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25/11/24
BURN KIT + RIGHT PROFILE
HEADBANGERS PUB, VIA TITO LIVIO 33A - MILANO
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SCORPIONS + GUESTS - Roma / Assago (MI), 9-11/11/2015
14/11/2015 (4756 letture)
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SCORPIONS + RHAPSODY OF FIRE – PALALOTTOMATICA, ROMA, 09/11/2015 SCORPIONI D’ORO! Quando, con quasi un anno di anticipo, viene comunicata la notizia di una data romana degli Scorpions, il mio cuore fa i salti di gioia: amo la band tedesca da anni, sono stati uno dei miei primi gruppi “pesanti” e mi hanno regalato ore ed ore di ascolti ininterrotti; per di più, i biglietti mi vengono regalati dalla mia ragazza, che per l’occasione assisterà allo show con me, motivo per cui la gioia non può che essere doppia! Come si può resistere all’attrattiva di una serata in compagnia di un simile gruppo, che festeggia le sue “nozze d’oro” con il rock e della donna amata? Semplicemente non si può; l’uscita del nuovo album, Return to Forever, smorza appena l’entusiasmo, trattandosi a mio giudizio di un lavoro che difficilmente passerà alla storia, ma quando la data ormai si approssima mi scopro disposto anche ad ascoltare tutto l’album di fila, pur di ammirare dal vivo questi vecchi, grintosi musicisti. La sera del 9 novembre (data significativa per chi ha scritto Wind of Change, che dite?), dunque, partiamo di buon’ora per mangiare con calma e recarci sul posto verso le 20, una mezzoretta dopo la prevista apertura dei cancelli.
RHAPSODY OF FIRE Purtroppo, quando entriamo, scopriamo che in realtà le porte sono state evidentemente aperte ben prima delle 19.30, con il risultato che la band di supporto per questa serata romana, gli italianissimi Rhapsody of Fire, sono quasi al termine del loro set. Mi spiace molto essermi perso quasi tutto il loro show, dal momento che ci tenevo a vedere dal vivo questi ragazzoni, spesso criticati per la loro pomposità, ma che indubbiamente costituiscono una delle nostre band metal di punta. Abbiamo il tempo di sentire soltanto la bellissima The Magic of Wizard’s Dream, che Fabio Lione dedica a Christopher Lee e l’immancabile Dawn of Victory, sempre gagliarda. Sfortunatamente, scopro che il brano che più ero curioso di ascoltare, Emerald Sword, è stata suonata in apertura di concerto e, ahimè, dovrò tornare in un’altra occasione a trovare Lione e soci per ascoltarla. Per quel poco che riusciamo a sentire, i Rhapsody of Fire confermano le loro qualità, pur non aiutati da una acustica che penalizza parecchio la voce, con la batteria davvero troppo alta. Gli applausi, non a caso, sono tanti e convinti, anche se il parterre (ed anche parte delle tribune) non è esattamente pieno.
SCORPIONS Alle 21.20, dopo che il Palalottomatica si è fortunatamente riempito di fan di tutte le età, si spengono le luci: i teloni con il disegno della copertina dell’ultimo album vengono calati ed i cinque scorpioni attaccano subito con Going Out With a Bang, tratto proprio dall’ultima fatica in studio, Return to Forever; come detto, mentirei se dicessi che reputo quest’ultimo uno dei loro migliori prodotti, ma fortunatamente la band eseguirà dal vivo solo poche tracce, peraltro le più riuscite secondo il sottoscritto. Una di queste è proprio la canzone che apre il concerto, che mostra subito quelle che saranno le caratteristiche principali della serata: canzoni spesso prolungate nella loro parte strumentale, evidentemente per consentire all’ugola del buon Klaus Meine di non affaticarsi in modo eccessivo e, naturalmente, una forte presenza scenica dei due chitarristi, con Rudolf Schenker in prima linea; il chitarrista ritmico e fondatore della band, infatti, a dispetto dei suoi 67 anni, è visibilmente il più in forma della band assieme al pazzoide batterista James Kottak e si spinge frequentemente sulla passerella al centro del parterre, incitando la folla dall’alto dei suoi immancabili occhiali da sole. Pacchiano assai, ma efficace! Anche il sottovalutatissimo Matthias Jabs è in ottima forma ed i