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15/03/25
DARKHOLD + DAMNATION + DEATHOX
DEDOLOR MUSIC HEADQUARTERS, VIA XX SETTEMBRE 33 - ROVELLASCA (CO)
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06/07/2019
( 1302 letture )
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Un grosso bentornato agli Ac/Dc…ah no, scusate, ecco a voi magnifico pubblico gli Stinger. Si percepisce la mia ironia? Vabbè, capirete presto il perché. Il quintetto tedesco giunge al suo secondo album, dopo la messa sul mercato del EP intitolato Mosquito, per poi esordire nel 2017 con il full leght Disadvantaged, premiato in patria come miglior album hard rock in quell’anno, suonando di fronte a tante persone nei loro live infuocati. Il qui presente Colourblind, della durata di ben 45:27 minuti, riattiva la “Zanzara” teutonica ponendola in evidenza, grazie ad una miscela di hard rock selvatico, pervaso da un alito di blues e uno spirito boogie, proprio come i giganti australiani, epoca Bon Scott, ai quali i “kartopfen” si ispirano fortissimamente, sino a giungere al quasi plagio. Basta sentire i primi accordi o lo sviluppo strumentale e vocale di ogni singola traccia e capirete di cosa parlo.
La copertina in salsa fumettata è carina e colorata (poteva essere altrimenti visto il titolo?), poi parte la musica, sicuramente calibrata, eseguita con perizia, ma ad ogni power chord spunta il fantasma del compianto Malcom Young, che tira per i piedi i cinque tedesconi. Hard To Believe pare sbucata fuori dagli inizi degli aussie, con quel riff ossessivo, i cori insistiti, la voce del frontman come carta copiativa del grande Bon Scott, una song che più Alternate Currrent Direct Current non si può; e non avete ancora udito il ritmo e l’andatura di Mashed Potatoes, che nel chorus adotta la formula che ormai milioni di fans conoscono a menadito del periodo Highway to Hell ovverosia assolo delle guitar con la figurina olografica di Angus appiccicata sulla paletta. Un bel basso rotondo apre So Dark che mostra un paio di scampoli leggermente diversi dalla abusatissima chimica, Smile sfoggia un giro di chitarra settantiano fatto di potenza e incisività, solismo della chitarra che però non sfugge alla consueta iniezione del folletto-scolaretto fuggiasco. Deaf And Blind e Suicide sono vivide matrici di boogie rock condito da tutti gli annessi e connessi dei cangaroo, Rollin’ Along spolvera le immaginette di Phil Rudd e company, unica cosa diversa dalla copiatura mera e propria lo spoken centrale, poi, per non perderci d’animo, sfreccia il solismo centrale sparato direttamente fuori da atmosfere alla Back in Black. Citazione pulita pulita per Let There Be Rock che qui diventa My Girl, ma sulle note inziali di From Heaven Above, che scimmiotta o meglio scopiazza pedestremente nell’incipit la celebre For Those About To Rock, le mie risorse di pazienza se ne vanno in aceto e comincia un fitto rosario di smoccolamenti.
Ma davvero in Germania sono trepidanti, ansiosi e felici di acquistare un disco, copia della copia degli Ac/Dc in tutto e per tutto, o qualcuno ci sta prendendo palesemente per il posteriore? La band in questione sta suonando in giro per le lande teutoniche e lo farà spesso in questa estate, fino al 2020, io però non ci sto e non spreco nemmeno un nanosecondo per auto-interrogarmi con domande di cui mi frega meno di una medusa spiaggiata. Il disco, in sé, è ben suonato, ha un sound vintage convincente, ma mi sfugge l’arcano e recondito motivo per cui qualcuno dovrebbe prendersi la briga di ascoltare una band clone fino all’ultimo respiro, quando ci sono i fantastici, vecchi dischi degli australiani più famosi al mondo, proprio lì, a portata di mano. Saluti ai tedescotti in questo CD immortalati, un vecchio proverbio recitava: in mancanza di cavalli si fanno trottare gli asini!
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E non sono giovanissimi di primo pelo, una cover band camuffata. Tipo i Greta Van Zeppelin..... |
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Darei cento solo alla copertina. Il disco lo ascolterò per curiosità. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Hard To Believe 2. Mashed Potatoes 3. So Dark 4. Smile 5. Deaf And Blind 6. Suicide 7. Rollin’ Along 8. My Girl 9. On The Edge 10. Stick It In 11. From Heaven Above
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Line Up
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Martin Schaffrath (Voce) Adrian Seidel (Chitarre) Matthew Sting (Chitarre) Simon Simon (Basso) Bristle Buzz Dee Johnson (Batteria)
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RECENSIONI |
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