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27/12/24
EDOARDO BENNATO
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA ENNIO MORRICONE, SALA SANTA CECILIA - ROMA
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LOST IN THE VOID - # 1 - Metal in Sicilia
02/09/2012 (4566 letture)
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INTRODUZIONE A cura di Nicola Strangis "Khaine" Care Lettrici e Lettori, col presente articolo diamo il via ad una nuova rubrìca chiamata Lost - In The Void: l'idea nasce dall'esigenza di raccontare che cosa significasse, in un mondo senza internet ed in quei luoghi in cui la cultura del metal è scarsissima, appassionarsi alla nostra amata musica, con tutto quel che consegue per quanto riguarda l'andare a concerti, comprare CD, vestirsi in un certo modo e le eventuali difficoltà legate ai pregiudizi che caratterizzano la nostra Società "civile". Oggi iniziamo con l'emblematico caso della Sicilia, narrato dall'autorevole penna del Nostro Francesco Gallina "Raven", ma a breve vi renderemo conto anche della situazione in cui versava un'altra importante Regione, questa volta però del nord-Italia. Ma ora bando alle ciance e diamo il via alle danze: buona lettura!
DOVE E QUANDO Messina - Sicilia, 1981/82. Questi luogo e periodo della mia iniziazione al metal vero e proprio. La Regione in cui abito è in guerra. Non passa letteralmente giorno che non ci siano morti ammazzati per mano di una mafia che secondo qualche politico illuminato, nemmeno esiste. L'82 è l'anno dell'omicidio di Pio La Torre, tanto per dirne uno, ed a parte la tensione che un ragazzino della mia età può percepire solo in parte, il territorio è ancorato ad usi e costumi ancora secolarizzati, solo in piccola parte scalfiti dai sommovimenti degli anni 70 che in Sicilia, per ciò che mi risulta, hanno interessato solo Palermo per essere poi facilmente riassorbiti dal conformismo imperante. Messina è nota per essere città babba (non propriamente sveglia - NdA), nel senso che si suppone non sia interessata dal fenomeno mafioso, ma la realtà è ben diversa. I ragazzi della mia età si dividono essenzialmente in due categorie: da un lato quelli che non vogliono/possono rendersi conto di nulla ed il cui modus vivendi si riflette in gusti musicali assolutamente inesistenti, che si riducono ad accettare ciò che viene passato dalle radio FM e si estrinseca in valori morali altissimi quali l'acquisto di giubbotti firmati, scarpe firmate, magliette firmate, mutande firmate, occhiali firmati, diari firmati, quaderni firmati, etc. Se non indossi Moncler e Lumberjack non sei nessuno. Dall'altro alcuni più interessati alla musica ed alla cultura giovanile, ma figli di quella società finto-bene, tendenti al nuovo feticcio new wave che al ritmo di Simple Minds, Echo And The Bunnymen, The Cure, Siouxsie and the Banshees -gli ultimi due per i più estremisti- consentiva loro di fingersi ribelli conservando un certo stile a colpi di badilate di gel per capelli, senza troppo dare nell'occhio. Poi c'era un terzo gruppo piuttosto ridotto numericamente, quello dei metallari, che per quanto mi risultava all'epoca, era costituito da un solo, singolo elemento: me stesso.
L'INIZIO. COME SI INIZIA AD ASCOLTARE METAL IN UN PAESE SPERDUTO. In realtà Messina non era un paese e non era tecnicamente sperduta. Contando su una popolazione di 250.000 abitanti, era ed è -se non erro- la tredicesima città più grande d'Italia, ma culturalmente era ed è un paesone; un arretratissimo paesone che fingeva di essere città. Priva di identità culturale, di legami con la modernità in ogni senso, già travolta dall'inizio di una crisi economica che qui è iniziata proprio allora, priva di classe politica, di iniziative culturali, offriva le stesse possibilità che offre un qualsiasi paesino di 250 abitanti sperduto nel nulla. Come si inizia ad ascoltare metal nel nulla? Per istinto, per DNA, perché per alcuni è impossibile fare altro, perché ci nasci, perché lo hai dentro, perché da dentro hai una spinta irrefrenabile a cercare una musica che non sai nemmeno se esiste e come sia fatta, ma la cerchi. Perché ti fa schifo quello che fanno gli altri, perché odi il vuoto della musica e dei comportamenti altrui, perché d'istinto non sopporti le fichette che guardano solo chi indossa abiti firmati e quelli che indossano abiti firmati per farsi accettare dalle fichette, perché ti diverte lo sguardo delle vecchiette che cambiano strada quando passi e perché ci godi quando i genitori dei ragazzi bene impongono ai loro figli di non frequentare certi drogati che finiranno male come te, mentre tu non fumi nemmeno e sono proprio i loro figli ad avere i cassetti pieni d'erba. Per reazione verso l'abulia del posto in cui cresci e per la sua assoluta falsità ed ipocrisia, anche nel negare di appartenere ad una realtà difficile spacciandosi per babba e facendo finta di non vedere la massa di poveri che già affolla gli strati inferiori della società, perché daresti fuoco agli idioti il cui unico scopo nella vita è indebitarsi per acquistare una macchina e poi indebitarsi di più per metterci uno stereo che vale più del mezzo ed andare in giro con Nino D'Angelo o qualcosa di peggio a palla. Perché non puoi dirlo a nessuno e per mille altre ragioni simili. Per tutto questo e per tantissimo altro che nessuna tastiera di PC può rendere appieno, tanto sono connaturate a qualcosa di inesprimibile che nasce insieme a te, si inizia ad ascoltare metal.
LA MUSICA. COME SCOPRIRNE DI NUOVA, COME RESTARE INFORMATI. Eh bè... qui entriamo nella preistoria, in tutti i sensi. Sì, perché parliamo non solo di un'epoca in cui non esisteva internet, ma di una in cui non c'erano riviste specializzate nel metal (Kerrang arrivava in edizione originale, ma io non la conoscevo ed Inferno Rock ed H/M non esistevano ancora), non c'erano canali televisivi, la televisione stessa era solo generalista e la scelta si riduceva a mamma RAI ed i suoi sabati sera di gala con un Fantastico Pippo Baudo e le reti Fininvest già lobotomizzanti, tra sorrisi di gente che vendeva prodotti improbabili come oggi, spot altrettanto improbabili e donnine svestite come le reti di Stato non potevano permettersi se non in rari casi quali Styx, Odeon, Il Cappello Sulle 23; roba da ricordi pruginosi di over 40enni. L'unica rivista che poteva soddisfare new wavers, punk e metallari era Rockerilla, e niente altro. Ciò che conoscevi quindi, quasi sempre solo di nome, era solo ciò che Rockerilla pubblicava una volta al mese. La conobbi per caso; rapito dalla visione dei GBH in copertina la acquistai, trovando un mare di indirizzi utili per acquistare dischi per corrispondenza ed un inserto centrale dedicato al metal di "sei pagine sei". Fu così che conobbi Manowar, Metallica, Megadeth e tantissimi altri, soprattutto un sacco di nomi italiani. Nelle recensioni dei demo, alla fine si trovavano gli indirizzi di casa di qualcuno dei componenti ed io ne diventai un assiduo acquirente. La maggior parte di quei nastri la conservo ancora. Vorrei che fosse chiaro che la scoperta della musica era sempre e soltanto posteriore all'acquisto dei dischi, in quanto non vi era alcun modo di ascoltare delle anteprime. Dovevi semplicemente leggere la recensione (non più di una decina al mese, credo), fidarti del giudizio di Beppe Riva od altri -nomi che diventarono come quelli di amici più grandi che ti consigliavano per il tuo bene- o andare a naso guardando l'artwork in bianco e nero, una foto della band, un titolo che ti faceva sognare. Stesso discorso per i demo, prodotti incisi in maniera assurda, spesso letteralmente inascoltabili già all'origine, che poi venivano doppiati sulle piastre di casa perdendo via via di qualità, con artwork senza senso che venivano fotocopiati in cartoleria sbiadendo sempre più; nastri che dovevi intuire più che ascoltare. Prima di arrivare a questo, però, dovevi prendere una penna, un foglio di carta, scrivere al gruppo chiedendo il demo, andare dal tabaccaio, acquistare una busta ed il francobollo, inserire dentro i soldi (solitamente tra 2000 e 5000 lire) e spedire il tutto. Poi attendere, attendere, passando ogni giorno davanti alla cassetta della posta per vedere se il postino aveva recapitato quel pacchetto che attendevi fremendo senza nemmeno avere idea di cosa ti sarebbe arrivato e se ti sarebbe arrivato (in realtà presi solo una fregatura, col secondo demo dei Romani Thunder, oggi il chitarrista suona con i Belladonna), e creandomi una rete di corrispondenza mondiale tra appassionati e musicisti, con una media di 2/5 lettere al giorno che mi arrivavano, portando avanti conversazioni magari per scambiarci giudizi su un disco uscito mesi prima, ma che con 15 giorni di tempo per far giungere una lettera all'estero e 15 per avere la risposta, durava mesi per dire ciò che oggi possiamo dirci in pochi secondi su Facebook. Il tape trading? Troppo costoso, non potevo permettermelo. Ma il fremito era ancora maggiore per i vinili, perché....