duetti sulla passerella assieme al collega sono fra i momenti più emozionanti del concerto. L’acustica, inizialmente tutto tranne che buona, migliora via via che gli Scorpions prendono confidenza con i loro fan romani, per la verità a tratti piuttosto freddi, tranne quando i tedeschi danno fondo ai loro tantissimi classici. La band, peraltro, con l’immensa esperienza che la contraddistingue, alterna brani più noti a classici immancabili, più qualche pezzo inaspettato e decisamente gradito: è il caso ad esempio della bella Make it Real, dal trascurato Animal Magnetism, ma anche della vetusta Top of the Bill, che inaugura peraltro un medley da brividi: in rapida successione, infatti, per la gioia della dolce voce del singer, la band spara fuori Steamrock Fever, Speedy’s Coming e Catch Your Train, quest’ultima dal controverso (per la celeberrima copertina) Virgin Killer. C’è pur sempre da promuovere un album, però, quindi ecco che i classici sono intervallati dal singolo We Built this House, melodico ed efficace al punto giusto da convincere i fan, che infatti reagiscono positivamente al pezzo. Successivamente, anche il funambolico Kottak lascia lo sgabello e si unisce ai suoi compagni, che si fanno tutti avanti sulla passerella centrale per un ulteriore medley, stavolta completamente acustico: i pezzi scelti per questo lento, intenso set, cui partecipa con chitarra anche il bassista Pawel Maciwoda, sono Always Somewhere, Eye of the Storm e naturalmente la meravigliosa Send Me an Angel, che scioglierebbe anche il cuore del metallaro più rude. Anche qui, a tratti, si percepisce un po’ di stanchezza nella voce di Meine, che però regge più che dignitosamente, anche perché rivolge spesso l’asta del microfono ai fan, posti in questo caso a pochi centimetri da lui. Nota di merito per la particolarissima chitarra acustica a freccia del buon Rudy, che del resto sfoggerà anche verso la fine dello show uno strumento decisamente sui generis, con una sorta di marmitta (e fumo annesso) vicino al manico! Pensate che i momenti commoventi si chiudano qui? Naturalmente no: come avevo immaginato, Meine non si lascia sfuggire la ricorrenza del 9 novembre e, accolto da un boato, annuncia Wind of Change. Fioccano gli accendini ed il Palalottomatica, per pochi minuti, si unisce in un abbraccio davanti al soffio del vento del cambiamento. Il cantante, peraltro, sconfessando qualunque mio precedente pensiero sullo stato della sua voce, tira fuori dal cilindro la migliore prestazione di tutta la serata e, sui brani successivi, sembra quasi rinascere: Rock ‘n’ Roll Band e Dynamite, difatti, sono pura…dinamite anche grazie alla bella voce del frontman. Successivamente, la band lascia il palco: è il momento del Kottak Attack, folle assolo del biondo batterista, che accenna anche un passaggio di Rock and Roll dei Led Zeppelin, prima di ergersi sulla sua batteria per mostrare con orgoglio i propri numerosi tatuaggi al pubblico. Intermezzo divertente e riuscito, c’è poco da dire. Saprò dopo il concerto, peraltro, che negli scorsi giorni è venuta a mancare la madre di Kottak, che tuttavia non si è certo tirato indietro rispetto ai suoi impegni con la band. Rispetto e condoglianze, James. Da lì in poi, il concerto è un fiorire di brani indimenticabili: Crazy World, Blackout e Big City Nights costituiscono un trittico spettacolare e l’encore non può essere da meno: il tasso emozionale torna a livelli epocali con la stupenda Still Loving You, una delle più belle rock ballad di tutti i tempi, ma è un brano a questo punto il più atteso: Rock You Like a Hurricane, con il suo riff ed il suo ritornello immortali, fa letteralmente esplodere il Palalottomatica per un’ultima volta. E’ la degna conclusione di un concerto forse non epocale, ma comunque straordinariamente intenso; gli Scorpions hanno a tratti avuto il fiato corto, ma hanno retto comunque benissimo un’ora e mezzo di show, con Meine autore di una prestazione in crescita costante di brano in brano e strumentisti impeccabili. Che il Dio del rock vi conservi per altri 50 anni, amici miei!
