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27/12/24
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
CASA DELLA MUSICA – NAPOLI
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Immortal - Damned In Black
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( 7469 letture )
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In seguito all’enorme successo di At the Heart of Winter, a tutt’oggi una delle pietre miliari della discografia della band, gli esordi del terzo millennio sancirono l’inizio di una sfida notevole anche per un combo rodato come quello dei norvegesi Immortal: tornare sulle scene dopo un solo anno, con una produzione che, dopo un tale risultato, potesse confermare di essere all’altezza delle aspettative del pubblico e della critica. Tuttavia, le ansie e le speranze riposte nel trio scandinavo dai moltissimi fans sparsi in tutto il mondo si infransero parzialmente quel 5 aprile 2000, data di pubblicazione di Damned in Black. Sia chiaro, ancor’oggi ci sono probabilmente centinaia di band black, più o meno note, che svenderebbero qualsiasi cosa per poter avere la chance di pubblicare un album come questo: registrato agli Abyss Studios (il nome di Peter Tågtgren vi dice nulla?), in soli 36 minuti, questo full-length riesce a estrarre dal cilindro buoni brani come l’elegante opening track Triumph, ricca di spunti strumentali, soprattutto a livello di varietà di riffing e la fredda e convincente The Darkness That Embrace Me, un vero e proprio tributo di Abbath e soci all’inverno e al gelo, arricchito da passaggi di synth profondamente atmosferici.
Ciò considerato, rimane chiaro come Damned in Black sia ben lontano dagli apici raggiunti dai norvegesi, non solo se confrontato con il suo predecessore, ma anche all’interno della stessa discografia degli Immortal, che include produzioni a volte non con la stessa qualità di registrazione, ma decisamente più ricche di contenuti e originalità tecnica, come ad esempio Battles In The North. Le cause di questa performance sottotono non sono solo da imputare esclusivamente ai ben noti cambi di line-up succedutisi in quel periodo, che vide il ruolo del da molti compianto Demonaz -brillante mente alle spalle di molti precedenti successi-, diventare sempre più marginale, nonché l’entrata nella band come membro permanente del bassista Iscariah, chiamato ad essere supporto e sostegno al buon vecchio Abbath, bensì, più probabilmente, alla fretta -imposta o voluta che fosse- che la band ha avuto nel voler confezionare a tutti i costi una nuova produzione in soli 13 mesi, cercando di cavalcare l’onda del successo di At the Heart of Winter. Il gruppo si vide così costretto a tagliare su tutto il tagliabile artwork compreso, visto che una semplice foto della band appare come una scelta decisamente scialba rispetto alle sfavillanti copertine precedenti.
Volendo poi analizzare Damned in Black come disco a sé, esso si può dunque definire come uno dei dischi più accessibili degli Immortal, soprattutto per il drumming più lento, ma pressoché privo di sbavature, affidato all’ormai rodato Horgh e il riffing, sempre gelido, ma più ritmico, capace di non far fuggire a gambe levate chi si volesse avvicinare per la prima volta a un combo black di questo calibro.
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25
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Non sono proprio d\'accordo con il voto...come si fa a dare 73 ad un album che la maggior parte delle band di quell\'epoca si sognava di produrre...voto 90 album devastante
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23
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Il voto della recensione è troppo basso secondo me. Gli Immortal sono una delle poche bands Black Metal che riescono a unire ferocia e tecnica creando un sound personale che li contraddistingue dalla massa. Questo disco non è sicuramente il migliore della loro discografia ma è l'ennesimo album riuscito degli Immortal che non sbagliano praticamente un colpo. Da avere e voto 83 |
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22
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Mi è piaciuto anche questo.. Secondo Me c'è troppa differenza di Voto Recensione verso il basso rispetto a Sons.. Credo sia dovuto al paragone con At the... Questo Lavoro è rimasto schiacciato nel mezzo... Anche la differenza di Recensori "penalizza" l'uniformità di giudizio... Se posso dare un Suggerimento costruttivo: Non si potrebbe, a prescindere da chi recensisce un Album, mettere anche il Voto, oltre del Recensore del Lavoro in questione, anche il Voto di chi ha fatto altre Recensioni dello stesso Gruppo? |
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21
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Anche il successivo e’ bellissimo
Quella triade per me sono i piu’ belli che hanno fatto , in ordine crescente da at the hearth of winter fino a sons of northern darknes....
Il live e’ fantastico c’e’ l’ho sia in dvd che in cd e non mi stanco mai di ascoltarlo e vederlo...
