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04/04/25
STEVE WYNN
ARCI BELLEZZA, VIA G. BELLEZZA 16/A - MILANO
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Within Temptation - Resist
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02/02/2019
( 9371 letture )
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Red tears run down like a river Don’t close your eyes, it won’t disappear
Sono passati cinque anni esatti da quando la band Orange ha dato alle stampe Hydra, un lavoro che ha segnato un cambiamento sostanzioso in termini di sound e stile del gruppo e che ha totalizzato non pochi dissensi. I Within Temptation tornano ora con Resist presentando dieci tracce inedite concepite sulla base della metamorfosi avviata nel 2014, anticipando il tutto coi quattro singoli The Reckoning, Raise Your Banner, Firelight ed In Vain utili per comprendere a grandi linee il mood del disco intero. Come suggerisce il lungo periodo di attesa, il percorso che ha portato Sharon den Adel e soci alla realizzazione di questo nuovo lavoro non è stato per nulla semplice. I dieci pezzi che conosciamo oggi sono il risultato di una fase compositiva piuttosto travagliata, dovuta ad una sorta di burnout della cantante con conseguente blocco dello scrittore: se da un lato le idee a livello di concept e di songwriting erano scarne, dall’altro non mancava una forte volontà di evolvere, sperimentare e creare un prodotto in grado di soddisfare in primis la band, senza ovviamente deludere il pubblico. La vera svolta è arrivata qualche tempo dopo con My Indigo, album solista di Sharon uscito ad aprile del 2018: è grazie a questo disco dichiaratamente lontano dal metal che l’artista ha riacquistato fiducia e sicurezza in sé stessa, trovando l’ispirazione e la voglia di rimettersi in gioco coi suoi compagni di gruppo. Pur prendendo il testimone da Hydra per quanto riguarda l’approccio al metal, il motore creativo e formale di Resist è alimentato in parte proprio da My Indigo: è con questo lavoro che Sharon den Adel ha iniziato a muovere i primi passi in campo pop-elettronico, riconoscendo a sé stessa di trovarsi a suo agio con le nuove sonorità sperimentate.
Questa breve premessa è d’aiuto a comprendere per sommi capi Resist, un album che ancor più del precedente si discosta dai primissimi esordi e da quanto egregiamente dimostrato con The Silent Force e The Unforgiving. La volontà di allontanarsi stilisticamente da quanto pubblicato in passato emerge chiaramente fin dai quattro singoli estrapolati come anticipazione del disco e trova una chiara conferma nell’ascolto dell’intero platter. Per suonare “fresca”, diversa e attuale, la band olandese erge il nuovo full-length partendo da un’elettronica ampiamente saggiata e facendo proprio di questa il motivo guida dell’insieme. Ad accompagnare l’atmosfera distopica e fantascientifica evocata tanto dalla copertina quanto dai testi (più o meno ripetitivi) troviamo un connubio tra symphonic metal ed elettronica non sempre equo, con una tendente predilezione per synth, elementi dubstep e richiami pop a scapito dell’animo più dark della band. Come conseguenza di ciò, il metal in senso stretto cede talvolta il passo ad altre soluzioni stilistiche che emergono prepotentemente dalla carica sonora d’insieme. L’ugola della Den Adel, molto meno impostata e classica rispetto al passato e decisamente più diretta e grintosa, si mette in gioco con totale versatilità muovendosi tra estensioni diverse, affidandosi talvolta ad effetti e adattamenti esterni che, però, non appaiono sempre calibrati: pur volendo suggerire anche tramite il cantato il leitmotiv stilistico dell’album, i filtri posti sulla voce forniscono all’insieme una certa ridondanza, proprio perché gli elementi elettronici sono già oltremodo presenti in altre forme. Per quanto riguarda la strumentazione non digitalizzata, non sempre il lavoro di produzione riesce a fornire a chitarre, basso, batteria e tastiere lo stesso slancio dimostrato invece dalle basi, con un’attenzione pertanto più orientata verso il suono sintetico. I brani più riusciti del disco sono proprio quelli in cui c’è un reale equilibrio tra cantato poliedrico, cori registrati (spesso lirici) e strumentazione complessiva; al contrario, a pesare negativamente sul bilancio totale di Resist è proprio la frequente smania di porre in primo piano elettronica e soluzioni pop-oriented, relegando in posizione secondaria assoli, riff e sezione ritmica. La opener The Reckoning è uno degli esempi più riusciti di integrazione tra parti metal e non metal: i synth e le basi prorompenti accompagnano la batteria, il basso e le due chitarre senza annullarli; inoltre, qui gli inserti elettronici vengono utilizzati a puntino nei momenti più pacati del brano, a supporto della prova vocale della frontwoman e dello special guest Jacoby Shaddix, per poi esplodere nella parte finale del pezzo. Sulla scia di quanto dimostrato dal primo singolo estratto, il brano più interessante del platter è rappresentato dalla decima traccia Trophy Hunter: qui è ancor più rilevante la fusione tra proposta catchy, sound moderno e inserti symphonic, il tutto condito da una voce portante acuta e risoluta e dai cori drammatici sullo sfondo. Un ulteriore esempio di ottimo compromesso tra stili diversi è rappresentato dalla epica Raise Your Banner, pezzo che vede la cantante olandese duettare con Anders Fridén degli In Flames: scream e clean vocals si fondono su un accompagnamento strumentale notevole il cui spessore è fornito dagli archi; degno di menzione è l’assolo di chitarra costruito su una base strumentale ricca ma lontana dall’essere sfarzosa. Qualche gradino più in basso troviamo la catchy Supernova con un buon lavoro vocale (fatta eccezione per le voci filtrate e per le ripetizioni pacchiane del titolo nel ritornello) e un ottimo apporto dei cori e della strumentazione nello special sinfonico posto circa a metà. Per quanto riguarda gli altri brani del disco non si registrano gravi scivoloni, pur essendoci pezzi decisamente più trascurabili rispetto a quelli citati sopra. Se In Vain riesce a decollare soltanto grazie ad un ritornello sognante e drammatico, altri brani quali Mad World e Mercy Mirror risultano piatti e assolutamente ripetitivi, con una componente metal quasi assente nella prima e del tutto non pervenuta nella seconda. Menzione a parte va fatta per Firelight, pezzo che strizza l’occhio in maniera lampante al già citato My Indigo: la frontwoman e l’ospite Jasper Steverlinck si districano in una ballad distesa, eterea e melliflua su base prettamente elettronica e sinfonica, con assenza di tutti gli altri strumenti ‒fatta eccezione talvolta per la batteria e per la chitarra, la quale giunge ad impreziosire il tutto sul finale.
Che dire, in conclusione? Resist è un album capace di soddisfare o di deludere i fan dei Within Temptation a seconda delle aspettative riposte nei confronti della band Orange. Per la schiera degli irremovibili sarà difficile apprezzare quanto dimostrato qui dai nostri: l’album segna un cambiamento drastico dagli esordi a favore di un sound easy-listening non puramente metal. Seguendo la metafora presa da The Reckoning, i true metaller verseranno lacrime di sangue e chiuderanno gli occhi sperando che questo capitolo della carriera della band olandese si dissolva presto nel nulla. Per coloro che, invece, hanno visto in alcuni episodi di Hydra le basi per un rinnovamento di stile e di proposta, questo disco apparirà sufficientemente gradevole e le contaminazioni elettroniche, laddove ben ponderate, non orienteranno in negativo la percezione d’insieme. Ad ogni modo, tralasciando alcune scelte boriosamente catchy, si tratta di un lavoro che dà il meglio di sé quando la ricchezza di sound emerge senza annullare la componente metal: le basi per continuare su questa strada ci sono eccome, ciò che occorre è essenzialmente maggiore equilibrio tra tradizione e innovazione. D’altronde si sa, la virtù sta nel mezzo.
