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HELLIGATORS - Rock 'n' roll...nothing more, nothing less!
08/07/2019 (1202 letture)
Barry: Ciao e bentornati su Metallized! Come state? Soddisfatti delle recensioni ricevute finora dal vostro nuovo album?
Alex: Ciao Andrea, bentrovato! Stiamo bene, non abbiamo ancora bisogno di badanti e siamo davvero entusiasti per l’uscita di Hell III. Finora è stato accolto molto bene da tutti, dal pubblico e dalla critica. Speriamo di proseguire così e di portare quest’album alle orecchie di più gente possibile!
Simone: (Simone) Ciao Andrea e tutti voi di Metallized! Io personalmente non ce la faccio più col caldo e non vedo l’ora di rimettere giacche a vento, sciarpe e cose del genere. Al di fuori di questo tutto alla grande e super contenti di Hell III. Non vedevamo l’ora che uscisse e finora sembra che stia piacendo. Abbiamo ricevuto delle belle recensioni e questo non può che farci piacere. Siamo davvero orgogliosi del disco.
Kamo: Ciao Metallized e grazie sempre dello spazio che ci dedicate.

Barry: Una domanda classica: sono trascorsi 4 anni da Road Roller Machine; a mente fredda, ne siete ancora soddisfatti o, avendone la possibilità, cambiereste qualcosa?
Alex: Sono sincero, sono ancora totalmente fiero e soddisfatto di Road Roller Machine’ Quell’album rappresenta il nostro massimo in quel periodo e non ho alcun rimpianto. Alcuni brani sono ancora i nostri pezzi forti dal vivo e quelli che la gente ci chiede. Quindi no, non cambierei nulla. Poi, per fortuna, da allora ci siamo evoluti, siamo cresciuti ulteriormente ed Hell III rappresenta il nostro massimo nel 2019 e lo considero un bel passo avanti.
Kamo: Non sarò obiettivo ma Road Roller Machine mi fa morire. Ogni volta che mi ricapita di sentirlo mi esalto. Totalmente soddisfatto e diciamolo, orgoglioso, di aver fatto un disco così.
Simone: Io non ero ancora nella band quando uscì Road Roller Machin e quindi l’ho vissuto da fan! Quel disco resta sempre un gran bel lavoro ed è davvero divertente nonché motivo di orgoglio poter cantare dal vivo alcuni pezzi di quel lavoro.

Barry: Hell III è il primo album con il bassista Pinna subentrato subito dopo la pubblicazione di Road Roller Machine, ma anche con il nuovo cantante, Simone “The Dude”; come è stato lavorare con questi due nuovi musicisti? Che differenze avete riscontrato rispetto al passato?
Alex: Lavorare con Pinna per me è stato semplice, visto che ci conosciamo da 30 anni ed in passato avevamo già suonato insieme in altri progetti. Dude invece è stata una vera scoperta! Lo ammiravo già quando militava nei Funeral Mantra ma, ora che conosco il suo modo di lavorare e la sua attitudine, lo apprezzo ancora di più! La sua presenza ci ha aiutati a crescere ulteriormente sia a livello lirico che melodico, e ci ha permesso di esplorare campi che forse prima avremmo accuratamente evitato. Infine, siamo cresciuti anche a livello…tricologico!
Kamo: Un gruppo è composto da un insieme di dinamiche che vanno gestite e tenute a bada. Ogni volta che cambia un membro l’equilibrio che si era creato si rompe e bisogna trovarne un altro che funzioni. E credo che sia un work in progress continuo alla ricerca dell’equilibrio totale. Non è mai facile mettere d’accordo 5 teste, 5 caratteri, 5 modi di vedere le cose diverse.

Barry: Come per il precedente album, vi siete affidati ai Moon Voice Studios di Luciano Chessa per registrare la vostra terza creatura; come mai questa scelta che, a questo punto, appare di lunga data?
Alex: Perché quel maledetto Bob Rock è sempre impegnato! Scherzi a parte, Luciano è a tutti gli effetti il sesto membro della band, lavorare con lui è per noi una scelta naturale. Io poi lo conosco dai tempi del liceo e siamo stati nella stessa band per oltre 20 anni! Lui ci conosce meglio di chiunque altro, è parte integrante della Helli-family e sa esattamente che tipo di sound vogliamo. Sa sempre consigliarci in modo corretto, essendo anche un ottimo musicista. Infine, ha una pazienza incredibile nel sopportarci! Un'altra persona, al suo posto, adesso sarebbe in cura da un bravo psichiatra!
Simone: Luciano ha un grandissimo talento e conoscenza nel suo lavoro. Poi conosce benissimo il sound e l’attitudine degli Helligators e insieme, anche grazie ai suoi consigli, si riesce a tirar fuori il meglio della band. Hell III ha un suono meraviglioso secondo me, anche grazie a Luciano “Number 6”.