LA MUSICA. COME PROCURARSELA. In città c'era un negozio di dischi posto a ridosso della piazza principale (è ancora lì: grande meno della metà, ma c'è), che distribuiva gli album delle grandi case discografiche. Attirato verso i vinili per istinto, venni colpito dalle cover di quei dischi, e li acquistai. Saxon, Iron Maiden, AC/DC e successivamente Vanadium. Questo quello che trovai, questo quello che acquistai prima dell'era Rockerilla. Per un paio di anni non comprai che cinque o sei dischi, non avendo idea né di come procurarmene altri, né se altro esistesse, ma c'erano anche un paio di punk in città, e coprii il vuoto con registrazioni su nastro di Discharge, Anti Pasti ed altri, cosa che poi mi preparò all'estremo. Tutto questo finché qualcuno mi indicò che a cento metri da casa mia, abitava uno strano tipo che non avevo mai visto perché raramente usciva, con i capelli lunghi e delle magliette strane. Me lo feci presentare, mi invitò a casa sua, e scoprii un santuario. Centinaia di dischi e cassette, un vero colpo per me. Il tipo mi domandò se conoscessi una band chiamata Venom, quando risposi di no mi guardò divertito, mise il vinile di Black Metal sul piatto, e lì feci davvero il salto. Dopo dieci secondi sapevo già che non sarei mai più potuto "uscire dal giro". Quel ragazzo mi informò dell'esistenza di tante, tante possibilità.... Trascorsi un paio d'anni ero diventato io quello da imitare, e la mia presenza catalizzò l'attenzione di altre tre ragazzi, che diventarono a loro volta metallari, portando il totale di quelli esistenti in città a 12, visto che nel frattempo, a mia totale insaputa, cinque ragazzi avevano addirittura fondato una band (gli Ohne Worte, un pezzo di storia siciliana del metal), e due altri si erano uniti a noi. 12 su 250.000, sparsi in un territorio lungo oltre 30 chilometri; non male, no? Per capire come procurarsi la musica (dei demo abbiamo già detto) è necessario fare uno sforzo particolare di immaginazione, perché -ve lo ricordo- parliamo letteralmente di preistoria. Vi ho già descritto l'unico modo che avevo a disposizione per restare informato sul mondo del metal (ma anche della musica alternativa in generale); per farvi capire esattamente come poi si ordinavano i vinili, è necessario immaginare una riunione preliminare tra i quattro/cinque soggetti interessati, i quali si riunivano a turno a casa di qualcuno della "cerchia" tenendo in mano gli ultimi numeri di Rockerilla a mò di Bibbia eretica. A turno ognuno aveva il diritto di prelazione sulle scelte da operare (ed ognuno poi registrava il disco acquistato agli altri su nastro), poi si andava tutti presso il palazzo della SIP, dove erano sistemate delle cabine telefoniche con display che mostravano gli scatti che si accumulavano durante la teleselezione con i due dealers che avevamo individuato (Revolver a Roma ed uno a Brescia il cui nome non ricordo più), ed a telefonata finita si passava alla cassa a pagare. Le telefonate costavano un occhio della testa per noi 15/16enni, e le spese si accumulavano a quelle dei dischi ed alle spese di spedizione. Il tutto produceva la necessità di conversazioni velocissime, del seguente fantozziano tenore:
Negoziante: Pronto, buongiorno. Io: Si, si, ok... buongiorno... prendi nota, dai....
Negoziante: Ah... quelli de Messina. Spara, daje. Io: Ok: The Last in Line, Disillusion, Battle Cry, Psalm 9 e Gates To Purgatory.
Negoziante: Battle Cry degli Omen? L'avemo finito. Io: Fi.... finito? Battle Cry è finito...... (girandomi sgomento verso gli altri. Lo sguardo verso il display. 1980 lire.... 2025..... 2050.... 2075.....)
Io: Cambio!!! Aspetta.... Sfogliate, presto!!! Amico: Ehm... ecco!! The Dungeons Are Calling, Savatage. (3400.... 3430.... )
Io: The Dungeons Are Calling lo hai? Negoziante: Ce 'sta.
Io: Lo prendiamo! Magliette ne sono arrivate? Presto!!! (3800....3850..... non ce la faremo mai....) Negoziante: E' arrivata quella dei Metal Church.
Io: Com'è? Parla!! Negoziante: Ce 'sta un teschio bianco in primo piano, sullo sfondo 'na cchiesa e sopra er logo der gruppo.
Io: Ok, manda dischi e maglietta al mio indirizzo in contrassegno, ciao. (4200.... 4225...). Negoziante: Aspetta, e la tagl.... click. (4235 lire. Cristo, un salasso).
Io: No cazzo!!! Ho dimenticato di dirgli la taglia della maglietta. Amico: Ehm.... Francesco, abbiamo solo 3900 lire in quattro, che facciamo? Io: E che facciamo?...... Viaaaaaaaaaaaaaa....
Poi si aspettava, si fantasticava su cosa avremmo ascoltato (perché non ne avevamo alcuna idea, ricordate?), finche nella cassetta della posta si trovava l'agognato avviso. Ci si riuniva alla stazione, si andava allo sportello "Posta Ferrovia" e lì ti consegnavano il pacco. Aprirlo poi, era una delle godurie maggiori che mente umana poteva concepire. L'adrenalina che scorreva alla vista del disco ordinato, la gioia per un artwork più bello di ciò che la foto in bianco e nero di Rockerilla faceva intuire o la delusione per il contrario, poi la distribuzione: ognuno prendeva il suo vinile e le cassette portate dagli altri per registrarlo, in modo che tutti ne potessero gioire, e si andava a casa per celebrare il rito dell'ascolto. Nel complesso quindi, un vinile costava 20.000 lire + telefonata + spese di spedizione + cassette per registrare gli altri, ed a questo proposito le più gettonate (economiche) erano le Sony al ferro da 90, che a 1800 lire circa garantivano la registrazione di due album, in tempi in cui era rarissimo che questi superassero i quaranta minuti.