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@spirit anche io sono legato molto ai primi lavori ma apprezzo anche la loro evoluzione. Del resto lo stile di enter era molto legato al periodo, oggi non avrebbe molto senso. Comunque per me i migliori nel filone gothic/symphonic, già preso il biglietto per il concerto del dicembre 2024😀 |
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Enter il migliore Legaliz. |
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Niente psicologi. E niente ritorno a cose già fatte. Il nuovo album alterna ottime cose ad altre anonime, spero lo recensiate presto |
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Sono certo che, come successo per i Metallica e per i Megadeth che hanno passato una decina/ventina di anni a fare album \"scorregge\"per poi tornare all\'ovile con la coda tra le gambe. Anche i nostri wedding Temptation dopo aver provato il synth pop, pop metal, synth rock fino al probabile drum and bass metal synth torneranno a fare ciò che gli riesce meglio. Il tutto sta ad aspettarli. Al momento è 50% scioglimento e carriere soliste di basso livello o ritorno alle origini feriti e con la coda tra le gambe. Forza ragazzi!! Ma esistono the bravi psicologhi musicali per aiutare certe band in crisi? Una piccola percentuale delle spese le pagherei anche io.. |
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Sono certo che, come successo per i Metallica e per i Megadeth che hanno passato una decina/ventina di anni a fare album \"scorregge\"per poi tornare all\'ovile con la coda tra le gambe. Anche i nostri wedding Temptation dopo aver provato il synth pop, pop metal, synth rock fino al probabile drum and bass metal synth torneranno a fare ciò che gli riesce meglio. Il tutto sta ad aspettarli. Al momento è 50% scioglimento e carriere soliste di basso livello o ritorno alle origini feriti e con la coda tra le gambe. Forza ragazzi!! Ma esistono the bravi psicologhi musicali per aiutare certe band in crisi? Una piccola percentuale delle spese le pagherei anche io.. |
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Sono certo che, come successo per i Metallica e per i Megadeth che hanno passato una decina/ventina di anni a fare album \"scorregge\"per poi tornare all\'ovile con la coda tra le gambe. Anche i nostri wedding Temptation dopo aver provato il synth pop, pop metal, synth rock fino al probabile drum and bass metal synth torneranno a fare ciò che gli riesce meglio. Il tutto sta ad aspettarli. Al momento è 50% scioglimento e carriere soliste di basso livello o ritorno alle origini feriti e con la coda tra le gambe. Forza ragazzi!! Ma esistono the bravi psicologhi musicali per aiutare certe band in crisi? Una piccola percentuale delle spese le pagherei anche io.. |
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Sinceramente non riesco a capire come si possa paragonare questo disco al precedente Hydra. A me pare che abbiano poco in comune; certo, entrambi si discostano dalle soluzione del passato, ma in fondo i W.T. non si sono mai stati ancorati ad un sound specifico e già The Unforgiving era molto diverso da quanto fatto prima. Detto ciò, io considero Hydra una enorme passo falso, con canzoni poco ispirate e soluzioni decisamente banali; al contrario questo Resist è un grande album che ha la capacità di tenere alta l'attenzione dell'ascoltatore e che continuo ad ascoltare con grande soddisfazione a più di due anni di distanza, cosa che, con i dischi recenti di qualsiasi genere musicale, è cosa più unica che rara. |
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Io francamente non capisco recensione e voto. Cci sono 4/5 pezzi che li senti e non ti escono più dalla testa. E questo riuscendo anche a innovare il proprio stile. Certo non è Mother Earth, ma 80 e' il minimo |
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@lupo sicuramente inferiore a TU ma anche Resist per me contiene buone canzoni |
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Ho avvertito i cambiamenti con The Unforgiving che rimane un ottimo disco ma dopo a mio parere sono molto calati musicalmente da quella che era la loro forza originale. |
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Album che cresce con gli ascolti. All'inizio non mi sembrava granchè, ma ci sono pezzi ottimi. |
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il mio terzo preferito nella loro discografia |
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#painkiller: io non lo considero uscito male, ma sono gusti. Però è vero che ha l'aria di essere un album di transizione, quindi mi aspetto ottime cose. Però attenzione, visti i loro tempi dubito che esce prima del 2022... |
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Ho letto che a fine estate ri-entreranno in studio per registrare nuovo materiale... è possibile che si siano resi conto che questo disco è uscito proprio male. Le interviste a Sharon precedenti a questo disco facevano già capire quanto tribolata sia stata la sua gestazione. |
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78 su cento è un buon voto... la maggior parte degli studenti sarebbero contenti. Delusione è sotto il 70, come il recensore. Poi che sia sotto le aspettative ci può stare ma ditemi: conoscete band che, dopo 22 anni di carriera, sfornano un capolavoro? Io non ne ricordo nessuna. Nessuno si aspettava un altro Mother Earth o The Heart of Everything |
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80
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@holy diverse da che mondo è mondo 78 non vuol dire ritenere valido un prodotto, ma significa "sotto le aspettative"... |
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79
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@megna a parte che io sta somiglianza con i LP non ce la vedo granchè, alla fine quello che conta è il risultato. Se sei d'accordo con il 78, vuol dire che il cd lo consideri valido anche se magari non un capolavoro. A quel punto chissene del genere che fanno... |
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78
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@megna, accidenti.... ho ascoltato dei sample (legalmente eh) di sto disco e ti dico che questa cosa del "sembra una band Nu Metal" non é che sia così poi tanto strana.
Se togliamo i Nigthwish nel periodo tra il 2000 e il 2004 parecchie band Gothic Metal avevano un sound più Nu Metal/Alternative un po a la Evanescence e Linkin Park, senza parti rappate, giusto per rimanere nelle contemporaneità. Un buon esempio? Razorbliss dei Flowing Tears.
