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28/11/24
𝗠𝗢𝗢𝗢𝗡 + THE BACKDOOR SOCIETY + THE BRIGHTEST ROOM
ARCI BELLEZZA, VIA GIOVANNI BELLEZZA, 16/A - MILANO
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DEATH TO ALL + OBSCURA + FAUST + DARKRISE - Rock’n’Roll Arena, Romagnano Sesia (NO), 19/11/2013
24/11/2013 (3834 letture)
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L'iniziativa del Death To All Tour è sempre stata assai discussa, quantomeno qui in Italia, sin dal giorno del suo concepimento. Si tratta a tutti gli effetti di una tribute band dei leggendari Death, composta dalla line up che diede alla luce lo storico Human, con l'ovvia eccezione di Chuck Schuldiner. Polemica o meno, è una possibilità quanto meno allettante quella di vedere suonare assieme Paul Masvidal, Steve DiGiorgio e Sean Reinert, accompagnati da Max Phelps, chitarrista e cantante che ricopre i medesimi ruoli anche nella line up da tour dei Cynic stessi (leggendaria band in cui, per i pochi che non lo sapessero, militano Masvidal e Reinert). Nella giusta ottica, ovvero quella di vedere il tutto come un tributo e non come l'affermarsi di una nuova formazione dei Death, c'erano tutte le premesse per passare una serata coi fiocchi, e così è stato, specie se consideriamo il fatto che ad accompagnare i DTA c'erano Obscura, Faust e Darkrise. Giunto all'Arena una mezz'ora prima dell'inizio della serata, ho avuto modo di entrare subito nel locale e di assaporare l'atmosfera piacevolissima che vi si respirava, nonostante si trattasse solo di un assaggio di quello che il concerto avrebbe offerto nelle ore successive.
DARKRISE Gli svizzeri Darkrise sono fautori di un brutal death moderno e d'impatto, piuttosto pulito e ben composto, sebbene talvolta un po' generico, soprattutto in confronto con l'amplissimo ventaglio della suddetta scena a cui i cinque appartengono. L'esibizione è stata fluida e ben gestita, guidata dal gutturale singer, piuttosto convincente anche su tonalità alte così come negli squeal. La coppia di basso e batteria si è dimostrata compatta, ma soprattutto le chitarre sono risultate udibilissime e perfettamente distinguibili; gli episodi solistici non sono mancati, sebbene piuttosto semplici e con intento più che altro melodico. Molto convincenti le strutture dei pezzi, supportati da un drumming dinamico e veloce.
FAUST Appena terminata la performance dei Darkrise, ha avuto inizio il soundcheck dei Faust, una band che si potrebbe, a ragione, definire di culto nella scena estrema del nostro paese. Attivi da oltre vent'anni, i nostri hanno rilasciato un demo nel 1993, poi un EP a ben otto anni di distanza, seguito dopo altri otto anni dal primo, agognato e splendido full length, From Glory to Infinity, ovviamente fulcro della performance dal vivo della band. Purtroppo i Faust non hanno potuto ricavare il massimo dal proprio soundcheck, per questioni di tempo e non solo, così la resa finale dei suoni è stata inficiata e complessivamente è risultata inferiore rispetto a quella del gruppo di apertura. La band ha aperto le danze con Purple Children, opener del full length, ed ha dato spettacolo con il suo raffinato death metal dal superbo gusto melodico, davanti ad un pubblico ancora esiguo, ma in costante aumento. Tecnicamente Aleister è stato impeccabile con la sua sei corde, nonostante dovesse contemporaneamente occuparsi del cantato. Da questo punto di vista, c'è da dire che la voce mancava un po' di potenza, ed era penalizzata dal volume troppo basso, ma Aleister ha più che compensato con una presenza scenica molto affascinante, un vero Dottor Faust in chiave metal! Anche Izio si è difeso bene, commettendo qualche piccolo errore in certi assoli, cosa sicuramente perdonabile, sia considerando il tasso tecnico non indifferente delle canzoni dei Faust che il feedback non ottimale per il musicista (che infatti chiederà dopo qualche pezzo degli accorgimenti per poter sentire meglio ciò che facevano i compagni). Devastante la sezione ritmica, con un ottimo Emi (militante anche negli Illogicist) al basso che, infischiandosene delle difficoltà tecniche (che hanno penalizzato anche il suono del suo cinque corde) ha suonato le proprie partiture con grande competenza, senza tralasciare un certo contatto con il pubblico, cosa che non andrebbe mai dimenticata in un concerto dal vivo. Menzione d'onore per Nic dietro le pelli , davvero preciso e trascinante. Hanno spiccato, tra le altre canzoni, Pig God Dog, strumentale che ha messo definitivamente in chiaro (non che ce ne fosse bisogno) le capacità dei nostri e soprattutto Wet Veils, probabilmente il pezzo migliore dei Faust, a cui è stato riservato l'onore di chiudere il set. Un'esibizione di classe, peccato per qualche sbavatura e per i suoni non ottimali; i Faust avrebbero meritato di meglio da questo punto di vista ma si sono comunque confermati come esponenti di spicco del death made in Italy. Bravi!