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20
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rispolverato ieri, direi che è invecchiato davvero bene voto 86 |
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19
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Riascoltato stasera. Per me, pur non raggiungendo il livello del precedente, rimane anche questo un grandissimo album. Diverso da At the Heart Of Winter, meno atmosferico (men che meno epico) e con un riffing che spesso guarda a soluzioni quasi thrash-oriented. Comunque sia l’opener Triumph, Against the Tide, la title-track e The Darkness that Embrace Me sono pezzi veramente notevoli. Non ce la faccio a scendere sotto all’85. |
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18
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My Dimension è una delle canzoni più belle di sempre, black o no, metal o no, Against The Tide anticipo il successivo capolavoro Sons Of Northern Darkness, la opener è maestosa, tutto l'abum lo è... Horgh è un batterista assoluto, la cui sola presenza giustifica l'acquisto di un album. insomma, è solo sette canzoni per 36 minuti, ma ce ne fosse... 90 alla grande, ragazzi, gli Immortal sono oro nero, teniamoceli stretti in tutte le loro incarnazioni |
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17
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73 a questo capolavoro????Voi siete pazzi.....minimo 85! |
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16
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che ricordi… .erano i miei idoli del black metal… .i migliori assieme ai dissection… questo lo acquistai originale edizione limitata con cover artonata,mi uscì un poster gigante degli immortal che ho tenuto fissato al muro della mia stanza per una decade… .magnifici ricordi con questa magnifica band,ormai sciolta… peccato!Capolavoro… anche se il mio preferito resta at the heat of winter che con i miei vecchi amici metallari lo abbiamo scoperto quando ancora gli immortal erano sconosciuti… .e soprattutto lo abbiamo stra ascoltato… fantastici resteranno sempre unici nei miei ricordi |
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14
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Che dire...bei ricordi di una scena musicale che non esiste più...non il loro migliore album ma quando ho visto la rece la memoria è tornata indietro, ero poco più che bambino quando mio cugino me li fece ascoltare per la prima volta era nel lontano ormai 95 ovviamente l'album non era questo e neanche era un cd bensì una musicassetta, ma il gelo delle rasoiate di chitarra e le atmosfere cupe mi hanno travolto... |
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13
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Ah, questo disco. Vero, nettamente, inferiore a At The Heart of Winter ma per me resta una delle uscite migliori della band. Gli avrei dato un voto più alto, in linea generale d'accordo con la recensione. |
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12
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Nettamente, e ripeto nettamente, inferiore al suo predecessore, At the heart of winter, che aveva ridisegnato gli Immortal orfani di Demonaz. Lavoro, tutto sommato positivo, però rimane fra gli opus meno riusciti di Abbath e soci. For fans only. Un unico appunto alla recensione: l'unica copertina sfavillante prima dell'uscita di Damned in black è quella di At the heart of winter, le precedenti sono tutte sulla falsariga di questa. Ricordo inoltre che il box della limited edition ha una copertina decisamente migliore, sebbene non sia nulla di speciale. |
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11
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concordo su tutta la linea con la rece,abbastanza un autogol |
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10
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Personalmente è l'album che preferisco degli Immortal senza Demonaz. Comprato appena uscito in un negozio di Udine vicino alla caserma dov'ero. Me ne andavo a casa in licenza dopo un periodo folle e di certo non dei migliori della mia vita e mentre ero accompagnato alla stazione da un mio commilitone mi sono fermato al negozio e l'ho trovato sugli scaffali nella versione cofanetto che ha un disegno veramente molto valido |
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9
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Giusto per specificare, quelle di At The Heart Of Winter e All Shall Fall sono indiscutibilmente le peggiori copertine degli Immortal |
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8
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Concordo con la rece in tutto e per tutto tranne che per quel che riguarda la copertina...le VERE copertine degli Immortal DEVONO semplicemente ritrarre la band! |
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7
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Se si fossero sciolti dopo Battles in the north non avrebbero prodotto aborti che non hanno fatto altro che macchiare la loro onorata carriera. Punto |
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6
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at the heart of winter manteneva le atmosfere originarie della band pur modificando il genere...da qui in poi mi han sempre detto molto poco... |
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5
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Non male anche se nettamente inferiore a At The Heart of Winter, un 75 comunque ci sta, sono d'accordo con la rece e con le valutazioni di Undercover. |
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4
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Buon disco, rialzarono la testa con il successivo "Sons Of Northern Darkness" e li avrebbero potuto intelligentemente chiudere e continuare a vivere di live, invece ci è toccato subire quella porcata di "All Shall Fall", preferisco ricordare come fase finale degli Immortal i primi due citati. |
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3
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Per me l'ultimo vero capolavoro della band è quel maestoso At the heart of winter, mio disco preferito della band assieme a Battles in the North. Questo mi ha sempre detto molto poco... |
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2
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Il mio pensiero è in linea con la recensione...ormai i gli Immortal erano già cambiati...La pece nera di Pure Holocaust faceva già parte del passato...Eppure il riffing heavy e l'epicita' di At the heart of winter era passata di moda nella mente di Abbath. Rimane comunque un buon album con almeno 3 o 4 pezzi imponenti e fieri (penso alle prime 2) che ancora riescono a trasmettere un minimo di gielo nordico. Mio voto 75 |
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1
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Damned In Black fu una delle prime canzoni degli Immortal che ascoltai quando ero giovine, comunque l'album è ok nulla di che penso che il voto sia giustissimo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Triumph 2. Wrath from Above 3. Against the Tide (In the Arctic World) 4. My Dimension 5. The Darkness That Embrace Me 6. In Our Mystic Visions Blest 7. Damned in Black
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Line Up
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Abbath (Voce, Chitarra, Synth) Iscariah (Basso) Horgh (Batteria)
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RECENSIONI |
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