|
27/12/24
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
CASA DELLA MUSICA – NAPOLI
|
|
HARD CASTLE FEST - Piazzale Primo Maggio, Castellazzo Bormida (AL), 27/07/2013
31/07/2013 (2609 letture)
|
Un tranquillo pomeriggio di gennaio, una gara di pesca sportiva appena terminata, una barca per l'immissione dei pesci nel lago con a bordo un uomo di quarantaquattro anni e tre bambini. Ed una tragedia. Quell'uomo era Giuseppe Baudi, per gli amici Beppe, ed i bambini erano i tre figli del gestore dell'impianto; l'imbarcazione comincia ad incamerare acqua ed affondare in mezzo al lago. Beppe per prima cosa cerca di mettere in salvo i tre bambini, appoggiandosi sulle spalle il più piccolo di cinque anni nell'acqua gelida e rassicurando gli altri per farli nuotare. Sino all'arrivo dei soccorritori, i quali però lo trovano oramai morto per le conseguenze di una congestione. Giuseppe Baudi era un metallaro, uno di quei loschi individui che secondo certa opinione pubblica non fanno altro che ascoltare la musica del demonio, bere birra e drogarsi e che invece si è reso protagonista di un gesto eroico.
Come mai tutta questa premessa? Perché Beppe era uno dei membri dello staff dell'Hard Castle Fest, giunto quest'anno alla quarta edizione e dolorosamente dedicato a lui. Un piccolo evento (al quale ero già stato presente lo scorso anno) che in questa occasione ha riunito molti amici dello sfortunato Beppe pronti a ricordarlo sul palco di Castellazzo Bormida. Per questo leggerete una cronaca un po' insolita dell'evento, che però testimonia l'ambiente familiare della giornata.
WALL WASHINGTON Mentre sono ancora nel posteggio mi accorgo che la prima band di giornata, i Wall Washington, è già sul palco. La formazione propone un misto fra punk e rock'n'roll con cantato femminile godibile, un inizio giustamente leggero dato il sole che picchia ancora forte sul piazzale. Tra le tracce proposte riconosco anche una cover di Cold Gin dei Kiss; i suoni sono buoni e la scaletta scivola via in scioltezza. In occasione dell'ultimo brano sale sul palco Gabriele degli Infection Code per cantare, assieme ai tre strumentisti dei Wall Washington, un brano dei Quietflowers, band risalente alla fine degli anni 90, della quale il quartetto ora on stage faceva parte e conosciuta dal compianto Beppe. E questo sarà solo il primo dei tanti tributi della giornata.
PROJECTO Ma i Quietflowers non sono stati solamente l'unico gruppo riesumato. I savonesi Projecto erano infatti un gruppo di power metal che verso la fine degli anni 90 (periodo di massima visibilità per il genere) ha pubblicato un paio dischi, per poi sciogliersi una decina di anni fa. Il gruppo si è riunito per l'occasione ed è comprensibile un po' di ruggine, ma l'intento non è quello di promuoversi o raccimolare consensi, bensì ricordare un amico e va bene così. Suoni comunque accettabili (con la tastiera che tendeva ad essere leggermente più alta degli altri strumenti) durante lo spettacolo, chiuso con il brano Death In Dreamland, traccia di apertura dell'omonimo disco di esordio del 1998. La missione è compiuta ed il gruppo lascia il palco col sorriso di chi si è divertito a lasciare comunque un tributo.
INFECTION CODE Terzi a salire sul palco sono gli Infection Code, con il cantante Gabriele nuovamente on stage, questa volta con la sua band. La formazione piemontese propone un industrial/noise a tratti alienante e la scaletta propone nella maggior parte brani cantati in italiano (con testi schierati politicamente) che dovrebbero far parte del nuovo lavoro del gruppo, che dovrebbe appunto rappresentare una svolta a livello linguistico. Ammetto di non essere un grosso amante di questo tipo di sonorità dove campionatori e "rumori" la fanno da padrone, ma comunque gli Infection Code fanno la loro figura grazie anche alla presenza scenica del cantante Gabriele che interpreta alla perfezione la proposta. Vedremo se la svolta intrapresa darà i frutti sperati.
NERVE A circa un mese dal release party di Fracture eccomi di nuovo a vedere i Nerve dal vivo, questa volta come quarto gruppo di giornata. Da allora la band genovese ha avuto occasione di provare ulteriormente col nuovo batterista L.O. Fog e di affiatarsi maggiormente, infatti il risultato è molto più amalgamato rispetto allo spettacolo di giugno. Peccato solo per i volumi della chitarra di Ermal Zaka nei primi due pezzi (Antichrist e Fracture) che ne hanno inficiato la resa, fortunatamente durante i brani successivi la situazione è migliorata. La scaletta -che purtroppo ha dovuto subire un taglio a causa del tempo a disposizione- è ben bilanciata tra i brani dell'ultimo e quelli del precedente Hate Parade eseguiti tutti in maniera tirata. Come per la data dell'Angelo Azzurro, anche questa volta è presente Leandro Scotto dei Synodik come ospite per una breve parentesi strumentale e 3 Seconds Of Madness. Con l'esecuzione di Scream i Nerve chiudono il loro spettacolo breve (mi avrebbe fatto piacere infatti poter risentire Zero e The Sequence dal nuovo album) ma di qualità ed è questo quello che conta.