OBSCURA Il Rock'n'Roll si è riempito continuamente durante l'esibizione dei Faust, e quando sono iniziati i preparativi per la performance degli Obscura la sala era già piuttosto piena. Ho già avuto il piacere di vedere i tedeschi dal vivo, e ricordando la buona esibizione di un anno e mezzo fa allo Zoe Club di Milano, le aspettative erano piuttosto elevate. Si respirava un'atmosfera di grande entusiasmo, che non ha tardato a concretizzarsi all'apparizione sul palco di Hannes Grossmann e Christian Muenzner, rispettivamente batteria e chitarra della band, seguiti poco dopo da Linus Klausentizer, bassista, e Steffen Kummerer, chitarrista e cantante. Terminate le necessarie preparazioni, la band ha rivolto un caloroso saluto al pubblico (a quel punto assai nutrito) e poi è partita subito in quarta con la fantastica The Anticosmic Overload, forse la canzone più nota del combo, in grado di mietere numerose vittime dal vivo. Si è aperto infatti un mosh pit di dimensioni assai generose, cosa che da qui in avanti è avvenuta praticamente in ogni occasione adatta, a testimonianza della grande partecipazione del pubblico, con moltissime persone che cantavano i testi o i riff. La band ha dimostrato, oltre alla consueta precisione e abilità tecnica sopra le righe, di divertirsi un mondo e di apprezzare questa accoglienza così calorosa, soprattutto nel caso di Kummerer e Klausenitzer, che sorridevano e si muovevano in continuazione. Persino Muenzner è stato più partecipe del solito, cosa inconsueta dato il carattere del musicista, che solitamente tende a concentrarsi quasi esclusivamente su quello che sta suonando. Gli Obscura hanno proseguito con un paio di estratti dal loro secondo album, Cosmogenesis, tra cui Incarnated, un altro brano celebre e d'impatto. I nostri hanno poi proposto ai fan una vera chicca, una nuova canzone tratta dal loro prossimo album attualmente in lavorazione: si tratta, a detta di Steffen, di Imaginative Soul, lunga e ricca di assoli, strutturalmente affine ai brani di Cosmogenesis ma non priva di soluzioni che mi hanno riportato alla mente Omnivium (riff cadenziati sulla falsariga di Ocean Gateways, e dissonanze "cosmiche" a là A Trascendental Serenade). Personalmente ho apprezzato questa sorpresa e il brano stesso, non banale anche dal punto di vista delle linee di basso, le prime composte senza Jeroen Paul Thesseling, con le quali Klausenitzer ha dimostrato di cavarsela discretamente, anche se inevitabilmente messo in ombra dalla genialità di colui che ha sostituito. Septuagint e Ocean Gateways hanno rappresentato il più recente album della formazione, Omnivium, e anche con questi due brani (specialmente col secondo) gli Obscura hanno dimostrato di essere in gran forma e di saper coinvolgere benissimo il pubblico. Successivamente Hannes Grossmann ha dato spettacolo con un ottimo assolo di batteria, ennesima riprova del fatto che tra i tedeschi milita uno dei batteristi metal più talentuosi in circolazione. La chiusura è stata affidata a Centric Flow, canzone conclusiva di Cosmogenesis, anch'essa particolarmente adatta alla riproposizione live, specialmente nelle ultime battute, durante le quali tutta l'Arena gridava citazioneThis is, this is, this is the centric flow!. In conclusione si è trattato di una prova davvero magnifica, anche questa non perfetta dal punto di vista dei volumi (la chitarra di Muenzner sovrastava eccessivamente quella di Kummerer) ma estremamente coinvolgente e calorosa. A presto, Obscura!