Comunque non lo trovo così Nu Metal... loro comunque mai piaciuti o non più di tanto. |
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77
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Posso essere d'accordo sul 78 come voto, ma non puoi diventare una band nu-metal, sembra un CD dei Linkin Park con voce femminile ...dai! |
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76
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Concordo con holy diver ma come voto arriverei anche a 80. Cresce con il tempo questo cd |
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75
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non capisco certi commenti. questa band si è evoluta a modo suo, con il metal "puro" non hanno mai avuto a che fare, con il gothic metal solo gli inizi, con il symphonic il terzo e quarto... Poi siamo sul pop/metal, ma in tutti i casi i risultati sono stati spesso esaltanti, per chiunque ami questi generi. Questo Resist non sarà certo il loro capolavoro, ma di almeno 3 o 4 pezzi ottimi che giustificano l'acquisto ci sono. La maggior parte delle band pop/gothic/ symphonic se li sogna i loro standard. Voto 78. |
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74
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Concordo megma....salvo l'open e l'ultima song....PURTROPPO sono rimasto deluso il peggior album dei WT. |
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Mad World e Supernova vanno bene giusto sull'autoscontro giù in fiera... Tunz Tunz... Prendi i gettoni... Si va Si va Si vaaaa.... |
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Eravamo partiti con un convincente doom/gothic, passando poi per un poderoso symphonic metal, sfociando in un inatteso quanto esaltante rock melodico di Unforgiving, ma questo mix dance/industrial proprio non si può sentire. Peccato perché alcuni pezzi erano buoni. |
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Lavoro discreto, ma speravo di più. Dal vivo comunque sono una garanzia, chi se li è persi a dicembre cerchi di rimediare. Inoltre certi pezzi di Resist suonati live sembrano veramente più convincenti |
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Non sono per niente d'accordo. Per me e' quasi alla pari con TU se non fosse x un paio di pezzi inutili tipo mad World. Chiaramente non ha più niente di sinfonico ma chi è che se lo aspettava? Non avrebbi senso fare TSF per. II |
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The Godfather ha sintetizzato il mio stesso pensiero. The unforgiving è il mio disco preferito dei WT, non sono ancorato alla loro versione sinfonica o pseudo tale. Questo disco è orrendo, non c’è una canzone che abbia un filo logico, tutti mid tempo con suoni campionati nei quali si può fare copia-incolla dalle linee melodiche di uno qualsiasi dei testi che tanto non cambia nulla. La voce di Sharon troppo spesso effettata e messa in secondo piano. Credo sia il peggior disco che abbia sentito negli ultimi 10 anni. Crollo totale, delusione massima. |
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Per me questo album è una porcata. Avevo adorato The Unforgiving per la sua capacità di fondere energia, immediatezza e melodie magari facili ma emozionanti. Già Hydra mi aveva fatto storcere il naso per il senso di confusione e di artificiosità, ma qua siamo andati decisamente oltre. E' un discaccio di plastica che affastella effetti vari senza costrutto e non comunica un'emozione vera. Peccato per il grande talento di Sharon sprecato malamente. Voto 40. |
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Effettivamente sono un po' leggerini, più di quanto progressivamente lo siano diventati col tempo. Qui si supera il confine che racchiude il metal in senso ampio.
Datisi allora a una musica ancora più commerciale, anche per chi accetta il compromesso, il vero passo falso è che il lavoro non sia stato svolto col massimo dell'ispirazione. Resist è gradevole, da sottofondo, ma non di certo esaltante. |
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Ok, riascoltato più volte. Rivedo leggermente al rialzo la mia valutazione iniziale: direi che un 75 ci sta tutto. Holy Ground continua ad ammazzarmi l'entusiasmo, ma nel complesso il disco regge bene, specialmente la parte iniziale e quella finale sono molto ben fatte con pezzi dal buon tiro. La parte centrale è più piatta (anche se non brutta) e contiene la già citata Holy Ground che affossa un po' tutto. Alcuni pezzi ho notato che crescono con gli ascolti, almeno alle mie orecchie. Non eccelso, ma buono. |
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Mi spiace dirlo ma questa recensione sembra palesemente fatta da qualcuno che non ha mai capito dove sono stati collocati i Within Temptation nella scena metal fin dal loro primo album. Parlare di true metaller, che non hanno mai ascoltato questa band i vita loro, mi sembra abbastanza ridicolo. I Within Temptation sono sempre stati ai margini della scena metal fin dagli esordi. Hanno sempre fatto pezzi easy listening. Ed hanno avuto un'evoluzione molto lineare. Non hanno mai fatto uscire di colpo album come One Second, Host o Sin/Pecado, giusto per capirci. Mi sembra quindi strano che una recensione di un loro album fatta nel 2019 tratti di certi argomenti. |
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Intanto l'album e' al numero 1 im Germania e tornano ancora al Wacken. Io non me lo perdo. |
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Sabbracadabra: hai citato alcuni gruppi che adoro anche io (Nightwish, Ramm, Symphony X ). Io sono un po' più piccola di te, quindi non sono cresciuta coi gruppi storici, perciò non è che mi sia "venuto a noia" (passami il termine) lo stile, però ho sempre avuto una passione per i miscugli tra rock/metal e altre cose (per dirti, mi piacciono molto i Jethro Tull). In generale, comunque, mi piacciono sonorità interessanti e anche diverse da quelle metal, senza guardare troppo il genere (tipo i già citati Evanescene ... non mi interessa il genere che fanno, ma li trovo originali e trovo anche che la loro proposta musicale sia molto bella, quindi mi importa poco della loro percentuale di commercialità ). Con ciò mi piacciono anche sonorità più heavy e classiche, tipo Metallica, Iron e Sabbath ...fino a gruppi più estremi. Insomma, vario un po' I WT li ho conosciuti per il gothic/symphonic; quando hanno rilasciato The Unforgiving ho impiegato un po' a digerirlo perché non era il disco che mi aspettavo da loro, ma alla fine l'ho apprezzato molto. Questo invece mi ha preso subito, forse perché mi piace la musica new wave e sintetica  |
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Ma fan cagare e basta suvvia! Muffi e sgonfi...fate pop e non rompete i coglioni! |
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@obscure ho letto commenti molto simili al tuo per ogni album da silent force in poi... anzi forse qualcosa anche x mpther earth. Come ho detto hanno cominciato con unp stile sinfonico quando era di nicchia e lo hanno mollato qquando era ormai di massa.sarebbe stato molto piu commerciale fare TSF o THOE pt. II. |
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Mi sento di dissentire totalmente del mio commento #4 dopo averlo ascoltato per curiosità dopo i samples. Che robe...come si diventa. ll symphonic è un lontano ricordo per loro, Mother Earth lontanissimo, diverse tracce sembrano uscite dallo spot della Tim... Non è pop e non è neanche un buon pop, questo è pop-dance elettronico...inutile ostinarsi a trovar scuse degli incompresi, ma poi, col cambiamento del logo e della cover che si sentiva nell'aria e c'era da aspettarselo, cambiamento di vesti e di genere, zero impatto sonoro, zero qualitá di gusto, canzoni bruttine troppo poco di fatto per fare la hit radiofonica per le grandi masse, strumenti non pervenuti con una line-up pure a quanto pare allargata (proprio adesso col cambio di genere!) 3 CHITARRE e neanche che se ne sente una come si deve, e forse, gli altri due fanno finta di suonare..solo figura di vendita e basta, assoli zero, batteria piatta, voce della Den Adel è insufficiente purtroppo, non si sente più spiccare come anni orsono che già diciamo, non era una delle migliori però...(chi ha detto che sono precursori i within temptation ha detto una cosa non giusta) qualche chiaro buon ricordo degli inizi durato poco ma piú in lá un proseguimento sciupato, forse a parlare di questo nuovo con gli ascoltatori dell'ultima ora che apprezzano quasi più la svolta ultima più pacchiana con retrovie elettroniche pseudo-dance come una delle piu' orecchiabili "Supernova", ad approfittare del periodo che l'elettronica è molto richiesta in campo musicale moderno per fare ascolti del loro nome ma con un raschio di elettronica pure brutto troppo evidente, ruffiano e post-moderno finto da app-applicazione fittizzia fatte al pc con melodie non gradevoli che alla fine dell'album commerciale non lascia molto, neanche a dire me ne è piaciuta una. Ma tolta la Den Adel sono i within temptation? -uno si può chiedere- Questo nuovo album è per chi piacciono melodie molto facili sulla cresta dell'onda, il successo, il management, l'apparenza, ció che va di moda a seconda del clima/periodo, ma tutto molto forzato senza peró non riuscire nell'impresa dell'arrivare a fare un bell'album che convince, giustificando qualsiasi cosa col sacrosanto vittimismo come se funzionasse sempre, qui di synth rock neanche l'ombra, sempre che si sappia cosa sia il rock e anche il synth, non bastano di certo una batteria o tre chitarre (!) per pensare che possa minimamente essere un rockettino seppur moderno, dove anche nell'elettronica più scialba da disco per antonomasia utilizzano batteria o altri strumenti. La recensione di Anna Rosa "annie" è stata anche clemente a volergli dare la sufficienza al peggior disco dei within temptation (ma sono loro?), come un arbitro che non se l'è sentita a dare il rigore contro la juve, troppa responsabilità che incideva a troppi reclami forse.. Io a questo tentativo per essere buoni, gli dó un 40/100. Insufficiente pieno. Finché ci saranno questi prototipi, il metal sarà sempre più nell'ombra, a chi si lamenta che il metal dovrebbe essere alla vista di tutti e radiofonica come questo tentativo...direi Mah!...aspettiamoceli sulla prima radio nazional popolare rds o virgin, si prendessero a braccetto coi lacuna coil e andassero a ffffff... Commerciale insipido. RESIST-RESIST....Resistere durante l'ascolto |
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@Beta hai centrato il punto, sono nato con Maiden e Judas ma non li ascolto + da anni,e nel 2019 in ambito metal cerco cose nuove che vanno dai Nightwish e il symphonic, adoro Rammstein e Slipknot ma anche Amaranthe Symphony X Halestorm e Diablo Swing.
