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CADAVERIA - Horror Metal è notturno e maligno!
06/01/2012 (7020 letture)
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In una precedente intervista, poco più di un anno fa, Cadaveria aveva iniziato a traguardare il nuovo, quarto album. Giunta l’ora della pubblicazione Metallized vi propone una succulenta anteprima dei temi trattati e delle imminenti intenzioni della band. Lei, sempre lei, è dunque qui con noi…
Giasse: Ciao Cadaveria. Saltiamo i convenevoli e partiamo dall’inizio. Quando e dove nasce questo nuovo album?
Cadaveria: Horror Metal è la sintesi di molte idee nate ormai anni fa ed elaborate nel tempo sia dalla precedente che dall’attuale formazione. Il testo di Flowers in Fire, opening track dell’album, risale addirittura al lontano 2007, ma è stato musicato solo nel 2009. È un album “made in Italy”, nel senso che è stato composto e registrato in varie parti d’Italia, visto che i membri della band sono sparsi un po’ ovunque nella penisola. La primissima fase di composizione è stata gestita “a distanza”, attraverso lo scambio di files. Questo ha permesso ad ognuno di noi di assimilare autonomamente i riff, di rielaborarli e di aggiungere nuove idee, che poi abbiamo condiviso in sala prove. Qui i pezzi, scaldati della componente umana, hanno preso forma, e man mano si è delineata sempre più precisamente quella vena oscura e claustrofobica che pervade tutto l’album.
Giasse: Avete diffuso nei mesi scorsi un simpatico making of della writing session di Horror Metal. Come sono andate realmente le cose?
Cadaveria: Abbiamo rimaneggiato i brani più volte, sia durante le prove che in fase di pre-prodizione. Sostanzialmente l’album è stato registrato durante il 2010 in tre diversi studi italiani, ma all’inizio del 2011 siamo entrati nuovamente in studio per inserire gli arrangiamenti tastieristici e ri-registrare alcune parti vocali che non mi soddisfacevano. Abbiamo prodotto tutto da noi e questo ha richiesto un grosso impegno anche in fase di mixaggio e di mastering. Questa estate l’album era pronto, ma ad ottobre, mentre già realizzavamo l’artwork e programmavamo l’uscita con l’etichetta, abbiamo ancora apportato qualche micro modifica all’equalizzazione finale. Possiamo proprio dire di aver curato ogni dettaglio come volevamo, fino all’ultimo.
Giasse: Come Cadaveria siete giunti al quarto disco che, facendo un parallelo con la vita, è un po’ come arrivare all’esame di laurea… Sentite il peso di questa uscita? Come state vivendo questi ultimi giorni pre-pubblicazione?
Cadaveria: No, nessun peso, anzi molta adrenalina. Riteniamo che sia un ottimo disco e non vediamo l’ora di condividerlo con i nostri fan. È un po’ come una liberazione, ma in verità il lavoro non è affatto finito. Il countdown del lancio è cominciato e abbiamo molte cose da fare per promuoverlo al meglio.
Giasse: È rimasto ancora qualcosa da fare? Siete oggi impegnati in qualche corsa dell’ultima ora?
Cadaveria: Personalmente sto vivendo a pane e interviste, ma va benissimo così. Purtroppo il tempo è quello che è, e tra tanti impegni non abbiamo ancora cominciato del riprese del video… Rimedieremo a gennaio.
Giasse: I Cadaveria sono passati da Season Of Mist a Bakerteam Records. A livello di blasone parrebbe un bel salto indietro: qual è la realtà? Come vi siete mossi con la Bakerteam nell’operatività quotidiana? Siete stati sufficientemente supportati?
Cadaveria: Vent’anni di esperienza nella scena metal ti insegnano tra le altre cose che è meglio essere il gruppo di punta di un’etichetta più piccola che una delle tante band nel roster di una major. Bakerteam nasce da una costola di Scarlet Records, quindi per noi è come un ritorno a casa e certamente lavorare con persone che già conosci facilita molto le cose. Possiamo davvero parlare di operatività quotidiana, perché con Bakerteam ci sentiamo quasi ogni giorno per confrontarci sui vari step. Ad oggi possiamo dire di essere soddisfatti e di sentirci adeguatamente supportati e seguiti.
Giasse: Il CD è completamente prodotto da Bakerteam oppure avete dovuto “investire” anche a livello economico?
Cadaveria: Cioè vuoi sapere chi paga i costi di stampa? :-) Noi abbiamo i nostri studi di registrazione e da sempre siamo autonomi su tutta la parte creativa, artwork e video inclusi. Dal master in poi ci pensa ovviamente l’etichetta.
