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27/12/24
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
CASA DELLA MUSICA – NAPOLI
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FABIO LIONE - Dall'Italia al Giappone e ritorno...
20/10/2012 (5453 letture)
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Da un po’ di tempo a questa parte, quando incontro qualche esponente del metal nazionale, tra le altre domande ne pongo sempre alcune riguardanti lo stato della scena. Mi rendo conto che taluni possono trovare ripetitivo questa schema, ma il mio scopo è quello di disegnare un quadro generale, dipinto da chi la tiene di fatto in vita insieme agli appassionati, e fornire risposte che possano indicare una via da seguire per migliorare le cose. Sperando di non annoiarvi troppo, ecco cosa dice uno che nella scena stessa occupa un posto di un certo rilievo. La parola a Fabio Lione.
Francesco: Allora, vogliamo partire direttamente dal nuovo disco dei Vision Divine? Fabio: Sì, questa volta il lavoro è stato un po’ diverso dal solito, siamo stati parecchio tempo insieme e ne abbiamo speso parecchio in fase compositiva e meno per registrarlo. Il disco è venuto a mio avviso molto bene ed a detta di tutti quelli che lo hanno ascoltato fino ad ora è l’album dei Vision Divine che suona meglio di tutti. È anche la prima volta che la band ha una etichetta con le spalle veramente grandi, che è veramente contenta e soddisfatta del prodotto. La cosa che mi conforta è che si sta già parlando di date live che vanno oltre quelle che il gruppo riesce solitamente a fare. Ci hanno contattato per date in Europa e Giappone, Sud America... Tutto questo prima che il disco sia uscito (l’intervista è di luglio - NdA), se il buongiorno si vede dal mattino questa volta è un lavoro che dovrebbe soddisfare tutti. Sicuramente è un lavoro più maturo, che non si può definire come progressive/power, c’è molto di più. La parola che viene in mente è proprio “maturità”.
Francesco: Per associazione di idee mi viene in mente che in Giappone hai un seguito personale notevole, abbiamo anche un’amica comune. Fabio: Ah sì, lei è una fan da sempre, dal 97 credo, ma in Giappone è una cosa particolare perché ho fatto delle cose in passato con la musica dance (che tra le altre cose è andata molto bene) e ci sono molte persone che ascoltavano dance che si sono avvicinate al metal e viceversa, e questa è una cosa molto bella.
Francesco: Parlavo tempo fa del mercato giapponese con A.C. Wild, il quale mi descriveva un tipo di organizzazione radicalmente diversa da quella alla quale siamo abituati qui. Fabio: Completamente diversa. Dovevo andare a trovarlo all’Isola D’Elba giorni fa, ma c’era da finire il lavoro del best con i Vision e poi prepararmi per venire qui (al We Rock - NdA), però c’è andato Olaf proprio perché questo nuovo disco ha suscitato interesse anche in Giappone e lui è un esperto di questo settore e di questo mercato per consigliarci dopo che i giapponesi ci hanno contattato e sono interessati ad acquistarne il publishing. C’è un interesse che va oltre la media.
Francesco: Questo ci porta, in un’ottica più ampia, al discorso relativo alla differenza stratosferica di professionalità. Nel senso: io, imprenditore giapponese, ho a che fare con questo prodotto, lo valuto anche se non mi piace e stabilisco che gestito in una certa maniera può dare dei ritorni. Magari aprendo tutto un giro con l’artista che viene a suonare nei locali che ne venderanno i biglietti, che impiegheranno dei baristi, e così via, facendo economia. Fabio: Infatti noi siamo un po’ sorpresi, perché il mercato discografico ultimamente è quello che è, quindi questo interesse sull’album e sui diritti ti fanno pensare. Sicuramente è un metodo di lavoro diverso, con persone che come hai detto tu magari non apprezzano nemmeno il genere, però magari c’è un pezzo che secondo loro può essere inserito -dico per dire- in un videogame, in un cartone animato o altro. Probabilmente adesso hanno valutato solo che il CD può piacere e se ne possano vendere qualche migliaia di copie in più del previsto, ma se uno deve sperare ad un miracolo tipo quelli citati prima, deve sperare in quel Paese lì.
Francesco: La cosa deprimente è che qui non stiamo nemmeno parlando di arte, stiamo parlando di economia. Che i giapponesi lì siano forti lo sappiamo, ma non è che gli italiani siano sempre stati deficienti. Perché da noi questo non accade e non si vede come possa accadere? Fabio: In Italia le cose non vanno, ed è brutto, perché noi avevamo all’epoca cose che andavano fortissimo anche in Giappone come la P.F.M. e tutto il progressive italiano, ma ci siamo congelati e siamo schiavi di una generazione di ragazzi che non sono più abituati ad ascoltare buona musica, acquistarla e seguire una band. Soltanto dieci anni fa anche fare un gruppo era una cosa a cui tenevi, quelle cinque persone sudavano in cantina per fare le prove, per scrivere. Oggi un disco lo può fare chiunque, ci sono tecniche per cui non è nemmeno detto che tu debba saper suonare e cantare bene.
Francesco: Questi discorsi sono venuti fuori, più o meno con le stesse parole, almeno nelle ultime cinque o sei interviste che ho fatto, e si arriva sempre alle stesse conclusioni. Fabio: Perché il problema è quello. Oggi un gruppo è un passatempo, è come andare in palestra, perché fare un disco oggi costa poco, ci vuole poco tempo, se non sei bravo si accomoda tutto, giusto per la soddisfazione di fare un disco. Una volta il disco te lo sudavi, magari in studio dovevi stare tanto spendendo i tuoi soldi, ma alla fine era un disco vero.
