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Myriad Lights - Kingdom of Sand
06/10/2016
( 1574 letture )
Provenienti dal piccolo comune di Gorgonzola, hinterland milanese, i Myriad Lights cominciano l’attività nel 2006 su iniziativa di Francesco Lombardo (poi transitato anche negli Highlord) all’epoca solo diciassettenne. Dopo una storia fatta come di consueto di numerosi cambi di formazione lungo il cammino e, soprattutto, di un primo album basato sul metal anni 80 intitolato Mark of Vengeance, è ora il turno del secondo. Molte le novità presentate da Kingdom of Sand e non solo per ciò che riguarda la formazione, stavolta mutata anche dopo la sua registrazione. Quello che più importa, infatti, è che i Myriad Lights hanno spostato il focus delle composizioni in territori decisamente più power-oriented e, per farlo, hanno utilizzato più keys con l’aiuto di un session-man in studio e poi, ultimate le registrazioni, hanno introdotto un tastierista fisso. Di questo, però, accenneremo in chiusura.

Registrato presso il SundOwner Studio di Marco Zanibelli -l’ospite alle tastiere ed il responsabile delle orchestrazioni presenti nell’album- Kingdom of Sand sfoggia un power/heavy con presenza, appunto, di tastiere ed orchestrazioni piuttosto ben dosate. In ogni caso, questo non ha portato ad uno svilimento della carica aggressiva del gruppo, dato che la parte power, pur molto presente e sicuramente votata ad una precisa ricerca della melodia, non si lascia andare a facili coretti e/o ad arrangiamenti smielati e poco incisivi. Rispetto al lavoro precedente si nota un evidente progresso nella scrittura e nella ricerca di strutture armoniche più complesse, ma anche alcune pecche. In generale, la proposta risulta ben bilanciata e più matura rispetto al passato, anche se il raggiungimento di una cifra stilistica davvero personale è ancora lontano, ma in alcuni frangenti il respiro degli arrangiamenti sembra leggermente limitato dalla necessità di non portare il cantante Andrea Di Stefano fuori dall’ambito in cui si trova a suo agio. Il suo timbro sembra infatti efficace sulle tonalità medie, ma non pare adatto a spingersi su quelle più elevate, marciando un po’ di conserva a tratti. Il tutto sottrae personalità alla resa di alcune canzoni, potenzialmente in grado di esprimere più di quanto finito su CD. Sempre in tema di arrangiamenti, l’introduzione di alcuni elementi di sapore orientaleggiante già annunciati dalla copertina di Felipe Machado, ben si sposano con la struttura di alcuni pezzi, come ad esempio nella title-track. Altri momenti indovinati sono Abyssal March, The Deep (al netto dell’interpretazione vocale migliorabile) e The Waves. Quest’ultima, più che altro per il suo essere una canzone strumentale dall’incedere cinematografico che colpisce per il suo stacco dal resto del disco.

Kingdom of Sand è un album ben congegnato da parte di un gruppo ancora molto giovane, che, di conseguenza, deve ancora maturare definitivamente e, inquadrato all’interno della storia della band che lo ha inciso, rappresenta certamente uno step evolutivo positivo. L’analisi del prodotto mostra pertanto dei miglioramenti in tutti i settori (stilistico, produttivo, esecutivo, etc.), ma, inserito il tutto in un contesto più ampio, mostra naturalmente anche dei limiti. Pur essendo piuttosto piacevole nel suo complesso, l’album è debitore nei confronti di una miriade di gruppi esistenti da anni e questo, naturalmente, ne abbassa il coefficiente qualitativo in senso assoluto. Tuttavia, i punti di forza come il raggiunto amalgama strumentale, un certo buon gusto nella scrittura e l’accorto inserimento delle tastiere rimangono. A questo proposito, va segnalato che dopo le registrazioni Lele Mr Triton si è unito al gruppo in veste di tastierista fisso, confermando la scelta di percorrere una certa strada, mentre Simone Sgarella (Furor Gallico) è il nuovo batterista. Nulla di nuovo sotto il sole, ma un lavoro dignitoso da parte di un gruppo giovane ed in progresso. Come sempre, per emergere sarà necessario trovare una strada più personale e, proprio in questa ottica, Kingdom of Sand può essere considerato un punto di (ri)partenza.



VOTO RECENSORE
69
VOTO LETTORI
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INFORMAZIONI
2016
Punishment 18 Records
Heavy/Power
Tracklist
1. Desert Nights
2. Kingdom of Sand
3. Abyssal March
4. The Deep
5. The Grave Chant
6. 039 Lights
7. Mirror
8. The Waves
9. Deathbringer
10. Ascension
Line Up
Andrea Di Stefano (Voce)
Francesco Lombardo (Chitarre)
Giuseppe Lombardo (Basso)
Filippo Motta (Batteria)

Musicisti Ospiti:
Marco Zanibelli (Tastiere e arrangiamenti orchestrali)
 
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