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Warpstone - Daemonic Warpfire
( 1700 letture )
Su due piedi, a guardare il nome e il titolo del nuovo album di questa band francese di recentissima formazione, verrebbe da pensare che, nel tentativo di uscire dalla bolgia delle release underground, i transalpini si siano inventati un black metal funambolico, in qualche modo dedicato o inspirato a giochi fantasy come Warhammer e Warpfire. Fortunatamente o meno, è sufficiente una rapida occhiata al complesso artwork di Paolo Girardi (già autore di interessanti copertine per band quali i canadesi Tyrants Blood o i nostrani Blasphemophagher) per comprendere come il progetto Warpstone sia qualcosa di decisamente più misterioso e meno giocoso. Nel caso di questo disco autoprodotto, lo stile proposto è tuttavia godibile solo a tratti, visto che questa release paga lo scotto della mancanza di una spiccata vena di originalità e di compattezza, tipiche pecche dei gruppi agli esordi.

Difatti, dopo un'opening track che lascia perplessi per la sua poca chiarezza, il secondo e omonimo brano Daemonic Warpfire scivola via piuttosto scialbo, seguendo qualcosa che sulla carta dovrebbe essere un tentativo di black metal ibridato dal death, segnato soprattutto dai riffing e dai buoni vocals in growl del bassista Michaël Raverdino, che sembrano tuttavia rimanere piuttosto slegati dal drumming, nonostante il ritmo scelto dal trio sia tutto fuorché incisivo e dinamico.
È quindi necessario attendere l’inizio di Transluscent Snailbeast, per riuscire ad ascoltare qualcosa che in qualche modo delinei ciò che questo combo francese ha realmente intenzione di comunicare. All’interno della terza traccia, sono infatti più numerosi e consistenti gli interventi in clean del chitarrista Anthony Malaussena, che finalmente dialogano in maniera fluente con il growl, all’interno di un’atmosfera decisamente più incisiva ed aggressiva rispetto alle precedenti.
E l’influsso progressive e alternativo, tanto decantato e sbandierato dalla band? In Daemonic Warpfire, quest’aspetto viene sviluppato in maniera molto minore rispetto a quanto si possa aspettare, tanto da essere relegato a semplici e lenti passaggi di breve durata, come nell’opening di The Witchtower. Se si vuol concedere ai transalpini il beneficio del dubbio, all’interno di questa produzione l’unico aspetto in parte ‘alternativo’ è dato dagli inusuali e spediti interventi di chitarra acustica, che compaiono qua e là all’interno delle tracce, senza una distinta motivazione apparente, salvo il caso della melodica strumentale A Strange Wind Is Wailling For The Dead, assolutamente godibile nella sua brevità, ma che lascia stupiti ed interdetti, visto che non è facile giustificare la presenza di una tale solitaria cattedrale in un deserto di tracce aggressive e irruenti come le sette che la circondano.
Quanto resta della seconda metà di questa produzione, non è altro che un taglia e cuci che ripropone, senza particolari punte di originalità, quanto la band aveva saputo esprimere in Transluscent Snailbeast, con un continuo intrecciarsi di clean e growl, ben supportato dalla chitarra, in grado di dare discreta prova delle capacità di Malaussena, ma che ancora una volta pecca di fluidità a livello strumentale, nonostante quanto proposto dalla band non sia mai tecnicamente complesso ad un livello tale da giustificare questa mancanza.

Per concludere, con questo work of art i Warpstone rompono il ghiaccio con il pubblico europeo, dando tuttavia l’idea di aver ancora bisogno di molto tempo per riordinare le idee e per scegliere una via, uno stile unico da seguire, evitando di piazzare interventi fin troppo sperimentali, slegati dall’unità espressiva centrale. Una produzione passabile, ma nulla più.



VOTO RECENSORE
60
VOTO LETTORI
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GioMasteR
Giovedì 1 Novembre 2012, 13.35.17
2
Debutto un po' in sordina, ma non privo di potenzialità al proprio interno. Avrei preferito che il contributo di Aldebaran potesse non essere limitato a qualche assolo, allora ne avremmo davvero viste delle belle. E sulla produzione concordo, avrebbero potuto fare di meglio...
Undercover
Mercoledì 31 Ottobre 2012, 15.48.15
1
Non sono per nulla d'accordo, l'album è decisamente di difficile da assorbire proprio perché mira in più direzioni, non è neanche collocabile in toto nel black perché ci sono influenze nettamente heavy e seventies, non tenendo conto dell'approccio volutamente "occult" e l'artwork di Girardi che in tal senso compie il compito di esaltarne il lato grafico. Un'uscita che ritengo sia degna d'essere seguita.
INFORMAZIONI
2012
Autoprodotto
Black
Tracklist
1. Blood Painted Mountain
2. Daemonic Warpfire
3. Transluscent Snailbeast
4. The Witchtower
5. Hall Of The Occultist
6. Obsidian Circles
7. A Strange Wind Is Wailling For The Dead
8. Deathvoid Uncharted
Line Up
Anthony Malaussena (chitarra, clean vocals)
Michaël Raverdino (basso, harsh vocals)
Jean-Baptiste Pol (batteria)
 
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