Francesco: Si può anche vedere la cosa dal lato op-posto. Una volta la casa discografica era la casa discografica. Aveva il suo studio, i suoi tecnici, metteva sotto contratto qualcuno e gli diceva: “Ok, tu hai lo studio a disposizione da tale giorno a tale giorno, questi sono i tecnici, questa è l’attrezzatura”, dopodiché si incideva, si stampava, si distribuiva. Oggi la casa discografica ti chiama e chiede: “Hai fatto il disco?”. Lo stampa e se va bene lo distribuisce, fine. Fabio: Ma è un po’ da stupidi. Nel senso che se deve essere così non vedo che valore abbia una casa discografica. Se devo fare tutto da solo, le mie cose me le stampo io, ci metto mille euro, pago la SIAE e stop, e i dischi me li vendo io a venti euro, la band non prende più un euro a CD, ma venti. Se ne approfittano perché il mercato è calato drasticamente, si scarica tutto; sì, ma è anche vero che le case discografiche piccole e medie se ne approfittano, perché con questa scusa non mettono nessun budget e poi al gruppo non arriva niente.
Francesco: I prezzi sono troppo alti. Si parlava tempo fa di agire sulla fiscalizzazione dei CD, ma ora non si può più ed in ogni caso sarebbe cambiato per il 2%, troppo poco. Ma se tanto è di IVA, se il gruppo prende un euro, come si giustifica tutto il resto? Fabio: I ricarichi dei distributori e dei negozianti. In certi negozi particolari... Se vai a Viareggio, sul lungomare, lì io ho visto un vecchio CD dei Rhapsody a 27 €. E lo avrà venduto, perché è zona turistica e magari il tedesco in vacanza al mare glielo compra. Questo negoziante ritira magari solo dieci copie di un CD, ma poi vende a 27-28 € e li vende tutti e dieci. Però è brutto, perché 28 € per un CD vecchio è allucinante. Addirittura io ti posso dire che una volta, passando da Viareggio, ho fatto l’errore di entrare, c’era un vinile dei Rhapsody e l’ho autografato. Sai a quanto lo ha venduto? A 55 €. La volta dopo che son passato con la mia ex ragazza e mi sono comprato un disco per me, lui mi ha chiesto un altro autografo su un altro vinile ed ho rifiutato. C’è rimasto male, ma tu non puoi guadagnare così sul lavoro altrui, e parlo di tutto quello che c’è dietro un CD, guadagnando più di tutti messi assieme. È follia.
Francesco: Parliamo d’altro. Lo scorso anno questo Fest ha fatto circa 350 ingressi nel giorno in cui sono venuto, ma in questi ultimi tempi la partecipazione ai concerti è in forte calo. La domanda è secca: perché? Fabio: Io spero che non accada quanto successo in Giappone, che è stato “mangiato” dagli USA. Il rock in Giappone è morto, il giovane fino a venticinque-trent’anni anni vede il rocker come un vecchio sfigato. Le case discografiche giapponesi hanno fatto un errore: non hanno fatto promozione. Viene un Malmsteen in Giappone? Non c’è n’è bisogno di farla, perché ha sempre fatto il pieno. Però a lungo andare, la musica americana è entrata talmente negli iPod dei giovani giapponesi, che ora ascoltano solo quella. Non c’è stato ricambio generazionale. Per dire, Oliver dei Blind Guardian suona con me, ma è stato il loro bassista per 14 anni, mi raccontava che quando andavano in Giappone, dopo due anni tornavano e avevano davanti le stesse identiche facce di due anni prima, nessuno di nuovo. Ma se anche qui non ci sarà un ricambio generazionale -e non c’è- la cosa andrà sempre più a calare.
Francesco: Il Giappone l’ha rovinato l’America. Ma a noi chi ci ha rovinato? L’abbiamo fatto da soli? Fabio: Il pubblico italiano è sempre stato esterofilo fino alla morte. A parità di valore, una band italiana deve stare sotto, ma questo anche a livello di gestori, di promoters, etc.
Francesco: Però il calo di pubblico riguarda anche i gruppi stranieri. Alcuni di media levatura hanno fatto 13 spettatori 13. Ed allora perché strapagare gruppi esteri che non mi danno ritorno? Fabio: I Firewind a Pisa hanno fatto 22 paganti. Io sono andato una volta a fare una serata con la mia cover band in un noto locale di Prato, ho fatto 1.000 paganti. La seconda volta “soltanto” 550, anche perché il biglietto era aumentato. Il mio caro amico Ross The Boss nello stesso posto 400, che non è male, ma mi spieghi perché il gestore gli ha dato il triplo? Io in questo locale non ci sono più andato.
Francesco: Quella delle cover band è un’altra storia, e ti faccio una domanda scomoda visto che tu ne hai una. L’esistenza delle cover band quanto danneggia chi fa musica propria? Fabio: Hai ragione, io ho fatto questa cover band con cui non suono più da tempo (8-9 mesi) e ne ho avute altre. Io l’ho fatto per due motivi: la prima per suonare con gente che conosco, la seconda -te lo dico francamente- perché era un periodo in cui qualcuno che mi faceva da manager americano ha stoppato la mia band principale. Non c’erano entrate, eravamo fermi, niente dischi, niente concerti, e la cover band ti mette al riparo da beghe contrattuali con i manager. Però mi sono reso conto di questa realtà, quella di giovani, ma non solo, che girano sistematicamente questi dodici locali in tutta Italia ed ammazzano i gruppi veri.
Francesco: Sì, ma il problema è che anche i locali piccoli fanno così e le piccole band non trovano alcuno spazio. Fabio: È vero, ma posso capire il gestore di un locale simile, che dice: “perché spendere soldi quando ho i ragazzetti che mi fanno Ligabue? (Canticchia sorridendo: “Ho messo via...” - Nda) Gli do 100 € ed ho il locale pieno. Perché spenderne di più?”. Però poi se ne approfittano di chi ha un nome, ma ha una cover band, dicendo: “Però è una cover band”. Ma se io ti riempio il locale? Tu non puoi dare un tot ai Firewind che fanno ventidue persone ed a me quattro-cinque volte meno perché è una cover band, ma io ti ho riempito il locale. Perché chiamare un gruppo estero quando hai la possibilità di chiamare -per dire- Domine, Labyrinth ed altri? Sono sempre i soliti gruppi? Intanto ti costano meno, e dubito che ti portino venti persone.
