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20/12/24
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PRIMORDIAL + CADAVERIA + LUNARSEA + SHORES OF NULL - Rock'n'Roll Arena, Romagnano Sesia (NO),21/02/2014
26/02/2014 (6398 letture)
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Ancora una volta la Rock'n'Roll Arena di Romagnano Sesia (No), ospita un grande evento organizzato dalla House of Ashes Prod. Quest'oggi è il turno dei Primordial, storica band irlandese che ha contribuito in maniera fondamentale alla scena pagan black a partire dal lontano 1987. Una portata d'occasione che non capita molto spesso per gli amanti di queste sonorità e che è stata tra l'altro servita con un contorno composto da ottime band italiane, i giovani ma prossimi all'esordio discografico Shores of Null, gli affermati LunarSea e gli storici Cadaveria. Insomma una serata a cui non si poteva mancare, eccovi il nostro racconto.
SHORES OF NULL Alle 20.30 salgono sul palco gli Shores of Null, gruppo romano che ci propone un mix di atmosfere doom e death. Tutto è pronto, strumenti imbracciati ed ecco che si parte con riff tetri e leggermente impastati, mentre le ritmiche scorrono solide grazie ai precisi colpi di Emiliano Cantiano, Davide Straccione alla voce invece mescola growl aggressivi a parti in pulito che rendono i brani piuttosto suggestivi. Tutto lo spazio è lasciato alla musica, le presentazioni sono infatti ridotte al minimo e le canzoni si susseguono una dopo l’altra fino all’ultima Time Is A Waste Land. Decisamente una buona prova per la band nostrana, ora siamo assolutamente curiosi di ascoltare il loro album di debutto Quiescence, che sarà rilasciato a breve.
LUNARSEA Dopo un veloce cambio di palco è arrivato il momento dei romani LunarSea e con l’intro del loro ultimo lavoro Hundred Light Years, Phostomous il live prende il via: Fabiano Romagnoli con la sua Ibanez multicolor e Emiliano Pacioni con l’Ibanez Steve Vai mietono l’aria con riff alla velocità della luce e sferzanti tapping, insieme alle ritmiche rigorose e devastanti del batterista Alfonso Corace. Le parti cantate in pulito dal bassista Cristian Antolini bilanciano perfettamente la rudezza delle harsh vocals di Giuseppe Di Giorgio e brani come 3 Pieces Of Mosaic e As Seaweed lo dimostrano appieno. La mezz’ora che i LunarSea hanno a disposizione passa fin troppo velocemente e con Five-Sided Platform Shape, brano tratto dal secondo album Route Code Selector il concerto si chiude. Spatia devinco, disiuncta coniungo (frase che si legge sul loro banner) è il giusto motto per la combinazione tra melodico e death, di cui i LunarSea ci hanno reso partecipi.
CADAVERIA Alle 22 esatte lo stage viene lasciato a colei che è a tutti gli effetti un pezzo di storia del metal italiano. È il turno di Cadaveria, che sale sul palco della Rock'n'Roll Arena accompagnata dalla sua band al gran completo: Marçelo “Flegias” Santos alla batteria (si tratta per quei pochi che non lo sapessero del cantante dei Necrodeath), Killer Bob al basso e Frank Booth e Dick Laurent alle chitarre. Lo show si apre dopo una breve intro con Apocalypse, estratta dall'ultimo disco Horror Metal. In effetti si tratta di una definizione che calza perfettamente per la musica della band italiana, dal momento che propongono una sorta di strano ibrido che mesce gothic, thrash/death e black metal più melodico con un'interpretazione teatrale piuttosto evocativa, curata anche in piccoli dettagli come il face-painting, le movenze sul palco e i vestiti di scena. I suoni a questo punto della serata appaiono giù buoni, il bilanciamento tra gli strumenti e sorprendente per una band d'apertura e tutti gli elementi del sound emergono in maniera nitida. Il concerto prosegue con pezzi di ottima fattura come Memento Audere Semper, Blood and Confusion e Flowers In Fire, durante la quale Cadaveria si tinge ulteriormente il viso con un trucco che richiama il video della canzone. Merita una menzione a parte proprio la prestazione della cantante piemontese: a livello teatrale è semplicemente perfetta, riuscendo ad interagire con il pubblico senza rompere però l'atmosfera, mentre è autrice di un'ottima prova vocale nella sua alternanza tra parti in un pulito suadente a tonalità non troppo alte e il growling acido che la contraddistingue. Con Circle of Eternal Becoming il concerto arriva poi alla sua conclusione, lasciando un pubblico soddisfatto e piuttosto caldo (molti sembrano accorsi apposta per assistere a questo live).