SCORPIONS + PLANETHARD – MEDIOLANUM FORUM, ASSAGO (MI), 11/11/2015 Giungo ad Assago allegro ed esaltatissimo in quanto oggi finalmente vedrò per la prima volta i mitici Scorpions, gruppo i cui ascolti in gioventù hanno contribuito a gettare le basi per la conversione metal del sottoscritto; l'eccitazione quindi è alle stelle, resa ancor più grande dal fatto che solo per la data meneghina i crucchi saranno accompagnati dai connazionali Gamma Ray in veste di supporter... anzi no, purtroppo! Dopo un piccolo intoppo al momento della vidimazione del mio biglietto -per fortuna risolto immediatamente- entro nel palazzetto e una volta all'interno del Forum -e guadagnata un'ottima postazione sulla destra della passerella che si proietta sul parterre- sento delle voci su un presunto forfait della band di Kai Hansen, dovuto a problemi logistici; spero siano solo rumors incontrollati ma ben presto capisco che è la triste realtà. Sia chiaro, pur di vedere gli Scorpions mi sarei beccato anche Cristina D'Avena come opener, ma ormai ci avevo fatto la bocca e sinceramente un po' di amarezza per questo pacco dell'ultimo minuto si fa strada nel mio cuore... pazienza, avrò motivo di gioire comunque a fine serata.
PLANETHARD Il palco è addobbato con una scenografia piuttosto minimale, la quale riprende l'orologio della copertina di Now, l'ultimo disco dei Planethard. La band milanese è stata chiamata in fretta e furia a tappare il buco lasciato dai Gamma Ray e sul palco i ragazzi si presentano con una formazione mista di cinque elementi. Non è la prima volta che i Planethard aprono per gli Scorpions, accadde già al Gods of Metal del 2007 e in quell'occasione c'erano pure i Mötley Crüe headliner (che, ironia della sorte, hanno suonato proprio qui solo la sera prima!). Il leader Marco D’Andrea suona magistralmente la chitarra e si prodiga anche ai cori -come in Play Harder, pezzo caratterizzato da un drumming devastante- accompagnando Alberto Zampolli (già voce dei lombardi Outrider e dignitoso sostituto del singer titolare Davide Merletto, impossibilitato a presenziare all'evento) il quale coinvolge la platea saltando e facendo battere le mani a tempo agli spettatori che, sempre più numerosi, stanno via via riempiendo anche gli spalti. La conclusione del breve set a base di hard rock è affidata a Kill Me (but First Kiss Me) e i ragazzi si congedano dopo un ultimo selfie col pubblico del Forum mentre la crew sta già sbaraccando la strumentazione, finché un enorme telo raffigurante la copertina di Return to Forever viene calato per nascondere il palco alla vista degli spettatori.
SCORPIONS I preparativi non fervono solamente dietro al telone: un inserviente ha già piazzato a fianco della passerella, proprio davanti a me, un sedia customizzata James Kottak: ho un'idea su quale possa essere il suo utilizzo e questa verrà confermata di lì a poco. La regia manda in onda come sempre hit rock per colmare l'attesa, quand'ecco che si abbassano le luci e una sirena antiaerea sconquassa l'aria: cade il telo ed ecco materializzarsi sul palco le leggende tedesche del rock, gli Scorpions! Incredibile, Klaus Meine sta già sorridendo così come Matthias Jabs mentre al solito l'istrionico Rudolf Schenker indossa un paio di enormi occhiali da sole; i "ragazzi" cominciano il proprio show con l'opener Going Out with a Bang. Sono incredulo: questi signori sono veramente in palla, è palese fin da subito, e stanno già correndo avanti e indietro per tutto lo stage divertendosi come pazzi. Si passa poi a Make It Real e alla magnifica The Zoo -per la quale Jabs si cimenta al vocoder- e su Coast to Coast anche Meine imbraccia la chitarra per quello che con tutta probabilità è il miglior pezzo strumentale degli scorpioni crucchi. Ho scelto bene la mia postazione: oltre all'ottima visuale di un palco mastodontico arricchito di una scenografia impressionante per colori ed effetti vari, infatti, posso godermi gli assoli e le smorfie di Jabs e inoltre Meine è quasi sempre rivolto verso di noi, impegnato a lanciare di continuo un'infinità di bacchette che vengono prese al volo da molte delle persone che mi circondano, tranne me purtroppo. Per Delicate Dance (pezzo uscito nel 2013 su MTV Unplugged: Live in Athens e qui proposto in versione elettrica) Jabs si avvale dell'ausilio di Ingo Powitzer, suo tecnico della chitarra, che armato di una Les Paul lo accompagna egregiamente nell'esecuzione di quest'altra strumentale