Francesco: Alla fine, dal punto di vista di chi suona, la cosa è comprensibile, nel senso che con le cover si fanno i soldi. Da quello del gestore pure, per gli stessi motivi. Ma allora la colpa di chi è? Non sarà del pubblico e di una certa mancanza di cultura musicale? Io preferisco andare a vedere una band nuova, eventualmente per poi dire che ha fatto schifo se è il caso e mai andare a vedere chi fa finta di essere qualcun altro. Quando abbiamo perso la nostra cultura? Fabio: Io vedo la differenza tra oggi e quando ho cominciato. La gente cambia... Si sposa...
Francesco: Cazzo, ma anche io ho un figlio di venti-quattro anni, ma sono sempre qua. Invece noto una grande disaffezione verso la musica Fabio: Io avevo un amico chiamato “Il Guerriero”: ha trovato lavoro in un hotel. Ma che cazzo significa? Non ascolti più i Manowar perché lavori in un hotel? Non riesco a capire, davvero. Con la musica sembra quasi come in un rapporto tra uomo e donna quando le cose non vanno più, c’è disaffezione, hai detto proprio bene. I fan di Ligabue però resistono ancora, eh eh. Buon per lui, però, in piccola parte, che può essere anche un 25-30%, la colpa può essere anche delle band. Nel senso che (anche se io non ho mai definito power questo genere, queste per me sono cazzate, c’è musica buona e cattiva, e basta), ci sono stati degli anni in cui i Labyrinth hanno fatto un bel disco esattamente quando gli Athena hanno fatto un bel disco, e così gli Stratovarius ed i Rhapsody. Un insieme di band ha sfornato dei dischi di valore che hanno fatto in modo che quel tipo di musica riavesse valore, ma negli ultimi quattro-cinque anni di dischi veramente di valore non ne ho visti, e mi ci metto anch’io con le mie band. From Chaos to Eternity era un buon disco, ma non al livello di The Frozen Tears of Angels, che è un gradino superiore. Però se i Rhapsody non fanno il loro miglior disco esattamente quando gli Stratovarius ed i Labyrinth fanno lo stesso e via così, allora è la scena che non produce dischi di caratura talmente elevata da rinnovare l’interesse per il genere.
Francesco: Però si nota un calo anche nei settori che dovrebbero tirare, ossia quelli estremi. Nessuno sente più il brivido? Fabio: Il fatto è che noi siamo vecchi rockettari. Il concerto ce lo viviamo nel cuore, a noi piace andare con l’idea che non solo vai a vedere una band che ti può piacere o che magari nemmeno conosci e sperare di scoprire qualcuno di nuovo che ti piace. Al ragazzo giovane di oggi non gliene fotte un cazzo di scoprire una nuova band. La società, la cultura, l’ha indirizzato in una maniera per cui -mediamente- il suo interesse non va oltre il comprare il nuovo FIFA. Attenzione, FIFA, non ISS PRO, quindi anche lì un sottoprodotto, perché FIFA ha le marche, i nomi originali dei giocatori, ma oggettivamente come videogame è inferiore ad ISS PRO. Il giovane di oggi prende un certo videogame perché segue la testa degli altri coetanei: “gli altri hanno FIFA, io mi compro FIFA”. Giocano a Tekken ma non hanno mai sentito parlare di Shen Yu, un videogame assurdo, incredibile, ma che va oltre per loro. Questo vale anche per la musica. Mio fratello -dico, mio fratello- che cantava, aveva una bella voce e voleva fare cose originali, quando sono andato a spulciare tra i CD ho trovato Ne Yo, un rappettaro americano e Tokio Hotel... Ho pensato: “Com’è possibile che mio fratello abbia comprato un CD dei Tokio Hotel? Lui che è cresciuto a Queensryche e Fates Warning?”
Francesco: Beh, siamo in chiusura. Nelle mie interviste come al solito chiedo un mucchio di cose, e quasi mai ciò che dovrebbe interessare. Che mi dici dei Rhapsody? Fabio: Posso dirti che abbiamo fatto un tour mondiale ed ora valutiamo proposte. Il prossimo passo è mettersi sotto per l’album che i fan possano identificare come Rhapsody. Non voglio togliere nulla a Luca che ha deciso con Staropoli di dividere la band, di usare il logo...
Francesco: Posso dire che questa del logo non mi è sembrata una grande mossa? Fabio: Sì... Negli accordi che aveva con Staropoli all’inizio il nome Turilli doveva apparire molto grande, il logo doveva essere diverso... A me sembra che si veda solo Rhapsody, Luca neanche si vede, il logo è identico, la copertina è degli stessi colori... Comunque se lui è contento sono contento per lui, però io non vorrei fare un nuovo album con i Rhapsody of Fire che sia quello che tutti si aspettano. Per quel poco che ho ascoltato il nuovo CD di Luca, ha fatto un ottimo prodotto, arrangiato e prodotto benissimo, con Conti che canta in maniera più varia del solito, ma non ci sento molta anima; è un punto di vista personale. Non lo vorrei in un nuovo prodotto dei Rhapsody of Fire: dobbiamo fare un bellissimo album che possa colpire, ma non perché è ciò che ti aspetti, bensì per il contrario. Nonostante qualche piccolo dissapore che ho avuto con Staropoli, siamo d’accordo che se ci mettiamo a fare un nuovo album, vogliamo che la gente si stupisca. Non avrebbe senso fare la solita canzonetta power di livello B che non arriva al livello di quelle storiche, non avrebbe senso parlare dell’ennesima saga fantasy turilliana. Dobbiamo trovare una chiave per cui il fan sia soddisfatto, ma cambiare il sound e la proposta. Di questo Luca non aveva bisogno, aveva bisogno di confermare che lui è un ottimo compositore, che ha un’ottima band, di avere un sound che richiamasse i Rhapsody per far capire che ne era parte integrante, lo capisco. Noi dopo tanti anni e tanti album, dovremmo osare.