SETLIST OBSCURA 1. The Anticosmic Overload 2. Incarnated 3. Choir of Spirits 4. Imaginative Soul 5. Septuagint 6. Ocean Gateways 7. Drum Solo 8. Centric Flow
DEATH TO ALL Si sono spente le luci sull'Arena, mentre cominciavano a intravedersi, accompagnate da un'intro, le figure dei musicisti che hanno avuto l'onore e l'onere di riesumare, tra le molte critiche e perplessità, il logo campeggiante sul fondo, ancora immutato dal 2001. Reinert, dietro le pelli, ha cominciato ad accennare con precisione, in crescendo, l'inconfondibile introduzione batteristica di Flattening of Emotions, mentre anche un sorridente Masvidal e l'imponente Di Giorgio hanno fatto il loro ingresso sui lati del palco, seguiti infine da Phelphs, chiamato a sostituire il compianto Chuck Schuldiner, emulato un po' anche nella postura, nonché nella voce, piuttosto rassomigliante a quella dello storico frontman dei Death. Il pubblico si è subito fomentato, esortato da Di Giorgio e Masvidal, decisamente coinvolti rispetto al più ingessato singer. Tralasciando qualche problema di livello sonoro tendenzialmente risolto nel corso del set, la performance è apparsa subito fluida e precisissima, e non priva d'impatto, aspetto adeguatamente testato dal successivo medley Leprosy/Left to Die, nemmeno annunciato ma subito accolto da tutti gli astanti, impegnati in un moshpit impressionante, in un locale già di per sé stracolmo. L'esibizione ha parlato solo coi fatti, nemmeno una parola spesa per introdurre Suicide Machine, che ha rotto definitivamente qualsiasi diffidenza tra pubblico ed artisti, in un totale e sentito coinvolgimento, tanto da infuocare l'atmosfera. Steve si è piegato sul pubblico compresso nelle prime file, incitando e cantando a sua volta, mentre Paul saltava da una parte all'altra del palco, muovendosi tra riff ed assoli con precisione ed in completa agiatezza, sfoggiando peraltro la sua nuovissima e splendida nuova ascia, ribattezzata Masvidalien dallo stesso mastermind dei Cynic. Solo Max ha continuato a mostrare una carenza di coinvolgimento che, purtroppo, ha lasciato un buco, non adeguatamente riempito dal frontman per tutto il concerto, tanto che è stato Di Giorgio, più carismatico ed aggressivo, a richiedere a più riprese le urla del pubblico e a presentare, tra le altre, il primo (e purtroppo unico) estratto da Individual Thought Patterns, ossia l'inattesa In Human Form, seguita da una spettacolare Spiritual Healing, che ha scatenato un headbaning irrefrenabile, e qualche azzardato crowdsurfing sulla folla. Si trova anche il tempo per agganciare qualche riff della meno prevedibile Within The Mind, dallo stesso album, prima di proporre un'eccellente interpretazione di Cosmic Sea, un pezzo unico nel suo genere e più che adatto a mettere alla prova l'eccellente preparazione dei quattro, nonostante l'enigmatico assolo di basso nel bel mezzo della canzone, assolutamente destrutturato e caotico, tanto da riassumersi in un inseguirsi di casuali percussioni sulle sei corde del fretless di Di Giorgio, ma poi adeguatamente ricollegato alla naturale continuazione del pezzo. In seguito, uno dei momenti più emblematici dello show: sul banner recante il logo dei Death (e non purtroppo su una superficie più adatta) è stato proiettato un filmato, composto da diverse diapositive, foto e video di Chuck, che ha generato un'atmosfera piuttosto coinvolta tra il pubblico, talvolta rispettosamente silenzioso, talvolta in applauso, altre ancora in sentiti cori al compianto eroe del Death Metal. È difficile descrivere un simile momento se non si è stati direttamente presenti; forse una scelta un po necessaria, un tributo inevitabile all'uomo a cui, in fondo, ogni presente deve qualcosa, quantomeno per la musica che è stata tributata in questa serata. Più che sulla scelta di questa onorificenza, mi soffermerei sulla densità emotiva dell'atmosfera generatasi, un pubblico unitissimo e pronto a vivere, seppur nella piccolezza di quello che in fondo è un tributo, un