SETLIST NERVE 1. Antichrist 2. Fracture 3. My Inferno 4. Black Fades 5. Al-Dajjal 6. 3 Seconds Of Madness 7. Shelter 8. Scream
A cavallo tra i Nerve e i Cadaveria sono saliti sul palco diversi gruppi improvvisati formati da membri dello staff che hanno suonato delle cover, il loro personale tributo allo scomparso Beppe, le cui foto scorrevano sullo schermo posto sul lato destro del palco. Al termine di queste brevi esibizioni il microfono passa alla madre che ha ringraziato i presenti tra la commozione degli amici dello sfortunato protagonista.
CADAVERIA Penultima band di giornata (ed ultima a proporre pezzi propri) sono i Cadaveria, formazione navigata nel panorama italiano con all'attivo quattro dischi ed esperienze diverse per i vari componenti. L'aspetto scenico dei cinque è molto curato sia nell'aspetto con del trucco "cadaverico" (scusate l'involontario gioco di parole) in faccia e nelle pose, come ad esempio gli occhi fissi e sbarrati del chitarrista Dick Laurent durante alcuni passaggi. La frontwoman Cadaveria (che si presenta sul palco con un cappello calato sugli occhi che manterrà per i primi due pezzi) completa il tutto con il suo cantato pulito alternato al growl ed i suoi atteggiamenti talvolta evocativi, talvolta aggressivi a seconda del mood dei pezzi. La scaletta pesca da tutta la discografia della band, con un occhio di riguardo all'ultimo Horror Metal, con pezzi più veloci come Anagram e più cadenzati come Memento Audere Semper, a volte introdotti da nastri registrati. La formazione è completata da Killer Bob al basso, Christian Parisi alla batteria ed Olly Razorback alla chitarra, trio ben affiatato che compone anche il nucleo dei Killers Lodge, band genovese formatasi nell'ultimo anno. Lo spettacolo dei Cadaveria va avanti senza intoppi (se non un piccolo problema per il basso di Killer Bob risolto velocemente) sino alla conclusiva Circle Of Eteral Becoming, brano tratto dal disco di esordio dei Cadaveria, Shadows' Madame, recentemente ristampato dalla Black Tears Of Death. Una buona prova quella dei Cadaveria, professionale e con suoni calibrati.
SETLIST CADAVERIA 1. Apocalypse 2. The Days Of The After And Behind 3. Memento Audere Semper 4. Death Vision 5. Blood And Confusion 6. Flowers On Fire 7. Anagram 8. Circle Of Eternal Becoming
SADIST MEMBERS AND FRIENDS La chiusura è affidata ad una jam session composta da tre quarti di Sadist (Trevor, Tommy Talamanca ed Alessio Spallarossa), Ermal Zaka e Jacopo Rossi dei Nerve, rispettivamente a chitarra e basso e da Olly dei Cadaveria che si è alternato ai due chitarrista in diverse occasioni. Come spiegato da Trevor, l'intenzione era quella di portare i Sadist per questo tributo, ma l'assenza di Andy Marchini (e la voglia di quest'ultimo di essere presente all'evento come Sadist al completo) ha portato alla decisione di mettere su questa formazione che, con qualche prova sulle spalle, è salita sul palco. Il repertorio è composto da varie cover che spaziano dagli AC/DC ai Death, passando per Flash Of The Blade degli Iron Maiden a South Of Heaven degli Slayer. Date le poche occasioni di provarle assieme è stata inevitabile la presenza di alcune imprecisioni durante le esecuzioni e qualche pezzo riuscito meno bene, tipo Demanufacture dei Fear Factory, ma ci sono stati anche brani più efficaci come Symbolic dei Death, fiore all'occhiello della scaletta. Sarebbe ingiusto, però, fare le pulci a coloro che sono saliti sul palco per questa cosa, fatta per divertimento e come chiusura di evento. In ogni caso va bene così.
CONCLUSIONI In questo report ho cercato di limitare per una volta le critiche o le considerazioni personali su musica o prestazioni, provando solamente a fare la cronaca di ciò che ho visto in un evento in cui la musica è stata il mezzo per ricordare una persona. Bravi dunque coloro che dal palco hanno suonato e bravi anche coloro che sono intervenuti anche per bere solo una birra, contribuendo così all'incasso che è andato in beneficenza. L'Hard Castle Fest non è sicuramente uno dei mega eventi estivi che invidiamo all'estero, ma rimane un'oasi familiare che annualmente ritorna e che nel suo essere piccolo ha dimostrato un grande cuore. Una di quelle storie da raccontare a chi si riempie la bocca di pregiudizi.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
5
|
Tra l'altro era volta buona, non guidavo neanche |
|
|
|
|
|
|
4
|
una BOTTE di birra vorrai dire... con quel caldo! |
|
|
|
|
|
|
3
|
Peccato Massimo, era l'occasione per una birra, sarà per la prossima volta |
|
|
|
|
|
|
2
|
bravo Diego, mi spiace aver paccato ma all'ultimo momento è saltato tutto... cmq bellissima iniziativa! |
|
|
|
|
|
|
1
|
bella iniziativa. peccato non esserci stato. Sadist and friends.. che figata!! concordo in pieno con le tue conclusioni. un evento per ricordare una persona è sempre un bell'evento! |
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|