I CONCERTI ED I LOCALI. DOVE SONO RISPETTO A CASA, COME E QUANDO SI RIESCE AD ARRIVARCI. Peccato che non possiate vedermi, perché un largo sorriso si sta dipingendo sul mio volto all'idea di scrivere un paragrafo con un titolo simile. Il motivo? Semplice: il locale più vicino a casa mia era a..... non lo so. Non lo so perché l'idea di un locale che potesse pensare per un solo istante di far suonare un gruppo metal, non a Messina, ma nell'intera Sicilia, era semplicemente comica, assurda, priva di senso. Far suonare chi? Per quale pubblico? Ed anche se fuori Messina ce ne fosse stato qualcuno (nessun gestore di locale messinese aveva idea di cosa fosse il metal), come avrei potuto saperlo in assenza di qualsiasi mezzo di comunicazione? Sicuramente al Nord qualcuno ci sarà stato, ma per me sarebbe stato inutile saperlo, confinato a centinaia o migliaia di chilometri da questi posti. L'unica era intervenire a qualche concerto proprio al Nord, ed è ciò che accadde. Se avete letto i miei Raccontare Il Mito forse sapete di cosa parlo. Il primo cui decidemmo di intervenire dopo mesi di risparmio e pianificazioni fu quello degli AC/DC a Nettuno nell'84; 10 ore di treno fino a Roma, una per arrivare a Nettuno. Al ritorno tragitto inverso più i tempi morti, nel complesso circa 36 ore, ed era molto vicino a noi. Per il secondo, gli Iron Maiden a Bologna, 17 ore di treno all'andata, 20 al ritorno. Questo era quello che dovevamo affrontare per vedere i concerti più vicini a noi. Il tutto sempre ammesso che ne venissimo a conoscenza, che avessimo i soldi per viaggiare, per i biglietti e per mangiare, tra controlli continui delle forze dell'ordine e notti insonni per fare i turni di guardia nel timore di essere aggrediti attraversando zone assurde e solitarie. I concerti quindi, erano eventi rari, rarissimi; uno, massimo due all'anno, tanti quanti qualsiasi ventenne di oggi ne vede alla settimana (volendo) e sempre o quasi eventi singoli, visto che i Fest sarebbero cominciati nell'86. Questo però li rendeva quei pochi eventi mistici, irripetibili, unici; tutti. Come oggi non è più possibile. Per tutto il resto del tempo si stava a casa od in giro parlando di musica in quella micro-cerchia, niente locali dove ascoltare musica, né il sabato sera né mai.
L'ABBIGLIAMENTO Stesso discorso dei dischi. Negozi nessuno nel raggio di centinaia di chilomentri (il più vicino credo fosse a Napoli, ma lo conobbi solo nell'86 quando andai per i Saxon), niente cataloghi sui quali ordinare, e prima di arrivare agli acquisti al buio per telefono che vi ho già descritto due paragrafi fa doveva passare ancora del tempo. All'inizio, visto che ero assolutamente solo e senza informazioni si pose un problema: vestirsi metal sì, ma come si faceva? Quale era l'abbigliamento da metallaro? Conoscevo quello punk per sommi capi (e mi piaceva), ma per quello heavy non avevo punti di riferimento. Come fare allora? Inizialmente furono ancora i Maiden a venirmi in soccorso. Avete presente la retrocopertina di The Number Of The Beast? Bene, mi recai ai grandi magazzini della mia città, acquistai con i soldi di papà un giubbotto di pelle nera, misi un paio di jeans sdruciti, un paio di stivaletti neri, una t-shirt a righe bianche e blu, et voilà: la replica di Bruce Dickinson. Di mio aggiunsi una catena a mò di cintura, provocando una specie di sommossa stile invasione aliena quando uscii per strada. Tutto ciò per dire ancora una volta, che l'isolamento era totale ed assoluto. Quando poi la compagnia passò prima da zero a uno, poi a cinque, ed infine saltuariamente da cinque a dodici, allora scattarono gli ordini telefonici, ma sempre in maniera tale da andare quasi a caso, sperando di beccare la maglietta giusta, quella che piaceva davvero. Borchie? Sì, dopo e per corrispondenza anche quelle. Le ordinavo, mi arrivavano e poi mi costruivo da solo cinture e bracciali comprando le strisce di cuoio, l'attrezzo per forarlo, una mini incudine per battere quello e le borchie, inserendone anche nel giubbotto di cui sopra, che nel frattempo, grazie alla pazienza al cucito di mamma, era diventato coperto di toppe + maxi toppa sul retro, anche queste prese regolarmente per corrispondenza e senza averle viste. Volete saperlo? A ricordare queste cose provo una nostalgia che è difficile descrivere, proprio come i vecch... i saggi.
I RAPPORTI CON GLI ALTRI METALLARI Presto detto. Essendo solo trovavo stupido non avere rapporti con me, ma anche dopo eravamo così pochi e malvisti che non potevamo che sviluppare una specie di simbiosi, più che un generico rapporto d'amicizia. Strinsi in particolare con altri quattro, quelli degli ordini, con i quali finii per formare una band prima di imparare a suonare che stette insieme per tre anni, vivendo momenti di una intensità incredibile, poi ognuno prese la sua strada, ed oggi il mio vecchio bassista insegna lettere italiane all'Università del New Mexico; i casi della vita. Altri cinque suonavano già nella band che ho citato in precedenza, due o tre guardavano, anche se qualche anno dopo il cerchio si allargò un po', ed uno dei ragazzi che veniva a sentirci provare decise di suonare anche lui uno strumento. Oggi è il bassista/cantante dei Bunker 66 ed è l'unico ancora "attivo" oltre me. In principio però, eravamo davvero computabili sulle dita di una mano, ed eravamo una cosa sola, cinque ragazzi uniti contro il mondo, fieri della nostra unicità e del rifiuto delle regole, e vi assicuro che nella Sicilia dei primi anni 80 non era facile girare per strada come facevamo noi, ma nemmeno andare a scuola, in autobus, al cinema. Bisognava crederci davvero, considerando che non lo è ancora oggi, visto che scrivo questo pezzo dopo essere stato guardato molto male da un condomino che ha notato la mia t-shirt di The Trooper. Immaginate 25/30 anni fa.
I RAPPORTI CON GLI ALTRI NON METALLARI. LA FAMIGLIA, GLI AMICI ED I VICINI DI CASA DOPO LA METAMORFOSI Devo dire che dal punto di vista familiare sono stato abbastanza fortunato. Anche se probabilmente né fratelli né madre hanno mai approvato il mio modo di conciarmi, non mi hanno mai detto gran che. Gli amici nemmeno, ma sotto la facciata.... pochi inviti ad uscire in comitiva, alle feste, e le ragazze che in buona parte rifiutano di frequentare i "capelloni drogati", salvo frequentarli davvero sotto forma di figli di papà e/o new wavers d'accatto persi dietro l'acquisto d'erba una sera sì ed una pure. Anche se devo ammettere che tre o quattro "regolari" mi includevano sempre nella compagnia, c'era sempre sottotraccia una specie di smarrimento, di compatimento, di paura, di voglia di esibire il fenomeno da baraccone, che era la stessa dei vicini di casa, dei passanti che cambiavano strada, delle vecchiette che stringevano la borsa quando ti incrociavano. Poi c'era la gente più... immediata, quella che ti gridava Ricchiuuniiiii dalla macchina perché avevi i capelli lunghi (in realtà li ho avuti lunghi dall'età di cinque anni e li ho tutt'ora, i cinque o sei rimasti), quelli che ti minacciavano in quanto diverso, in quanto non consono all'ambiente "rispettabile". Poi i preti che ti additavano, quelli che andavano a dire a tua madre di stare attenta che suo figlio stava prendendo una brutta strada, ed i genitori degli amici che non ti volevano in casa. Oggi molto è cambiato (quasi), ma allora vi assicuro che era veramente, ma veramente difficile, ed in questo essere metallari era ed è ancora un ottimo metodo di selezione ultrarapida delle persone. Se mi giudichi e mi eviti per come ti sembro e non ti interessa come sono, non mi interessa frequentarti.