pezzo ancora pulsante dell'eredità di Chuck. E scaldati da questo momento un po particolare, la reazione all'intro di Zombie Ritual é stata esplosiva e non si poteva fare altro che saltare ed accalcarsi, spinti dall'intensità del pezzo, seguito da una Baptized in Blood in forma di medley, che non mi sarei aspettato e che personalmente mi ha fatto impazzire (il classico pezzo per il quale si dice: "Se suonano quella…"). Si è ripreso poi il filone dominante di Human con una violenta Together as One, impeccabilmente scandita dalla doppia cassa dell'impassibile Sean, che non si è lasciato sfuggire nemmeno una smorfia, accennando giusto un saluto prima di essere sostituito, in forma eccezionale, da un guest apprezzatissimo, il talentuoso batterista degli Obscura, Hannes Grossman, che ha attaccato con l'acclamatissima Crystal Mountain, uno dei pezzi meglio riusciti del set, nonché uno dei pochi episodi della parte finale della carriera dei Death. Nella successiva Spirit Crusher, anche Steffen Kummerer degli Obscura è salito sul palco sostituendo Masvidal, prendendo il comando del microfono e mostrando, come in altre occasioni in cui coverizzarono i Death, un'aderenza innegabile allo stile canoro di Chuck. Le note familiari del basso, in questa sede interpretate da Di Giorgio con il suo peculiare basso a 3 corde (delle 5, ha infatti tolto la quarta e la seconda), si sono susseguite con assoluta fluidità in tutte le riprese del pezzo, così come nell'intro di Lack of Comprehension, presentata come ultimo brano, ed assolutamente uno dei picchi più intensi dell'esibizione, con Masvidal che saltellava in circolo scapocciando spesso e volentieri, ed eseguendo i pezzi con una cristallinità assoluta. Dopodichè i quattro hanno lasciato il palco, ma le luci spente hanno fatto sperare in un bis, che non è tardato: come nei gloriosi concerti dei Death negli anni '90, anche in questo caso a fare da chiusura è stata la ruvidissima Pull The Plug, e le ultime gocce di voce e sudore del pubblico sono state spremute sulle note inconfondibili di questo capolavoro, salutato con un coro a Chuck e scrosci di applausi ai musicisti che ne hanno fatto le veci.
SETLIST DEATH TO ALL 1. Flattening of Emotions 2. Leprosy/Left to Die 3. Suicide Machine 4. In Human Form 5. Spiritual Healing/Within the Mind 6. Cosmic Sea --- Intermezzo: Video Tributo a Chuck Schuldiner --- 7. Zombie Ritual/Baptized in Blood 8. Together as One 9. Crystal Mountain (con Hannes Grossmann alla batteria) 10. Spirit Crusher (con Steffen Kummerer alla voce e chitarra) 11. Lack of Comprehension --- Encore --- 12. Pull the Plug
CONSIDERAZIONI FINALI Decisamente una serata carica di ottimo death metal, con i buoni Darkrise, i solidi e nostrani Faust, degli Obscura assolutamente superlativi ed un Death To All dal bilancio certamente positivo. Benché da molti l'iniziativa non sia stata vista di buon occhio, l'afflusso di pubblico è stato molto considerevole, ma lo show regalato è stato all'altezza delle aspettative. Con il giusto atteggiamento, si può tranquillamente evincere che non si tratta di quattro persone che vogliono lucrare sul nome dei Death, ma che hanno genuinamente condiviso un pezzo della loro esperienza artistica, più o meno longeva che sia rispetto al passato, come per Paul e Sean dei Cynic. Un'esibizione impeccabile (solo qualche rimpianto sui livelli sonori), curata ed anche piuttosto coinvolta, nonché coinvolgente, fanno sì che discorsi circa la coerenza di questo tour lascino il tempo che trovano, soprattutto di fronte all'intensità emotiva che la musica dei Death, riportata sui palchi da quello che in fondo è (ed ha tutte le intenzioni di restare) un tributo, ha saputo suscitare martedì tra tutti i presenti. Non ci si poteva e non ci si doveva aspettare la più totale fedeltà all'anima dei Death, che ci ha lasciato 12 anni fa con il suo creatore, ma quantomeno siamo stati spettatori di un ottimo episodio concertistico, ed un valido tributo all'indimenticato Chuck.