Barry: Hell III è anche il vostro secondo lavoro con la Sliptrick Records; deduco, quindi, che siate ancora più che soddisfatti del rapporto con la casa discografica?
Alex: La Sliptrick Records è l’etichetta che ci ha fatto la proposta migliore e con cui lavoriamo bene da anni. Hanno sempre soddisfatto le nostre richieste e rispettato le nostre aspettative, quindi non solo non sentiamo la necessità di cambiare, ma ci sentiamo di ringraziarli davvero per il lavoro ben svolto finora! Soprattutto Carlo Muselli, il nostro ‘boss’ e referente, è diventato ormai un amico ed è una persona estremamente professionale, schietta e sincera ma con la giusta dose di follia per poterci capire fino in fondo.
Kamo: La Sliptrick non solo ha sempre mantenuto gli accordi presi, ma ci ha anche dato di più, sono degli amici ormai…quindi che si fottano tutte le major che ci stanno corteggiando offrendoci contratti milionari!

Barry: Come avete lavorato per comporre musica e testi per Hell III?
Kamo: Io porto idee fichissime e pezzi da classifica, poi loro li rovinano mettendoci le loro cose e alla fine esce quello che sentirete sul disco.
Alex: Il nostro metodo di lavoro è quasi sempre lo stesso: si parte da un’idea di chitarra o di basso e iniziamo a jammarci sopra, cercando di dare un seguito naturale a quel riff e tirando su una struttura su cui Simone. possa già abbozzare delle linee vocali. Devo dire che siamo sempre piuttosto veloci nel comporre un pezzo, perché apparteniamo alla scuola di pensiero secondo cui le prime idee, quelle spontanee, sono le migliori. Se invece inizi a ragionarci troppo, rischi di far perdere naturalezza ed adrenalina al brano. Insomma, è pur sempre del semplice e maledetto rock n’roll!
Simone: Come dice Alex, non ci mettiamo mai a studiare le cose a tavolino. Ciò che ci piace, ciò che per noi suona bene, ci diverte e ci fa esprimere al meglio è ciò che finisce su disco. Il bello del gruppo è che tutti e 5 contribuiamo alla creazione dei pezzi, abbiamo una comunicazione molto diretta ed efficace, ci si conosce bene. Si viene a creare un gran bel feeling in fase creativa e con Hell III è stato bello azzardare un po' di cose nuove rispetto al passato come un po' più di melodia, delle armonizzazioni vocali tra me, Mik e Kamo e anche un cantato un po' più pulito in alcune parti. Ma rimane sempre rock n’roll diretto e senza fronzoli.

Barry: Titolo e copertina sono molto essenziali: c'è qualche motivo dietro la scelta di questa particolare immagine per la cover (Spero non un due di picche...)?
Alex: Se ci riferissimo ai due di picche rimediati nelle nostre vite, potremmo coprire l’intera discografia dei Jethro Tull! In realtà, titolo e copertina sono essenziali per due motivi: il primo è che volevamo dare un messaggio diretto e senza troppi fronzoli, che facesse immediatamente intendere che si tratta del nostro terzo album. Il secondo motivo è che avremmo impiegato anni per metterci d’accordo su un titolo ed una copertina più complessi! Meglio tagliare corto in certi casi e non perdere ulteriore tempo! Sulla cover c’è un picche che va a fuoco: sono anni che utilizziamo quel logo e volevamo finalmente togliercelo dalle palle!
Kamo: No ti prego, non voglio ripensare ai giorni della scelta del titolo e della copertina.
Simone: Ovviamente il “III” sta ad indicare il terzo disco della band. Per quanto riguarda la parola “Hell”, oltre al riferimento al nome della band, sta ad indicare quanto possa diventare infernale la vita di tutti i giorni. Infatti il disco parla di quanto possa essere dura e possa diventare quasi un ‘inferno’ se ci si sofferma solamente sulle cose brutte e difficili della vita.