PRO E CONTRO DELLA SITUAZIONE Se consideriamo la situazione nel suo insieme, i pro erano rappresentati da un romanticismo, dall'idea di partecipare a qualcosa di così nuovo, fresco, ribelle, fiero, forte, sano, unico, e di farlo andando contro tutti e tutto. Di contro c'era l'impossibilità di partecipare in pieno perché isolato nel nulla, con lo Stretto a separarmi fisicamente e idealmente da tutto il resto, e sudandomi oltre ogni dire ogni disco, ogni cassetta, ogni viaggio, ogni concerto, come oggi non può più succedere. Per causa di quanto sopra anche il numero dei concerti cui ho potuto assistere è risibile in confronto a quelli cui è possibile partecipare oggi, ed indubbiamente se fossi vissuto altrove avrei avuto possibilità diverse, in tutti i sensi. Il peggio però, lo hanno fornito gli altri, le persone delle quali avete letto nel paragrafo precedente sulle quali non mi sembra il caso di aggiungere null'altro. Contro dal metal in sé e dalla musica in generale? No, nessuno. Perché gli svantaggi che può avermi portato fanno parte del tutto, del gioco che mi ha reso ciò che sono oggi, un po' come sublimazione delle avversità della vita, e li salvo come salvo il meglio, senza scartare nulla.
PS - quella maglietta dei Metal Church arrivò ovviamente della taglia sbagliata. La ho ancora e sembra semi nuova, forse perché l'ho usata pochissimo.
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Puoi cercare anche Storia dell'Informazione Metal, se ti va |
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Bellissimo articolo, complimentii ! mi hai fatto tornare indietro alla mia adolescenza!!! ma nell'altra isola e qualche anno dopo, dato che HM era già uscito ma non Metal Shock! Avevamo il mito dei concerti (che non potevamo vedere perchè spostarsi costava troppo ) e mi ricordo ancora il magone di giorni e giorni (ma che deficiente ) x non poter andare a Milano a vedere il sogno della mia vita in quel momento, il concerto Anthrax/Testament 1987 che erano i miei due gruppi preferiti all'epoca ! Al tempo stesso però c'erano i concertini (come li chiamavamo noi ) dei 2/3 gruppi metal locali (cioè di tutta l'isola, lol!) ogni morte di papa che appunto x quello erano eventi e ci divertivamo da matti, eravamo in realtà un gruppetto non foltissimo ma neanche 4 gatti (le ragazze sì, eravamo davvero pochissime ma molto legate, una fortuna). Ci vestivamo più o meno tutti noi (girls and boys) seguaci del classic/speed/thrash come si vestiva Hansi Kürsch nel 1992(?!) anche se sto parlando di fine anni 80, con giubbino in jeans con le toppe metal, maglietta del gruppo preferito d'ordinanza, di solito nera (bianca era rarissima!), jeans super stretti e scarpe "da basket" bianche alte, qualche bracciale borchiato (qualcuno aveva la cintura borchiata e pochi il chiodo). I miei mi assillavano male x le magliette dei Maiden con i teschi , non erano girlie (what?!) e di solito erano giganti ma a parte questo non ho avuto problemi di "emarginazione" a dire il vero... alla fine noi più che altro eravamo drogati di musica, parlavamo x ore solo di gruppi, accordi e assoli (ah, x non parlare delle ore spese a tirarsi giù i testi e i pezzi a orecchio!!! mica c'erano youtube, le tabs e tutte le lyrics ). una passione x il metal che dura ancora x molti di noi cmq, che nel frattempo (grazie a Ryanair santi subiti come ha scritto qualcuno qui sotto) hanno potuto spostarsi x andare a vedere gli agognati concerti. All'epoca, sempre fine anni 80, scoprivamo i gruppi perchè A TURNO compravamo UN disco a scatola chiusa e lo sdoppiavamo in cassetta, leggevamo HM x le recensioni, ci prendevamo i nostri bidoni qualche volta... Mi ricordo ancora lo sconforto quando ascoltammo Keeper I degli Helloween a sorpresa dopo Walls of Jericho e gridammo al tradimento!!! Hahaha, delusione infinita perchè l'adorato (e sommo già da allora probabilmente) Kai Hansen non cantava più e il gruppo non era più abbastanza "speed" lol!!! (dico ancora che deficienti ). Alla fine sui pro e contro sono d'accordo con te... sono felice di essermi goduta i tempi d'oro del thrash/speed, degli Helloween, Rage, Blind Guardian, Metal Church, del death svedese, e ora mi sembra un sogno avere tutto ciò x cui sbavavo prima a portata di click [Scusa ho scritto un poema ma hai triggerato una cascata di ricordi, non potevo resistere ] |
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Lunga vita a Harris e Calfort!!!!!! |
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In effetti credo siano più quelli negli "anta" Ad apprezzare la rete |
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Caro Raven, città diversa ma situazioni simili, mi ritrovo in quasi tutto ciò che hai raccontato. L'emarginazione, l'isolamento, la paura del diverso, l'impiccione che va dai tuoi.... Esilarante il dialogo col negoziante romano con gli scatti che viaggiavano. X me è ancora così poiche non possiedo il telefono e le cabine vanno scomparendo. Solo non compravo x corrispondenza Xchè da noi non ci si fida. E le Sony HF (nei vicoli le trovavo a 1200)??? Sono ancora oggi come quando le registrai, con le copertine autoprodotte cercando di imitare o immaginare la grafica delle Band. E quando le affidavi a tipi loschi X farti registrare qualcosa con l'ansia che non avresti + rivisto nemmeno la cassetta???!!! "MI raccomando, scrivimi i titoli!". Xò una cosa: se oggi ci godiamo la Musica in questo modo lo dobbiamo a quei tempi. La maggior parte dei giovani non sanno neanche lontanamente cosa voglia dire gustarsi un LP, aspettarlo, mettere da parte i soldi guardandolo in vetrina ecc. E ci godiamo pure Internet che loro danno X scontato mentre x noi è una miniera d'oro, come questo sito e il fatto di potere conversare, se pure virtualmente, con gente come te e altri appassionati. Ti stringo la mano! R'N'R AIN'T NOISE POLLUTION, IT WILLSURVIVE, AIN'T GONNA DIE!!!!! |
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bella storia |
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Era così per tutti, almeno qui |
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Mi sono emozionato a leggere. Io ho vissuto un pò di anni dopo (ho comiciato nell'88 a comprare metal, a 11 anni! ma cmq l'emozione di comprare un disco di cui non hai ascoltato una nota e hai letto una sola recensione.. è qualcosa che un pò mi manca e che cerco di riprodurre cmq ai giorni nostri (davvero raro che ascolti prewiew). Ma il racconto mi ha fatto sorridere, perchè il mio primo contatto con il metal avvenne anni prima (84-86) grazie al mio zio palermitano, che viveva un esperienza davvero vicina a quella che racconti, e che mi ha iniziato al metal (ancora oggi guardo i suoi vecchi vinili con amore!!) |
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Grande articolo: mi hai fatto pensare con nostalgia agli anni ´80 e di conseguenza agli anni da teenager, al primo disco metal comprato, al primo chiodo, al primo concerto. Nel ´90 con 2 amici andammo nell´ex Yugoslavia e a Zagabria trovammo un locale in cui mettevano solo metal. Per noi, provenienti da un paese toscano con un decina di metallari su 10.000 abitanti, era una cosa incredibile parlare con cosí tanti metallari bevendo birra e sentendo in sottofondo i vari Metallica, Megadeth, Iron, Scorpions, Judas ecc. Passammo li due serate memorabili che ancora ricordiamo con piacere. |
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Già Raven il metallaro dell'epoca viveva di movimenti e moti carbonari: comunque molto spassoso il racconto. Dalla Sicilia mi arrivava Metalmania che, se non erro era domiciliata a Lentini, o forse era l'indirizzo del mio contatto, ora non ricordo; magari tu conosci personalmente gli artefici |
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Nei primi anni 90 la telefonata era obbligatoria o per chi come me comprava o scambiava le cassette sul Metal Shock anche se negli anni 93-94 era cominciata la moda del black metal gruppi come emperor bathory marduk mayhem burzum ricordo i primi inchiuvatu con il loro sicul black metal |
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@raven: ora capisco perché lo stai ancora dando quell'esame! |
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Pensa che io, quando ho dato l'esame di stato, nello scritto ho citato le opere degli immortali scrittori Halford ed Harris, per poi all'orale dire serissimo al presidente di commissione: "Harris ed Halford" sono fondamentali per la letteratura inglese, ma non devo certo ricordarglelo io, no?" e lui : "Ehm... si, si, certo... Harris e Calfort... certo." |