CREDITS Introduzione, report di Faust ed Obscura a cura di Federico Arata "MrFreddy"; report di Darkrise e Death To All, conclusioni e foto a cura di Nicolò Brambilla "Nicko"
E DOPO IL CONCERTO... Arriva la notizia, raccolta prontamente dal nostro Davide ''Monky'' Moncalero, riguardante il nuovo lavoro dei Thulcandra. In una breve chiacchierata finale, infatti, il cantante e chitarrista Steffen Kummerer ha rivelato che i brani del loro terzo album sono già interamente scritti, e la band, alla fine del Death To All Tour, sceglierà il proprio session drummer, per essere pronta ad entrare negli studi di registrazione già a dicembre. Presumibilmente quindi l'uscita del disco sarà fissata per la prima metà del 2014.
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Il concerto non l'ho visto...i gestori non hanno fatto entrare me e altre 10 persone circa perchè sprovviste del biglietto preso in prevendita dicendo che avrebbero superato la capienza del locale e passato guai in caso di un controllo...dieci persone!!!!Il locale è diventato comunque capiente quando una nota cantante di una nota band italiana è stata fatta entrare nonostante non avesse il biglietto e un accredito (all'inizio anche lei si è lamentata)...è vero, sono stato avventato forse a non prendere prima il biglietto, ma come al solito in Italia la legge è uguale per tutti...complimenti vivissimi ai gestori del locale...10 persone, che si sono ritrovate a raccogliere le briciole vicino all'uscita di sicurezza del locale... |
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Concerto emotivamente indescrivibile, tutto d'un fiato dall'inizio alla fine senza farsi tante seghe mentali, personalmente ritengo che tra il commemorare e speculare ci sia una bella differenza, e fino ad ora non si sembra che si sia parlato di nuovi album come Death o roba del genere e finchè porteranno in giro il logo solo per commemorare Chuck tanto di cappello. E poi inizialmente il tour nel 2012 era nato come Death to All ed era stato modificato a causa di beghe legali con le etichette.. Pensate quello che volete penso che chi fosse sotto il palco come me non se ne sia pentito! |
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beh si finiti i membri fondatori in effetti lo scioglimento è la soluzione più plausibile, più evidentemente nel caso di band che sono di fatto una persona con dei musicisti di supporto...ad esempio Motorhead o Bathory. Comunque sono terrorizzato dal prossimo futuro quando band ancora in forma e non la caricatura di loro stesse (ad esempio Rush o Kiss) molleranno definitivamente. Speriamo nelle nuove leve ma dalle mie parti si dice chi vive sperando muore cagando. |
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Sinceramente nemmeno io condivido l'opinione di Rada, specie per una sorta di one-man band come in fin dei conti erano i Death. @uatu: Murphy ce lo vedrei ancora meno, un tour della formazione di Spiritual Healing sarebbe come sputare sulla memoria di Chuck, visto quello che gli hanno fatto |
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Scusate se mi intrometto nella discossione: secondo me la parola chiave del discorso è "celebrare", che non corrisponde, almeno da quanto ho capito io, chiedo scusa se ho frainteso, all' "andare avanti" di Radamanthis, che comporta attività live regolare, magari anche un nuovo disco. E se sul celebrare sono d'accordo in tutto e per tutto (ho sempre apprezzato questa iniziativa del Death to all ad esempio, e avrei veramente voluto esserci) sull'andare avanti senza un membro fondatore proprio no. Specialmente se questi era l'unico compositore e un personaggio/simbolo così importante e ammirato come era Chuck. Sono dell'idea che una band abbia motivo di esistere fino a quando vi rimane almeno un membro fondatore, infatti quando Bill Ward è stato escluso dalla reunion dei sabbath, per esempio, non ho trovato nulla da ridire (certo, un po' di delusione c'è...), ma in questo caso sarebbe proprio improponibile. Tutto ovviamente IMO |
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Radamanthis esprime uno scenario che è da tempo che sostengo, a forza di sostituzioni le band originali vengono piano piano rimpiazzate dagli innesti postumi andando avanti come aziende all'infinito...e si arriverà secondo me alla situazione che le grandi band, che ormai godono di un successo ormai celebrato in un continuo rito religioso, continueranno ad esistere con concerti che prenderanno la forma delle opere classiche. Wagner è morto da tempo ma se ne continuano a celebrare le musiche. |