Quindi + The Reckoning e - The trooper.🙂
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tino: mah, ti dirò, un fondo di verità in quello che dice Sabbracadabra c'è, cioè che quest'album punta su sonorità particolari che non sono decisamente il terreno giusto per chi predilige suoni più duri. Non c'è nulla di male a preferire suoni più heavy (esattamente come non c'è nulla di male a preferire suoni più catchy ... a me piacciono entrambi), semplicemente è sbagliato cercarli qui (io, se voglio ascoltare musica più tosta,vado sui Necrophobic, per esempio); quest'album è synth rock, quindi non ci si può aspettare Mark of the Necrogram. Pertanto, non penso che Sabbracadabra facesse un paragone coi Maiden, anzi, penso che volesse dire (anche se, forse, non l'ha messa giù benissimo), come te, che non ha senso lamentarsi del fatto che quest'album non sia "pesante" quando è stato pensato apposta per non essere tale: se si vogliono sonorità pesanti si è sul terreno sbagliato. Giustissimo, quindi, quello che dici tu, cioè al massimo fare un paragone con band simili; anche in tal caso, però, può essere un paragone fuorviante, perché tutti i gruppi che hai citato hanno preso delle strade indipendenti che sono diverse da quelle degli ultimi WT. |
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Infatti. Sparando poi eresie sui Judas che hanno sfornato un disco impressionante, facendo concerti di 2 ore e mezzo a 70 anni...... |
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Cosa c’entrano i maiden o i judas? Io sinceramente non darei peso alle critiche feroci di chi ascolta (solo) metal classico o black death, sarebbe più interessante discutere con chi ascolta sinfonic o gothic proprio perché la base di partenza è quella. Questo lavoro se proprio si vuole criticare si dovrebbe accostare agli ultimi lavori di gruppi come jinjer, delain, vuur, cellar darling, in this moment, lacuna coil, amaranthe insomma gruppi a trazione femminile con forte componente di melodie pop orecchiabili…accostarli ad altro non ha sassolutamente senso |
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Aha ha ah scoppiatissimi i Judas, Che fenomeno.... |
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A me piace, aria nuova, per i duri e puri ci sono sempre gli scoppiatissimi Iron Maiden o Judas Priest. X chi non sente le chitarre una visita dall'otorino. |
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Painkiller: ah, ecco! Ok, adesso è chiaro, ho capito perfettamente cosa intendi grazie! Sì, anche io ho notato che è un album che si fonda molto sulla melodia vocale piuttosto che sulla base musicale. |
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Purtroppo devo concordare con Painkiller, ho notato anche io quelle cose. Poi ad esempio una Supernova mi piace comunque, ma strumentalmente un po' tutto l'album è piuttosto povero. |
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Ciao Beta, figurati, so che non sei una che fa polemiche per nulla. Per melodia portante intendo riffs o per esempio base di tastiera etc...che, se si elimina la voce dal pezzo, lo rende riconoscibile sempre e comunque. Giusto per citare pezzi stra noti, cito una the final countdown degli Europe (quella tastiera portante è quella che ti si stampa in testa no?), o una back in black, oppure, stando in ambito WT, the howling, fire etc... I pezzi di questo disco mi sembrano un patchwork di riffs, senza uno caratterizzante, che potrebbero essere tranquillamente copiati es incollati sulle linee vocali di un altro. La melodia è data dal cantato e non dalla musica che sta sotto. Per capirci ancora meglio, ho alcuni album in versione deluxe che presentano il cd extra con l’album standard in versione solo musicale (senza voce), cito ad esempio the quantum enigma degli Epica, Endless forms most beautiful e dark passion play dei Nightwish. Ebbene, in quel modo si capisce bene quanto belle siano le melodie, il fatto che i brani abbiano riffs portanti e non tre accordi ripetuti. Abbi pazienza, non sono un critico musicale... alla fine quelli di questo album mi sembrano pezzi tutti uguali dal punto di vista musicale, e sicuramente se togliessimo la voce di Sharon mettendone un’altra ci chiederemmo di che band sia il disco... |
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PS: perdona le faccine, l'obiettivo era di far capire che non volevo né far polemica né criticare, ma mi interessava veramente il tuo pensiero  |
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Ciao Painkiller volevo farti una domanda già da un po', perché mi hai incuriosito; ora che siamo sotto il disco direi che ci sta a pennello. Sia per il singolo Supernova che per gli altri hai detto che "manca una melodia portante". Ecco, volevo chiederti se potevi spiegarti un po' meglio, perché a me sembra che, invece, tutto il disco si fondi su delle melodie portanti orecchiabili (cosa che, peraltro, è più o meno il fulcro della questione che è venuta fuori), invece tu hai osservato una cosa diametralmente opposta. Mi sembrava strano, quindi volevo chiederti una delucidazione più approfondita. In che senso manca una melodia portante? Cosa intendi? Grazie!  |
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Mi estraneo dalla diatriba sul genere, cosa che non mi interessa, e mi soffermo sulla qualità. Ho appena visto il video di Supernova, e trovo la canzone davvero brutta. Ancora una volta, tolta la voce, la musica non ha melodia portante, non c’è nulla che la faccia ricordare o che dia ritmo. Mi piacciono siano i primi dischi, sia the unforgiving, che per me è bellissimo. Non è questione di genere. Se già hydra era per me altalenante, nelle 5/6 canzoni che ho sentito di questo lavoro non ne ho trovata una che mi piaccia. Zero idee. Delusione |
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X me restano un gruppo anche se Sharon ha una forte personalità di sicuro (e a me piace davvero tanto). Father Picard concordo. Comunque capisco benissimo chi è rimasto spiazzato da questo lavoro anche se le interviste pre-album lasciavano pochi dubbi |
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Questo non è più un gruppo con una cantante ma una cantante solista con un gruppo che l’accompagna e dove la protagonista assoluta è la voce che detta legge, poi parliamo di una donna di quarant’anni che secondo me non si riconosce più in un contesto gotico sinfonico sicuramente più giovanilistico ed adatto ad un pubblico più giovane e quindi cerca di rivolgersi anche altrove, è una scelta artistica che altre coetanee hanno già fatto, penso ad anneke ma anche a kari rueslatten, poi c’è chi ha più fortuna e chi meno |
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Diciamo che se the silent force e the heart... erano metal allora lo e' anche questo cd. Se si elogiano angels o the cross non si puo' criticare mercy mirror o mad world. Comunque e' una discussio e sterile, la musica o vale o non vale. Puace o non piace. In questo sito si parla di tante band e cantanti che con il metal c'entrano poco o niente, perche' dobbiamo lamentarci i wt che vengono dall underground gothic metal. |
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Ps: ovviamente senza togliere niente all’importanza di un buon management sotto vari punti di vista ☺️ |
