato scelto il nome e tutto quello che c'è dietro.

Ad Astra: Il nome da dove deriva quindi?
Scott: È stata un'idea di Mike, avevamo una lista di quindici nomi e dal nulla se n'è venuto fuori con questo. Mi sembra forte e ci sta con i temi trattati.

Ad Astra: Infatti quando guardi i teaser su YouTube o le vostre foto promozionali mi sembrate una specie di elite autoritaria, volte a intimidire qualcuno…
Scott: (ride, N.d.R) No, è che ci sta benissimo, è una musica così organica e forte se la analizzi che fa tutto parte di uno schema prefissato. Le macchine che controllano l'uomo e la tecnologia che ci invade; in fin dei conti anche nei Neurosis utilizzai molte tastiere ma poste su un piano totalmente differente; c'è un approccio distante a livello musicale. Tutto è più meccanico e freddo, se poi inizio a pensare che proprio le macchine ci aiutano a creare questa atmosfera claustrofobica, è un po' come guardare la società là fuori.

Ad Astra: Anche perchè non mi sembra che tu viva in un posto così allegro e spensierato, o ti trovi bene? (Scott è originario di Oakland, generalmente vista come l'area più industriale e produttiva della baia di San Francisco, N.d.R.)
Scott: No, è orribile, l'America oggi fa schifo, non è più il posto magico dove tutto vogliono cercare fortuna, anzi non so nemmeno se lo sia mai stato.

Ad Astra: Sono stato a San Francisco qualche anno fa e ti devo dare ragione, non mi ha lasciato molto, non l'ho trovata così emozionante come molti dicono. Magari sono io che la vedo con occhi particolari.
Scott: Concordo, anche perché hai visto anche tu che non è come tutti pensano, in passato si credeva di arrivare, fare i soldi e diventare ricchi in pochi istanti, hai visto che non funziona così. L'epoca dei cercatori di tesori, come la gente che espatriava, è finita da tanto tempo.

Ad Astra: Quindi confermi anche tu che c'è questa famosa differenza tra pubblico in Europa e quello statunitense, la gente la vive in maniera totalmente distante, in base a dove sei.
Scott: Sì, sotto certi aspetti sì, ma non così forte come ti fanno credere, tutti i posti sono diversi ma alla radice sono tutti uguali e credo ci sia una matrice comune in ogni luogo, le persone sono più o meno tutte le stesse se ci fai caso. Credo però che ci siano posti che riesci ad identificare, che sono unici e diversi dagli altri; quando sei in Russia te ne accorgi, così in Australia o come succede dentro gli Stati Uniti con il Texas. Sono questi i posti dove senti molte diversità, ma se guardi solamente l'ambito musicale, in sede live tutte le persone sono gentili e hanno un minimo comune denominatore.

Ad Astra: E quale sarebbe questo comune denominatore, come lo rintracci?
Scott: Chi viene ai miei show, a quelli come quello di stasera, o degli altri gruppi non è stupido, ma è intelligente e sveglio perché non è la roba commerciale che c'è là fuori e che muore subito dopo qualche ascolto.

Ad Astra: Mentre mi dicevi questo mi è venuto in mente che avete fatto il concerto di capodanno proprio ad Oakland nel 2013 e mi sono mangiato le mani, quello credo sia la testimonianza di una cosa fuori dagli schemi. Neurosis a capodanno, magari avessi potuto esserci… come è stato?
Scott: Molto bello, davvero una cosa un po' particolare e mi sono divertito, credo che lo rifaremo, non so quando ma credo che succederò di nuovo. Ci sentiamo con Facebook e ti faccio sapere quando lo faremo e ti guardo per dei voli (ride, N.d.R.).