Barry: Parliamo dell'album un po' più nel dettaglio: personalmente, ho trovato molto interessanti le tracce Rebellion, Here to Stay, Until I Feel No More ed anche l'atipica Where I Belong, una traccia quasi southern rock. Vi va di raccontarci qualcosa in più su questi bei pezzi?
Kamo: E’ un disco un po' vario, anche troppo per i miei gusti, ma come ho detto, c’è l’apporto di tutti. Ci sono pezzi che mi piacciono molto, altri un po' meno, uno che non lo avrei proprio voluto nel disco…ma è giusto così, magari proprio quel pezzo sarà il preferito di molti che ascolteranno il disco. Tutta gente che ha gusti orrendi ovviamente hahahaha!
Alex: Sono contento che ti siano piaciute queste canzoni, perché sono tutte molto diverse tra loro e rappresentano le differenti sfaccettature del nostro sound. La band, nel 2019, non è più solo una ‘road roller machine’ ma è qualcosa di più. Abbiamo composto brani molto heavy ma stavolta li abbiamo alternati a momenti più intimi o più ‘catchy’. Negli ultimi tempi abbiamo fatto anche numerosi concerti ‘unplugged’ e credo che questi siano stati importanti nella nostra evoluzione in tal senso. Tanto che non escludiamo che il prossimo disco possa essere acustico! Ci piacerebbe fare una sorta di Jar of flies in chiave Helligators!
Simone: Hell III è un disco che mantiene sempre in primo piano l’attitudine della band ma allo stesso momento offre, a mio avviso, un bel mix di impatto hard and heavy con momenti più melodici e, come dice Alex, intimi. Credo che l’album mostri che c’è un bel legame tra musica e testi, nel senso che in ogni pezzo si sposano molto bene. A livello di testi, il disco è molto ‘umano’. Si affrontano tematiche molto intime e personali. Rebellion è un bel pugno in faccia che parla di ribellione verso qualsiasi tipo di controllo e oppressione sia politica che nei rapporti sociali. Here To Stay, un inno al credere sempre in se stessi e nel non aver paura di ‘trovarsi’, è un pezzo che all’inizio può sembrare anche nu-metal nel suo groove ma poi il cantato e soprattutto il bridge contribuiscono a variare la dinamicità della canzone. Until I Feel No More è un pezzo abbastanza ‘catchy’ che affronta il tema della disonestà nei rapporti, mentre Where I Belong può essere considerata la nostra ballad che parla di un mio periodo piuttosto ‘forte’, alla fine degli anni 90. Gli Helligators però non sono totalmente estranei alle ballad. In passato ci sono state Bloody Blue, dal primo disco Against All Odds e Black Sun da Road Roller Machine che sono simili.

Barry: L'idea che mi sono fatto, ascoltando l'album, è che sia più compatto e diretto rispetto al precedente, quasi lo aveste specificamente concepito per essere eseguito sul palco, piuttosto che su un lettore CD o su un PC. Condividete la mia impressione?
Alex: La condivido al 100%. Ogni canzone che componiamo è unicamente concepita per il palco e per essere eseguita in concerto. E’ il nostro approccio musicale da sempre. Noi componiamo suonando tutti insieme nella nostra sala prove, neanche una nota nasce o viene sviluppata su un computer. Quindi, volenti o nolenti, i brani nascono per essere suonati dal vivo e poi, in seconda battuta, per essere registrati senza l’utilizzo smodato di sovraincisioni che poi non saremmo in grado di riprodurre sul palco.
Simone: E’ proprio così. Tutto quello che c’è sul disco è esattamente ciò che poi riproponiamo dal vivo, senza ricorrere ad altri mezzi. A noi piace così!
Kamo: Sinceramente no, trovo molto piu diretto e concepito per un live devastante Road Roller Machine.

Barry: Alcuni vi inquadrano nell'heavy metal, altri nell'hard rock, altri ancora provano a definirvi “sludge”; se foste voi a dover descrivere il vostro sound, che termini utilizzereste?
Alex: A me piace definirci semplicemente ‘heavy rock’, ma mi rendo conto che alla fine sono solo etichette per addetti ai lavori e che, alle orecchie del pubblico, è solo onesto e sudatissimo Rock n’Roll.
Simone: Rock n’ Roll...nothing more, nothing less!
Kamo: Rock’n’Roll pesante e de panza.