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Articolo bellissimo, davvero, mi è piaciuto tantissimo e mi ci sono rispecchiato parecchio, anche se vivo in provincia di Roma e ho 19 anni adesso. Molte cose sono cambiate in meglio, come l'informazione, ma il rapporto con gli altri e con la società in generale si è evoluto molto lentamente e male, quello che è stato scritto qui succedeva 30 anni fa e succede anche oggi, in maniera minore sicuramente, ma succede ancora purtroppo, ed è una brutta cosa. Ma io me ne sono sempre fottuto, già da prima di conoscere il rock ed il metal (già era proprio un istinto), e per coronare tutto questo ho infilato il metal anche nella mappa concettuale dell'esame orale di quinto!! |
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Nightblast: quando ha aperto? Cobray: farò domanda per insegnare, (cosa che ho brevemente fatto in passato), sarebbe divertente |
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Dovrebbero insegnare ciò che scrivi nelle scuole, Raven. Sei un esempio da seguire! |
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A Palermo c'era un negozio in via Rosolino Pilo che era fantastico...Metal a 360° e moltissima roba underground italiana...Ha chiuso. |
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Non voglio imbarazzarti Raven!! E Solo che leggendo questo articolo, mi viene in mente i miei stessi pro e contro e se devo dire di più mentre tu sei di messina, io sono di palermo quindi in un certo senso uscire dalla città e cercare qualcosa di interessante o comprare cd dove non si trovano a Palermo, è difficile ma c'e la sto mettendo tutta!! |
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Grazie Master, ma.... così mi imbarazzi |
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Accipicchia, come avevi vissuto tu la tua giovinezza Raven, la sto vivendo anche io "quasi" preciso come te... e mi fa piacere di vivere questa vita. Raven, per me sarai un esempio per il mio futuro (e non scherzo) |
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Episodio tipico dell'epoca |
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ho fatto leggere or ora l'articolo a mio padre (51enne della provincia di piacenza), mi confermava di come fosse difficile anche per lui trovare altri ragazzi che ascoltassero metal in zona, anche se probabilmente non come a messina...particolare l'episodio che mi racconta spesso, in cui era a casa di un amico a circa 14-15 anni, e questo aveva messo su un vinile dei led zeppelin...mio padre, vedendo la copertina di stormbringer dei deep purple vicino al giradischi pensò che quello fosse il disco in rotazione ed andò ad ordinarlo! chiaramente trovò una cosa diversa da quello che si aspettava, ma gli piacque forse anche di più e da lì comincio tutto! |
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Nel mio paese siamo circa una trentina di metallari (o almeno io conosco solo questi) su 25.000 abitanti, di cui una è una mia carissima amica. Francesco, ho 17 anni, e ti assicuro che nonostante ora ci sia internet, molti miei amici in quanto a cultura musicale sono ridotti all'osso (conoscono i nomi che vanno forte oggi, oltre ad altri gruppi ovviamente storici), ma forse sono l'unico che ascolta cose un po' più ricercate. Una cosa, però, la devo notare, sono persone con le quali si ragiona meglio che con un qualsiasi fighetto drogato, ecco. Da questo punto di vista non è cambiato niente, siamo diversi in mezzo alle persone, ma fra di noi siamo molto simili. E i dischi qui non si trovano nei negozi, salvo rari casi, anche noi ordiniamo da internet. Oddio, non facevamo tutto quel casino che facevate voi, ma ci spartiamo i soldi, decidiamo cosa comprare, abbiamo fatto una band che è durata mezza serata, però ci siamo divertiti! Secondo me la magia del metal non si è ancora persa: in qualche modo questa musica è rimasta fuori dal circolo vizioso delle radio e delle grosse etichette... Chissà, magari anche io, a 50 anni... |
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Sabato 8 sett. evento metal a Catania: METAL ON THE BEACH P.S. Ci sono anche i Metatrone, band in cui cui suona mio cugino, Don D. Bruno. Saluti. |
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Aha! Grazie della risposta! Attendo curioso ed impaziente! |
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Guantiere di cannoli??? nn so cosa siano Samba, ci sposteremo nel profondo Nord. Ancora grazie a tutti. |
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@pippoc73: Non lo conosco personalmente, ma ho sentito parlare di questo prete metallaro, essendo io della provincia di CT...mi pare che abbiano tenuto un concerto proprio nel mio paese ad aprile. Che dire? Per me uno può fare il prete e ascoltare heavy metal tranquillamente, la considero una cosa normale. Chissà, magari col tempo la chiesa cambierà grazie a tipi come tuo cugino...non sarebbe male. |
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Raven, che dire...questo articolo mi ha fatto emozionare! |
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Ahahahahahahah! praticamente un allegato! Flag@ come disse Sean Connery nei panni di Ramirez a Connor MacLeod in The Highlander "poiché tu sei nato diverso... l'uomo ti temerà, ti scaccerà " Ed io aggiungo: meglio soli che male accompagnati. Purtroppo in Italia (Nord/Sud/Centro/Isole) c'è ancora il preconcetto che chi gira in giacca e cravatta è un bravuomo e chi porta capelli lunghi e borchie è l'orco da temere, quello che viene di notte a mangiarsi i bambini. Il bello è che in parlamento di gente lungocrinita e borchiata non ho mai visto nessuno eppure sono proprio quei bravuomini che hanno rotto il culo al paese, altro che cazzi! Divagazione personale a parte, Raven@ quale sarà la prossima esperienza regionale che tratterete in rubrica? |
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Raven fatti dare i nostri indirizzi e spediscici na guantiera di cannoli... |
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Ancora una volta non posso che ringraziare |
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Articoli come questo fanno la differenza tra un sito ordinario e un sito qualitativamente superiore. Bella come idea, ottima la realizzazione, una narrazione sentita, nostalgica di tempi e atmosfere irripetibili. Per quel che riguarda il pregiudizio contro il metallaro, beh... consoliamoci sapendo che tutta l'Italia è uguale, pure qui in Brianza il metallaro era considerato, e lo è ancora, una specie di Freaks, un pittoresco esempio di sottocultura. La cosa è normale, se ci pensiamo, l'uomo è una bestia che vive in branchi di suoi simili e che avversa il "diverso"... come gli scimmioni di 2001 odissea nello spazio, solo che oggi non ci si randella più a colpi di ossa, ma si vedono forme più o meno evidenti di ostracizzazione. Forse il termine "mobbing" non sarebbe esagerato.... |
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pippo73@ guarda, me ne sono veramente innamorato!!! Spero di tornare giù quanto prima e ripetere le esperienze fatte perchè come dicevo ad Undercover@ furono memorabili!!! |
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E' cugino di primo grado e il suo è stato un percorso molto lungo e non privo di difficoltà. Mi sarebbe piaciuto pubblicare il link del video che hanno fatto da poco, ma non me lo permette. Comunque trovate il video su youtube, Metatrone - In Spe Resurrectionis (Official Videoclip). @Sambalzalzal: cipolline e carne di cavallo sono alcune delle cose tipiche di Catania e ti confermo che lo sono ancora. |
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Ah io ci starei sicuramente! Se venisse organizzata una cosa del genere, contateci! |
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Autofinanziarlo tramite donazione? |
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Samba: ho letto ora, si sarebbe una bella idea, ma dove reperire i fondi? |
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CT è sempre stata un caso a parte, in tutti i settori. Credo di sapere chi sia, sbaglio o suonerà sabato? |
