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15/03/25
DARKHOLD + DAMNATION + DEATHOX
DEDOLOR MUSIC HEADQUARTERS, VIA XX SETTEMBRE 33 - ROVELLASCA (CO)
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IX – The Hermit - Present Days, Future Days
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23/05/2019
( 1186 letture )
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Nei tarocchi, la carta rappresentante l’eremita è l’effige perfettamente realizzata della solitudine e della saggezza. Egli prosegue con quiete sul suo cammino, conoscendo nel profondo sia l’evoluzione silente a cui va incontro passo dopo passo, sia il rischio che la sua lentezza si trasformi in un’inerzia stagnante e obliosa. È proprio la carta dell’eremita che dona il nome al progetto tutto nostrano IX - The Hermit, nato a fine 2017, e che ha visto il primo EP di debutto solo a marzo del 2019 sotto il nome Present Days, Future Days.
L’ascolto inizia con Party Animal, una tradizionale canzone metal senza troppi fronzoli. Il riff d’apertura è estremamente old style peccando leggermente in originalità, nulla però che non venga ben sostenuto dalla potenza del sound e dalla discreta voce di Fabrizio Vindigni. Il brano porta infatti senza pesantezza al piacevole ritornello, improntato decisamente all’orecchiabilità piuttosto che a tronfi intrecci labirintici. L’assolo di chitarra è di notevole fattura così come la conclusione tagliente e ricca di buoni spunti per il versante ritmico. Un pezzo quindi più che sufficiente, dai lontani echi queensrÿchiani e del rock/metal vecchio stampo. La successiva Beyond All My Days non modifica la qualità del songwriting. L’arpeggio iniziale -anch’esso capace di rievocare le sonorità made in Queensrÿche- apre una ballata progressive dai toni catartici. La sezione vocale si riconferma ispirata anche se il mixaggio non sempre risulta capace di valorizzarla al meglio, evidenziando (forse troppo) la parte strumentale. Una variazione djent e un mini-assolo anticipano la ripetizione dell’arpeggio d’apertura che porterà alla conclusione: nulla di incredibile insomma, ma l’ascoltatore avrà più di un motivo per procedere -saggiamente- con l’ascolto dell’EP. La vera e propria violenza subentra nella terza traccia You’re Not Worh. La rabbia si materializza in sassate grazie al buon guitar work; dopo l’iniziale intreccio prog tra riff e giri solisti il sound infatti si appesantisce e dona alla produzione un tocco meno introspettivo. Boston riprende invece un filone mainstream, una storia d’amore finita con l’amaro in bocca che viene rinchiusa in un mid-tempo di buona qualità. L’apertura arpeggiata e le linee vocali non possono che ricordare la recentissima Untethered Angel dei colossali Dream Theater, le chitarre possenti intonano sonorità djent e la precisione chirurgica di Giacomo Marsiglia alle pelli innalza decisamente la qualità dell’ascolto di Present Days, Future Days. L’acusticheggiante inizio di Your Pain invece calza a pennello con la tematica della depressione, risultando una vera e propria dedica a tutti coloro che hanno superato periodi di profondo obnubilamento. Le sonorità nostalgiche fungono da monito per l’esplosione improvvisa, valorizzata della bellissima performance di Vindigni al microfono. Un grido di immensa ispirazione distrugge ogni atmosfera creatasi in precedenza, in favore di un’aria degna dei migliori Mastodon. L’unico brano capace di superare Your Pain è il conclusivo The Hermit, un mid-tempo terremotante ricco di eterogeneità musicale. I cinque brani precedenti nient’altro erano che il “Present Days”, un agglomerato di influenze dei musicisti appartenenti ai IX - The Hermit; questi ultimi dieci minuti risultano invece i “Future Days”, un vero e proprio punto d’inizio per ciò che sarà il sound della band da qui all’avvenire. Un buon inizio di batteria accompagna il guitar work, quest’ultimo capace di mischiare l’antipodale diade cupo-tagliente prodotta in contemporanea dai due chitarristi. Un’atmosfera inquietante e pesante si insinua in modo parassitario nella psiche dell’ascoltatore, pervadendolo in questi secondi d’apertura con un miasma sonoro. Le atmosfere si fanno oniricamente speranzose grazie a una pausa arpeggiata arricchita da solismi barocchi, il tutto per riesplodere -questa volta mantenendo echi positivi- poco dopo. La variazione in palm muting è poi solo un altro dei tasselli che compongono questo enorme puzzle, insieme alla prestazione vocale (qui encomiabile) e alla sezione ritmica a carico di Matteo De Franco alle quattro corde e di Giacomo Marsiglia alla batteria; un ultimo assolo accompagna infine il conclusivo riff, rendendo questo pezzo una vera e propria perla. Questo perché The Hermit sa divertire, sa essere continuamente convincente sia nel songwriting più tecnico che nell’impatto emotivo nudo e crudo, tutto funziona egregiamente e la sensazione più probabile dopo il suo ascolto è la voglia di ripremere il tasto play per reimmergersi in questo viaggio.
Present Days, Future Days non è sicuramente l’opera che meglio si accosta al concetto di originalità, ma sa ben sfruttare le molteplici e variegate influenze. È sì doveroso ricordare che le prime cinque tracce sono disegnate appositamente per essere mostrate una per una -creando una coerenza produttiva non contestabile-, ma non poche volte risuonerà nella mente dell’ascoltatore meno distratto un continuo rimando ai mostri del prog metal, nonché al complessivo lavoro dei Machine Head. D’altro canto gli spunti tecnici ed emotivi sono comunque moltissimi e negare la qualità di questo primo lavoro dei IX - The Hermit sarebbe folle. Un EP ottimo quindi? All'incirca. L’ascolto è però obbligatorio per tutti coloro che -senza troppi pregiudizi- vogliono stupirsi con una produzione made in Italy, cercando del sano divertimento degno del migliore progressive metal. In cambio si riceverà un piccolo gioiellino poliedrico, un primo -lento- passo verso il futuro, congruo con il più saggio degli eremiti.
L’eremita è uno che rinuncia a un mondo frantumato per godere del mondo in maniera totale e senza interruzioni. (Kahlil Gibran)
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Party Animal 2. Beyond All My Days 3. You’re Not Worth 4. Boston 5. Your Pain 6. The Hermit
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Line Up
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Fabrizio Vindigni (Voce) Fabrizio Miceli (Chitarra) Luigi Gabriele (Chitarra) Matteo De Franco (Basso) Giacomo Marsiglia (Batteria)
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