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La penso come Chaosgoat, sono stati precursori, non inseguitori di mode. Poi concordo con Beta e M.G., usare il synth (che io non amo x nulla, oltretutto 😅 -) non significa automaticamente "svendersi" (cosa che può fare anche chi non cambia genere x mantenere i fans). Ho dato un ascolto veloce all'album, non fa x me ma non mi sembra un brutto lavoro x chi apprezza quel sound. Oltretutto come evidenziava tino i pezzi restano in testa, a differenza degli Amaranthe (visto che li avete citati). La voce poi davvero splendida. Bello il cambio di immagine "futuristico" anche se li preferivo "gotici". Un'ultima osservazione, come detto da Beta sono headliners in molti festival, non ultimo il Graspop e non è certo x il loro management ma perché evidentemente continuano a riscuotere successo e attirare spettatori |
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Ok, questo è un discorso già diverso, Inframes69. Ci sta, son punti di vista, anche se devo specificare che questo non è un album primariamente pop. Pur essendo meno drastico di te, perché l'album non lo sto certo bocciando, anche io ho trovato inconsistenti molti brani, quelli che hanno da offrire solo ed esclusivamente delle melodie vocali ultra-orecchiabili poco contestualizzate. Non so fino a che punto sia stata una scelta commercialmente orientata giacché non ho la sfera di cristallo, però in ogni caso a me la strada intrapresa piace e spero che in futuro venga sviluppata molto meglio di come accade in Resist. Gusti. |
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@beta: evidentemente sono stato poco chiaro .Io intendevo dire che questo a mio modesto parere è un bruttissimo disco pop ma indipendentemente che sia piu o meno metal.Ho rimarcato il fatto che sia Pop per evidenziare che il loro cambio stilistico in questo caso non è servito a nulla se non come dice il buon Marchese ad incrementare probabilmente il conto in banca amche se non ne sarei neanche coosi sicuro. Ribadisco che non è una questione di genere l'ho trovato inconsistente commerciale nel senso negativo del termine e senza alcuna ispirazione Poi ripeto ognuno ha i suoi gusti alla prossima |
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@sicktadone le correnti casomai hanno contribuito a crearle vper i motivi che ho scritto sotto |
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Sicktadone: nessuna giustificazione e nessuna sottocategoria. L'album è synth rock, punto. E, come tutte le altre cose, può essere fatto bene o fatto male. Secondo me l'album non è fatto male e ciò è indipendente dal fatto che sia synth rock o qualche altra cosa; non sto dicendo che è bello perché è synth rock, sto dicendo che è synth rock e che lo trovo buono, anche se non eccellente. Stessa cosa la stanno dicendo altri. Il fatto di utilizzare la giusta definizione per un genere non vuol dire giustificare un disco; sono due cose diverse. PS: non ascolto i BMTH perché non mi piacciono, ma ascolto altri gruppi che hanno fatto svolte più "orecchiabili" e non ci vedo niente di male ... se il risultato è buono, ovvio. A tal proposito, ho specificato che Holy Ground la trovo brutta, quindi non vale che "è bella perché è orecchiabile": sarà anche orecchiabile, ma è brutta. Stessa cosa penso di Sinéad da The Unforgiving. |
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@marquis il tuo discorso mi sembra abbastanza assurdo. Anche perche' loro sono stati tra i primissimi a suonare prima gothic, poi fa i primi a fare symphonic quando questi generi erano di nicchia, e sono stati tra i primi a abbandinarlo quando era mainstream mettendosi in gioco. Gli importasse solo di vendere avrebbero continuato sullo stile di Silent Force. E poi vorrei sapere qyale musicista incide un album senza sperare che vrmda piu' di quello precedente... |
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Al massimo, potresti dire che in questo specifico contesto, in questo specifico album, l'elettronica sia stata usata per coprire la mancanza di idee. Si tratta di un'opinione personale legittima, sulla quale si può essere d'accordo o meno. Io penso ci sia stata una certa scarsità di idee, o lo si nota nelle strutture un po' "vuote" di alcuni brani e dai credits, ma non in maniera così tanto grave. E non credo neanche che l'elettronica sia stata usata come pezza per tappare i buchi. O almeno, io non ho questa impressione. |
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(Lo metto tra parentesi perché è OT: Roisin Murphy è una cantautrice irlandese che, nel corso della sua carriera, ha esplorato dance pop, funk, nu-disco, electropop, jazz ed elettronica sperimentale colta alla Bjork; l'ho citata come a dire "be', vallo a dire a lei che usare molta elettronica sia sinonimo di avere poche idee"; avrei potuto citare anche Susanne Sundfor, che è passata tranquillamente dal pop elettronico sperimentale alla dance fino al jazz e al country, oppure, per andare ancora più sul pop, Aurora; non è l'usare uno strumento al posto o più di un altro a rendere la musica ispirata o genuina; il principio vale anche per quando l'elettronica è applicata al rock, che poi non piaccia per gusti personali è un altro discorso) |
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Il disco in sé non mi è dispiaciuto, sebbene lontano dai miei gusti. E comunque mi trovo pienamente d'accordo con il contenuto della recensione.
Comunque la cosa che mi fa sorridere è che quando sono altri gruppi (uno su tutti i Bring me the Horizon) ad andare incontro alla corrente musicale del momento, sono sempre giù insulti; se lo fanno i Within Temptation, che hanno sempre seguito l'onda discografica, si cerca di "giustificare" il tutto andando a cacciarsi nella categoria della sotto categoria della sotto categoria |
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la battuta vigne ad aprile è irresistibile, e bravo l'enologo transalpino. Molto divertente ad esempio, per ciò che dice beta, dare un’occhiata al concerto di wacken dei borgir con l’orchestra e notare la presenza di diversi musicisti che fanno headbanging durante sviolinate, in modo assolutamente naturale e non a fini di scena. Per il discorso soldi e marketing la polemica ricorda un po’ da vicino quella fatta sui nostrani lacuna coil, solo che loro al contrario si sono induriti pur mantenendo una forte identità pop. A questo punto sarebbe interessante sapere e capire che volume di denaro gira attorno al gruppo e soprattutto se la proposta più easy coincide con un reale aumento di vendite e popolarità. Penso non si debba comunque tirare in ballo nomi come rotting christ che sono estremi e quindi non sono comparabili per definizione (al limite questi andrebbero accostati a borgir o behemoth) ma piuttosto artisti simili come ad esempio lacuna coil ma anche tutta la serie di compatriote come anneke, delain, epica o revamp |
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Marchese: il M'era Luna era solo un esempio. Le posso assicurare (a dire il vero non c'è bisogno che io le assicuri alcunché, può verificare tutto di persona) che all'estero sono molto più aperti a contaminazioni tra metal e altri generi; non schifano la melodia né un ritornello catchy ed ascoltano tranquillamente generi diversi (aneddoto di un mio amico violista che, di ritorno da una tourneé con una filarmonica norvegese, ha osservato stupito come in Norvegia e Germania sia normale suonare musica classica ed ascoltare heavy metal). E qui non c'entrano i soldi che una band ha in banca, è proprio la mentalità. |
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Guardi Madame Beta, con budget consistenti, grandi promoter marketing che pompa, si può essere headliner anche al Superbowl o alle Nazioni Unite. Basta avere tanti soldi. Questi hanno tanti soldi per fare (tanti) soldi. L'artistico e l'ispirazione sono dettagli. Chiedo venia poi, a Monsieur M.G. se non conosco gli Roisin Murphy (conosco meglio il Riesling) e più che Avril Lavigne conosco le vigne in aprile.