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@pippoc73 ma so chi è tuo cugino allora e sono un amico dell'altro tuo cugino . Lui è un caso davvero molto particolare e ricordo quando mi dissero la prima volta che era intrippato col death metal rimasi sorpreso, al tempo non aveva ancora la band odierna ma una prima incarnazione che mi stregò con "Notte". Comunque la Chiesa non ha proprio cambiato posizione, purtroppo ho avuto modo di lavorarci in prima persona e ne ricordo di critiche, se così le vogliamo chiamare, a qualsiasi cosa fosse estranea al loro modo di vedere, le mosche bianche ci sono dapperttutto e LUI è una di queste, bisogna dargliene atto e ne rispetto da sempre le decisioni prese, credo che il suo percorso sia stato veramente unico. |
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Ciao Raven, complimenti per l'articolo, mi hai fatto rivivere parecchie cose del mio passato. Sono un metallaro 40 enne di Catania, città forse un po più aperta alla musica in generale, rispetto a Messina. Sono sempre stato metallaro nell'animo, capelli molto molto lunghi, ma nessun tipo di abbigliamento metal e posso anche dirti che nn ho mai vissuto particolari problemi legati ai miei capelloni da metallaro. Mi sembra strano sentire ancora oggi ragazzi che hanno problemi per il loro abbigliamento metal o per la musica che ascoltano. Io posso raccontarvi la storia di mio cugino, metallaro come me, ma oggi diventato prete. Il cugino prete, strano a dirsi, è ancora METALLARO (tastierista) e qualche hanno fa ha presentato un progetto alla curia di Catania. Il progetto prevedeva l'avvicinamento dei giovani alla chiesa attraverso la musica metal. Il progetto fu approvato e oggi il mio caro cugino prete, con la sua band, suona musica metal cristiana. Racconto in breve questa storia, senza entrare in merito ai gusti musicali, perchè se la chiesa ha cambiato idea su determinate cose che in passato erano tabù, nn vedo xchè un metallaro ancora oggi nn può essere considerato una persona sana e di principio. |
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semmai capiterai a Roma ti chiederò di portarmene una bottiglia! Quello e una cosa chiamata cipollina(?) una sfogliatina ripiena di mozzarella, cipolle e prosciutto se non erro... vabbè stiamo divangando, cmq come terra avete veramente tante belle cose! |
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Per quello stiamo a posto tranquillo |
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Ah si! esatto! Non ricordo esattamente l'articolo in cui ne parlammo ma mi auguravo che magari il posto potesse riaprire a breve! Non so bene in che zona fossero ma cmq fu una bella esperienza Anche il vino era eccezionale, rosso e denso come erano anni che non ne bevevo così! Fino a che ci sarà il vino ci sarà speranza! Io oramai campo di ricordi... anche a Roma non si batte più chiodo e fa sempre piacere ricordare determinate situazioni! |
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@Sambalzalzal fui io a dirtelo probabilmente visto che Diego è un amico Se parli dei chioschetti in zona San Cristoforo non credo la situazione sia cambiata di molto da quando scendesti tu |
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Mitico Ravennnnnnnn !!!!!!!!! grande articolo mi ha quasi commosso . |
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p.s. ci sono ancora i chioschi che vendono i cartocci con gli straccetti di carne di cavallo cruda!?!?!? fenomenali!!!! |
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Bellissimo articolo!!! Purtroppo non conosco bene la Sicilia dell'epoca anche se anni addietro mi capitò di visitare la bellissima Catania e farmi qualche birra in un locale chiamato Le Torce! Purtroppo tempo fa proprio qui su Metallized qualcuno mi disse che aveva chiuso i battenti... cmq gloria a voi siciliani ed al vostro passato metallico! L'idea di realizzare un video documentario su quello che era la scena e la vita dei metallari all'epoca nelle varie regioni d'Italia sarebbe magnifica! |
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@ Raven: ahahahahah! Ma scherzi?!?!? A quell'epoca costavano meno lì che in negozio! |
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Grazia cara, ehm.... Kara - PaulTharash: i cd all'esselunga.... minchia lo dico ora - NIghtblast: in effetti non ho parlato della scuola. Anche la descrizione della mia stanzettae di come la combinai a querl modo poteva essere divertente. |
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Grande articolo! Si potrebbe farne un film Condivido al 100% quello che hai scritto sul paragrafo riguardo all'inizio... In particolare questa frase: "Come si inizia ad ascoltare metal nel nulla? Per istinto, per DNA, perché per alcuni è impossibile fare altro, perché ci nasci, perché lo hai dentro, perché da dentro hai una spinta irrefrenabile a cercare una musica che non sai nemmeno se esiste e come sia fatta, ma la cerchi." Penso che tutti i metallari ci si possano identificare, a prescindere da generazioni e territori d'apprtenenza! |
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Io nel lontano 1992, nella mia amata Siciliai, comprai Fear of The Dark per puro caso, giusto perchè attratto dalla meravigliosa copertina...Folgorato dall'album in questione decisi che il mio abbigliamento sarebbe stato identico a quello che Dickinson sfoggiava all'interno del booklet del cd. Acquistai un chiodo in "vera finta pelle" e chiesi a mia nonna di cucire sulla schiena del giubotto una toppa di 7Th Son. Comprai (feci acquistare da mia madre) dei jeans neri, ed un paio di stivali con punta quadrata...I capelli lunghi li portavo già da un pò. Da lì a poco cominciai a sentirmi osservato, appellato come "drogato capellone" e tacciato di essere adepto di chissà quale setta di invasati. Il mio Booster Mbk, venne ricoperto di adesivi dei Maiden, dei Metallica e dei Megadeth, mentre la mia stanzetta si colorò lentamente di nero...Diventai bersaglio continuo delle vecchiette della chiesa limitrofa, le quali non mancavano di notiziare i miei parenti in merito al mio comportamento da drogato capellone. Idem i colleghi dei miei genitori, i quali vestiti i panni di intenditori di musica, non mancavano di informare i miei in merito alle messe sataniche che le mie amate band celebravano sul palco durante i loro presunti concerti...A scuola i professori, vedendomi arrivare con i guanti borchiati, il chiodo, le magliette degli Slayer, si divertivano a disquisire di fronte all'intera classe su come il mio abbigliamento evidenziasse la violenza della musica da me ascoltata, incentrando le loro argomantazioni sui satanici Iron MaideR...(pronunciandolo come è scritto)...Oggi, posso dire che le cose NON sono assolutamente cambiate...La gente continua a guardarmi in modo strano, il mio nero vestire, le mie catene e le mie borchie vengono viste come qualcosa di barbaro da conoscenti e colleghi di lavoro, (si ,perchè vado al lavoro vestito da metallaro, perchè sono fiero di esserlo), e le vecchiette della chiesa limitrofa (non le stesse, magari quelle del 1992 saranno schiattate) continuano a guardarmi come se fossi un drogato, non più capellone, in quanto sono rasato...Ma alla fine della fiera io sono felicissimo della cosa, perchè credo nel Metal, ci ho semnpre creduto e sempre ci crederò...Perchè noi metallari, fieri di esserlo, siamo diversi dal resto della gente, siamo una razza fiera e cazzuta, capace di portare avanti le proprie idee con coerenza e decisione...Che si fottano i cazzoni perbenisti benpensanti mangiaostie...THRASH 'TILL DEATH!!! |
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Beh che dire... altri tempi davvero! Bell'articolo, dev'essere stato difficile, ma da come ne parli anche molto emozionante (la telefonata davvero epica...)... Io ho cominciato nel 98 ad ascoltare metal, ma era molto più semplice e soprattutto la vicinanza di Milano e negozi di dischi vicino al mio paese (sto accanto a Saronno, quella dell'amaretto...) permetteva di muoversi meglio! Poi, se penso che un fottio di cd li ho presi al supermercato Esselunga, mi fa ridere pensare alle vicissitudini dell'epoca! Ovviamente da squattrinato studentello, lo scambio di cassette (che originali ascoltavi a volume 10, copiate dovevi mettere almeno a 30 per sentire decentemente) era d'obbligo, ma di certo era tutta un'altra storia! Caro Raven, ci sta un bel "miiiiinchia" a chiudere il post!!! |