PRIMORDIAL We are Primordial, we are from the Republic of Ireland!
Non che ci fosse bisogno che il buon Alan Averill ce lo specificasse ma una simile presentazione con il palco della Rock'n'Roll Arena immerso in una soffusa luce verde è sempre piuttosto folkloristica, soprattutto se aggiungiamo la voce pre-registrata che apre No Grave Deep Enough, estratta dall'ultimo Redemption at the Puritan's Hand, si parte, ecco finalmente gli headliner. L'impatto dei Primordial è devastante, non tanto per il lavoro dei musicisti che si concentrano sul suonare con precisione il loro classico black metal dalle influenze celtiche, quanto per la capacità di tenere la scena di Alan. Un Frontman con la “F” maiuscola, che troneggia sia in senso fisico grazie alla notevole corporatura e alle movenze estremamente teatrali (a cui contribuiscono cappuccio e face-painting), sia per la sua capacità di interagire con il pubblico sottostante, è come se tenesse in pugno tutti i presenti dall'inizio alla fine del concerto. Si prosegue con Gods to the Godless e Lain with the Wolf, i suoni si confermano all'altezza, ben studiati, apparentemente grezzi ma in realtà curati sia per il livello della strumentazione utilizzata (chitarre Gibson, basso Rickenbacker) sia per il modo in cui questi vengono sfruttati (notevoli il lavoro con i delay delle chitarre in clean). Dietro le pelli Simon O'Laoghaire si scatena portando avanti tutte le varie canzoni con foga ma senza tralasciare la precisione o la pulizia nel modo di suonare, mentre Pól MacAmlaigh al basso svolge perfettamente la sua funzione di contrappunto alle due asce di Ciáran MacUiliam e Micheál O'Floinn che nel contempo sviscerano riff in tremolo picking e momenti arpeggiati in pulito con le loro melodie che rimandano alle verdi terre d'Irlanda. Scorrono Sons of the Morrigan e Bloodied Yet Unbowed mentre si arriva alla sempre evocativa As Rome Burns, che scatena i presenti; qui spendo due parole anche per la prestazione vocale di Alan, come sempre sopra le righe sia quando usa quel suo magnetico pulito sgraziato ma pieno di pathos sia quando affronta le parti più aggressive in growl. Dopo Journey's End arriviamo a The Mouth of Judas, forse il momento più “rilassato” dell'intera serata, se così possiamo definire questo gran pezzo dalla partenza lenta ed introspettiva che culmina in un crescendo fulminante al termine dei suoi quasi nove minuti di durata. Si prosegue con un crescendo notevole che passa tra The Burning Season, la stupenda The Coffin Ships ed Heathen Tribes si arriva alla conclusiva e devastante Empire Falls, in cui il pubblico in delirio viene sapientemente guidato da Alan che passa il microfono in mezzo alla gente per fargli cantare il celebre refrain:
Where is the fighting man? Am I he? You would trade every truth For hollow victories
Sono trascorse poco meno di due ore ed in concerto termina senza encore, poco male visto che le dodici canzone suonate hanno pienamente soddisfatto il pubblico presente in sala. Una serata in definitiva pienamente riuscita e che ci ha permesso di assistere, oltre a tre ottime band italiane anche alla prova di una band storica che merita tutta la fama di cui è portatrice.