Foto a cura di Marco Lazzarini
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Sì Lemmy, tutto è assolutamente opinabile quando si parla di musica o di scena. Lo stesso Fabio si riferisce sicuramente alla sua realtà e alla sua esperienza. E anche x quanto riguarda il successo dei gruppi, lo stesso Peavy, a chi gli chiese qualche anno fa se non fosse dispiaciuto x il fatto che i Rage non avessero mai sfondato, rispose che in realtà si considerava molto fortunato x il fatto che comunque fosse un professionista, mentre i suoi vecchi amici non erano mai usciti "dalla cantina"... Eh no il metal non morirà mai finchè noi supporteremo i gruppi 🙃 |
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Silvia, che posso dirti ?! Boh, non mi quadra molto il discorso di Lione, se lui si riferiva a gruppi underground, quelli ci son sempre stati, le antipatie , sfottò, sarcasmi, criticità e litigate varie tra generi e sottogeneri anche metal ci son sempre stati, e i numeri in quello specifico ambito, cioè nel mondo underground, da sempre mi pare son sempre quelli in qualsiasi genere metal, le difficoltà ad emergere pure quelle, le polemiche di , assegnazioni di date ai gruppi nei festival e concerti anche, sacrifici e problemi con le label e promoter idem, forse prima c'era più selezione in entrata, ma c'era più passaparola parlato a faccia faccia, ma di gruppi ce ne erano un bel po anche negli anni addietro, e la fortuna ha sempre giocato un ruolo fortissimo , poi per ciò che riguarda il sudare , si suda oggi come allora, i sacrifici son quelli, a me almeno pare, non si scappa, e la questione è controversa e opinabile, a volte infatti capita che ci sono gruppi piccoli emergenti o underground, che fanno produzioni casalinghe artigianali buone ,con passione e anche con certa dose di competenza , e li mettono su youtube, bandcamp, spotify e altri siti specifici ecc., ma non vengono considerati, invece può succedere il contario, che gruppi già affermati sotto label e major colossi, che fanno prodizioni pompate e plasti"cozze", quello che cercavo poi di dire io è che il metal agli inizi era nella fase espansiva esplorativa, la propulsività la dave l'nteresse e la curiosità su un genere appena nato e in evoluzione, e ogni gruppo cercava di sprimentare per farsi notare e fare meglio del gruppo che li aveva preceduti, poi per me da fini anni 90 primi del 2000 ad oggi siamo nella fase di quasi saturazione inflattiva del metal, quai tutto è stato detto, per cui i gusti nel mare magnum dei gruppi metal sono ancora più decisivi, e questo anche se uno oggi ha internet, youtube ecc., sono talmente tanti che uno a meno che non passa ore e ore su internet non ce la fa ne a conoscere ne assorbire, e il numero di concerti è sempre quello, lo soazio illimitato per tutti è impossibile, per cui una certa potatura giusta o no che sia, la selezione naturale la fa sempre, comunque le difficoltà sono sempre quelle da che mondo è mondo. Poi citavi i eh eh i Metal Church e i Rage, certo non saranno diventati grandi nomi, ma almeno il loro periodo di attenzione lo hanno avuto, anche su riviste di settore, e sussistono ancora oggi, altri oggi come allora purtoppo no.Comunque il metal resiaterà, mai morirà |
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Lemmy e Beta, sì naturalmente non si può fare di tutta un'erba un fascio, la passione non ha confini nè età . I bei gruppi poi ci sono sempre stati, e pure gli scarsi, che poi (non mi stancherò mai di dirlo), la musica è talmente soggettiva che dire "bravo" o "scarso" non significa nulla alla fine, ti piace quello che ti fa desiderare di ascoltare un pezzo mille volte di seguito, anche se riconosci che magari sono 4 accordi in croce e x di più riciclati . Viceversa magari il gruppo supertecnico, fighissimo, che spacca la battuta, dopo 5 secondi ti rompe le scatole e te lo dimentichi x sempre . Però x tornare in argomento ricordiamoci che quindici anni fa innanzitutto era molto più difficile far conoscere la tua musica.... ora anche se vivi in mezzo al nulla e non hai un gruppo puoi mettere i tuoi pezzi sul web e almeno provarci.... x non parlare di quei programmi che addirittura tagliano e cuciono la battuta sbagliata in mixaggio e probabilmente è a questo che Fabio L. si riferisce quando dice che non occorre saper suonare x fare un disco oggi. Cmq detto ciò evviva i tempi moderni, perchè se hai una grande passione puoi veramente fare di tutto . Lemmy, sì i Rhapsody (quando si chiamavano ancora così) erano adorati da noi fans ma anche demoliti (pure sul piano personale) da una bella fetta di... invidiosi forse? Inoltre, i concerti grossi sono sempre seguitissimi e vendono fino all'ultimo biglietto, ma credo che Fabio si riferisse ai piccoli eventi, almeno così ho inteso io... Fabio Y. sono d'accordo con te, anche x me Fabio Lione è il numero 1 in Italia e uno dei miei top 5 in ambito internazionale. Non solo, ma incredibile che con l'età non abbia perso colpi (nonostante un tempo fumasse pure *___*) e neppure dal vivo (purtroppo ho solo visto i bootleg, ancora mai live). x quanto riguarda il successo, è tutto un altro discorso, dipende soprattutto dall'essere (forse) al posto giusto al momento giusto . Non si spiega altrimenti come gruppi tipo i Metal Church e i Rage di un tempo non siano delle star |