Au revoir. |
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Mirabile dictu, sono d'accordo con quanto scrive Michele tino: il fatto che l'orecchiabilità e la leggerezza nel metal siano un problema sussiste solamente in Italia: all'estero non si fanno di questi problemi. Infatti i WT qui hanno suonato al Fabrique, in Germania quest'anno saranno headliner al M'era Luna. Tanto per dire. Michele: sulla tua domanda finale non ne ho idea, mai sentita roba di Avril Lavigne dopo le elementari come dicevo prima, il pop non mi piace (salvo qualche eccezione, in cui non rientra la Lavigne). |
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"Quando inserisci quantità industriali di synth, orpelli in produzione, molta elettronica, cose artificiali varie, vuol dire che hai poche idee": bello scoprire che album come Hairless Toys di Roisin Murphy hanno poche idee. "Un pezzo è addirittura 'dance'": Oh my gaaad, scandula! Vuoi che muoro?! Aspetta, vado a dirlo agli Stockholm Noir e ai Royksopp. Dai, facciamo i seri! Che questa sia forse un'operazione commerciale è sospettabile dal peso che ha avuto il produttore in fase di scrittura, stando ai credits, anche se credo che i WT venderebbero molto più riprendendo il sound di THOE; ma in ogni caso non è possibile affermare con certezza che manchi la genuinità! Non è l'elettronica a rendere meno genuina una composizione; anzi, forse talvolta la rende più genuina rispetto ai brani confezionati per essere trve o per darsi un tono a tutti i costi. Non piace il genere proposto ora dai WT? Ok, ci sta, son gusti, ma non è corretto spacciarli per verità assolute. Piuttosto, parliamo della musica in sé. Io, come ho detto, considero Resist un album "caruccio ma nulla di che", forse da 68. Si tratta solo del mio punto di vista, ne sono consapevole, ma credo di averlo spiegato senza pregiudizi, per quanto molto sinteticamente. I brani che funzionano lo fanno indipendentemente dai presunti scopi commerciali, così come quelli che non funzionano; gli scopi, insomma, non sono granché rilevanti, perché il giudizio morale e quello estetico vanno separati. P.S. mi domando anche io perché abbiano tre chitarristi, ma questo è un altro discorso. P.P.S. mi fanno notare che nel bridge di "In Vain" c'è un passaggio un po' somigliante al bridge di "Innocence" di Avril Lavigne. Io in realtà non ce la sento granché, voi? |
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Well, well, veramente divertente leggere tutti questi commenti dove si cerca di giustificare, con etichette varie (pop, synth-rock, moderno, metal-quasi, ecc.) una scelta che è chiara, forse fin da quando questi hanno cominciato ad essere sul mercato. Qui, conta solo vendere. Vendere per guadagnare, vendere per fare soldi. Con il marketing che spinge e tutto un modus operandi che ha molto di business e poco/niente di artistico. Va il symphonic metal? Facciamo il symphonic metal. Va il metal-quasi ma pop? Facciamo il metal-quasi ma pop. Va il synth-rock? Facciamo il synth-rock. L'importante è vendere. Poi, con i budget che ovviamente si ritrovano (non certo quelli dei Rotting Christ, per capirci...) si trova di sicuro gente tecnica e brava che ti mette dentro un po' di metal, qualche durezza, tanto per condire il tutto che sembri non sfacciatamente commerciale. Quando inserisci quantità industriali di synth, orpelli in produzione, molta elettronica, cose artificiali varie, vuol dire che hai poche idee. E si sente. Dove sono le chitarre? Ed hanno 3 (tre!) chitarristi. Un pezzo è addirittura "dance". Ma per favore... Propongo una sottoscrizione per abolirli da qualunque qualcosa che si possa definire metal e inserirli nel calderone di Lady Gaga, Madonna e poppettari vari. Vade retro. Au revoir. |
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Spinto dalla curiosità dei vostri commenti sono andato a sentirmi qualche anteprima di tutti i brani... cosa c'é di così diverso rispetto ai loro album precedenti?
Io li conosco molto poco e non li ho mai seguiti, me li facevano sentire più che altro, però non trovo tutta sta differenza. |
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Mi ricollego al post di inflames e alla risposta di beta dove è evidente che per molti di noi ancora dopo trent’anni c’è pregiudizio e ostilità verso la melodia facile e i suoni leggeri, dobbiamo riconoscere il fatto che nel mondo metal per molti l’orecchiabilità e la leggerezza sono un problema serio ma proprio perché il metal nasce e si identifica con suoni duri e aggressivi e quindi bisogna accettare anche le critiche più feroci che nel mio caso non condivido. I nuclear assault nel 1988 in brainwashed dicevano che la musica di facile ascolto ti fa avere quel sorriso stupido, adesso senza arrivare a tanto possiamo comunque dire che le cose stanno ancora così. Questo disco è arioso, etereo, quasi antigravitazionale, la componente metal è pressochè assente ma le melodie arrivano dritte al punto e restano impresse e in un periodo storico come questo dove si tende a non assimilare più la musica per eccesso di informazioni la cosa non è scontata. Il gruppo ormai è costruito attorno alla cantante che detta (artisticamente) legge e si è abilmente tolta di dosso i costumi e l’immagine stantia gotico sinfonica per abbracciare un’ identità più moderna, trasversale, e fresca. Opinione mia non da fan ma da ammiratore |
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Inflames69:"brutto disco di pop leggero" dà l'impressione che tu voglia asserire che il disco è brutto perché è pop, dando quindi ad intendere che tutto ciò che è pop è brutto. Questa visione è sbagliatissima, anche se condivisa da molti: il pop contiene delle canzoni molto belle esattamente come delle canzoni molto brutte. A me non piace come genere, ma riconosco che ci sono delle belle canzoni al suo interno, anche se non mi piacciono. Quindi, anche se quest'album fosse pop, questo non lo renderebbe necessariamente brutto: l'equazione "è pop, quindi è brutto" dovrebbe essere abbandonata. In ogni caso, questo disco, come già detto, non è pop: è synth rock (o rock elettronico). Che sia catchy ed easy listening non ci piove, ma questo non è un demerito, è solo una caratteristica (poi, come ho già detto, non è che tutto ciò che è easy listening è pop ... anche i Tears for Fears sono easy listening, ma è new wave, non pop); le pecche dell'album sono altre e sono state notate da recensore ed ascoltatori. |
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Resist è un buon disco rock elettronico, con alcuni spunti symphonic e una manciata di metal qua e là. Dopo alcuni ascolti l'idea che mi sono fatto è che loro abbiano coraggiosamente scelto di virare su soluzioni elettroniche e su melodie pop fin troppo facili, confezionando un album estremamente moderno ed attuale. Accostarlo agli Amaranthe potrebbe essere facile, ma trovo che i WT abbiano molto più spessore musicale degli svedesi. Nell'album alla fine c'è un po' di tutto: melodie pop, ritornelli azzeccatissimi, cori, archi e synth. Buona anche la prova di Sharon, che in alcune parti ricorda la Sharon di The Silent Force e di THOE. Tuttavia non mancano i problemi, tra questi alcuni ritornelli ripetuti ossessivamente, la quasi assenza di chitarre e la costruzione delle canzoni basate quasi esclusivamente su melodie synth. Un altro problema dell'album è, secondo me, la sua eccessiva uniformità, alcune canzoni si somigliano troppo e questo potrebbe portare Resist a non essere longevo e ad alcune canzoni a non emergere rispetto alle altre. Altro punto dolente sono i featuring, davvero deboli e che non portano sostanzialmente nulla nell'economia del disco. Difficile dire se torneranno ad uno stile più alla The Unforgiving, vero capolavoro della band, o se proporanno nuovamente la bellissima eterogenità di Hydra, dove i featuring erano di fatto le colonne portanti del disco, ma questo Resist comunque si fa rispettare all'interno della loro discografia. Voto 75 |
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Ascoltati per la prima volta dal vivo al fabrique di Milano:bravissimi!ho molto apprezzato le nuove canzoni di resist.dal vivo mi ha davvero impressionato la voce di Sharon.voto al nuovo album:90 |
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beh dai primi ascolti non mi dispiace affatto |
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@stefano, se avessi omesso dal tuo discorso gli insulti gratuiti e non graditi, e avessi per almeno una volta anche di sfuggita scritto che quanto pensi è un tuo parere personale, (e che quindi vale quanto quello di chiunque altro), quanto da te detto potrebbe anche essere condiviso.