Giasse: Durante la recording session avete sperimentato qualcosa in particolare o tutto si è svolto in modo, passami il termine, “convenzionale”?
Cadaveria: Abbiamo sperimentato molto per quanto riguarda la creazione del suono, perché volevamo un risultato che suonasse diretto e genuino, ma anche un po’ vintage. L’entrata nel gruppo del secondo chitarrista, Dick Laurent, ha influito sia sulle composizioni, che senza dubbio sono influenzate dal suo modo di suonare e dalle sue preferenze musicali (sempre in ambito metal, si intende), che sulle registrazioni, visto che lui è anche un tecnico del suono. Inoltre, rispetto al passato, abbiamo sviluppato in maniera più completa le armonizzazioni di chitarra e di voce.
Giasse: Torniamo alle specificità del nuovo album. Perché Horror Metal? Il titolo è anche una sorta di etichettatura per la vostra musica, sempre a cavallo tra molti sottogeneri di metal?
Cadaveria: Diciamo che ci siamo arresi all’evidenza, ovvero abbiamo fatto nostro il termine che da sempre fan e critica usano per definire il nostro genere, adottandolo questa volta non tanto per incanalarci in un filone, quanto per descrivere il mood che attraversa queste undici nuove tracce. Si tratta di un album molto notturno e maligno. Il moniker “Horror Metal” trasmette queste sensazioni alla perfezione.
Giasse: Cosa volete comunicare con la copertina? Perché tutti hanno un makeup trasfigurante tranne te?
Cadaveria: La copertina parafrasa il termine “Horror Metal” e ci trasporta nell’ambito dell’immaginario orrorifico più tradizionale, quello degli zombies, del fumetto e soprattutto del cinema, a cui del resto ci ispiriamo spesso. Siamo soliti reinventare la nostra immagine ad ogni album e dopo un In Your Blood visivamente più glamour siamo passati ad un Horror Metal dal make-up più esagerato, che abbiamo conservato anche per le foto promozionali. Credo inoltre che mettere una foto di gruppo in copertina sia una scelta diretta e coraggiosa, quasi un’assunzione di responsabilità, che non ti permette di “nasconderti” dietro un artwork elaborato da una mano estranea.
Giasse: Ad una prima, parziale disamina il disco mi sembra più “violento” rispetto a In Your Blood, ad esempio a causa di un uso più frequente del growl e del guitarism molto fitto. È effettivamente così? Ci descrivi i temi musicali caratteristici di Horror Metal e i suoi brani cardine?
Cadaveria: Ritengo che le radici del riffing di Horror Metal vadano ricercate nel black metal degli esordi, che noi abbiamo rivisitato in chiave moderna e personalizzato secondo i nostri gusti e il nostro carattere. Per questo le canzoni suonano brutali, ma anche molto genuine ed immediate, nonostante siano tutte sopra i 5 minuti e abbiano una struttura abbastanza complessa. Posso tranquillamente affermare che l’album contiene tutte tracce di qualità e che il livello del songwriting è decisamente alto. Questo fa sì che l’album non annoi nemmeno dopo tanti ascolti. Difficile quindi scegliere una lista di brani cardine…
Giasse: Dal lato liriche che argomenti avete toccato? Guardando i titoli della tracklist la sensazione è quella di un platter piuttosto diretto…
Cadaveria: I titoli dei brani sono diretti come in parte lo sono i testi, sebbene siano ricercati nella forma. Le liriche sono state influenzate dalle mie esperienze personali, dalle mie letture e come sempre dal cinema. Il brano Apocalypse, ad esempio, è chiaramente ispirato al film Apocalypto di Mel Gibson. I testi possono essere descritti come visioni di vita e di morte, le atmosfere sono molto oscure, raramente illuminate da qualche sprazzo di luce. Si parla della forza interiore, della fierezza e dell’energia, dell’universo e dei suoi elementi, ma anche dei desideri e del piacere. I luoghi sono torbidi e polverosi, i paesaggi sono immersi nella nebbia. Sono i paesaggi in cui vivo e che inevitabilmente influenzano ciò che sono e ciò che scrivo.
Giasse: Uscirete con un singolo o con un video promozionale? Se sì, qual è il brano che avete scelto per rappresentare d’un fiato l’intero Horror Metal?
Cadaveria: Abbiamo già scritto la sceneggiatura per Flowers in Fire, ma il progetto si sta delineando piuttosto complesso, sia a causa della lunghezza del brano che della necessità di una particolare location. Stiamo quindi pensando di rimandare le riprese alla primavera e di confezionare nel frattempo il videoclip di un’altra canzone. La traccia più papabile potrebbe essere Death Vision.