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anch'io ho cominciato ad essere un metallaro nell'abbigliamento nell'arretrata Sicilia (TP provincia) dal lontano '93 e negli anni successivi il black metal la faceva da padrone fino a tuttora e mi ricordo che eravano una decina in tutto il paese, leggevo Metal Shock non ne perdevo un numero fino alla sua svolta e morte. Ricordo le cassette dei Sepultura Pantera Maiden Metallica Venom Manowar Entombed Slayer Megadeth Cradle of Filth Obituary che ancora custodisco |
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@nonseinormale65: sa com'è, le regole sono regole! l'italia è in crisi anche per colpa sua... non avesse taroccato i biglietti a quest'ora non saremmo in questa situazione... con tutti i viaggi che ha fatto ora la nostra nazione sarebbe salva! |
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quanto era emozionante quando non c'era internet e attorno a certi gruppi ed album si creava un alone di mistero e leggenda...e poi avere un vinile tra le mani, metterlo su e ascoltarlo immergendosi nella sleeve...il metal oggi ha perso un po' di magia |
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@raven: ah, se è per questo io avevo 'na bella vespa 50 pk xl rosso fuoco, tanto per non dare nell'occhio, ma con tanto di adesivi "Master Of Puppets" e "Pantera" sul bauletto...!!! |
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Dark shadow,anche io avevil 125, ma harley davidson |
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boo, Io ad esempio sono andato al matrimonio di mio fratello con la maglietta dei Cannibal, nessuno mi ha detto niente , forse perchè ero già sulla trentina e comunque ho sempre fatto , come adesso, quel cazzo che mi pareva.... |
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@Bigliettaio...ormai sono passati più di vent'anni e le multe sono passate in prescrizione,oltretutto lei dovrebbe essere già in pensione,cos'è,vuole arrotondare a mie spese i magri introiti dell'INPS? |
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Sono anch'io un metallaro siciliano (from Catania) di quel periodo, o magari di qualche anno più tardi (ho 35 anni, quindi la mia 'iniziazione' è stata intorno agli inizi degli anni 90). Ricordo in tutto e per tutto le recensioni (nel mio caso sul mitico H/M, che esisteva già) e le vendite dei gadgets per corrispondenza (es. Rockitalia), nonchè i vari sondaggi per scovare chi tra amici e conoscenti poteva avere la cassetta del gruppo più cool (ndr: "spacchiusu") in circolazione da poter registrare. Ricordo che però quelli erano anche gli anni in cui ci si affacciava ad una nuova tendenza collettiva più rock, con l'ondata grunge dietro l'angolo, abbinata ai vari cinturoni, camicioni a quadri, stivaloni e giubbottazzi tanto di moda in quel periodo, alle prime moto custom 125 stracommercializzate (vedi Shadow e Virago) ai Doors che tornavano di moda grazie al mitico colossal di O.Stone e a un sacco di simpatici "sfigati" che entravano a far parte dello scenario pop-rock del momento (vedi 883), per non parlare del ciclone GNR alle porte, con tanto di "Paradise City" tassativamente passata alla fine del pomeriggio giovani del Sabato al vecchio Empire di Viale Africa, roba che forse ci ha aiutati un pò di più ad assorbire le differenze nei gusti musicali... |
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@vincenzo la Sicilia è sempre stata terra a parte, di storie credo che chiunque ne abbia da raccontare, mettere una maglietta nera quasi tutti i giorni? Neanche il becchino di turno portava sfiga quanto te... bei ricordi e quanta gente che ti toglievi dalle palle in 30 secondi, ovviamente alcuni ti prendevano in sopra ma chissene, c'era sempre il walkman e le santissime tape a ricordarmi che il mondo in cui volevo vivere era un altro, poi con gli anni sono diventato leggermente più tollerante e mi trovo anche meglio con altri, ma in fin dei conti non riesci a rinnegare mai chi sei e come sei fatto, è una scelta di vita e il vestiario è solo un orpello per quanto mi riguarda, parlo di borchie, gilet e chiodo, alle maglie e alle felpe non riesco a rinunciare anche perché la comodità con un paio di scarpe da tennis come le mie amatissime converse che a Catania usavamo in 3 appena uscite e le comprammo appena 30 mila lire, non me la toglie nessuno. |
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ah bene signor nonseinormale65... l'ho colta in castagna... io ero sui treni che prendeva lei per andare ai concerti e quindi mi ha preso per i fondelli un sacco di volte... ora a lei e ai suoi amici punk vi farò pagare tutti gli arretrati in un botto solo... per piacere favorisca le sue generalità che ora le faccio una bella contravvenzione... |
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grande articolo anche io sono siciliano ed essendo nato a enna ho vissuto per certi versi la stessa situazione un dieci anni fa quando cominciai diciamo, non ero l'unico perchè ne vedevo gente coi capelli lunghi vestita di nero che ascoltava metal ecc........ero anche io in un sottogruppo che comprendeva me stesso. sarà perchè in quella città nessuno si cacava niente e se non era black metal,qualcosa rara del death metal o nuove tendenze quindi musicalmente c'erano divergenze (industrial nu, pauer froscigno ecc che di metal han ben poco)....ma era il 2001/2002 e ,pur avendo venti anni in meno di francesco mi rivedo nella descrizione specie la parte iniziale. Certo niente a che vedere con gli '80 SPECIE A LIVELLO DI COMPRAR DISCHI (che io ricordi ero l'unico a comprare sul negative) però certe usanze,ignoranze e vergogne paesane esistono anche nel 2012.....in sicilia devi veramentre sudare per essere cosi e mi ha colpito soprattutto la frase sulla selezione delle persone. totalmente vera |
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Minchia,molte storie di Raven sembrano uscite dal mio passato(dopotutto siamo coetanei,ho 47 anni...),anche se la mia personalissima storia mi ha evitato molte delle difficoltà da lui raccontate...nato e vissuto a Milano fino al 1982(e con mio padre amante del rock a 360° che mi ha spianato la strada - R.I.P.)e trasferitomi poi in Sicilia(Sciacca)con la famiglia,ho mantenuto amici e parenti a Milano che mi hanno sempre aiutato a procurarmi dischi e ad ospitarmi nelle mie trasferte(queste ultime molto numerose per concerti più o meno importanti)trasferte fatte in treno(spesso taroccando il biglietto grazie ad un trucchetto insegnatomi da alni amici punk),in nave,in macchina ed un paio di volte anche in aereo(allora costosissimo,mica c'era Ryan Air,santi subito!),nel mio caso il "guru" del paese ero io,quanti dischi duplicati a destra e a manca,l'aver poi condotto per anni un programma radio ha fatto il resto...peraltro devo dire che non ho mai avuto particolari problemi a causa del mio look o dei miei ascolti(a scuola poi ero un secchione...),quanti dischi ordinati a Top Ten,Nannucci etc. poi causa università prima e lavoro poi ripresi in pianta stabile la via del nord e tutto cambiò... |
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Grande articolo,mi hai fatto fare un salto nel passato,pur abitando nel profondo nord-est ed essendo di una decina d'anni più giovane,hai descritto episodi che mi han ricordato la mia gioventù...per quanto riguarda il vestiario mi ricordo aver fatto stringere tutti i miei jeans per renderli più da thrasher !!....e cmq rimango dell'idea che un certo vestiario non è obbligatorio,ma per quel che mi riguarda è,e sarà,una dichiarazione di ribellione. |
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Il Giusti dei Fallen Fucking Angels yeahhhhhhh a sto punto vogliamo anche Butch a commentare |
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Grandissimo articolo, e, essendo del Nord, attendo con ansia il prossimo. Complimenti, Raven! |
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vedo un nome nuovo, se non erro. Intanto benvenuto, poi circa SIT fatti un giro tra la serie di articoli intitolata Raccontare Il Mito, quando ne hai voglia |
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articolo bellissimo... io sono leggermente più giovane di te e il mio primissimo contatto con il metal risale al dicembre 1986 ("Somewhere in time"). Facevo la terza media ma il mio professare amore per gli Iron Maiden e via via per le altre bands che scoprivo mi fece immediatamente guardare con sospetto. Il chiodo arrivò in prima superiore... andavo al Liceo Scientifico a Forte dei Marmi e in quell'orda di figli di papà ti lascio immaginare quali erano gli sguardi. Per dischi e i primi concerti la mia salvezza fu l'avere un cugino a Firenze... un weekend dalla zia era una buona scusa per andare alla Contempo a comprare un paio di dischi e il cugino più grande un ottimo "grimaldello" per tranquillizzare i miei dopo che gli chiesi di andare a vedere i Manowar nella vicina Scandicci... |