SETLIST Primordial 1. No Grave Deep Enough 2. Gods to the Godless 3. Lain with the Wolf 4. Sons of the Morrigan 5. Bloodied Yet Unbowed 6. As Rome Burns 7. Journey's End 8. The Mouth of Judas 9. The Burning Season 10. The Coffin Ships 11. Heathen Tribes 12. Empire Falls
Introduzione e report di Cadaveria e Primordial a cura di Gianluca Leone “Room 101” Report di Shores of Null e Lunarsea a cura di Giada Boaretto “Arianrhod”
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@Er Trucido, guarda che la mia era una semplice domanda, in virtù del fatto che tante volte mi è capitato di dire ad amici miei: "Ma dai! Stronzo!" in tono ironico, senza che loro se la prendessero, perché eravamo "vis a vis". Ritengo sia difficile interpretare l'intenzione, attraverso una chat! Sono comunque d'accordo con te che le parole usate siano "forti", ed è per questo che cerco di evitare certi linguaggi, per non essere frainteso. Non stavo prendendo le parti di nessuno, ma ponevo un quesito. |
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@deedee: sinceramente non credo che scrivere "saputello dei miei stivali" equivalga a toni pacati e morigerati. Detto questo mi eclisso, pensatela come vi pare, ho altro da fare. |
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Confesso che non conoscevo i Primordial,ho ascoltato qualcosa di loro sul tubo e le mie orecchie hanno detto: grazie!Dio che musica!e che voce!.Davvero notevoli. |
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Mi permetto di intervenire, anche se non ho letto tutto, ma come si fa ad interpretare i "toni" attraverso una chat? |
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Grandissimi primordial!!! |
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Infatti si parlava di toni, non di linguaggio. C'è differenza. |
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Moderiamo i toni??????????????!!!!!!!!!!!! (Un tempo si moderavano i vaffanculo...gli insulti...gli inquisitori da tastiera moderavano i cazzo e i figa...ma i saputello dei miei stivali.....bah) @Jimi: dal tuo messaggio non pareva. Sembrava che mi stessi puntualizzando il discorso chitarra come se l errore fosse stato il mio e non quello del recensore. Ma come dici tu....fa lo stesso |
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@Miley Cylum: per favore moderiamo i toni, non vale la pena di scaldarsi tanto per il nome di un modello di chitarra. |
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Fermati prima di sparare sentenze gratuite. Respira. Focalizza. Avvaloravo la tua osservazione. Nessuna saccenza. Ma fa lo stesso. |
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Se sai leggere bene caro Jimi il virgolettato sta a citare quanti scritto nella recensione. Saputello dei miei stivali. |
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Difatti io cosa ho detto! Che ha un Nome e Cognome...Intendevo dire anche io che quella non è la multicolor.minchia oh... |
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Miley Cylum (high on hate): quella in foto non è la ibanez multicolor è la storica Ibanez JPM P1 cosiddetta "Picasso Graphic" custom guitar John Petrucci. Quella che si chiama Purple Multi Color è la ibanez JEM77 cosiddetta "ibanez multicolor"- custom guidar di Steve Vai. Jimi TG |
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La "Ibanez multicolor" ha un Nome e Cognome... |
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Grandissimi Primordial, vederli dal vivo è stata un' emozione indescrivibile ed hanno avuto una resa dal vivo sensazionale! |
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@redeyes: Ti ringrazio per la segnalazione, abbiamo provveduto a correggere! |
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piccola correzione: a cantare con i Lunarsea non era Filippo Palma, ma Giuseppe Di Giorgio (vocalist di Eyeconoclast e Black Therapy) |
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Confermo tutto anche io, immensi e nient'altro da dire. Semplicemente indescrivibile per me. |
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Caro Marchese hai assolutamente ragione a dire che è una band sottovalutata ma IMMENSA!!!!....dal loro esordio Imrama sino all'ultimo Redemption è stata una cavalcata in crescendo di capolavori....uno sempre migliore del''altro..davvero incredibile la qualita di questa band.... |
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I Primordial sono una band sottovalutata ma assolutamente immensa. Hanno splendide canzoni e sono anni che si mantengono su livelli altissimi. Meritano senz'altro di più delle due (2!) recensioni presenti su Metallized. C'mon guys... |
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Li avevo visti a Dublino due volte, in Germania all'Heidenfes, a Wacken nell'ormai lontano 2005, ma questa volta son stati veramente immensi! |
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Io ero al traffic sabato sera e nonostante qualche problemino iniziale nei suoni questa band ha dimostrato tutta la sua grandezza...immensi...buone anche le altre band...unica cosa agli Handfull of hate il suono era davvero pessimo....peccato..e peccato anche per la presenza scarsa di pubblico...ci lamentiamo tanto poi scende una grande band come i Primordial e disertiamo!! Dimenticavo..complimenti anche ai Doomraiser...pesantissimi!!!!! |
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ma perché a Bari non vengono mai quelli che piacciono a me??? |
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