Ma a mio modestissimo e opinabilissimo parere questo cd rimane un BRUTTO DISCO DI POP leggero e senza peso.
Nulla a che vedere con discorsi relativi al metallaro puro e duro.
E mi ripeto ci risentiamo ai prox dischi ..vedremo se a valle delle solite frasi di circostanza non ritorneranno a suonare quello che sanno fare meglio bene.
Saluti e alla prossima |
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Anch'io penso che non si possa omettere il passato del gruppo (che fra l'altro arricchisce tantissimo la loro proposta odierna, che a parer mio ha un tocco molto personale) |
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@stefano: non per fare l'avvocato di qualcuno, ma il tuo discorso non lo condivido affatto per il semplice fatto che i WT, come qualsiasi altra band che ha costruito la propria carriera sul metal, verrà comunque continuamente paragonata ad altre uscite dello stesso genere e si confronteranno sempre i nuovi lavori con quelli vecchi. Ora si danno all'elettronica? Bene, dopo aver comunque accennato alla diversità di stile rispetto ad un disco symphonic, si analizzano le tracce cosi come sono, e trovo che questo sia stato fatto in recensione. Considerando che su Metallized entrano, presumo, più persone abituate ad un sound "pesante" che ad uno leggero come può essere il pop, il paragone con il metal è dovuto. Anche dei Metallica, e penso ad esempio a Load, era doveroso confrontare quel lavoro con i primi dischi, pur non essendo completamente metal. Ma, alla fine, si recensiva il disco lodando (o meno) le canzoni per quello che erano, ovvero hard rock. Per il discorso del true metaller invece ti garantisco che c'è gente che, oltre ad ascoltare metal più o meno estremo, ascolta anche i WT, quindi non escluderei nulla. Semplicemente trovo più facile che un amante di sonorità più poppettare possa gradire di più questo disco, rispetto ad uno meno avvezzo a questo sound. E questo è quello che viene spiegato nella rece |
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@stefano ti quoto alla grande!!! |
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La recensione potrebbe essere anche buona peccato per una frase che palesi ragionamento di fondo che si sente fin troppo spesso verso questo gruppo: .." I true metaller verseranno lacrime di sangue e chiuderanno gli occhi "; i true metaller (ma che c'entrano?) dubito che ascoltino i WT ma se anche fosse, gli stessi WT sono sempre stati poco metal da sempre, hanno fatto della varietà, del cambiamento, del non essere solo un genere il loro modus operandi.
Quindi, già il discorso che nasce sbagliato; porre i WT come gruppo metal significa che chi scrive si aspetti un disco metal con tutti i suoi crismi e canoni ma è la cosa più errata che ci si possa attendere da un gruppo come questo.
L'ultimo disco "metal" risale al 2007, direi che tutto questo stupore verso tali sonorità sia non solo stupido ma denoti anche una certa ottusità di fondo verso una band che ha fatto del cambiare veste, soluzioni musicali, idee, arrangiamenti il suo carattere principale.
Di cosa stiamo parlando? Di una marmaglia di gente che pensa, che si ostina a pensare che i WT facciano ancora simphonic metal, peggio ancora, qualcuno che speri ancora in un ritorno ad Enter, stolti! Oh, disco bellissimo (Enter), ma è idiota credere che ritornino a quei suoni, e data la carriera ventennale è doppiamente idiota ipotizzare, pretendere, aver l'ardir di credere che facciano quel tipo di metal. Sono sempre stati così, dopo un disco come Hydra -seriamente- pensavate che ritornassero a Enter o Silent Force? Ed, anche ammesso ma non concesso ciò, tutti si sarebbero ugualmente lamentati perché sarebbe stato un dejà vu.
Quindi, il problema di fondo è che non è un disco per metallari e non andrebbe recensito come tale.
Lasciatelo lì se non sapete andare oltre al classico seminato, non fa per voi.