Giasse: Ascoltando i primi brani che mi hai passato ho notato alcuni contributi che mi hanno spiazzato. Ad esempio la parte acustica e medioevaleggiante di The Oracle (Of The Fog). Ci sono altre porzioni o stacchi piuttosto atipici?
Cadaveria: L’intermezzo a cui ti riferisci è un regalo di un Frank Booth particolarmente ispirato in fase di arrangiamento. Inizialmente infatti The Oracle (Of The Fog) non prevedeva questa parte. Come ti dicevo abbiamo ripensato molto i brani, allungando, accorciando, perfezionando e talvolta introducendo chitarre acustiche e interventi un po’ atipici. Sono dettagli che non si notano al primo ascolto, così come i tappeti di tastiere, che sono molto discreti, ma fanno si che il tutto suoni ben amalgamato. Chi ascolta l’album in cuffia noterà anche alcuni accorgimenti usati nelle parti vocali, dove il growl e lo screaming sono spesso rimarcati dalla voce pulita e viceversa.
Giasse: L’esperienza Dynabite, recentemente usciti con il 2° full, ha in qualche modo influenzato il “gusto” o l’approccio dei Cadaveria?
Cadaveria: Sebbene due membri dei Cadaveria siano anche parte dei DyNAbyte, non parlerei di influenza di una band sull’altra. Vero è che l’intro di Hypnotic Psychosis è stato scritto da LJ Dusk (chitarrista dei DNA), ma si è trattato di un esperimento a sé stante. Le due band sono entità distinte, che tanto hanno da dire di per se stesse. Per quanto concerne la sottoscritta, invece, devo dire che l’esperienza nei DyNAbyte ha certamente allargato il mio panorama musicale e in parte influenzato i miei gusti.
Giasse: State preparando qualcosa per pubblicizzare l’album? Attività live? Ho sentito rumors su una vostra partecipazione ad un noto festival estivo… che c’è di vero?
Cadaveria: Stiamo completando la programmazione delle date live per il 2012. Non si tratterà di un vero tour in quanto suoneremo prevalentemente nei fine settimana. Un tour invece ci piacerebbe farlo all’estero… In Italia sì, suoneremo ad un festival il prossimo giugno. Stiamo perfezionando il contratto in questi giorni.
Giasse: Pubblicherete Horror Metal nel solo formato CD o sono previsti altri supporti (penso principalmente al LP)?
Cadaveria: No, uscirà solo in CD e in digitale. In merito al CD posso rivelarti che il packaging prevede un jewel case contenuto in un cartoncino. Di fatto quindi il CD ha due copertine. La seconda sarà visibile solo scartando l’involucro esterno.
Giasse: Un’ultima domanda: se Cadaveria fosse in me, Massimiliano Giaresti, come inizierebbe la recensione di Horror Metal? E come la concluderebbe? E farebbe per caso qualche critica cocente alla band?
Cadaveria: L’incipit potrebbe essere: una nuova era di orrore e oscurità ha avuto inizio. La conclusione: da compare assolutamente! Critica non me ne viene nessuna, ma se ne hai qualcuna di costruttiva da farci, per noi sarà ben accetta.
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Horror Metal a me fa venire in mente King Diamond, Alice Cooper o gli splendidi Wasp degli esordi, quelli delle bistecchine crude per intenderci. Non conosco la musica dei Cadaveria, ma viste le foto neanche mia figlia di 6 anni li prenderebbe sul serio.Nemmeno Marilyn Manson si concerebbe così |
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non mi sembra poi tanto innovativa come definizione "horror metal", nel senso che è stata già ampiamente sfruttata da varie band anche italiane di ben altra caratura |
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che band del cazzo inutile!!!! Ogni disco e' uno scempio! Cadaveria aveva un senso unicamente negli Opera IX... che per inciso funzionano benissimo anche senza di lei!!! Ritirati! |
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A livello tematico, non prettamente stilistico, la definizione effettivamente esiste. Si passa dalla NWOBHM al grind... |
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2
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Horror Metal?? Ma dai esiste davvero?? |
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Veramente interessante. Bella intervista in particolare sulle risposte date sugli arrangiamenti. Sicuramente avere un tecnico audio nella band è un valore aggiunto. Horror metal ? Mi hai incuriosito, si, credo che dopo aver letto ciò, dovrò adesso ascoltare qualcosa... Jimi TG |
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