Ad Astra: Eh dai non prendermi in giro (rido, N.d.R.). Voglio tornare a parlare un attimo di Last City Zero, una domanda in particolare sulla titletrack; mi ha ricordato moltissimo il monologo di Edward Norton nel film "La 25esima Ora. L'hai mai visto?
Scott: No, non l'ho mai guardato ma tutto quello che c'è lì dentro è idea di Mike, sono testi suoi personali tratti dal suo libro. Quello che tieni in mano sul palco è un libro che ha pubblicato con suoi pensieri, si chiama "Cancer as Social Activity" ("Cancro, un'attività sociale", N.d.R.) e molti dei testi su Last City Zero sono parte di quel libro. Specialmente quella canzone che adoro.

Ad Astra: Quindi se l'ha pubblicato, mi vuoi dire che si può anche comprare eventualmente…
Scott: Sì, certo, ora per il tour l'abbiamo esaurito però se vai sul suo sito personale sicuramente lo trovi.

Ad Astra: Anche tu hai un libro con dentro i tuoi pensieri e te ne servi per scrivere i testi dei Neurosis?
Scott: Non faccio proprio così, ho bisogno di avere un suono nella mia mente, quindi tutto parte dalle musiche e poi diventa pazzia a volte, ma da solo con i testi e un foglio bianco non riesco.

Ad Astra: Pensa che mentre ascolto i dischi, essendo uno della vecchia scuola, con ancora le cuffie e i testi sotto mano, a volte mi metto a tradurli ma escono fuori dei viaggi talmente personali che è difficile trarne una conclusione.
Scott: Grande, anche io sono per le cuffie e il buio. Cerco sempre di fare musica per coloro che ascoltano ancora con attenzione e le cuffie sono a volte il metodo migliore per apprezzare certi particolari.

Ad Astra: Dai allora adesso mi dici cosa preferisci tra vinile o cd, anche se so già cosa mi risponderai.
Scott: Vinile (ride, N.d.R.), non si pone nemmeno il paragone essendo più organico e corposo. È come mettere di fianco un grasso e uno magro; riceverai sempre più calore dal grasso ed io mi sento un po' un vinile (ride, N.d.R.).

Ad Astra: (rido, N.d.R.) Allora siamo due vinili, andiamo in doppio. Invece ora hai qualche nuovo progetto in arrivo, qualcosa in particolare a cui stai lavorando?
Scott: No, niente di particolare perché questo tour mi ha portato via molti pensieri. Quando tornerò a casa, però, con l'anno nuovo mi metterò a comporre per il nuovo disco dei Neurosis.

Ad Astra: Davvero? Di già?
Scott: Sì, direi che nel 2014 lavoreremo seriamente sul nuovo disco e inoltre cercherò di fare un altro disco solista, infine continuerò la tournè con i Corrections House. Direi di essere abbastanza impegnato.

Ad Astra: Con la Neurot Recordings, la vostra casa discografica, invece come sta andando? Avete qualche nuova scoperta o novità?
Scott: Sta andando bene, almeno credo. Come nuove realtà abbiamo appena inserito nel roster gli Stone Burner, che sono una band stoner di Portland; faremo uscire il nuovo disco degli Yob. Direi che cerchiamo di andare avanti e mi sento soddisfatto.

Ad Astra: Vedi la musica verso un abisso oppure credi ci sia qualche possibilità di salvezza?
Scott: Credo vada male solo per alcuni, sì le cose cambiano sempre e la situazione di adesso bisogna solo accettarla, ma dato che tutto cambia, credo che cambierà nuovamente e non ti so dire come sarà in un futuro. Non credo sia né meglio, né peggio di prima, perché è sempre stata dura. Sai che ti dico? Che si fottano, va bene così! (ride, N.d.R.). Se vuoi fare un po' di soldi devi suonare, non c'è altro metodo perché molti scaricano illegalmente; sono solo i vinili che non si possono scaricare e la gente adora i vinili, ma non abbiamo molto altro con cui difenderci.

Ad Astra: E tu con i tuoi figli come cerchi di rapportarti, con la tua famiglia su questo argomento?
Scott: Avendo cinque figli cerco di insegnar loro che la musica va comprata anche se fanno download illegale. Mio figlio più grande, che ha 26 anni, è patito di vinili mentre quelli più piccoli sono un po' un misto perché il piccolo ne ha solo 5 di anni e ancora è difficile educarlo sotto quell'aspetto. Sono tutti ascoltatori di metal e punk comunque, almeno rimaniamo in famiglia, con me non si sono ribellati e di sicuro non faccio ascoltar loro Mtv (ride, N.d.R.)