Se invece avete un minimo di curiosità, non vi schifa il pop, né sonorità elettroniche, vi garba qualcosa di leggero ma non troppo, che suoni moderno ma che non perda di vista la forma canzone; un disco leggero ma decisamente invitante che possa coniugare la vostra voglia di melodia e curiosità: è il disco che fa pervoi. |
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Ma possibile che a ogni disco dei wt ci sia gente che si accorge che "hanno abbandonato lo stile degli esordi".... siamo nel 2019 sveglia! |
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Ascoltato e purtroppo non piaciuto: tralasciando il discorso futile sul non metal secondo me è un disco povero di idee veramente valide, meglio il precedente in tal senso, e dopo un paio di ascolti mi viene a noia. Penso che il blocco che hanno avuto perduri ma spero in un futuro migliore. |
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Il discorso'e'troppo pop, perderanno fans' lo sentiamo da 15 anni... |
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Non so se il voto sia giusto perché devo ancora ascoltarlo e i singoli non mi invogliano però la recensione è veramente molto bella |
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Ascoltato un tre-quattro volte; comincio a dare un giudizio in itinere. Innanzitutto, concordo con quanto già detto più sotto: non è inclassificabile, è synth rock. E il fatto che abbia elementi presi dal pop e melodie orecchiabili non lo rende pop, perché il pop è un genere con stilemi ben precisi; non è che tutto ciò che è orecchiabile è pop. Parlando del disco, a me è piaciuta molto questa sperimentazione elettronica; sono d'accordo con annie che le canzoni più riuscite siano quelle in cui c'è un connubio ben calibrato tra elementi elettronici ed elementi metal (tipo Trophy Hunter, The Reckoning e Raise your Banner), ma (e qui mi discosto da annie) penso che anche i pezzi più prepotentemente sintetici (Mad World - che, simpaticamente, si intitola come un pezzo dei Tears for Fears - Supernova, Mercy Mirror) funzionano bene. Certo, vanno inquadrati come pezzi "synth" e, come tali, penso che rendano bene. Mercy Mirror, in particolare, ha una melodia molto bella. Ben riuscite anche le ballad, anche se non fanno certo i botti: Firelight un po' di più, forse grazie ad un duetto ben riuscito (il migliore di tutto il disco) e ad un synth in sottofondo ben pensato; In Vain piacevole. Holy Ground mi ha lasciata perplessa: concordo con Michele, è brutta. Questa sì che è palesemente costruita su stilemi pop, ma quegli stilemi piuttosto brutti, che, in questo caso, sembrano usati per coprire una mancanza di idee (infatti, melodia portante non pervenuta, almeno nelle strofe). Altra nota negativa il "duetto" con Fridén, praticamente inesistente; a 'sto punto quelle tre parole in growl potevano farle fare a Stefan come in sede live (o a Westerholt), perché la presenza di Fridén dà l'impressione che sia stato invitato solo per il nome. Nel complesso mi sembra un album buono, con momenti alti e altri più bassi o nel mezzo. Momentaneamente 70, ma ho notato che alcuni pezzi crescono con gli ascolti, quindi aspetto a mandare il voto ci riaggiorniamo  |
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Ottima recensione Ann(ie)a, sempre sul pezzo anche quando si parla di gruppi storici che pubblicano dischi parecchio criticabili avevo ascoltato i singoli tempo fa e, sinceramente, faccio fatica ad andarmi ad ascoltare il disco per intero. Hydra aveva qualcosa di carino, ma già quello lo trovo pochissimo longevo, a differenza di quello che, per me, è il loro capolavoro, ovvero The Unforgiving. Avrebbero dovuto seguire l'esempio di quel disco, dove al metal con la M maiuscola si univano elementi pop in maniera spettacolare. Invece qui, a leggere la recensione, siamo di fronte ad un disco un pò troppo elettronico per i miei gusti. @Diego75: considera che su Metallized trovi anche recensioni di De Andrè quindi non sarei cosi schizzinoso, soprattutto perchè stiamo parlando di un gruppo che ha fatto la storia del symphonic, che si voglia o no |
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A volte mi domando come si fa a recensire musica pop in una webzine metal.....non ho parole |
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A tempo debito tireranno le somme tra i pochi fans che avranno guadagnato con questa virata synthpop, e i tanti fans che avranno perso causa l'indecente e spudorato ammicccamento a sonorità che a tratti quasi rasentano i lidi delle varie Ariana Grande e Cyrus Miley!!.
Morale della favola: dal prox album ritorneranno all'ovile e ne lterritorio a loro piu confortevole. PECCATO avere sprecato in questi inutili solchi così tanto talento. |
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Ottimo album con qualche caduta di tono. Voto x me 75/80 |
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Ho ascoltato i singoli prima che uscisse l'album e ho storto il naso dicendo ma questi non sono i whitin temptation che io conosco, poi ho sentito tutto l'album e devo dire che mi sono pentito di aver storto il naso prima! Ovviamente non siamo ai livelli di mother eart e compgnia cantante ma fanno un rock elettronico con sfumature metal e lo fanno bene! un 80 ci sta tutto perche' alla fin fine non e' un album malvagio!  |
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P.S. vorrei farvi notare che, stando ai credits che si trovano online, il produttore Daniel Gibson ha avuto un ruolo importantissimo anche nella composizione delle musiche e nella scrittura dei testi. In ambito rock/metal questa è una cosa davvero curiosa, quanto meno quando si tratta di band. Spero vivamente che ciò che ho letto sia stato frutto di un errore di copiatura. |
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Quanto all'album in sé, i singoli mi avevano fatto presagire il peggio: tolta la piacevole "Endless War" e la caruccia "The Reckoning", mi sembrati nascere e morire con le strofe e i ritornelli molto pop, con attorno una grande povertà strumentale (chitarre praticamente inutili, batteria relegata a fare il compitino, elettronica usata senza neanche particolare coraggio, assenza di forti temi portanti). Nello specifico, poi, "Firelight" è forse la ballad più brutta dei WT, mentre "In Vain" e "Raise Your Banner" si mantengono poco sopra la sufficienza. Altri punti di demerito vanno ai testi un po' sciatti e alla post-produzione della voce di Sharon.
Fortunatamente nell'album ci sono dei brani molto carini: "Trophy Hunter" funziona bene come ponte tra il vecchio e il nuovo corso, "Supernova" usa con più coraggio l'elettronica e nel bridge è arricchita da bei cori un po' alla The Heart of Everything, "Mercy Mirror" è il brano più pop ma ha una melodia deliziosa. "Mad World" non mi ha colpito granché perché un po' troppo ripetitiva, ma in generale non è malaccio. Purtroppo non riesco a dire lo stesso di "Holy Ground", che trovo abbastanza brutta.
In generale apprezzo molto la voglia di sperimentare, ma bisogna saperlo fare con le modalità e la cura adatte, altrimenti si fa la fine degli ultimi Muse o degli ultimi Linkin Park o degli ultimi Thirty Seconds to Mars. I WT han saputo reinventarsi con intelligenza, ad esempio nell'ottimo The Unforgiving, ma stavolta secondo me c'è stato poco poco labor limae e poca organizzazione, anche per colpa di una carenza di ispirazione. L'album in sé non è da bocciare, e anzi io attualmente (al terzo ascolto) darei un voto leggermente più alto rispetto a quello della recensione (forse 68 o 69), ma nessuno dei brani migliori di Resist può competere con i brani migliori degli album precedenti. Quanto meno il sound è più coeso e coraggioso di quello di Hydra, anche se dietro quest'ultimo c'era l'esplicita volontà di mostrare molte facce della band. In effetti, la strada di Resist, ossia un rock elettronico con melodie pop ed elementi orchestrali/corali per intensificare le atmosfere, mi piace: spero che in futuro venga riproposto come si deve. E spero che con gli ascolti Resist cresca e mi piaccia di più, anche se la sua natura molto semplice e diretta mi fa temere che potrà stancare facilmente. Non so, lo scoprirò. |
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Più che pop metal, tino, quest'album è rock elettronico con elementi pop e orchestrali. |
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Un metal leggero alla fine, misto in parte al rock, l'ha fatto anche Tarja con alcuni evidenti accenni piú tranquilli al pop nella discografia solista, ma sempre un metal leggero, esiste anche quello |
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80, mi spiace ma non penso possiate dargli di meno |
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Questo uscito ieri e subito recensione, altri usciti da mesi e nada, boh.
Comunque lo devo sentire ma le canzoni in anteprima non mi hanno ne stupito ne ben sperare. |
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beh dai inclassificabile, insomma fate uno sforzo. Magari anche pop metal, non è mica una bestemmia anche se viene sempre utilizzato come dispregiativo), unisce la parola pop (cioè melodie di facile ascolto adatto alla massa) e metal (anche se in dosi minime la distorsione è quella determina il genere). Per ora ho ascoltato solo la presentazione e non mi dispiace, ma serve un ascolto continuativo e completo, quindi alla prossima |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Reckoning 2. Endless War 3. Raise Your Banner 4. Supernova 5. Holy Ground 6. In Vain 7. Firelight 8. Mad World 9. Mercy Mirror 10. Trophy Hunter
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Line Up
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Sharon den Adel (Voce) Robert Westerholt (Chitarre) Ruud Jolie (Chitarre) Stefan Helleblad (Chitarre) Martijn Spierenburg (Tastiere) Jeroen van Veen (Basso) Mike Coolen (Batteria)
Musicisti Ospiti: Jacoby Shaddix (Voce in traccia 1) Anders Fridén (Voce in traccia 3) Jasper Steverlinck (Voce in traccia 7)
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RECENSIONI |
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