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I dischi buoni e brutti ci sono sempre stati, i gruppi bravi e meno bravi anche, e cosi' quelli fortunati e quelli sfortunati, sia nel rock che nel metal, poi non è vero che oggi un gruppo un alum non se lo suda, se lo suda eccome, perchè spesso ci deve investire soldi propri, e spessissimo non campa di solo musica, (cosa quasi impossibile in Italia ma non solo ormai), tra doppio lavoro, impegni, ( e famiglia se c'è) è veramente impegnativo ora come allora, e non è neanche vero che oggi i giovani stanno a casa, ora, con tutto il rispetto che ho per Lione, ma parlando con alcuni amici, poichè non è un genere che seguo molto quello dei Rhapsody, loro mi dicono il contrario, che i concerti dei Rhapsody almeno fino a quando c'era lui erano belli che seguiti e anche partecipati emotivamente da chi li andava a vedere, questo per ciò che riguarda il suo gruppo, per quanto riguarda il metal o heavy etal in generale, anche qui mi sento di dissentire, almeno basandomi a occhio e croce e a statstica deduttivo osservativa trilussiana, su per giù almeno in Italia i numeri son sempre quelli di persone che vanno ai concerti, anzi forse c'è anche qualche quarantenne-cinquantenne in più. Il problema è che nel metal si è detto praticamente quasi tutto, non dico che si sia raggiunta la saturazione massima, ma quasi, per cui si va a gusti, non possiamo conoscere tutti i gruppi che si propongono al pubblico interesse, data la vastità dell'offerta, e oggi come allora c'è chi riesce ad emergere meritatamente o meno, e altri , no, come è sempre stato daltronde, è cosi', c'è poco da fare, solo che oggi è ancora più difficile perchè èstato detto quasi tutto, e trovare propste interessanti, efficaci ed incisive è difficile, ma questo però non solo in Italia, ma un po da per tutto.Per le cover band, penso che son sempre esistite, tutto sta nel buon senso, se uno all'inizio parte come cover band , va bene, ma poi deve diventare una band vera, con proposta propria personale, poichè solo da li si può vedere se c'è vitalità musicale e voglia di crescere, e diventare come un indicatore di qualità per nuove proposte che nascono, infine fattore da non sottovalutare il perdurare della crisi economica italiana.Detto questo, spero che Lione ritorni nei Rhapsody. |
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Concordo bene o male con tutto quello che è stato detto nell'intervista,grandissimo Raven a fare domande interessanti e che fanno riflettere,poi per quanto riguarda Fabio ammetto che non mi è andata giù del tutto la reunion con i Rhapsody,devo dedurre che il piccolo dissapore con Alex a questo punto sia diventato un grande dissapore,ma per il resto l'ho sempre valutato come un grandissimo artista e per me la miglior voce che abbiamo in Italia. Poi con quel nome là insomma...sempre se vi può "consolare" anch'io sono della stessa parrocchia di Beta,certo non ho sfondato con il gruppo ma la musica la vivo ancora,se un album merita lo compro e assisto ai concerti in prima fila,poi se questo mi rende un vecchio rockettaro questo posso accettarlo e il mio cuore è sempre aperto |
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Che tipo Lione comunque quello che dice purtroppo è vero, e anche quello che dite voi, SIlvia, Raven e Gervasius. Comunque, se vi può "consolare", io ho su per gù l'età del figlio di Raven, ma mi piace aspettare l'uscita di un disco, risparmiare soldi per prendermelo e, quando esce, prendere la mia macchina, andare in un negozio (spesso nemmeno troppo vicino a casa mia, visto che abito in periferia XD) e comprarlo fisicamente. Sarò all'antica, ma mi piace così. L'emozione di comprare finalmente il disco che stavi aspettando con ansia non ha prezzo |
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Sì grazie trovato e commentato con un poema......... |
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scrivi il titolo e selezioni "articoli" |
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Figurati mi sono stupita anch'io nel non sentire gli anni dell'intervista. |
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No, con la funzione search non funziona... come lo trovo? |
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Grazie A proposito di questo discorso, hai mai letto un articolo presente in data base intitolato Lost In The Void? |
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Raven questo succede quando le interviste sono ben condotte e non banali . Gervasius, secondo me non è "colpa" solo di Fb & company ma vale molto ciô che disse Marcus Siepen (non trovo il link purtroppo) recentemente. Secondo lui "ai nostri tempi" dovevamo "sudarci" i dischi: aspettare che l'album uscisse, poterlo comprare (e già questo limitava la scelta, aggiungo io) e infine ascoltare con religiosa passione se ne valeva la pena. Adesso invece secondo lui non c'è più quella lunga attesa e soprattutto si può accedere con un click a qualunque materiale che magari diventa "usa e getta". |
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Singolare come talvolta la discussione in calce a certe interviste od articoli riparta a distanza di anni |
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Sottoscrivo in pieno il discorso di Lione sulle cover. C'è un locale a Roma abbastanza famoso che nel mese di marzo offre quasi totalmente e unicamente concerti di cover band! Viva-viva il Traffic Live...la prossima settimana Rotting Christ e Selvans...yeah!!! |
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Nulla da ridire su Lione, il suo posto nella storia del Power Metal è innegabile. Per il resto io ho visto un decremento pazzesco negli ultimi 7-8 anni, guarda caso in concomitanza con l'avvento dei cosidetti social e degli smarthphone di ultima generazione che ormai hanno anche l'app per pulirti il culo... Ormai ci sono più persone tappate in casa a rincoglionorsi su fb o you tube che in giro a fare un po di sano bordello... |
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Gervasius the Mighty, sì questa cosa dei ragazzini che stanno tappati in casa l'ho notata anch'io e la trovo assurda. Per me andare ai concerti rimane una delle esperienze più belle, e molti gruppi (come i citati Gamma Ray) non li avrei apprezzati se non li avessi visti live, perchè spesso rendono mille volte di più che su disco. Riguardo il paragone con Ross the Boss, all'epoca probabilmente il suo nome richiamava più gente di Fabio ma adesso non ci giurerei. Fabio ora è considerato uno dei più grandi cantanti metal, meritatatamente, almeno x me! Sono 20 anni oramai che amo la sua voce smisuratamente |
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Negli ultimi dieci anni la percentuale dei rimbambiti è aumentata esponenzialmente, anche se i numeri di presenza son diminuiti. Ora è pieno di coglioni ammuffiti e tristi che passano il tempo con il tablet o smarthphone a riprendere e far fotine di merda. La gente sta tappata in casa ed andrà sempre peggio. Concordo con molte cose che ha detto Lione, ma però non si deve stupire se pagano di più Ross the Boss, arrivando dall'estero avrà più spese da sostenere. E cmq rassegniamoci, perché ormai i ragazzini son quasi tutti dei rincoglioniti , i locali poi chiudono perché i soldi non girano è tutto lì il problema. |