Ad Astra: Immagino e con un padre come te chi vuoi che vada ad ascoltarsi altra musica (rido, N.d.R.); hanno anche qualche gruppo, suonano qualche strumento?
Scott: Sì il più grande ha un paio di gruppi, suona il basso. Proprio in quella band che ti dicevo prima, gli Stone Burner, suona il basso. Sono molto heavy, molto intensi.

Ad Astra: Adesso devo proprio ascoltarli, poi chissà, magari un giorno suonerete insieme.
Scott: Sì credo che succederà, ma già nel mio ultimo disco solista ha suonato qualche pezzo di basso qua e là.

Ad Astra: Come musiche invece con cosa sei cresciuto? Quali sono le tue radici più lontane?
Scott: Quando ero giovane avevo tutto di Alice Cooper,Deep Purple, Kiss fino a ZZ Top; col passare degli anni ho ascoltato molto hardcore e punk. Credo che chiunque ascolti metal prima o poi ascolti hardcore un po', è normale, e allora andavo di Black Flag, dopo un po' di Black Sabbath, Metallica e Slayer cose simili.

Ad Astra: Cose vecchie, in fin dei conti di attuale non c'è quasi nulla; mi sembra di capire ancora che ti piaccia rimarcare il fatto che forse si sta perdendo il senso, la direzione?
Scott: No credo solo che bisogna rimanere aggiornati, rimanere interessati a ciò che si fa senza farlo giusto per il gusto di comporre, serve qualcosa che vada oltre le sole note musicali. Capisci solamente così che le persone si stanno annoiando di ascoltare sempre le solite note dai gruppi, serve novità, qualcosa di fresco; non tutti lo fanno ma quei pochi sono davvero utili.

Ad Astra: Mi è venuto in mente l'altro progetto, gli Shrinebuilder; hai in mente di fare qualcos'altro?
Scott: No, credo sia tutto finito lì, non so cosa dire riguardo al futuro ma per ora credo sia tutto morto. Non sono preoccupato che esca qualcosa o meno, ho tanti altri pensieri come vedi.

Ad Astra: OK, ho solamente l'ultima domanda, dopo abbiamo finito. Quando ti rivedremo in Europa, con i gruppi o con il tuo tour solista?
Scott: Tornerò l'anno prossimo, a febbraio con il tour solista, so che suonerò in Italia ma di preciso non mi ricordo in quale città (adesso sappiamo che ha suonato a Bologna il 16 Febbraio, N.d.R.). Con i Neurosis so che avremo qualche data estiva nei festival ma niente di più, dopo andremo in Giappone, Australia e cose che non siamo ancora riusciti a coprire con i precedenti tour.

Ad Astra: Bene, non ho nulla di più da aggiungere, posso solo ringraziarti per questa bella chiacchierata, è stata un'opportunità unica e sono davvero contento.
Scott: Grazie a te, grazie davvero Andrea. Ci vediamo dopo sul palco!



Unia
Lunedì 24 Febbraio 2014, 15.11.16
4
I Corrections House sono un gran bel progetto. Spero faranno altri album e tour in Italia.
Lizard
Sabato 22 Febbraio 2014, 11.01.32
3
Corretto! Grazie per la segnalazione
quel mona che sbatte la porta
Sabato 22 Febbraio 2014, 10.40.22
2
il posto si chiama cycle club, non circle. Comunque bella intervista
brainfucker
Venerdì 21 Febbraio 2014, 14.23.41
1
intervista bellissima fatta a uno dei personaggi migliori della scena heavy, ottime domande ovviamente! ha ragione comunque, il progetto correction house meriterebbe più pubblicità, così come gli shrinebuilder, incredibilmente snobbati anche dallo stesso pubblico della scena stoner...boh
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s.v.
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