Barry: Avete suonato spesso nei Paesi Baltici e nell'Est Europa; com'è il vostro rapporto con i fan di quei posti, apparentemente così lontani?
Alex: Abbiamo suonato spesso nell’Est Europa, con alterne fortune. Una volta per esempio è stato un vero fiasco, tanto che al nostro ritorno lo ribattezzammo il ‘The Floor Tour’, perché suonammo davanti ai pavimenti dei locali! A parte questa unica esperienza fallimentare, per il resto è sempre andata molto bene e ci siamo divertiti moltissimo! Specialmente nei paesi baltici, i ragazzi e le ragazze del luogo ci hanno fatto sempre sentire a casa, ci hanno supportati al meglio e ci hanno trasmesso tutto il loro amore per la musica. Saremo sempre grati ai nuovi Helli-friends che ci siamo fatti in questi paesi, ci siamo molto legati e speriamo di tornare presto a suonare per loro!
Simone: E’ sempre bello suonare in posti nuovi, davanti a gente nuova e anche di diversi paesi e culture. In Est Europa siamo stati sempre accolti alla grande con tanto entusiasmo e tanta partecipazione. Da quelle parti i fan si divertono un sacco con la musica live inedita, anche con gruppi che non conoscono e si crea una gran bella energia tra palco e pubblico. Questo è il bello della musica e succede anche da noi in Italia. Ricordo quando siamo stati a Pistoia ultimamente in compagnia dei ragazzi della Strana Officina. Quella è stata una bellissima serata e il pubblico ci ha fatto sentire come se stessimo suonando a casa nostra.

Barry: Avete qualche aneddoto divertente, inusuale legato ai vostri tour in giro per l'Europa? O, più, in generale, qualche curiosità che vi va di rivelarci? Non so, rituali pre-concerto o cose del genere. Se si possono sapere ovviamente!
Alex: Abbiamo migliaia di aneddoti, ce ne sono capitate di tutti i colori. Personalmente ricordo una data di fine tour a Vilnius…o forse sarebbe più corretto dire ‘ricordo vagamente’! Per farla breve, in camerino ci fecero trovare da bere ettolitri di alcol e noi, per non venir meno a cotanta ospitalità e per festeggiare anticipatamente la fine del tour, ci siamo bevuti tutto. In pratica siamo saliti sul palco sufficientemente sbronzi e io, ad inizio concerto, batto il 4 e…una bacchetta vola via, ancor prima di iniziare! Credo di aver ucciso qualcuno delle prime file! Per fortuna anche il pubblico era visibilmente alticcio ed ha apprezzato la nostra performance non esattamente impeccabile. Tralascio poi il racconto del nostro difficoltoso e fantozziano rientro in hotel, che era distante solo pochi metri dal locale.
Simone: Io ho un bellissimo ricordo di una serata a Cracovia. Arrivammo in città per scoprire che: 1) il locale in cui dovevamo suonare era più o meno grande come il bagno di casa mia, 2) non aveva fatto assolutamente nulla per pubblicizzare la serata e 3) non ci si poteva nemmeno arrivare davanti con il furgone perché si trovava in una sorta di area pedonale. Era davvero impossibile fare un concerto in quel posto, quindi parlammo con i tizi del locale e alla fine abbiamo deciso di non suonare. Ovviamente è stato brutto per noi, però ho un gran bel ricordo delle ore successive passate insieme ai The Great Divide, nostri compagni di tour, con cui abbiamo dato vita ad una serata talmente bella e divertente che non la dimenticherò mai. Tutto ovviamente accompagnato da litri e litri di cose da bere e tonnellate di cibo hahahaha!
Kamo: Tanti chilometri, tante risate e tanti molesti!!!

Barry: Si può dire -correggetemi se sbaglio ovviamente- che suoniate più all'estero che dalle nostre parti; come mai, secondo voi? Un classico nemo propheta in patria?
Alex: Credo sia una cosa del tutto casuale, noi andiamo ovunque ci chiamino rispettando le nostre condizioni. Anzi, devo dire che recentemente stiamo suonando più spesso in Italia e, finora, con ottimi risultati. Non ne facciamo una questione di confini e nazioni, ma solo di professionalità e fattibilità. Questi aspetti puoi trovarli o non trovarli, in qualsiasi angolo del mondo. Non siamo mai stati ruffiani o feroci procacciatori di concerti, ma nonostante questo siamo abbastanza richiesti anche in Italia e di questo ne siamo ovviamente fieri e lusingati.
Simone: Negli ultimi anni abbiamo avuto un gran bella attività live e ne siamo davvero grati oltre che onorati. Siamo soprattutto grati ed orgogliosi dell’abbraccio che riceviamo dagli Helli-friends che vengono a vederci sia in Italia che fuori. Siamo una band che ama suonare dal vivo e credo che questo si veda quando siamo sul palco.
Kamo: Il nostro pubblico più affezionato è quello di Roma, la nostra città, dove abbiamo suonato tantissimo. Sono fantastici, affezionatissimi e sempre caldi e pronti a fare casino con noi. Loro sono un grande motivo per il quale personalmente ancora vado avanti.