in cui il buon Matthias dà sfoggio di tutte le sue abilità solistiche. Quindi la band avanza sulla passerella e viene issata sul palco anche la famosa sedia cui si è già accennato, la cui base microfonata verrà percossa da Kottak per l'esecuzione di un medley acustico che vede l'intero palazzetto cimentarsi nei cori di Always Somewhere e Send Me an Angel con esiti a dir poco da brividi! Ed eccola qui, alla fine è arrivato anche il suo momento: sì ok, a furia di sentirla per radio negli anni ha persino rotto le scatole, è uno dei pezzi più commerciali della band e tutto quello che volete, ma la verità è che intonare Wind of Change tutti insieme accompagnando gli Scorpions è un'esperienza da pelle d'oca (e se c'eravate e non è stato così, vuol dire che non siete vivi), Meine dopo aver fischiettato il ritornello lo fa cantare ad un pubblico in estasi, per poi dare una spiazzante scarica di adrenalina con Rock 'n' Roll Band e l'esplosiva Dynamite. Tocca ora a James Kottak rendersi protagonista con un assolo che lo vede cimentarsi anche nell'esecuzione di Rock and Roll di zeppeliniana memoria, mentre la batteria si innalza di qualche metro dal palco rendendo lo spettacolo ancora più divertente: il biondo pazzoide infine sale sul suo drumkit e mostra orgoglioso il tatuaggio "Rock & Roll Forever" che porta sulla schiena, il quale fa il paio con quello sul petto, recante il cognome del musicista statunitense. Dopo essere tornati on stage e aver suonato alla perfezione Crazy World, Rudolf Schenker fa un ulteriore cambio di strumento mettendosi a tracolla una chitarra-marmitta fumante: indubbiamente molto tamarra come cosa, ma è esilarante vederlo fare avanti e indietro mentre suona il magnifico riff di quel capolavoro hard rock che è Blackout; quindi una Big City Nights da applausi chiude questa parte di concerto, con la band che si ritira dietro le quinte dopo aver salutato. Come sempre, però, dopo pochi minuti i Nostri -acclamati a gran voce dai presenti- tornano per concedere il bis e Still Loving You incanta tutti quanti, mentre mi chiedo come faccia Klaus a raggiungere note così alte senza perdere un minimo di voce, davvero impressionante; finale col botto con Rock You Like a Hurricane, tutto il Mediolanum Forum si scatena e alla fine del set gli Scorpions si abbracciano sulla passerella salutando la folla adorante e lanciando plettri e bacchette alle prime file; il bassista Pawel Maciwoda getta asciugamani a tutti, quando a un certo punto si ricorda di avere anche lui qualche plettro a disposizione, uno dei quali viene raccolto con somma soddisfazione dal sottoscritto!
CONCLUSIONI Alla faccia dei "vecchietti bolliti" ormai pronti per il pensionamento: raramente ho visto una band così in palla e capace di uno spettacolo tanto coinvolgente, una classe infinita; inoltre, ripeto, non pensavo che il singer Klaus Meine fosse in grado di cantare in tale maniera dalla prima all'ultima canzone, una prestazione davvero impeccabile. E questi signori volevano ritirarsi dalle scene?!? Sarebbe stato un delitto: gli Scorpions del 2015 sono più velenosi che mai!
SETLIST SCORPIONS 1. Going Out with a Bang 2. Make It Real 3. The Zoo 4. Coast to Coast 5. Top of the Bill / Steamrock Fever / Speedy's Coming / Catch Your Train (Medley ) 6. We Built This House 7. Delicate Dance 8. Always Somewhere / Eye of the Storm / Send Me an Angel (Acoustic Medley) 9. Wind of Change 10. Rock 'n' Roll Band 11. Dynamite 12. In the Line of Fire 13. Kottak Attack (Drum Solo) 14. Crazy World 15. Blackout 16. Big City Nights
---Encore--- 17. Still Loving You 18. Rock You Like a Hurricane
Report della data di Roma a cura di Andrea Barricelli “Barry” , report della data di Assago Massimo Patrucco “Matocc” foto a cura di Pafio e Maurizio Russo
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Non è stato il mio ultimo concerto degli Scorpions, me lo sento, torneranno, sono ancora troppo in palla. |
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Ero a Milano! Spettacolari! E che voce! Altro che vecchietti |
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Sono stati spettacolari, chi parla di mummie o bolliti misti riferendosi a queste band evidentemente sbaglia. Meine da lacrime a quasi settant'anni! Immortali |
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La mia prima volta degli Scorpions e con loro non è mai troppo tardi! |
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