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Hehe, anni ma anni dopo devo dire complimenti per l'intervista, davvero interessante anche a distanza di tempo. E probabilmente ancora più attuale sotto tanti punti di vista, vedi la crisi del mercato. È vero, Fabio [grandissimo] si contraddice un po' dato che va a fare dance [OMG meglio non averlo saputo ] e critica il fratello per i dischetti che ha... Ma sul fatto che un gruppo dieci [quindici] anni fa sudava veramente in cantina mentre ora chiunque può fare un disco non ci piove proprio. Giustissimo anche indottrinare i figli col sacro verbo La mia ha cominciato con i Gamma Ray dei tempi d'oro. Se il buongiorno si vede dal mattino...... |
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"Attenzione, FIFA, non ISS PRO, quindi anche lì un sottoprodotto, perché FIFA ha le marche, i nomi originali dei giocatori, ma oggettivamente come videogame è inferiore ad ISS PRO." Puttanate. Inabissati. |
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Grande Painkiller! Io stessa situazione (ma 1 figlio solo); anzi, visto che vado nel mio negozio di dischi di fiducia in pausa del lavoro, mi diverto a vedere le facce dei ragazzini borchiati quando vedono 'sto tizio in giacca e cravatta che compra dischi brutal death.... comunque bella l'intervista, e complimenti a Lione. Soprattutto ho apprezzato molto il discorso sui Rhapsody... non è da tutti dire che faranno un nuovo album quando avranno davvero qualcosa di nuovo da dire!! |
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tutto giusto quello che dice lione tranne quando parla di fifa e pes. Fifa è da 4 anni su 1altro pianeta , e non per le licenze ma per il gameplay! |
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Pu essendo una delle prime interviste che leggo rivolte a Lione, trovo che le cose che ha detto sono molto giuste. E' stato originale, si è spiegato bene e si è pure sfogato, grande professionista. L'unica cosa che non condivido è quando parla delle cover band. Fabio le difende, Raven secondo me giustamente le accusa..sono la rovina delle musica, va bene fare cover per esplodere, ma poi basta..sono stufo si sentire di band coi nomi di canzoni famose che fanno cover e campano cosi, tipo Children Of The Damned, di una banalità assurda..che poi siano bravi, nulla da dire, ma un pò di originalità ragazzi..dalle canzoni proprie si vede ovviamente la bravura ed il talento, fate come i Trick Or Treat: iniziate a fare cover tipo Helloween, e se siete bravi come Alle e la band, creerete album come Tin Soldier, molto valido. E' pur vero che ormai la gente va a vedere più volentieri se suona un gruppo che fa cover, da poter cantare a squarciagola e da essere attivo nel concerto...io no.. |
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Lamblu, tu pensale semple male! |
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@LAMBRUSCORE Cazzo, ho pensato la stessa identica cosa!!! |
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Sempre molto garbato, fine e corretto lambru... |
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Bello quando dice: "dopo 2 anni sono tornati là e c'erano le stesse facce"....per forza, sono tutti uguali,hahaha.... |
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Quotissimo painkiller sull'indottrinamento dei figli! Comunque vi prego, non un'altra discussione sul download, non ne posso più! |
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credo che qui sia stiano mischiando commenti a tutti gli articoli usciti negli ultimi mesi su metallized, dal download al suporto della "scena" italiana . 1: Raven, complimenti per l'intervista. 2: credo che oggi ci sia una tale frammentazione di generi e proposte che, unitamente alla crisi, abbia ridotto la "torta". 3: sposato e con due figli compro CD e vado a qualche concerto, non vorrei mai che si dicesse "il matrimonio è la tomba del metal" 4: al giorno d'oggi sempre più band fondano una etichetta propria (i gathering ad esempio) e provano a distribuire da sé (leggete anche la notizia legata al nuovo dvd dei metallica) per guadagnare di più pur mantenendo un prezzo al pubblico accettabile, se non spesso più basso rispetto alla distruzione tramite le solite etichette. 5: concordo con Lione quando parla di "autopromozione" di un certo genere, se escono quattro/cinque ottimi dischi riconducibili ad un genere in tempi ravvicinati questi creeranno un nuovo interesse nel pubblico. Tornando alla questione legata alla distribuzione, credo che sempre più bands ci proveranno, almeno nel loro paese di origine e negli adiacenti. Un nuovo modello di business e di promozione della musica è quanto mai necessario, una continua fede nel futuro del metal sono condicio sine qua non per la sua esistenza, indottrinare i nostri figli col sacro (e spesso profano ) verbo metallaro è un dovere di noi padri di famiglia. Breaking the laaaaaaawwwww!!!!! |
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Di Lione apprezzo solo la voce...non è la prima volta che predica bene e razzola male. Anche in questa intervista ci sono delle lampanti contraddizioni. Non lo biasimo ma è chiaro che pure lui per i soldi canterebbe in una cover band di cristina d'avena! Oltre a questo l'ho sempre ritenuto un tantino altezzoso e da questa intervista traspare... |
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e invece io alla domanda, perchè il gruppo guadagna un solo euro a cd e il cd ne costa venti? non ho capito la risposta di Fabio Lione; perchè è tutta lì la ragione della sofferenza economica degli artisti Heavy Metal e non solo. I Cd costano troppo cazzo, non è possibile spendere 20 euro per un cd e la band ne guadagna uno, quando con un click del computer puoi fare downloading, poche vendite di dischi significa pochi soldi agli artisti, questo il music business lo deve capire, un cd nuovo uscito oggi deve costare meno di 10 euro quelli vecchi non più di 5. Solo così i ragazzini torneranno a comprare CD, perchè il motore di un genere musicale, non siamo noi vecchiacci cresciuti a queensryche e fates warning ma i quindicenni... |