Barry: Legandoci alla domanda precedente, che ne pensate della chiusura del Jailbreak, uno dei locali di culto di Roma per la nostra musica? Voi stessi, se non erro, ci avete suonato in più di un'occasione.
Alex: Siamo sinceramente dispiaciuti, perché il Jailbreak era uno dei pochissimi locali a Roma degni di ospitare concerti di un certo livello e, per noi, era ormai una seconda casa. Ci abbiamo suonato spessissimo, le foto del nostro Ep Back To Life sono state scattate lì, siamo stati sempre trattati molto bene e tutto lo staff ci ha sempre messo a nostro agio. Non entro nel merito delle vicende giudiziarie, non è compito mio, ma voglio mandare tutto il mio affetto ai ragazzi che lavoravano lì e che ora sono disoccupati. Per il resto non posso che constatare che ora la realtà romana, già pesantemente deficitaria di locali live, ha un palco prestigioso in meno.
Simone: Siamo davvero dispiaciuti per la chiusura del Jailbreak. Era davvero una seconda casa per noi. Abbiamo fatto dei bellissimi concerti lì e siamo stati sempre trattati con rispetto e professionalità, oltre che con amicizia. I ragazzi che lavoravano lì erano davvero bravi e si davano un gran da fare, ci hanno sempre fatto sentire i benvenuti. Gli auguro tutta la fortuna del mondo e gli mandiamo un abbraccio grande.
Kamo: Il Jailbreak è (non voglio dire era) uno dei club più fichi del nostro giro, siamo sempre stati trattati come se fossimo a casa nostra e gli accordi presi sono sempre stati rispettati totalmente e senza storie. Adesso Roma rimane orfana dell’ennesimo club dove poter vedere qualche bel concerto. Qualcuno ha gioito di questa cosa…bah…la miseria umana non ha mai fine.

Barry: Avete già in programma concerti o tour per promuovere Hell III?
Alex: I telegiornali vietano alle persone anziane come noi di uscire e suonare con questo caldo, quindi al momento ci stiamo concentrando sull’organizzazione del release party di Hell III che avverrà ad ottobre in una location che per noi è un sogno, e sulla promozione mediante interviste! Fare di più potrebbe risultare letale!
Simone: Se tutto va bene, il release party sarà una gran bella serata in una location fantastica. Ora ci stiamo occupando della promozione del disco e finora siamo contenti di come sta andando tra recensioni, radio play e interviste come questa, che per noi è sempre un gran piacere fare.

Barry: Avete pubblicato il video di Rebellion, come lo avete realizzato? Avete in mente di pubblicarne altri?
Alex: Rebellion è la canzone che apre l’album ed è un brano molto diretto che parla di ribellione sia contro l’oppressione e il controllo che la società vuole imporci, sia contro gli stereotipi e i conformismi che esistono nei rapporti umani. Per esprimere al meglio il concetto, abbiamo deciso di affiancare al testo delle immagini molto crude della rivolta di Los Angeles del 1992, scoppiata dopo l’assoluzione dei 4 poliziotti che pestarono Rodney King. Il parlato che si sente all’inizio della canzone è quello dei vigili del fuoco intervenuti in una zona di guerriglia. Più in là abbiamo intenzione di fare un video anche del brano di chiusura di Hell III, Pedal to the Metal ed è stiamo pensando di avvalerci dell’aiuto e della fantasia dei nostri Helli-friends. Chissà cosa ne verrà fuori! Infine in quattro abbiamo appena deciso che il terzo video sarà sicuramente quello della canzone che non piace a Kamo! Ahahahah!

Barry: Grazie per questa nuova intervista, sentitevi pure liberi di aggiungere quel che volete!
Simone: Prima di tutto ringraziamo te e Metallized per lo spazio e il supporto che ci avete dato! Inoltre invitiamo tutti a dare un ascolto a Hell III, sperando che piaccia a sempre più persone e che possiamo farci sempre più Helli-friends. Venite a trovarci quando suoneremo dal vivo perchè, nonostante l’età, sappiamo ancora divertirci e divertire sul palco. Stay tuned e Pedal to the Metal!!
Alex: Grazie Andrea per averci dato l’opportunità di sparare caz… ehm, esprimere le nostre opinioni in questa sede! Spero che l’uscita di Hell III ci permetta di conquistare sempre più pubblico e di suonare dal vivo il più possibile! Stay happy, stay Helli!



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