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@Raven : Bè, non mi aspettavo certo che ti avessero portato in trionfo |
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x DN: Bè, fu interpretato come conferma dei giudizi della gente. "Hai visto?... lo dicevo che è un drogato..." |
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Sul mio profilo Fb molti stanno commentando citando l'invidia per quei momenti, specialmente per i dischi comprati a scatola chiusa. Non è un bel segno, ma una testimonianza di un certo sapore che si perde. Tuttavia i vantaggi portati dalla rete sono incalcolabili, e non dobbiamo fossilizzarci sul passato. La tecnologia è un mezzo che come tale è neutro, sta a noi usarlo per il meglio, senza farsene sopraffare. |
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Splendido articolo...le uniche cose che oggi il giovane metallaro condivide sono l'immediata catalogazione da parte di perbenisti e coetanei "fighi", nonchè (ma questo penso solo nel mio caso) la "mitizzazione" di alcuni dischi mai ascoltati che devono arrivare in negozio o per posta...però qua sono io che sono strano: spesso compro cd senza mai aver ascoltato nulla della band in questione ma solo dopo aver letto varie recensioni. Dire che per gli standard di oggi sono suonato...dovevo nascere 40 anni fa Comunque grande Raven...cosa accadde quando mettesti l'orecchino? |
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E' buffo come tutto il mondo è paese, togli magari la mafia cambi Messina con Piacenza e hai descritto i miei primi anni '80. La mia fortuna era la vicinanza geografica a Milano, per cui l'approvigionamento di dischi e abbigliamento non era così roccambolesco. Anche se il movimento metal era numericamente leggermente maggiore, eravamo sempre una sparuta minoranza additata come "il male". I bracciali e le cinture borchiate ricordo che ce confezionava la madre di un mio amico che lavorava in una pelletteria, gran donna illuminata. Ricorderò sempre poi come te l'acquisto di vinili, un rito. 'Azzo quanto tempo mi sento vecio ma lo spirito NO vai Raven!!!! |
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Caspita, ho dimenticato di dire cosa accadde quando misi l'orecchino |
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Spettacolare, io che iniziai in pratica una decade dopo molti passaggi me li son persi, però ricordo ancora i tipi più grandi che mi raccontavano queste storie quando andavo a comprare dischi nei miei negozietti preferiti in centro, altri tempi che purtroppo non torneranno più e credetemi i lati positivi erano molti di più dei negativi. Massimo rispetto per Raven e chi ha vissuto quel periodo in tal maniera. |
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vestirsi metal prima era una dichiarazione di appartenenza ed una ribellione in sè, oggi ha meno senso forse, ma io continuo perchè lo sento. Ovviamente non è certo obbligatorio e non è da quello che si evince l'essere o non essere metallaro. Ho citato Cure e SM, (I secondi li vidi dal vivo proprio a Messina nell'80, se non erro Pale TV di supporto) in quanto più mainstream al giorno d'oggi, ma c'erano anche super-specialisti del genere e con uno di loro ero anche molto amico, tanto da avere una discreta conoscenza del genere negli anni80. |
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Davvero complimenti Raven, questo pezzo è sublime, dovresti scriverci un libro. Mi hai fatto sorridere veramente di gusto leggendo certe cose...ad esempio, il fatto che nelle zone di Messina esista quella "categoria" di persone che ascoltano i Cure o i Simple Minds, è una cosa che ho potuto constatare io stesso ancora oggi tra i più giovani, visto che spesso vengo da quelle parti a causa della mia ragazza. Per quanto riguarda i pregiudizi devo purtroppo dire che dagli anni '80 ad ora è cambiato poco, siamo e saremo sempre una terra a sé, chiusi e isolati nel vero senso della parola, rispetto al resto del mondo. Internet è stato un miracolo per noi siciliani (e immagino anche per altri). Oddio, quanti soldi ho speso comprando musicassette da registrare, e quanti chilometri a piedi o in bici per andare a casa del "guru metal" del mio paese di turno, passando pomeriggi interi ad ascoltare musica e a sbavare sui suoi cd originali (la generazione/vinile non è la mia)...comunque, che gran cosa la musica! Per quanto mi riguarda è una vera e propria ragione di vita. |
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Bello, mi fa sempre pensare quanto avrei voluto vivere gli anni 70 e sopratutto i mitici Eighties..la parte dove parli del perchè ascoltavi musica diversa dagli altri fa capire molte cose sulla discriminazione contro la musica metal in generale. é sempre il solito discorso, ma i pregiudizi ci sono sempre stati..l'unica cosa che non mi è mai andata molto giù è il vestirsi in base alla musica che si ascolta, cioè odio vedere ragazzi "housettari" vestiti in modo improponibile con occhiali da disco ecc solo perchè amano quei "suoni" (parolone, rumore lo chiamerei), però non capisco anche perchè uno dovrebbe vestirsi con borchie, capelli lunghi ecc se ascolta metal..questo l'ho pensato dopo poco tempo che ascoltavo questa musica, e tutt'ora lo penso perchè non mi definisco metallaro proprio per questi motivi. Ma ascolto questa musica. Questi gruppi. Musica VERA. Poi immagino che anni fa la situazione era un pò diversa, e penso che se avessi vissuto anche io in quegli anni, per non essere conformista, avrei fatto come ha fatto Raven.! |
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L'ho scritto pochi secondi fa conversando su FB. Il giorno in cui la nostra musica sarà considerata normale, forse sarà anche morta. PS - Grazie a tutti per i complimenti. |
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Leggere questo articolo è stato come leggere un racconto: sei riuscito a descrivere perfettamente e a far rivivere quei tempi anche a gente che, come il sottoscritto, in quegli anni non era ancora nato. |
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Affascinante leggere un resoconto. Ma anche preoccupante. Nella societ, internet a parte, le cose non sono poi mutate molto ahimè. Ancora oggi ascoltare "estremo" significa essere comunque qualcosa di "diverso" dalla normalità. |
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Bè.. ogni tanto si prendeva qualche dal pacco usciva qualche "pacco", e qualcuno effettivamente finiva a prendere polvere. |
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meraviglioso pezzo, un po' nostalgico forse, ma rende bene l'atmosfera, ahimé tuttora molto siimile, bigotta della nostra bella Sicilia... |
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meraviglioso pezzo, un po' nostalgico forse, ma rende bene l'atmosfera, ahimé tuttora molto siimile, bigotta della nostra bella Sicilia... |
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Capolavoro, bravissimo come al solito AHAHAHAHAHA stessa situazione di oggi a Crotone. |
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Acquistare e ascolatre un album a scatola chiusa....quante volte!! E che goduria!!! Anche se magari eran pietosi e finivano a far polvere!! Bell'articolo |
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La telefonata è mitica. Grande articolo. |
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Che articolo... Stupendo, queste cose le adoro nel vero senso della parola. La cosa del "stai attenta a tuo figlio", "non esci con noi" e cose così, succede anche oggi, tanto che qualche anno fa ho perso degli amici proprio per questo. Il fatto di ordinare cassette/vinili ad occhi chiusi è una cosa stupenda che vorrei provare, ha un fascino incredibile quel gesto. Fantastico, ora aspetto il prossimo |
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Ho letto tutto con piacere, da figlio di un'epoca e di una regione diversa. Poco da dire, certe cose vanno vissute sulla propria pelle. Però un giorno scriverò la storia del tuo microfono, e lì ci saranno dei retroscena.... |
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