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Scusate, ma che videogioco é Shen Yu? |
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Il nostro provincialismo ci fotte in ogni campo, musica compresa. |
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E' così da sempre ed è uno dei principali motivi per cui da noi non esiste una scena, nonostante la moltitudine di ottime band che esistono in Italia. |
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Inoltre vorrei aggiungere che in Italia c'è un altro fenomeno inquietante nella scena Metal: per qualche oscuro motivo ci si deve sputtanare a manetta e il supportarsi a vicenda sembra che non rientri nel vocabolario del Metal tricolore. |
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Ieri ero al Colony a vedere i Secret Sphere e gli Elvenking, due gruppi che non rientrano minimamente nei generi che ascolto. Siccome ero in zona, ho deciso comunque di dare un'occhiata. Nonostante mi sia divertito, devo dire che la presenza era decisamente scarsa, cosa che non comprendo, dato che, almeno teoricamente, i due gruppi non sono proprio gli ultimi arrivati e il prezzo del biglietto per un evento del genere era molto basso (beh, magari il posto è migliorabile). Ad ogni modo sono sempre più convinto che in Italia non si riesca ad apprezzare e valorizzare i propri gruppi. |
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ah ok, non avevo capito il senso della frase ovviamente è più che conciliabile |
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d.r.i., ricorda che lo scritto non rende il tono. Lione voleva solo dire che tanta gente lascia perdere la musica perchè si sposa e deve "mettere la testa a posto" , mentre non si vede perche' le due cose siano inconciliabili. Nulla vieta di continuare, no? |
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@delirious: lo penso anche io ma non nel mondo del metal, ma ovviamente è un giudizio soggettivo |
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Bé d.r.i., il pubblico italiano é esterofilo di brutto, su questo punto ha ragione: meglio andare a vedere delle merdine americane che dei grandi, ma non molto famosi, nostrani. |
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@xXx Onestamente anche a me piacciono più i gruppi degli anni 80 rispetto a quelli di adesso, ma da un punto di vista oggettivo per me la scena metal attuale non ha nulla da invidiare a quella di trent'anni fa. Comunque sia a me l'intervista è piaciuta tantissimo, grande Fabio Lione e grandissimi Rhapsody (e con Rhapsody mi riferisco a tutti quelli esistenti ). |
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P.S. dopo questa intervista, come persona, Lione mi perde davvero parecchi punti! |
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Per me Fabio dice cose con poco senso obiettivo: 1) tuo fratello ascolta Ne Yo? ok quale è il problema? deve per forza ascoltare solo metal? e poi parla di italiani con la mentalità chiusa? soprattutto uno che per soldi ha fatto dance in Giappone? ma vai a ranare! 2) il pubblico italiano esterofilo? nel metal non credo proprio anzi spesso secondo me è il contrario 3) i negozianti speculano? cacchio per 3 volte probabilmente ha parlato dello stesso negoziante quindi sono tutti degli approfittatori? 4) Ross the boss ha preso il triplo di lui: beh, serve commentare? Lasciando stare le capacità vogliamo mettere la caratura mondiale del personaggio? 5) la gente cambia, si sposa? mamma mia con questa frase, che non commento, chiudo sto pistolotto di post |
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Vuoi fare qualcosa di diverso? Intanto fate uscire il nuovo Athena che per me si mangiano i soliti 4 gruppi power italiani, poi se volete cambiare sound c'è sempre l'opzione Rhapsody in Black...Vedi mai che dopo una vita ci sia la possibilità di ascoltare qualcosa di vagamente interessante. Comunque sui prezzi dei cd ha ragione, più che i negozi (che infatti stanno chiudendo a raffica) è la distribuzione che si tiene percentuali folli, e lo dico perchè ho visto un po' di fatture nel mio, ormai quasi ex, negozio di fiducia. |
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Ottima intervista, senza dubbio molto più interessante e coinvolgente del solito "Abbiamo fatto il miglior disco della nostra carriera - anzi, del secolo - e siamo pronti a spaccare culi". Peccato soltanto che nonostante le idee di Fabio Lione la situazione rimane quella che è, e probabilmente peggiorerà anche... perché non è un problema del singolo ascoltatore, ma di tutta la scena. |
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Io non sono frustato e non sono un trve ma preferisco decisamente le scene metal anni 70 / 80 rispetto a quelle degli anni 90; preferisco la scena classica a quella post nu metal per intenderci... |
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Per me i nuovi generi del metal sono belli quanto quelli vecchi, non diciamo cazzate da TRVE METALLER frustrati. |
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Bell'intervista, alla terzultima risposta con la parentesi sui videogame mi sono rivisto completamente nel suo pensiero! |
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Non posso che darti ragione Raven, ognuno di noi nel nostro piccolo fa il possibile ma se la problematica è che la massa è orientata diversamente noi resteremo una piccola nicchia. Non che sia una cosa schifosa, anzi, però è triste. A me dispiace e nel mio piccola faccio il possibile ma siamo sempre di meno... |
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@ xXx: il fatto che sia storia trita e ritrita, non significa che non se ne deva più parlare. E' quando ci si abitua all cose sbagliate che queste diventano definitivamente conseutudine non più modificabile, e si viene sconfitti. Fin quando qualcuno dirà ancora le cose come stanno, finchè qualcuno prenderà posizione contro ciò che è sbagliato, anche ripetendo spesso gli stessi concetti, allora ci sarà sempre speranza di cambiare le cose, in musica come in altri settori. |
