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Final Coil - Persistence of Memory
14/01/2018
( 996 letture )
Un muro impenetrabile di chitarre elettriche apre Persistence of Memory, album di debutto dei Final Coil, quartetto di Leicester fondato e capitanato dal cantante/chitarrista Phil Stiles. Nel 2015, dopo varie vicissitudini che hanno visto numerosi cambi di lineup, il gruppo pubblica l'EP Closed to the Light, accolto positivamente dalla critica. Sebbene le influenze siano molteplici, è possibile collocare la musica proposta nel grosso filone dell'alternative/post metal, seppur con leggere venature di grunge e progressive.

La prima traccia, Corruption, mid-tempo alquanto sofferto e deprimente è un buon biglietto da visita in tal senso: discreto "wall of sound" supportato dal cantato melodico, mood dark ma al tempo stesso affascinante. Riflettendo sul senso del tempo in un mondo odierno sempre più caotico e frenetico, i quattro riescono a catturare l'attenzione, avvolgendo l'ascoltatore in un momento di stasi. Un riff in clean introduce la successiva Dying, pesante ballad che riporta la mente ai primi anni 2000, in un mix di sonorità moderne e antiche allo stesso tempo, reminiscenti in particolare di gruppi quali i Puddle of Mudd. La velocità non sembra essere di casa per i Final Coil, e anche Alone e You Waste My Time, rispettivamente terza e quarta traccia dell'album, non fanno eccezione. Sebbene la prima non sia particolarmente originale, You Waste My Time è un brano godibile, dal ritornello trascinante, non a caso uscito come uno dei singoli dell'album. Tuttavia, la sensazione ricorrente che emerge da queste prime tracce è che la voce non sia sufficientemente incisiva da catturare l'ascoltatore, dando un'impressione di svogliatezza generale. Anche la quinta traccia, Myopic, scorre infatti a fatica, funestata da questi difetti. Failed Light, posta al centro dell'album, è un lungo brano che sposta l'accento sul post-rock, slegandosi dalle influenze alternative dell'inizio dell'album. La struttura richiama quella classica ascoltata in varia misura nei dischi di Mogway, Explosions In The Sky e compagnia, con una prima parte di 7-8 minuti di piattume generale, che poi sfocia in un'esplosione corale di tutti gli strumenti. La tecnica ci sarebbe pure, ma è la classe che manca. Le successive Spider Feet e Lost Hope soffrono anch'esse dei difetti sopracitati, e non aggiungono niente degno di nota. Moths to the Flame prova a smuovere leggermente le carte, avvalendosi di un arrangiamento più "light", dove le chitarre hanno più spazio di movimento. In Silent Reproach ci avvicina alla fine dell'album, senza spostarsi di un millimetro dai binari su cui viaggia il treno guidato dai Final Coil. La conclusiva Alienation, invece, è una discreta ballad post-rock, ispirata dai pezzi più atmosferici degli Anathema, in cui il gruppo ha modo di dimostrare che ha imparato decentemente la lezione.

Arrivati alla fine, non senza una discreta fatica, è giusto trarre alcune conclusioni. Il vero punto debole del disco, che tutto sommato gode di una buona produzione e di una onesta performance da parte di tutti i musicisti, è che purtroppo quasi tutti i brani tendono ad essere troppo monolitici, poco dinamici, e in definitiva molto simili tra di loro. Un po' di varietà e di divagazioni strumentali in più non avrebbero guastato, dal momento che la tecnica c'è, se non si considera la poca incisività delle parti vocali. Insomma, per quanto l'album contenga qualche buono spunto, per una eventuale seconda uscita sarebbe auspicabile un miglioramento del songwriting.



VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
73.33 su 3 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2017
Worm Hole Death
Post Rock
Tracklist
1. Corruption
2. Dying
3. Alone
4. You Waste My Time
5. Myopic
6. Failed Light
7. Spider Feet
8. Lost Hope
9. Moths To The Flame
10. In Silent Reproach
11. Alienation
Line Up
Phil Stiles (Voce, Chitarra, Sintetizzatore)
Richard Awdry (Chitarra, Cori)
Jola Stiles (Basso, Flauto)
Tony 'Ches' Hughes (Batteria)
 
RECENSIONI
 
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