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@Radamanthis, io dico solo che la tua "visione" è sicuramente molto interessante, e per molti versi affascinante... non ci avevo mai pensato! |
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Si si, mi rendo conto benissimo di questa cosa e sono certo che il 99% delle persone la pensa esattamente all'opposto di me: ne sono consapevole! E' solo una mia idea (che tra l'altro, fortunatamente per molti, non si avvererà mai!!!), forse strampalata, forse sbagliata, sicuramente irrealizzabile e che forse cambierò negli anni... |
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Rada, sai che ho il massimo rispetto per te, ma la trovo una cosa veramente agghiacciante. Diventerebbero delle tribute band ufficiali così e non esisterebbe nessun ricambio generazionale. Non riesco ad immaginare una cosa del genere e non andrei a vederla, così come non sono andato a questa. |
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Riscrivo il post che ho messo sotto la news dei Riot: PER ME, sia chiaro il PER ME vale per questa band come vale per ogni band che perde un membro fondatore o storico: CONTINUARE! Non insultatemi vi prego, è solo il mio parere, ma come l'Inter è passata da Meazza a Mazzola, da Rummenigge a Matthaus, da Ronaldo a Ibrahimovic, da Milito a chissà chi in futuro le band vorrei che proseguissero la loro storia così! Certo, sarà cura di uno Steve Harris cercare il futuro bassista degno di suonare negli Iron, sarà cura di Tony Iommi trovare un chitarrista degno di suonare i suoi riff nei Sabbath per gli anni avvenire, e così via! Forse in molti non sono d'accordo e posso comprendere che una band musicale non è una squadra di calcio e ogni idea contraria alla mia è più che condivisibile, io la penso semplicemnte così! |
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bo che dire sicuramente sarà stato un concerto di qualità , ma anche io non ho apprezzato molto il fatto del logo che vabè magari è anche una cosa secondaria ma a me non ha convinto e anche io non sono sicurissimo che a shuldiner avrebbe apprezzato sto tributo. comunque tecnicamente sarà stato impeccabile dato il livello dei musicisti ma a me non è piaciuta tutta sta storia. ho detto la mia non voglio riaccendere nessuna polemica |
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Non lo so, ma questo tributo non mi convince, perchè allora non Hoglan o Murphy? Mi sembra poi che i due Cynic siano tra quelli che nei Death ci sono stati di meno... e poi l'utilizzo del logo originale e del nome Death a tutti gli effetti mi è sembrato fuori luogo, essendo inscindibile dalla persona di Schuldiner che, mi sbaglierò, ma non so se avrebbe gradito, essendosi peraltro ispirato a Masvidal per la caustica The Philosopher, quindi non erano proprio amiconi... per quanto mi riguarda, preferisco ricordare i veri Death dei concerti al Rainbow del '95 e '98 |
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Tra gli Obscura ed i Death (to all) deve essere stata una serata memorabile! Grazie per il bellissimo e dettagliatissimo report! |
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Presente!Splendido report, il concerto è stato veramente fantastico ed emozionante. Simpaticissimi gli Obscura, sembravano proprio contenti dell'accoglienza! I Death To All dal canto loro sono stati fenomenali. Commovente l'intermezzo per ricordare Chuck. Se non avessi perso il libro del Thrasher qua sotto la serata sarebbe stata perfetta . |
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Il tributo e il ricordo non sarà mai abbastanza nei confronti di quel ragazzo che tante meraviglie ci ha consegnato nella sua vita troppo breve. Un peccato non essere potuto andare a questo concerto, ma soltanto leggendo il live report ho provato emozioni forti, immedesimandomi ed immaginandomi le scene descritte, in particolare quelle in cui si accenna al video in onore di Chuck mostrato ai presenti; deve essere stato veramente da brividi. RIP Chuck |
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