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Il discorso che avete intrapreso è ormai storia...trita e ritrita...e non vedo una soluzione. Per quanto riguarda l'intervista complimenti a Raven e speriamo che quanto dice Lione corrisponda poi a realtà e che le due band non facciano le stesse identiche cose sennò ridicoli è dir poco! |
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Inoltre credo che pochi seguano anche gli eventi medio-piccoli quanto noi. |
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@ Olof: purtroppo noi recensori ascoltiamo, ogni anno, almeno 2 o 3 dischi stratosferici, di livello potenzialmente identico a OM (conta che pubblichiamo più di 1.500 recensioni di nuove uscite ogni anno, quindi 2 o 3 è una quantità ragionevole). Eppure spesso vengono dimenticate... |
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In effetti, è un cane che si morde la coda: i gruppi non propongono materiale all'altezza, gli eventi medio-piccoli non vengono supportati a dovere, ecc... Però credo che se oggi uscisse l'"Operation mindcrime" o, per restare in ambito, il "Kings of metal" di turno, la scena, con tutte le difficoltà, risponderebbe presente.... Porca miseria quanti periodi ipotetici |
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Relativamente all'intervista con Fabio mi riferivo al power/prog, ma il discorso può certamente essere allargato. A parer mio il tutto va messo in relazione con un argomento più volte affrontato da questa testata, ossia la disaffezione verso gli eventi dal vivo. I nuovi generi devono ancora essere completamente storicizzati, e sbilanciarsi sulla loro effettiva valenza nell'incidere sul totale della scena è ancora arduo, ma francamente non credo abbiano le carte in regola per sopravvivere per decenni come quelli sorti tra i '60 ed gli '80. Mettiamo insieme le due cose ed abbiamo già gli elementi fondamentali per capire tante cose. Non tutte, ma tante. Ovviamente se la storia dimostrerà il contrario non mancherò di fare autocritica. |
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Olof: secondo me le responsabilità andrebbero sempre ripartite. La colpa, in queste cose, non è mai esclusiva di un singolo "soggetto", ma va ripartita a più livelli. Prezzi alti (se non del biglietto, delle bevande), nuove leve, che sono più occupate ad urlare la propria competenza musicale su facebook che a supportare, crisi economica (conta, eccome se conta), cambiamento di priorità per gli adolescenti (oggi conta più la ps3 e il nuovo smartphone che avere una collezione di cd o andare a vedere un certo numero di concerti), cifre spropositate chieste dai gruppi esteri (se garantisci un ingresso di massimo 200 persone non puoi chiedere 20 mila euro, altrimenti è ovvio che il proprietario del locale chiama una tribute band, risparmia all'inizio e poi guadagna il triplo). |
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Recentemente (più o meno) sono usciti nuovi generi come il nu metal e il metalcore, generi che, personalmente, non mi appassionano. Amici molto più competenti di me al riguardo, sostengono che siano usciti cd fondamentali per questi generi, tutti raggruppati nello stesso lasso di tempo. E la scena però non ha risposto. Quest'estate sono andato a vedere la data dei Trivium all'Orion di Ciampino, 2 giorni dopo la loro partecipazione al Gods of metal : il gruppo non mi entusiasma per niente, ma ho accompagnato alcuni amici che reputano "In Waves" una release da top 3 nel Metalcore... Quindi, teoricamente, tanta roba: invece, 300/400 persone in un posto da almeno il triplo (i recensori romani sanno di cosa parlo), e nessuna recensione dell'"evento" in giro per il web (e non ve ne sto facendo assolutamente una colpa, anzi!). La calata italica dei Trivium a supporto del loro masterpiece del Metalcore viene descritta nelle 5 righe dell'ultima giornata del Gods, dove tutti i presenti attendevano Ozzy, come avrei fatto anche io. Quanto è colpa dei tempi, quanto è colpa dei "nuovi generi" per me scadenti, quanto è colpa delle nuove leve? |
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Intanto un sentito grazie per i complimenti e per il paragone vitivinicolo,tra l'altro torno adesso da una vigna poi... certamente ha ragione Fabio quando dice che ci sono periodi e periodi. Bisognerebbe che tre o quattro gruppi importanti tirassero fuori quancolsa di nuovo nello stesso periodo. In tal modo trascinerebbero tanti altri a sperimentare. Certo... seguire le band più piccole che cercano già di farlo è altrettanto importante. |
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Primo: complimenti, davvero sentitissimi, a Raven. Ormai il tuo nick-name è sinonimo di qualità, professionalità e passione. Quando leggo "Raven" è come se leggessi "est est est". Secondo: complimenti a Fabio, che ribadisce concetti sacrosanti... Il problema però è sempre lo stesso, da 10/15 anni ad oggi: in quanta percentuale i fatti corrisponderanno a quanto espresso? Insieme a tutti i problemi elencati (Internet, apple, cover band, italiani ignoranti musicalmente parlando), io ne vedo un'altro: ogni intervista di promozione per un disco in uscita non rispecchia poi la realtà dei fatti. I grupponi storici, nelle uscite recenti, seguono due filoni: chi si accontenta della sufficienza, e parlo dell'80% dei casi, ricalcando gli stili di 20 anni fa (Testament, Kreator, Slayer, Manowar, Metallica di Death Magnetic), e chi prova a cambiare, cioè il restante 20%, seguendo le mode con risultati insufficienti (un esempio per tutti: i Metallica di St. Anger). Come risolviamo questa fase di stasi? Intanto, in culo alla balena ai Rhapsody of fire! |
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Speriamo sia vera la storia che il nuovo RoF sia differente dal LtR, già logo, copertine ecc sono identiche, speriamo nel contenuto sennò davvero sarebbe l'assurdità al 100% di questi due progetti! |
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